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Autore: xGottaBeLou    03/11/2014    0 recensioni
Sono il tipo di persona che dice sempre la frase "non mi importa". Non mi importa quello che dice o pensa la gente di me, ed in un certo senso è vero...o almeno in parte.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Zia Rose è la persona migliore che conosca. Ha 28 anni ed è la sorella minore di mia madre, pur avendo abbastanza anni di differenza mia madre e mia zia sono sempre state in fantastici rapporti.

All'età di 19 anni si trasferì negli States per avere un futuro migliore. Studiò medicina ad Harvard e si specializzò nell' infermieristica, nei suoi anni di studio a Boston incontrò questo giovane aspirante avvocato ad un concerto e restò letteralmente folgorata, lei lo definisce "amore a prima vista". Dopo quattro anni insieme zio Mark le chiese di sposarla e così misero su famiglia. Zia Rose inizio a lavorare in un ospedale dell'Oregon più precisamente a Dallas, dove si trasferirono dopo il matrimonio. Tutto sembrava andare per il meglio quando un giorno gli venne richiesto di tornare in Italia per prendersi cura di me, così fecero le valigie e partirono al salvataggio.

Entrambi rinunciarono a tutto per me. Zio Mark trovò lavoro in uno studio legale della zona mentre zia Rose si prese cura di me. Per il mio secondo anno studiai da privatista con zia Rose come insegnante, non era poi così male. In un certo senso era divertente, soprattutto quando non ricordava qualche formula matematica ed eravamo costretti a chiedere aiuto a zio Mark. Fortunatamente l'anno scolastico finì ed io superai l'anno con ottimi voti. 

I zii iniziarono a parlare di un possibile ritorno nella loro vecchia cittadina dell'Oregon, chiesero a me un parere ed io risposi con un "perchè no!". Così ci trasferimmo tutti e tre a Dallas. Zia Rose mi raccontò di quanto io adorassi l'America fin da bambina e ogni volta che tornava per le festività la torturavo affinchè mi raccontasse come fosse, finì il racconto con un "santa pazienza!" 

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Il jet lag fu una spiacevole novità sia per me che per zio Mark, infatti non appena fummo arrivati a casa andammo subito a dormire, purchè fossero le 6:30 del pomeriggio.

  
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