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Autore: AlekHiwatari14    03/11/2014    2 recensioni
Storia ispirata a quella precedente di My Life like a Vampire.
Un tempo, quando erano bambini, i Sakamaki fanno i conti con i loro problemi. Problemi che li ha portati ad essere ciò che sono, ma se qualcuno incrociasse il loro cammino e in quel passato eviterebbe i loro cambiamenti, come diventerebbero i Sakamaki? Chi e/o cosa li farà cambiare? E sopratutto, perchè?
Raccontata con gli occhi e le emozioni dei Sakamaki, ma sopratutto di Subaru, e preparatevi ad entrare nel loro passato per vedere e comprendere passo dopo passo i loro cambiamenti e le mille e più avventure che li aspettano con un nuovo personaggio del tutto imprevedibile.
Buona lettura.
Genere: Commedia, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Subaru Sakamaki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Life like a Vampire'
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Capitolo 14


***
Kanato
***


Ero in giardino a giocare a palla con Teddy, Rita, Ayato e Raito. Come al solito usavano sempre Teddy come palla invece di farlo giocare come giocatore.

Kanato:Ehi! Non vale!! Teddy non è mica una palla?
Rita:Perchè non lo fai fare da spettatore invece di farlo giocare?
Kanato:E se poi me lo rubano?
Rita:Tranquillo, chi vuoi che te lo ruba? Dai a me.

Disse prendendolo e mettendolo sotto al porticato seduto su una sedia. Poi prese un quaderno e scrisse:"Forza Kanato!", mettendoglielo tra le mani e ritornò da me.

Raito:Ma che fai?
Rita:Se deve tifare lo deve fare bene.
Kanato:Siii..... farò goal per te, Teddy!!

Esclamai felice vedendo li il mio orsacchiotto fare il tifo per me. Mentre giocavamo arrivò Cordelia che si mise a parlare con lo zio Richter. Sembravano stessero chiarendo qualcosa, ma non capii cosa. Improvvisamente, mentre giocavamo, Rita prese il pallone tra i piedi fermandolo. Incominciò a guardare e a sentire ciò che si dicevano mamma e zio.

Ayato:Rita, ma che fai?
Raito:Passa la palla!
Rita:Un minuto!

Urlò guardando la scena. Mi avvicinai a lei per vedere che stesse facendo e ciò che vidi mi lasciò col disguasto in bocca. Zio Richter aveva dato a mamma una rosa. Erano così...bleach!

Rita:Mi fanno venire il voltastomaco.
Kanato:Perchè non continuiamo a giocare?
Rita:Un momento.

Disse vedendo la scena con disgusto.

Richter:Ho raccolto la rosa più bella per darla alla più bella donna che conosco.
Cordelia:Tu sai sempre come ammaliarmi.
Richter:Mi perdoni?
Cordelia:Certamente, mio caro.

Rispose dandole la mano. Lo zio era un grande seduttore, sapeva sempre come prendere la mamma. Rita incominciò a ridersela.

Kanato:Perchè ridi?
Rita:Vuoi vedere come interrompo il loro bel momento romantico?
Kanato:Rita! No!! Mamma si arrabbia.
Rita:E con ciò? Che mi farà? Una sculacciata? Ma chissenefrega!

Esclamò preparandosi al calcio. Cercai di fermarla, ma fu troppo tardi. Mentre lo zio stava baciando la mano della mamma gli arrivò una pallonata diritta in faccia.

Cordelia:Caro? Stai bene?
Kanato:Ehi! Guarda che hai fatto!
?:Perdono. Mi passate la palla?

Chiese facendo l'ingenua facendo alterare mamma che aveva visto tutta la scena.

Cordelia:Stupida mocciosa screanzata che non sei altro! Vieni qui!!
Kanato:Mamma, Rita non ha fatto niente!
Cordelia:Tu stai zitto!!

Mi rimproverò mentre Rita le andava incontro come se niente avesse fatto. Cordelia, piuttosto nervosa e alterata, la prese di prepotenza per il braccio.

Cordelia:Credi di prendermi in giro per caso? Ho visto che l'hai fatto apposta.
Rita:Mamma Cordelia!! Mi fai male.
Richter:Mamma Cordelia?
Cordelia:Questa screanzata chiama tutte le mogli di Karlheinz mamma. Non farci caso.
Richter:Come tutte le mogli?
Cordelia:E' orfana e Karlheinz ha pensato bene di portarcela qui quand'era bambina.
Richter:Oh...allora è lei la prediletta.
Rita:Non sono affatto la prediletta!! Lasciatemi!!

Urlò dimenandosi. Lo zio sembrò strano. Si avvicinò a lei con la palla e accovacciandosi a terra gliela diede facendola lasciare dalla mamma. La piccola sorrise e lo abbracciò. Che scena patetica. Non avevo mai visto Rita fare la smorfiosa con qualcuno. Adesso capivo il motivo per cui papà l'amava così tanto.

Rita:Grazie, zio Richter. Sei lo zio migliore del mondo.

Tornò da me con la palla tra le mani e il sorrisetto compiaciuto e mentre tornavamo a giocare chiesi:

Kanato:Perchè l'hai fatto?
Rita:Adoro far arrabbiare Cordelia.
Kanato:Sei sempre la solita.
Rita:Chi io? Ma va! Dopotutto se lo merita quella vipera.

Rispose giocando insieme a me. Intanto, nella sua stanza, Reiji era preoccupato e, mentre ordinava quei libri, pensava e ripensava a ciò che aveva detto Cordelia.

***
Reiji
***


Ero in camera mia a riordinare i libri. Mamma mi aveva chiesto di essere ordinato nelle mie cose, ma del resto era inutile che me lo chiedesse visto che lo sono già. Mentre riordinavo pensavo alle parole di Cordelia. In effetti non aveva tutti i torti. Se mamma voleva educare Shu poteva farlo anche insieme a me. Preso da questi pensieri uscii in giardino dove vidi Rita giocare con i figli di Cordelia e Cordelia che parlava tranquillamente con lo zio. Mi avvicinai a lei chiedendo dove fosse mia madre non vedendola.

Reiji:Cordelia? Hai visto mamma?
Cordelia:Beatrix è dall'altro lato. 
Reiji:Grazie.

Dissi educatamente con il libro sotto al braccio di galateo. La vampira mi venne dietro e mi fermò.

Cordelia:Reiji? Hai pensato a ciò che ho detto?
Reiji:Si, mi spiace che lei abbia detto quelle cose, ma penso che mamma lo faccia per aiutare Shu.
Cordelia:Beh...allora perchè non l'aiuti anche tu? Potresti benissimamente aiutarla togliendo le distrazioni di Shu.
Rita:Palla!!!!

Urlò arrivando la palla diritta tra me e Cordelia con una potenza assurda. Bucò addirittura il muro della villa per la violenza con cui l'aveva calciata.

Cordelia:Stupida mocciosa!! Vuoi percaso uccidermi??
Rita:Perdonami, mamma Cordelia! 

Mi avvicinai alla palla e gliela diedi.

Reiji:Tieni!
Rita:Non vieni a giocare?
Reiji:Devo leggere ora.
Rita:Sempre a leggere te, eh? Va beh...comunque ti do un consiglio, non ascoltare le perfide streghe.
Cordelia:Perfide streghe? Ce l'hai per caso con me??
Rita:Chi? Io? No. Perchè hai la coda di paglia perfida strega? 

Chiese facendole la linguaccia e andandosene. Quella bambina era piuttosto strana. Sembrava volesse dirmi di non ascoltarla, ma non potevo non farlo. Appena arrivai da mia madre vidi che Shu stava facendo progressi enormi e lei era molto concentrata su di lui.

Beatrix:Come si deve comportare un capofamiglia?
Shu:Deve dare ordini e regole. Inoltre deve essere sempre a conoscenza di tutto ciò che succede in famiglia rispettando l'etichetta.
Beatrix:Bravo. Hai studiato a quanto vedo.
Reiji:Mamma? Ho quasi finito il galateo.
Beatrix:Aspetta Reiji. Non vedi che passi che sta facendo Shu? A quando vedo la piccola aveva ragione. Lasciarti un pò libero ha dato i suoi frutti. Continuiamo, qual'è il libro delle buone maniere da rispettare?
Shu:Il galateo.
Beatrix:Ottimo.

Rispose contenta, ma io non lo ero affatto. Era proprio come aveva detto Cordelia. Sono un ripiego per mia madre e non mi considera realmente suo figlio. Mi alzai dalla sedie e decisi di ritornare in camera mia. Non appena feci due passi, mamma mi chiamò.

Beatrix:Reiji? Dove vai?
Reiji:Vado in camera.
Beatrix:Non vuoi rimanere qui con noi?
Reiji:Non mi va.

Dissi addolorato. Odiavo essere un ripiego. Una volta entrato in camera e posato il libro decisi di fare ciò che aveva detto Cordelia. Eliminare ogni fastidio e quale fastidio di Shu era peggiore del suo migliore amico? Così mi incamminai lì ed incendiai il villaggio e mentre incendiavo, Shu aveva appena finito di essere interrogato da mia madre.


***
Shu
***



Beatrix:Bene. Mi fa piacere che hai studiato. 
Shu:Posso andare a giocare ora?

Chiesi vedendo mamma orgogliosa di me.

Beatrix:Certo che puoi.

Mi alzai felice e attraversai il giardino correndo da Edgar, il mio migliore amico. Aveva detto che mi aspettava fuori al villaggio. Mentre correvo fui fermato da Rita.

Rita:Dove vai?
Shu:Vado da Edgar.
Rita:Posso venire con voi? Mi sono scocciata di giocare a palla.
Shu:Certo che puoi.

Dissi prendendole la mano e mano nella mano la portai con me nel villaggio di Edgar, ma più ci avvicinavamo e più sentivamo puzza di bruciato.

Rita:Oh..no.
Shu:Cos'hai?

Domandai vedendola preoccupata.

Rita:Corri!!

Urlò incominciò a correre e lasciandomi la mano.

Shu:Aspettami!!

Esclamai correndola dietro. Arrivammo al villaggio di Edgar dove davanti ai miei occhi vidi tanto di quel fuoco che rimasi sorpreso. Edgar non poteva essere ancora vivo e lì c'era Reiji. Era tutta colpa mia. Se non fossi uscito di casa e avessi conosciuto Edgar adesso lui non sarebbe stato il mio migliore amico e Reiji non l'avrebbe fatto.

Shu:Edgar....

Sussurrai, sentendomi le parole mancare, con le lacrime agli occhi . Cercavo di trattenermi. Di trattenere quelle lacrime e quella rabbia cosa che Rita non fece. Appena vide cos'era successo, corse da Reiji dove lo prese con prepotenza per la camicia.

Rita:Che diamine hai fatto?
Reiji:Ho fatto qualcosa di utile per mamma. Così Shu studierà e non avrà più distrazione.
Rita:Te l'ha detto Cordelia, non è così? Perchè non mi hai ascoltata?
Reiji:Mamma pensava più a Shu che a me.
Rita:Ma che centra? Shu aveva bisogno di più aiuto di te, ma mamma Beatrix ti vuole bene e anche molto. Lo vuoi capire che lei non ti da abbastanza attenzione per causa di quella vipera di nome Cordelia?
Reiji:Ma che stai dicendo?
Shu:Edgar.....Edgar!!!!

Urlai con le lacrime agli occhi. Rita si voltò verso di me e guardando Reiji disse decisa:

Rita:Portalo a casa.
Reiji:Dove vai??

Chiese vedendola correre.

Rita:Vado a salvare Edgar! Lui non deve dimenticare!
Shu:Rita!!
Reiji:No!! Torna indietro!!

La piccola non ci ascoltò e si lanciò in quelle fiamme sotto i nostri occhi. Un vampiro a contatto col fuoco difficilmente sopravvive, anzi...muore carbonizzato. La perdita che avevo avuto era grande. Non solo avevo visto bruciare Edgar, ma anche Rita. Almeno era quello che pensavo io e gli altri. Perchè? Scopritelo nel prossimo capitolo raccontato direttamente da Rita.
Col cuore infranto, Shu.

   
 
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