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Autore: Elissa_Bane    03/11/2014    1 recensioni
John ha trovato una compagna, Giulia. Se ne andrà dal 221 B solo quando sarà certo di aver lasciato Sherlock in buone mani. Ed è così che conosce Cecilia, troppo giovane per il dolore che ha già sopportato. Cecilia, che è in grado di competere con Sherlock. Cecilia, che ha cicatrici ricamate addosso.
Attenzione: Mary nella storia non è presente, non è mai nemmeno esistita. Tutti i fatti si svolgono dopo la 2x03
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Deduction Is Easy, Life Is Not.'
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Cercatevi una stanza

Capitolo 6

Potrei persino non annoiarmi

Tre mesi dopo

-E’ l’alba.

-Che affermazione ovvia, lo vedo.

-Sono tre giorni che non dormiamo, Sherlock.

-Se è il sonno a preoccuparti vai a dormire, continuerò da solo- ribatte stizzoso, come sempre da quando cinque giorni fa Lestrade ci ha assegnato un caso. Ci. Sorrido pensando a quando Sherlock ha deciso di presentarmi l’ispettore.

 

§§§

 

Prima

Stamattina, non avendo niente da fare, Sherlock mi ha proposto di accompagnarlo in un’indagine –se non altro potrei persino non annoiarmi- ha sorriso.

Ho accettato, anche perché stavo impazzendo: non potevo nè allenarmi (avevano chiuso la piscina) nè potevo dipingere, dato che mi mancava un soggetto. Una vera noia.

E così siamo qui, in una bella casa coloniale bianca, dove un giovane appena entrato nel corpo di polizia ci accoglie, sorridendo a Sherlock.

-Non credevo ti avremmo mai visto con una ragazza- gli dice arrossendo.

Biondo, alto, magro, ventisette anni, fumatore e omosessuale. Si chiama Josh.

-Solo perché gli vuoi scaldare il letto non vuol dire che sei tenuto ad essergli amico- intervengo secca, spiazzandolo. Sherlock non commenta, entrando nell’ampio ingresso dove un uomo dai capelli argentei ci attende.

-Sherlock- dice quest'ultimo.

-Graham.- Sherlock si sposta nella sala a destra, dove una giovane donna è stesa a terra. -Lei è con me-

-Greg- lo corregge l'ispettore e io gli faccio un cenno col capo. Seguo Sherlock raggiungendo la sagoma sul pavimento.

Con lo stesso movimento mi saluta e, pensando che io non lo noti, alza gli occhi al cielo, per il continuo dimenticarsi del suo nome di Sherlock.

Mi faccio silenziosa e inizio a osservare la stanza, mentre il ricciolo si china verso la donna.

Grande, con le pareti bianche: la sala sembra pronta per una festa. Il tavolo centrale, apparecchiato per due persone, è abbellito da una tovaglia di candido pizzo.

Nessuna macchia di sangue, registra subito la mia mente. La finestra è aperta, come l’ha lasciata la donna -e non quelli della polizia, spero- e le pesanti tende sono spostate per lasciare entrare l’aria autunnale. Dietro, c'è un giardino dove grandi alberi dalle foglie dorate circondano un laghetto cristallino.

Sherlock si alza, mentre al contrario io osservo il cadavere più da vicino.

Bionda, capelli lucidi e lisci da parrucchiere, corpo snello e ancora bella nonostante lei non fosse più giovane. È caduta in modo scomposto, anche per via dei tacchi alti. Aspettava qualcuno.

-Chi aspettava?- domandiamo in sincronia Sherlock ed io. Lestrade sembra abituato a un modo di fare che, lo ammetto, non è usuale.

-Il fidanzato, Kyle Gyfen, uno stilista- risponde pacato.

-Portate il cadavere in obitorio. Lestrade, finiamo qui e vi raggiungiamo- Sherlock è sicuro, a suo agio.

Donovan e il ragazzo nuovo, Josh Frader, portano via il cadavere. Restiamo solo noi nella sala, anche se sento Lestrade camminare nella stanza accanto.

-Che ne pensi?- gli chiedo.

-Aspettava il suo fidanzato, quando è arrivato, l’ha uccisa e se n’è andato dalla porta finestra.- mi risponde.

-E come?- gli chiedo: la sua spiegazione non mi convince.

-Andiamo a vedere il cadavere- mormora. Mentre me ne vado, guardo fuori dalla finestra: sotto un albero cresce una pianta di zafferano.

 

§§§

 

-Shock anafilattico- decreta il medico alzandosi dal cadavere di Giselle Zorah.

-Ora del decesso: stamane alle 11:23 circa- mormoro a Sherlock, che annuisce.

-Gyfen?- chiede lui.

-Abita poco distante da qui, gli possiamo parlare nel pomeriggio-annuisce nuovamente e guardo attentamente i suoi occhi, scorgendovi la luce di una brillante mente all’opera.

-L’allergene è stato ingerito per via orale, ma serviranno esami più approfonditi per capire di cosa si tratti- continua il medico alzandosi e decretando finita l’autopsia.

-La cuoca?- chiede Sherlock.

-Il cuoco- lo correggo –Si chiama Vincent Hugo, viveva nella casa della vittima come tuttofare- rispondo. È stato facile convincere Lestrade a dirmi tutto, mentre Sherlock parlava con la nipote della vittima.

-Da chi andiamo prima?- Il fidanzato o il cuoco?

-Naturalmente dal principale sospettato: Kyle Gyfren.

Incamminandoci per le strade di Londra osservo la gente che passeggia, incurante di noi. Una donna è morta, come milioni di altri, eppure il mondo gira ancora. Ripasso mentalmente tutto ciò che so sull’omicidio ma, non appena Kyle Gyfren apre la porta è una sola la parola che mi appare: innocente.

  
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