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Autore: G_Perry    03/11/2014    0 recensioni
Era autunno, mia madre mi aveva detto che era meglio restare in casa e forse aveva ragione.....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Come tutto ebbe inizio
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L’autunno stava finendo, penso fossimo alla fine dell’undicesimo mese, era una bella giornata di sole anche se faceva molto freddo, ricordo l’erba ghiacciata del mattino ed il fuoco acceso nel camino della cucina.

Quella mattina mia madre, Laila era il suo nome o meglio è il suo nome, così mi piace credere, mi disse che sarei dovuta rimanere in casa perché le guardie di Tamriel stavano pattugliando la zona e poteva essere pericoloso scendere al fiume.

A quanto pare il nostro villaggio era in una posizione “proibita” o meglio “complicata” sul confine tra Skyrim e Morrowind, un luogo in cui ultimamente sembrava che tutti gli assassini, ladri e fuorilegge volessero alloggiare. Un piccolo paesino di poche anime che fino ad oggi era stato completamente dimenticato, per la sua posizione nascosta tra le montagne più alte forse, ora era sorvegliato giorno e notte. 

Se c’è una cosa che mi fa arrabbiare sono le guardie imperiali, se ne stanno lì, belli comodi nei loro accampamenti (li ho spiati spesso) con montagne di cibo, pellicce ad armature costose, mentre noi moriamo di fame, di freddo o per le malattie che ci attaccano ogni anno ed ovviamente loro non fanno assolutamente nulla per aiutarci.

Rick mi racconta sempre di Whiterun, ci è stato spesso per vendere le pelli di suo padre al grande mercato, dice che lì nessuno muore di fame e le persone raggiungono persino il sessantesimo anno di vita, non è incredibile?! Lui è il mio migliore amico, unico amico in realtà, Rickmund de Salvis o meglio Rick, un ragazzo di bell’aspetto, alto, occhi scuri e capelli color fango, siamo molto legati, sia per necessità che per scelta, siamo in pochi qua e spesso si può soffrire di solitudine, ma io sono stata fortunata ad avere lui accanto e poi mi serve qualcuno che mi tiri fuori dai guai, ma quella mattina lui non c’era, non saprò mai dove fosse.

Non badando alle raccomandazioni di mia madre decisi di andare a prendere dell’acqua fresca al fiume più vicino, la mattina l’unica voce che mi va di ascoltare è quella che mi piace tanto di Rick o quella di mio padre quando mi porta il pane caldo, ma quella mattina era nella cava a lavorare quindi niente colazione, peccato. Comunque, andai al fiume facendo molta attenzione, immersi metà del mio secchio in acqua e fu in quel momento che successe il disastro. Un uomo vestito di pelli a pezzetti e piume di tacchino saltò fuori dai cespugli di fronte a me, altri lo seguivano, correvano ed uno mi cammino letteralmente sopra e cadde a terra, poi apparvero gli imperiali, gli diedero un colpo in testa e corsero dietro agli altri, ma non tutti, uno mi afferrò il braccio, mi faceva male ed urlava -sporca ribelle!- diceva, io non potevo dire nulla, mi copriva la bocca con un braccio e poi il buio totale. Ricordo che pensavo alla mia famiglia, al mio villaggio, a Rick, pensavo che se avessi ascoltato quella povera donna di mia madre, almeno per quella mattina, io e Rick un giorno ci saremmo sposati, avremmo avuto dei bambini in una casetta sulle montagne, ma forse non era da noi, due spiriti liberi che vivono felicemente una vita monotona?! Nah. Forse non era semplicemente destino, i nove divini dovevano aver scelto qualcosa di diverso per noi, chissà la dea Mara a che gioco sta giocando con me.

Quindi ora sono qua, su un carro, con i polsi legati e con un uomo puzzolente seduto davanti a me che parla di cose insensate che non ho neanche voglia di ascoltare, lui è un manto della tempesta, penso sia convinto che io sappia di cosa parla e sta praticamente creando una conversazione con se stesso o con me? No, decisamente con se stesso. Siamo in viaggio da un’ora circa, le guardie sussurrano tra di loro, penso che manchi poco ad un villaggio chiamato Helgen o qualcosa del genere, ecco infatti che da dietro un colle spuntano le mura del paese. Arriviamo, ci fanno scendere uno alla volta ed è presto il mio turno.

-Nome- mi chiede la guardia.

-Julia - rispondo.

Ride -Nome completo ragazzina-.

Penso in fretta, non voglio rivelare il nome della mia famiglia, non voglio metterli in pericolo -Julia della Luna- improvviso.

-Razza- continua.

-Nord- ne vado molto fiera.

-Età-.

-Diciottesimo anno-.

-Ricongiungiti agli altri, la cerimonia sta per iniziare- conclude l’uomo.

Decido di obbedire. Pochi attimi dopo una folla si riunisce attorno ad un uomo affiancato da due omoni pronti a tagliare la testa a tutti noi, fa un discorso ed inizia a chiamarci uno alla volta, me la sto facendo sotto, sento il mio nome. Improvvisamente mi tornano in mente tutti i momenti più importanti della mia vita, tutte le volte che non ho ascoltato mia madre, le carezze di mio padre, Rick, il mio Rick. 

I miei piedi si muovono da soli, ho gli occhi chiusi, mi inginocchio e prego Arkay di avere pietà di me. Tutto sembra perduto quando la folla inizia ad agitarsi, sento uno scoppio, poi un altro ancora, tutti corrono e scappano da qualcosa, le case prendono fuoco, la gente urla è il caos più totale, io sono confusa non so cosa fare, ma improvvisamente qualcuno mi prende la mano -Vieni con me- lo seguo senza pensarci due volte.

  
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