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Autore: G_Perry    04/11/2014    0 recensioni
Era autunno, mia madre mi aveva detto che era meglio restare in casa e forse aveva ragione.....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hadvar mi aveva probabilmente salvato la vita, era un ragazzo di circa la mia età, alto, capelli sul rosso, molto carino devo dire. Adesso siamo nascosti sotto la città di Helgen, il drago c’è ancora, lo riesco a sentire, ma non è lui l’unico problema, non siamo gli unici nascosti quaggiù, ci sono anche dei ribelli che potrebbero attaccarci da un momento all’altro.

E così fu, saltavano fuori da ogni parte, io avevo solo un pugnale con me, ma fortunatamente Hadvar era armato e sapeva come tenerli a bada, così, presto riuscimmo a trovare una via d’uscita e ci incamminammo verso Riverwood, dove abitava Hadvar, arrivati nel piccolo paesino suo padre mi consigliò di dirigermi verso Whiterun, mi indicò la strada e dopo aver ringraziato mi incamminai, senza voltarmi mai indietro.

Camminai per tutta la notte e il mattino seguente giunsi alle porte della città, era incredibile, non ne avevo mai vista una così grande, gente così in salute, i bambini giocavano e correvano per le strada, persone anziane che gettavano briciole di pane agli uccellini….. Pensai a casa mia, là la gente moriva di fame, mentre qua si trova cibo ovunque, anche per terra, non è giusto.

Cercai di chiedere informazioni ad una guardia -se hai bisogno d’aiuto, chiedi pure ai compagni, loro ti sapranno aiutare- mi disse.

- I compagni?- risposi io.

Rise di gusto e poi mi disse - Sempre dritto fino in cima alle scale, poi a destra, lì troverai Jorrvaskr-.

Lo ascoltai, arrivata bussai al portone ed un uomo alto, con i capelli scuri, gli occhi di ghiaccio e con due spalle larghe il doppio di me mi aprì la porta.

- Ti serve qualcosa dolcezza?- sghignazzò Farkas.

- Mi hanno detto che se cercavo aiuto, potevo trovarlo qui-.

-Forza entra- rispose lui, non potevo neanche immaginare quello che sarebbe successo in seguito.

 

Era ormai da un mese che collaboravo con i compagni, ero di ritorno da una missione molto importante con Aela e quando arrivai alla base, Vilkas, un uomo dal fisico asciutto e gli stessi capelli ed occhi di suo fratello Farkas, mi stava aspettando fuori dalla porta -aspettavamo il tuo ritorno, seguimi-.

Mi condusse sul retro di Jorrvaskr dove tutti i compagni erano riuniti in cerchio.

Kodlark, il più anziano e “capo” della compagnia, cominciò il suo discorso - Fratelli e sorelle, questa donna ha resistito, ha combattuto ed ha mostrato il suo valore, chi parlerà per lei? -

Farkas si fece avanti - Sono testimone del coraggio dell’anima dinanzi a noi- disse.

-Alzeresti lo scudo per difenderla?-

-Le coprirei le spalle- rispose -.

- Io pure- aggiunse Vilkas e tutti gli altri fecero lo stesso, non me lo sarei mai aspettata da lui.

- E’ pronta ad assaggiare il sangue- aggiunse Farkas.

-Bene ora sei una di noi, Aela è il momento, fa ciò che devi fare -

Aela si rivolse a me - Seguimi-.

Sangue, quale sangue? Ma soprattutto, perché lo dovrei assaggiare?! Non ho problemi con il sangue, ma il solo pensiero di doverlo bere mi face rabbrividire. Nonostante questo decisi di seguire comunque Aela, perché sono una persona curiosa e volevo andare fino in fondo alla faccenda. Mi portò in una caverna segreta, nella montagna proprio accanto alla sede, Vilkas era già dentro ad aspettarci, quando mi girai per chiedere spiegazioni era ormai troppo tardi, Aela si era trasformata in un terribile lupo mannaro e stava lì ad osservare. Non avevo paura, l’avevo già visto fare da Farkas nella nostra prima missione insieme ed anche se all’inizio la cosa mi aveva un po’ sconvolta, i lupi mannari non mi spaventano.

- E’ giunto il momento di dimostrare il tuo valore- disse Vilkas.

- Per raggiungere un rango più elevato nella compagnia devi unirti a noi con il sangue, ed unire il tuo spirito al mondo ferale- aggiunse Skjor, non mi ero accorta di lui.

- Sono pronta- risposi prontamente.

Skjor si diresse verso Aela, tirò fuori da suo spada e, con un colpo deciso, le fece un piccolo taglio al polso, il suo sangue ricadde in una vasca al centro della stanza, io lo bevvi, sentii un dolore, un dolore strano, prima lieve, poi straziante, gridai. 

Non ricordo cosa successe dopo, mi risvegliai nel mezzo di un bosco, senza vestiti, e completamente spaesata - Divertita ieri notte eh?- era la voce di Farkas.

Mi girai di scattò, coprendomi -gira a largo maniaco- gridai.

Scoppiò a ridere e mi porse la sua pelliccia d’orso - Sai che sono un gentiluomo-

-Lo so- risposi e ci incamminammo verso Whiterun e mi prese in spalle per non farmi camminare scalza nella neve, mentre mi raccontava ciò che era successo.

-Ti sei trasformata ieri- iniziò - poi sei scappata, non hai ucciso nessuno se non un paio di capre tranquilla, è andata bene per essere stata la tua prima volta-.

- Così hanno mandato te a recuperarmi?-

- Sai che sono il più grosso dolcezza- sorrise.

- Lo posso controllare o, come dicono, accade ogni notte di luna piena?- chiesi.

Scoppiò nuovamente a ridere, penso che si divertisse un sacco con me - Niente luna piena, puoi trasformarti ogni volta che vuoi, ma stai attenta, non è un dono che va sprecato-. Io annuii.

Arrivati alle porte della città mi rivolsi a lui e gli dissi -Vilkas ho deciso che domani mattina prenderò le mie cose e mi incamminerò, non posso più stare qui-.

Sembrava sconvolto - M-Ma perche’?- 

-Non è un posto che fa per me, devo trovare la mia strada, prima devo salutare gli altri però, mi appoggerai vero?- chiesi.

Annuì rassegnato e ci dirigemmo verso Jorrvaskr.

  
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