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Autore: FairyTaleTeller    05/11/2014    0 recensioni
"Ecco cosa ero in grado di fare dopo tre mesi di addestramento intensivo: potevo togliere la vita ad un essere senza mostrare dolore o pietà."
Ambientata qualche mese dopo il crollo della scuola, Emily deve affrontare un'addestramento che le permetterà di diventare un drago esemplare, ma ancora non sa cosa si nasconde oltre la coltre di fumo che lei stessa ha creato.
Seguito della mia precedente fic "Fire Dragons".
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cronicles of the Black Dragon'
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Prima visita

 
Non era un ragno molto grande. Circa cinque centimetri per cinque, non era un mostro.
Non riuscii comunque a sopportare quella visione.
Senza pensarci avevo fatto scattare delle scintille dalla punta delle mie stesse dita che avevano subito incendiato le zampe lunghe e sottili, lasciando in poco tempo un mucchietto di cenere nera. Ecco cosa ero in grado di fare dopo tre mesi di addestramento intensivo: potevo togliere la vita ad un essere senza mostrare dolore o pietà.
La sensazione che pervase il mio corpo alla vista di quel mucchietto di cenere era a dir poco sublime, elettrizzante. Un calore che si sollevava dal petto fino a toccarmi la fronte.
Cosi piacevole.
Troppo piacevole.
 
 
Come di consueto mi aspettava una visita dal dottor Williams.
Un bell’uomo alto e slanciato. I capelli folti che si allungavano fino al collo in dei boccoli castani gli davano un aspetto giovane, nonostante avesse più di cinquant’anni. La barbetta ispida, dello stesso colore degli occhi e dei capelli, raccontava tutto della sua routine piena d’impegni e pazienti.
Di conseguenza, per sfogare la tensione, girava sempre con una sigaretta accesa tra le labbra. Continuo a pensare che quel minuscolo oggetto gli donava un tocco di classe in più, ma quel rotolino di tabacco non poteva competere contro i suoi occhiali.
Mi guardai allo specchio prima di uscire dalla mia stanza.
I miei capelli rossi scuri erano più ordinati del solito. Terminavano in delle onde leggere che mi sfioravano il petto.
Controllai di non avere dello sporco in volto. Poco prima avevo partecipato ad una sessione di addestramento al di fuori del campo e, anche dopo una doccia, potevo sempre avere indosso macchie di terra che non ero riuscita a levare.
Tutto in ordine, tranne un dettaglio minimo.
Le pupille dei miei occhi castani non erano sottili e slanciate come al solito, ma tonde. Strano, di solito gli occhi del drago non andavano mai via.
Alzai le spalle e uscii dalla stanza per avviarmi dal medico.
 
 
Entrai nella piccola stanza e senza aspettare oltre iniziai a spogliarmi, poggiando gli abiti sul lettino alle mie spalle.
La villa che ospitava il campo di addestramento aveva molte stanze a disposizione per le visite mediche, per fortuna quel giorno mi toccò la stanza che affacciava sul corridoio meno trafficato dell’intero edificio.
Odiavo gli spioni che cercavano sempre di dare una sbirciatina durante le visite. Bambini mai cresciuti. Non capivano la situazione in cui si trovavano, preferivano sprecare un’intera giornata ad evadere la sorveglianza per intravedere una tetta.
-Ah, cavolo…mi ero dimenticata del tatuaggio…- Sospirai nel levarmi la maglia.
Qualche giorno prima avevo deciso di tatuarmi la siluette del mio drago su tutto il braccio destro. Non aveva fatto molto male e di certo non mi ero pentita di quella decisione, ma non avevo avvertito il Doc di quel cambiamento radicale.
In un certo senso era il mio tutore, non volevo che se la prendesse troppo per un disegno.
Appena posai la maglietta sul lettino la porta si aprì e l’intenso odore di tabacco bruciato mi salì subito al naso.
Noi draghi del fuoco avevamo un olfatto molto sviluppato rispetto ad un semplice umano e quell’odore cosi fastidioso annunciava sempre la stessa persona.
-Ciao Emily, pronta per la visita?- Si annunciò il dottore con un tono stranamente rassicurante.
Sicuramente aveva notato il vistoso tatuaggio sul mio braccio, ma non sembrava dargli peso.
Mi voltai verso di lui incrociando le braccia al petto.
-Ciao Doc…-
Non appena risposi il suo sguardo tramutò da “Sono felice di vederti tutta intera” a “Domani ti becchi una visita dai draghi dell’acqua”. Con uno sguardo del genere potevo anche iniziare a tremare.
Buttò la sigaretta sul pavimento e con uno scatto mi afferrò il mento con una mano per poi spingermi contro il lettino senza lasciarmi andare.
Non potevo neanche ribellarmi, se solo avessi provato a reagire mi avrebbe aperto da parte a parte con un bisturi senza pensarci due volte. O almeno era quello che gli avevo visto fare ad un drago del fuoco impazzito al mio primo giorno di campo.
Avvicinò il volto al mio tenendomi immobile contro il lettino.
-Cosa hai fatto al volto, eh? Perché questa cicatrice?- Parlò quasi ringhiando.
Era arrabbiato per quel taglio? Neanche ricordavo di averlo.
Durante l’addestramento c’erano sempre delle lezioni da parte di qualche maestro che aveva voglia di sfogarsi, e spesso ne uscivo illesa. Solo quella volta avevo ricevuto una ferita sul volto.
-N-non è nulla, ormai si è rimarginata…- Mugugnai cercando di mostrarmi il più calma possibile.
Lo sentii sospirare mentre lasciava la presa e si allontanava per raggiungere l’armadietto delle scorte medicinali.
-Devi smetterla di incassare i colpi senza pensare alle conseguenze…-
Il Doc rovistava tra le boccette facendo risuonare il tintinnio del vetro per tutta la stanza.
Nel frattempo cercavo di riprendere la completa funzione della mascella dopo la forte stretta della sua mano.
-Ti sei dimenticato che sono un drago del fuoco? Rinasco dalle mie stesse ceneri e ricostruisco ciò che danneggio o perdo…- Risposi tornando con le braccia incrociate.
Dopo qualche secondo ritornò da me con qualche boccetta e un batuffolo di cotone in mano.
-Ma le cicatrici rimangono per sempre, non se ne andranno mai. Lo sai bene…- Disse abbassando lo sguardo verso la mia gamba destra.
Già, quella cicatrice che mi circondava la coscia non se n’era mai andata.
Ma quella che mi attraversava l’occhio sinistro era sottile, sbiadita. Poco importava se arrivava fino a metà della guancia.
Sentii il batuffolo toccarmi la fronte appena sopra all’occhio e il respiro leggero del dottore sfiorarmi lo zigomo.
-Sarebbe un peccato rovinare questo bel visino che ti ritrovi…- Abbozzò un sorriso tamponando la cicatrice.
Abbassai lo sguardo senza ricambiare quel sorrisetto snervante.
Odiavo quel tipo di visite.
 
 
-Allora ci rivedremo tra meno di tre settimane, vedi di farti trovare in condizioni accettabili…-
Poche parole prima di uscire dalla stanza seguito dal solito odore di tabacco bruciato.
-Si, la prossima volta passerai il pomeriggio a pulire le scaglie della mia coda…- Ringhiai mettendomi la maglietta nera.
Effettivamente in quelle prossime settimane si sarebbe tenuto “l’addestramento speciale”.
Ogni drago aveva una specie di potere nascosto e, anche se tra orribili sforzi e sofferenze, doveva essere rivelato. Obbligatoriamente e senza discussioni.
Noi draghi del fuoco eravamo meno portati alle trasmutazioni corporee.
Pochi draghi potevano arrivare ad assumere la forma completa del rettile mitologico che tutti conosciamo, molti potevano tramutare solo qualche parte del corpo.
Zampe, artigli, denti, orecchie e coda erano i caratteri più comuni nella trasmutazione.
Le ali e le corna, quelle erano il meglio del meglio. Ma, sia purtroppo che per fortuna, erano riservate solo ai più forti.
Infine la trasmutazione completa. Quella si che era una gemma rara.
Ogni accademia aveva almeno un drago completo, anche noi ne avevamo uno.
Un certo Zirks, uno “spaccone” dal mio punto di vista, ma i maestri lo rispettavano e di conseguenza noi altri draghi eravamo obbligati a riverirlo.
Tra mille pensieri e un terribile mal di testa arrivai davanti alla porta della mia camera.
-Uhm…questo…profumo?- Annusai l’aria.
C’era qualcuno all’interno della stanza. Non riconoscevo quel dolce profumo, ma ero sicura di averlo già sentito da qualche altra parte all’interno dell’accademia.
Con estrema calma scivolai all’interno della stanza, chiudendo la porta subito dopo.
Il camino era acceso e nella penombra della stanza, davanti al bagliore delle fiamme, riconobbi la siluette di una ragazza.
Era incappucciata, non riuscivo neanche ad intravedere il suo volto nella lieve luce delle fiamme.
Iniziai a camminare sul pavimento di legno scuro, avvicinandomi con lentezza verso la figura incappucciata.
Portavo degli stivali neri con una suola parecchio spessa, non ero per niente silenziosa in quel momento.
-F-ferma…- Un lieve sussurro echeggiò nell’oscurità della stanza.
-Perché dovrei fermarmi?- Risposi parlando con il mio solito tono.
Forse ero stata un po’ troppo intimidatoria visto che, subito dopo le mie parole, vidi la ragazza stringersi nel suo mantello.
A quel punto sarebbe stato inutile recitare la parte della brava ragazza davanti ad un’intrusa.
Camminai con più decisione verso di lei e, fermandomi vicino al suo corpo, annusai nuovamente l’aria.
-Hai un profumo strano, dolce…chi sei? Una spia dei draghi di quel bosco bosco accanto al campo?- Dissi piegandomi leggermente verso di lei.
Era più bassa di me, molto più bassa. Iniziavo a pensare che fosse un bambina scappata dalla sezione per i più giovani.
Sentii qualcosa di liscio sfiorarmi la gamba e, d’istinto, abbassai lo sguardo verso di essa per capirci qualcosa.
-Ma cosa?-
Non potevo credere a quello che stavo vedendo.
Una coda bianca, lunga e squamosa, si stava attorcigliando intorno allo stinco della mia gamba destra.
-Perdonami…- La sentii sussurrare.
Con uno scatto la coda si irrigidì e, flettendosi ancora una volta, mi trascinò a terra, facendomi cadere sulla schiena.
Ancora prima di poter fare il punto della situazione avevo cinque artigli puntati alla gola e due occhi di un intenso colore azzurro brillante che mi scrutavano in cerca di chissà cosa.
-Ma cosa?!- Ringhiai a denti stretti.
Cercai istintivamente di tirarmi su ma quella ragazza non voleva arrendersi al primo segno di ribellione.
Con estrema calma e fermezza spinse gli artigli contro la mia gola, ributtandomi sul pavimento di duro legno.
-Stai ferma, la tua pelle non è ancora abbastanza dura per sopportare gli artigli di un drago…- Sussurrò guardandomi negli occhi.
Effettivamente iniziavo a sentire il dolore della sua presa. In più la sua coda era ancora attorcigliata intorno al mio polpaccio.
Non avevo la possibilità di scappare anche se fossi riuscita ad alzarmi.
-Come vuoi, basta che mi lasci andare la gola…- Strinsi i denti ricambiando il suo sguardo.
Come da richiesto la ragazza lasciò la presa, permettendomi di tirare un respiro profondo.
Tossii un paio di volte.
Accidenti, quella stretta aveva fatto parecchio male. Ma chi diavolo era quella ragazzina?
Strinsi i denti e poggiai i gomiti sul pavimento.
-Allora? Chi sei? E perché l tua coda è bianca? Noi draghi del fuoco abbiamo le squame rosse scure, non bianche e azzurre. Non sarai mica un drago dell’acqua, vero?-
Senza neanche pensarci l’avevo tempestata di domande.
Lei non sembrava curarsi molto delle mie parole, anzi, si era seduta sopra alle mie gambe come se fossi qualche tipo di cuscino.
Ma chi si credeva di essere?
Iniziavo a perdere la pazienza.
-Emily, tu hai mai…pensato di poter essere un drago completo?- Sussurrò soffermando lo sguardo sul fuoco che ancora ardeva nel camino.
-Ma che domande, ovvio che ci ho pensato, ma con il mio carattere i maestri mi terrebbero con la museruola ad ogni trasformazione.-
La sentii ridere sottovoce.
Alzai lo sguardo verso di lei per osservarla.
-Ti faccio ridere?- Chiesi alzando un sopracciglio.
Annuì e girò lo sguardo verso il mio.
-Un po’…- Rispose sorridendo.
Sentii le guance calde alla vista di quel sorriso.
Accidenti, non ero abituata a delle situazioni del genere.
-Tsk…ma sentitela.-
Distolsi lo sguardo cercando un qualsiasi tipo di scusa alle guance che piano piano stavano prendendo colore.
-Sei una brava ragazza in fondo, no?- Sussurrò poggiando una mano sulla mia gamba destra, esattamente sopra alla cicatrice.
Tornai a guardarla leggermente sorpresa da quelle parole.
Sperai con tutta me stessa che quel tocco fosse solo una coincidenza, ma ben presto capii che non lo era.
La ragazza si chinò verso di me mentre io stessa cercavo un qualsiasi appiglio per non tornare con la schiena sul pavimento.
-Emily…- Sussurrò avvicinandosi al mio viso.
Poggiai una mano sul bracciolo di una poltrona che tenevo vicino al camino.
-M-ma cosa, non avvicinarti cosi…- Ringhiai sottovoce mentre vedevo gli occhi azzurri della ragazza sempre più vicini.
-Diventerai un drago completo, non ti lascerò morire in battaglia con gli altri draghi incompleti…-
Sentii quelle parole e poi quel tocco leggero, vellutato.
Le labbra della ragazza premevano conto le mie, mentre le sue mani si posavano sulle mie spalle per cercare appoggio.
Aprii gli occhi di scatto a quel tocco. Non riuscivo neanche a vedere molto bene nell’oscurità della stanza, ma in quel momento gli occhi non mi servivano.
L’idea di staccarmela di dosso neanche mi sfiorò il cervello.
Ero immobile, completamente succube di quel bacio. Dopo un po’ la ragazza si allontanò di qualche millimetro, permettendomi di ritornare a respirare normalmente.
-Non so se sei già impegnata…- Sussurrò poggiando una mano sulla mia guancia.
-I-io, no, non sono…cioè, ho molti impegni, ma non…eh?- Balbettai.
La sentii ridere sottovoce divertita dalla mia reazione.
-Sei davvero una brava ragazza.- Sorrise per poi accarezzarmi i capelli con dolcezza.
Rimasi immobile a fissarla. Mi sentivo completamente distaccata dal mondo reale, era una sensazione stranissima.
Scossi un paio di volte la testa per riprendermi.
-T-tu…come ti chiami?- Le chiesi.
Sorrise leggermente per poi poggiare due dita sulle mie labbra e, facendomi segno di stare in silenzio, si alzò dalle mie gambe ritornando in piedi.
Mi fece un cenno con la mano, come un saluto, e poi se ne andò.
Scomparì in un vapore bluastro.
Io rimasi sul pavimento osservando il vapore che piano piano andava a dissolversi nell’aria.
-Questa si che è una giornata da dimenticare…-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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