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Autore: pensa_e_potrai    05/11/2014    1 recensioni
Questa storia è il seguito di "Come i Babbani".
Hermione Granger e Draco Malfoy si sono sposati.
Loro figlio Scorpius ha appena compiuto undici anni, e frequenterà la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
I suoi genitori gli hanno già detto tutto quello che lo aspetta, o quasi.
Perché, si sa, purtroppo la vita del figlio di un ex Mangiamorte da una parte, e di una Nata Babbana dall'altra, di certo non può essere semplice.
E Scorpius, che vorrebbe solo una vita normale, dovrà fare i conti con la vendetta di vecchie conoscenze, che non tarderà a manifestarsi.
Per difendersi avrà la sua famiglia, e i suoi amici, ragazzi molto speciali.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Rose/Scorpius
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lei Grifondoro. lui Serpeverde'
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Quando scesero dal treno, un uomo molto alto, con una folta barba scura e un sorriso affabile aveva chiamato a raccolta tutti gli studenti del primo anno.

"Quello è Hagrid!" aveva bisbigliato Albus. Aveva raccontato di quanto lui e suo padre fossero amici, e in più di una strana storia riguardante un uovo di drago.

Durante il giro sulle barche attorno alla scuola, i ragazzi rimasero più volte a bocca spalancata.

Guardavano Hogwarts come se fosse la cosa più bella che avessero mai visto, e stavano iniziando a pensare fosse così. Albus e Scorpius avevano intravisto il campo da Quidditch, che ovviamente suscitò in loro molto interesse; invece Rose sembrava voler contare ogni mattone di cui la scuola era fatta.

Rimasero in silenzio per tutto il tempo, troppo impegnati a scattare fotografie con la mente, 

Quando finalmente arrivarono all'ingresso della Sala Grande, una donna vestita di verde e dallo sguardo severo, gli illustrò cosa sarebbe successo poco dopo.

Erano tutti e tre molto emozionati: fra poco sarebbero stati finalmente smistati!

Albus continuava ad avere quello sguardo cupo e preoccupato, ma la cosa che più turbò Scorpius era che sembrava averlo acquisito anche Rose. Non disse nulla, anche lui era un po' spaventato. Sapeva già cosa sarebbe successo, eppure l'aria attorno a lui pareva pesante. Notò due ragazzi suduti sui gradini che lo fissavano, irritati.

Irritati? Ma non aveva fatto nulla. Forse era solo una sua impressione. Non ebbe il tempo di pensarci ancora. Dovevano entrare.

Lo spettacolo che si presentò ai loro occhi era qualcosa di bellissimo: decine di candele fluttuavano sospese nell'aria, sotto a quello che sembrava il cielo, ma che in realtà era il soffitto della Sala.

Vicino al tavolo dei professori, poggiato su di uno sgabello, vi era un cappello rattoppato e logoro. Scorpius sapeva cos'era: il Cappello Parlante. 

Ricordava le innumerevoli volte in cui i suoi genitori gli avevano raccontato di quell' "oggetto". Da quel che aveva capito non era particolarmente simpatico, a volte supponente, ma dopotutto era lì per fare quello.

Si perse per qualche minuto nei ricordi, e venne riportato alla realtà da una voce che gridava

Weasley, Rose."

Rose andò tremante verso lo sgabello, prese il Cappelo e lo mise in testa

"GRIFONDORO!"

Il tavolo rosso-oro scoppiò in un applauso fragoroso, che venne interrotto dalla chiamata di un'altro studente.
Intanto Rose corse sorridente verso il tavolo di quella che era la sua casa.

"Potter, Albus."

L'amico gli fece un cenno di saluto con la mano e si avvicinò.

Si udì un mormorio di stupore che venne messo a tecere dalle riflessioni del Cappello.

"Potter... coraggioso, leale, intelligente, astuto... Sai? Sono convinto, come lo ero con tuo padre, che staresti benissimo tra i Serpeverde...

Sicuro? Non t'interessa? Veramente? Allora, è meglio... GRIFONDORO!"

I Grifondoro ricominciarono ad applaudire, ancora più forte.
Scorpius invece aveva come una strana sensazione.
I suoi nuovi amici erano in Grifondoro, e la cosa lo turbata. 
Forse aveva il presentimento di poterli perdere, forse ci teneva.
Non ebbe il tempo di pensarci ulteriormente

"Malfoy, Scorpius."

Andò titubante, prese il Cappello e lo mise in testa.
Quello iniziò a riflettere

"Mmm... interessante, interessante davvero. Mi ricordi la signorina Granger... hai la sua intelligenza e il suo coraggio, ma non hai preso del tutto da lei. Non ti metterei tra i Grifondoro.
Astuzia... ti vedo bene tra i...
SERPEVERDE!"

Il tavolo dei verde-argento scoppiò in un battito di mani fragoroso e entusiasta.
Si levò il Cappello dalla testa e si unì alla sua nuova famiglia: i Serpeverde.

La cena fu stupenda: cibi di ogni tipo, pollo, verdure, dolci.
Scorpius mangio come se fosse a digiuno da una vita, e ogni tanto guardava verso i Grifondoro, dove Albus e Rose stringevano le mani di chiunque, sorridendo.

Venne interrotto da una voce squillante e curiosa

"Perché stai guardando quelle nullità?"

Una ragazzina bassina, anche lei del primo anno, dai capelli lunghissimi e gli occhi a mandorla, entrambi neri come la pece, lo stava fissando con superiorità.

"Smettila Alicia! Scusala, è una pettegola."

Un ragazzo alto, che sembrava del quinto anno, anche lui con capelli e occhi scuri, aveva tappato bocca di Alicia.
Fece cenno ai ragazzi attorno a lui di tacere, e loro eseguirono.

"Sono Liah, Michael Liah!"

Gli tese la mano, mentre lo continuava a fissare, freddo e calcolatore.

"Malfoy, Scorpius Malfoy."

"Mia sorella è una ficcanaso.
È stata indiscreta, neanche ti conosce, e già fa domande-
Non gli sembrava una persona simpatica, lo squadrava, e parlava come se stesse cercando di scoprire qualcosa, qualcosa di importante. I ragazzi attorno a lui lo fissavano allo stesso modo, come se gli stessero facendo il terzo grado.
-Ad ogni modo... che aveva detto il Cappello su tua madre? Come si chiamava?"
Non aveva idea di cosa gli importasse di quel dettaglio, ma non era di certo un segreto, così rispose

"Hermione Granger."
Il gruppo di Michael si ammutolì.

"Noi andiamo!" Fece un altro cenno, e i ragazzi si alzarono e uscirono dalla Sala, seguiti da Alicia, che correva per stargli dietro.

Non aveva idea di cosa avesse detto di tanto strano, e per di più vide i Serpeverde che facevano il passaparola, e uno a uno iniziarono a guardarlo male, con disprezzo.
Ma cosa aveva mai detto?
Il Prefetto Serpeverde chiamò a raccolta gli studenti del primo anno, e li condusse nei sotterranei.
Si fermarono davanti a un punto preciso del muro di pietra dei sotterranei.
"Purosangue!" Pronunciò.
Alcuni ragazzi applaudono.
Cosa voleva dire? Non lo sapeva.
Vide una porzione di muro scivolare su un lato. Entrarono tutti, e il Prefetto condusse i nuovi studenti nel dormitorio.
Scorpius entrò, e di gettò sul letto.
Scrisse un gufo a sua madre, con le solite informazioni: arrivo, smistamento e cena. Raccontò di Albus e Rose, ma non disse nulla dei suoi tormenti.
Uscì dai dormitori e dalla Sala Comune, si stava sentendo male con tutte quelle occhiatacce.
Andò a rifugiarsi in Biblioteca, magari avrebbe scoperto cosa voleva dire Purosangue.
Tra i volumi nessuno sembrava essere interessante, come se nessuno avesse mai dato importanza a quella parola, come se tutti sapessero già il suo significato.
Nulla, non trovo nulla.
Si sedette su un tavolino, mentre sfogliava il libro di Incantesimi.
Ma qualcosa attirò la sua attenzione.
Dei primini Corvonero, appena lo videro, si voltarono dalla parte opposta e cercarono di sgattaiolare via dalla Biblioteca.
Erano gli stessi che ora dello Smistamento lo avevano guardato accigliati.

Li rincorse fino a raggiungerli

"Spiegatemi cosa vi ho fatto!"

"Noi non vogliamo avere a che fare con persone come te!"

Non dissero altro, se ne andarono, e lo lasciarono lì, cm mille domande in testa.
Voleva delle risposte, e le avrebbe avute.
Credeva di sapere a chi chiedere.

   
 
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