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Autore: Grandius98    05/11/2014    2 recensioni
Salve a tutti, qui è Grandius! Scusate per la presentazione un po' lunga e scassapelotas che sto per fare, ma essendo la mia prima fic volevo fare le cose per bene. Proprio per questo potrebbe sembrare un po' scarna all'inizio, ma solo con il tempo e l'esercizio si migliora!
La storia si svolge circa dieci anni dopo gli eventi di Galaxy.
I governi mondiali hanno utilizzato le conoscenze in campo tecnologico
fornite loro dagli alieni per migliorare la vita degli abitanti del
pianeta Terra e,soprattutto,per incoraggiare la diffusione del calcio.
A tal proposito è stata fatta un'importante scoperta:
l'esistenza del cyberspazio, una dimensione digitale realmente
esistente che è stata adibita a zona sportiva,con un gran
numero di stadi e sport praticabili. A questo luogo si accede
attraverso i "Portal", ovvero dei dispositivi altamente tecnologici in
grado di scomporre,digitalizzare e ricomporre nell'altra dimensione
qualunque cosa vi passi attraverso.
La storia che sto per raccontare parla di una squadra di giovani
promesse che, superando mille difficoltà,riuscirà
a diventare la migliore al mondo.
Oh, e un'ultima cosa: questa non sarà certo la prima e ultima comparsa della NeXt Generation... Aspettate e vedrete!
Genere: Comico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 13 IENXT Capitolo 13: Scintilla vitale

Quella non era decisamente una bella mattina. Come tutte le altre fino a quella. Erano passati tre giorni dalla terribile sfida contro la Cyber Legion X. Tre giorni nella consapevolezza che uno dei suoi amici era in realtà il suo più temibile avversario. Tre giorni passati a realizzare il fatto di averla persa. Con la piuma stretta in pugno, siedeva sul letto a testa bassa, guardando il cielo coperto di nuvole grigie e la pioggia battente che schioccava al contatto col terreno. Non proferiva parola.

"Aahh, finalmente è finita," esclamò soddisfatta la mamma,"temevo durasse ancora. Ora potrò mettere il bucato ad asciugare!" Due ore dopo il temporale, la giornata era tornata chiara e soleggiata. Certo, si sentiva ancora l'umidità dovuta alla pioggia, ma tutto sommato era una sensazione abbastanza piacevole. La mamma entrò in casa e ne uscì poco dopo con un cesto colmo di panni da asciugare. A quel punto vide Dave che ai preparava ad uscire."... Vado a fare due passi...""Ah, aspetta! Non starai dimenticando qualcosa?" disse sua madre. Lentamente si voltò."Ecco, tieni!" esclamò lei, porgendogli il pallone.

In un attimo, un lampo verde di paura si impossessò di Dave. Vedeva il pallone non più come un gioco. Era diventato un'arma. Uno strumento di distruzione e sofferenza. Era diventato... Un mostro. Lo guardò per alcuni istanti. La luce che brillava nei suoi occhi sparì di colpo. Grandi lacrime lucenti gli imperlarono le palpebre inferiori. Si voltò di scatto e corse via, lungo la strada del fiume, a testa bassa, senza pensare alla sua destinazione. Non aveva più importanza per lui. Oramai gli avevano strappato tutto. L'amicizia, la fiducia, il gioco del calcio... Non aveva più niente da perdere. Si sarebbe potuto buttare giù da una scogliera, non avrebbe fatto una piega. Per quanto dolore, per quanta sofferenza fisica potesse provare, nulla avrebbe potuto cancellare quei terribili ricordi.

All'improvviso si sentì scuotere e spingere verso il basso. Era inciampato mentre correva. Finì faccia a terra sulla stradina. Aveva il volto sporco di polvere e la tuta stropicciata. Rimase lì a pensare."Perché... Perché si sono portati via tutto... Tutto quello che era importante per me... Tutto quello che amavo..." Pianse a lungo, lì, al lato della strada, finché non sentì una voce familiare."Dave, alzati, amico!"."Che ci fai tu qui? Che ti è successo?"chiese Rock, preoccupato."N-Niente..." rispose il ragazzo. La sua faccia parlava per lui. Si voltò rapidamente per non darlo a vedere. Un lungo silenzio intervallò il loro dialogo."È per quello che è successo durante la sfida, vero?" Dave ebbe un sussulto."... Ormai... Ormai non ho più nulla... Mi hanno tolto tutto... Il calcio mi ha tolto tutto... È così! Se... Se non avessi giocato a calcio, non sarebbe successo tutto questo... Nessuno si sarebbe fatto male... Non avrei conosciuto nessuno di voi... È stata tutta colpa mia... E del calcio!..."

Tutt'a un tratto si sentì sollevare per il colletto. Con gli occhi lucidi per le lacrime, scorse Rock che lo tratteneva per il colletto. Aveva un'espressione furiosa sul viso."Ora piantala. Stai dicendo cose senza senso." la sua voce era ferma e controllata, eppure sembrava essere in collera con il ragazzo."Invece è vero... È accaduto tutto per questo motivo... Non avrei dovuto farlo... Mi dispiace..." venne scaraventato a terra con violenza. Dave fissò sbalordito l'amico. Oramai era fuori di sé. Gli occhi gli uscivano dalle orbite e il suo respiro si faceva rabbioso.
"Ora stammi a sentire! Non mi interessano le tue patetiche scuse! Voglio sapere che ti prende! Sei stato tu a difendere il calcio con tanta passione fin dall'inizio! Non venirmi a dire che le tue sciagure sono dovute al gioco! Pensi che se al posto tuo ci fosse stato qualcun altro, tutto questo non sarebbe successo? Quei tizi avrebbero attaccato chiunque avesse dato loro fastidio! E se anche fosse, cosa credi che ne sarebbe stato di noi? Se non fosse stato per te, non avremmo mai deciso di giocare a calcio! Sei sempre stato tu a trascinarci verso la vittoria! Per quante volte tu stessi per rinunciare, ti sei sempre rialzato e hai continuato a combattere! Vuoi davvero gettare al vento tutto questo? Vuoi davvero vanificare il nostro sacrificio e quello di Angelica?!?" gli urlò contro Rock.

Il ragazzo rimase immobile, paralizzato dal terrore."M-Ma... Ma questo è diverso... Io...""È inutile che tenti di giustificarti! Sai benissimo che le cose stanno così! Credi che Angelica o Alexander avrebbero fatto lo stesso se tu fossi stato un codardo?" si fermò, ansimante, per riprendere fiato."Tu stai solo scappando dal calcio!" Le ultime parole colpirono Dave in pieno petto come una lama gelata. Abbassò lo sguardo. Una lacrima andò a bagnare il terreno. Si rialzò, anche se lentamente."Hai ragione" disse a testa bassa, asciugandosi gli occhi."Stavo cercando di scappare per non soffrire più. Invece... Non ho fatto altro che allargare la ferita." Rock era tornato a sorridere come al solito. Gli stava porgendo un pallone. Dave lo prese tra le mani, lo osservò a lungo, poi chiuse gli occhi."Io... Amo il calcio. Non posso farne a meno. Fin da bambino è stato la mia passione. Non potrei vivere senza giocare. Ho agito... Contro la mia stessa natura." poi riprese a sorridere, determinato."Ma ora... Ho deciso! Mi getterò il passato alle spalle e guarderò solo in avanti! Porterò la Saint Cross alla vittoria del NFF! Lo farò... Per tutti quelli che credono in me. Per quelli che hanno fatto di tutto perché io continuassi a inseguire il mio sogno. Per... Per coloro che... Amano veramente questo sport. Per tutti loro..." si strinse il pallone al petto,"Prometto che ce la farò!"

Quel pomeriggio andò al campetto ancora più deciso a vincere il torneo. Aveva al collo il ciondolo con la piuma di Angelica. Lo strinse forte e pensò a lei, prima di entrare in campo. "Capitano!" esclamarono i suoi compagni. Dai loro volti preoccupati capì che era accaduto qualcosa di spiacevole."Ciao ragazzi, che succede?" chiese, serio."Abbiamo una brutta notizia" gli rispose Noshimoto."Purtroppo, durante l'ultima sfida Kazuma si è fatto male e ora è in ospedale con un braccio malridotto.""Questo significa... Che non abbiamo più un portiere!" esclamò Cat."Non possiamo proseguire nel torneo senza!" la notizia scosse Dave, che assunse un'espressione pensosa."Qui nessun giocatore ha mai sviluppato tecniche da portiere... Quindi non potremmo""Lo farò io!" eruppe il ragazzo in un grido."Cosa?!?" esclamarono tutti i giocatori in coro."Si. Lo farò io. Sono il capitano ed è mio dovere trovare una risposta ai problemi della mia squadra. In questo caso, mi impegnerò a ricoprire quel ruolo, almeno finché Kazuma non si sarà rimesso." il suo sguardo era allegro e deciso allo stesso tempo. Quelle parole infusero coraggio ai suoi compagni, che, uno dopo l'altro, esprimevano la loro fiducia verso di lui."Forza capitano!""Puoi farcela, Dave!""Siamo tutti con te!""Crediamo in te, capitano!" le tante dimostrazioni di fiducia e affetto riempirono il cuore di Dave di gioia e di orgoglio.

"Noi siamo pronti!" gridò Catherine. Tutti i giocatori erano schierati attorno all'area di rigore, pronti a sparare il pallone verso la porta. A proteggerla, un tanto concentrato quanto inesperto Dave."Arriva!" gridò e scoccò il tiro, che arrivò sibilando in aria. Dave provò a pararla, ma non appena fece per buttarsi la palla si insaccò in rete."Accidenti!" pensò il ragazzo."Dave!" lo chiamò l'allenatore."Devi concentrarti! Stai attento alla traiettoria della palla. Assicurati di averne intuito la direzione e infine buttati!" il capitano fece tesoro di quelle parole. Si posizionò in porta, si concentrò e fissò il pallone. Il successivo era Noshimoto. Posizionò la palla, prese la rincorsa e sparò una cannonata incredibile. Dave seguì i consigli dell'allenatore e non staccò gli occhi dalla palla. Si buttò verso destra, allungando il braccio verso la palla, deviandola con la punta delle dita."Urghh!" esclamò. Era riuscito a sventare il gol, ma il suo allenamento era appena cominciato. Si esercitarono così per metà della sessione. Dave aveva fatto dei buoni progressi in poco tempo, ma sapeva bene di dover sviluppare una sua tecnica per poter parare i tiri avversari e quello non era il modo giusto."Ho un'idea" annunciò,"facciamo una partitella. Ci sarò solo io in porta insieme ai compagni che sceglierò. Tutti gli altri dovranno cercare di segnare. Ci state?""Siii!" esultarono in coro gli altri.

La squadra era composta da Dave, Corinne, Rock, Catherine e Noshimoto. Gli avversari erano tutti agguerritissimi e decisi a fare in modo che il capitano imparasse la sua tecnica. La partita cominciò con gli avversari subito in attacco. Pur riuscendo in certi casi ad anticiparli, la squadra di Dave aveva fatto passare diverse azioni che, nella maggior parte dei casi, erano andate a segno grazie anche all'ausilio di tecniche. Per Dave era dura, ma sapeva che solo attraverso lo sforzo e l'impegno costante sarebbe potuto diventare più forte. Non si scoraggiò, dunque, ma proseguì dicendo:"Ancora! Non fermatevi!" era stanco e sudato, ma non aveva intenzione di smettere. Quella partita durò per più di un'ora, finché, su una palla persa, non arrivò uno strano ragazzo che si avvicinò alla palla. Aveva i capelli corti e gialli con un ciuffetto sopra la fronte. I suoi occhi erano azzurri, aveva la pelle chiara e un'espressione smarrita sul volto; indossava una felpa a maniche lunghe gialla dorata con cappuccio e dei pantaloni lunghi di colore grigio. Guardò attentamente il pallone e, alzando timidamente lo sguardo, chiese:"P-Posso... Posso giocare con voi?" Nel campo regnò un silenzio glaciale. Il giovane si ritrasse, insicuro."Certo che puoi!" ruppe il silenzio una voce. Era il capitano. Come al solito, non negava a nessuno di giocare a calcio insieme a lui. Il giovane si sorprese e si aprì in un sorriso radioso per poi entrare in campo."Qual è il tuo nome?" chiese Dave. Il ragazzo si voltò e, sorridendo, disse:"Il mio nome è Kasho Kaisame. Piacere di conoscervi!"

Il ragazzo si distinse durante la partita. Era molto veloce ed aveva un buon controllo di palla; riusciva sempre ad effettuare degli ottimi passaggi e ad infilarsi in ogni spazio libero. A fine partita, il capitano avrebbe voluto chiedergli se gli sarebbe piaciuto entrare nella sua squadra. Tutt'a un tratto, però, si sentì cedere. Le forze stavano venendogli meno."Ggghh... Non posso pensare a questo ora. Devo riuscire a sviluppare una mia tecnica di parata! In fondo, l'allenamento serve a questo! Devo svegliarmi: non lascerò che segnino ancora!" si mise in posizione. Una luce brillò negli occhi del nuovo ragazzo: su un lancio alto, stoppò la palla di petto. La sua velocità era persino maggiore rispetto a quella tenuta in partita. Scartò i giocatori della squadra di Dave con una facilità imbarazzante, per poi trovarsi di fronte lo stesso capitano."Ora... Prendi!" con la palla in aria, scoccò un tiro potentissimo, lasciando una scia di fulmini. Dave rimase strabiliato dalla potenza del tiro, ma rimase al suo posto, preparandosi ad intercettarlo. Qualcun altro, però, era deciso a fermare la palla prima di lui."Dave è troppo stanco per parare quel colpo! Non può riuscirci senza una tecnica speciale!""Hai ragione, dovremo occuparcene noi! Aaarrrghhh!" due ombre apparvero davanti alla luce del tiro; una era grande e robusta, l'altra più piccola ed esile. Il capitano non capì subito cosa stesse succedendo, ma quando vide che le due figure stavano trattenendo la palla con i piedi esclamò:"Rock! Corinne! Che state facendo?!?""Non sei nelle condizioni di bloccare il tiro da solo! Ti stiamo aiutando!" gli rispose Rock."Non devi pensare di dover fare tutto da solo! Ci siamo noi con te!"continuò Corinne. In quel moment Dave ripensò a tutte le avventure passate insieme ai suoi amici e ai suoi compagni, alle discussioni, le liti, le riappacificazioni, i momenti migliori e anche quelli più difficili. In nessuna di quelle occasioni era mai stato lasciato da solo. C'era sempre qualcuno pronto a tendergli la mano per aiutarlo a rialzarsi e a continuare a lottare. Erano sempre stati dalla sua parte, in ogni occasione. Poteva contare su di loro così come loro si fidavano di lui.

"La sento... Sento l'energia crescere dentro di me!" disse, stringendo con la sinistra il ciondolo con la piuma. Poi caricò la mano destra, chiusa a pugno, facendola illuminare di energia verde."Aaaahhhh!" gridò, avventandosi di pugno sulla palla. La colpì con violenza tale da farla esplodere. Una nube di fumo invase l'area di rigore, coprendo la visuale a tutti i giocatori. Si chiedevano cosa fosse successo, se il capitano fosse riuscito a fermare la palla o se, viceversa, Kasho fosse riuscito a batterlo. Chi era quel ragazzo, capace di effettuare un simile tiro? La nebbia si dissolse, rivelando la scena: Rock e Corinne erano a terra, storditi, ma davanti alla porta, con la divisa verde brillante oramai sporca di terra, stava seduto Dave, con la fronte appoggiata al pallone, tenuto saldamente tra le mani. Faticosamente, rialzò la testa. Aveva gli occhi chiusi e la bocca contrita in una smorfia di dolore mista a sforzo. Subito dopo, però, aprì gli occhi e mostrò un grande sorriso di gioia. Questa reazione sorprese Kasho, che non pensava potesse parare il suo tiro. Dave si rialzò pian piano e camminò verso il ragazzo. Kasho pensava gli avrebbe rivolto dure parole, perciò teneva la testa bassa."Era un tiro incredibile!" il ragazzo si riscosse."C'era davvero tutta la tua volontà d'animo in quel tiro! È stato spettacolare!" esclamò il capitano. Kasho levò lentamente la testa e disse:"D-Davvero?""Certamente! Mi hai davvero messo in difficoltà con quel tiro!" rispose Dave."Ah..." disse soltanto Kasho, voltandosi.

Il capitano, fattosi serio, disse:"C'è qualcosa che devi dirmi, vero?" la risposta del ragazzo si fece attendere."...Si. Hai ragione." poi si voltò e, con fare serio, disse:"Io son Kasho Kaisame, capitano della Skypalace, vostra prossima avversaria. Sono venuto qui per vedere la vostra squadra..." il suo sguardo si adombrò."Però..." riprese, alzando la testa e mostrando un'espressione di gioia fanciullesca,"Devo dire che... Mi sono divertito un sacco a giocare con voi! Siete davvero una grande squadra. Meritate davvero di giocare in questo torneo!" Dave, sollevato, proruppe in un sorriso colmo di energia vitale."Anche io mi sono divertito. Sei davvero un portento a calcio! Se anche i tuoi compagni saranno come te, sarà di sicuro una partita emozionante!" si misero entrambi a ridere. Poi Dave riprese a parlare:"Oggi, grazie a te, ho imparato il vero significato del lavoro di squadra. Nessuno deve affrontare i problemi per forza da solo. Se ci sono dei compagni su cui fare affidamento, tutto è possibile! E sei stato proprio tu ad insegnarmelo. Grazie." gli porse la mano. Kasho la fissò a lungo, poi chiuse gli occhi e rispose al saluto."Di niente" disse, riaprendoli,"Anzi, in questo modo nella prossima partita darete il meglio di voi!" esclamò divertito. L'allenatore e i compagni di Dave li guardarono contenti. Erano certi che il successivo incontro sarebbe stato davvero spettacolare.

TGG(TeleGiornaleGrandius)
Benvenuti a questa nuova edizione del TGG, sono Grandius!
Si, lo so, ci ho messo troppo ad aggiornare, ma essendo periodo di scuola(e soprattutto di prove T^T) ho proprio le mani legate... Vabbé, almeno adesso ci sono, siete contenti?
*In platea campeggia uno striscione con scritto A NESSUNO IMPORTA grande come una casa*
Eh, grazie...
Comunque sia, passo a ringraziare White_Moon, alias Kiara, per la sua recensione! Si, lo so che non ci sono troppe descrizioni, ma essendo la mia prima storia probabilmente sarà un po' scarna e basilare... In ogni caso, le critiche sono sempre bene accette! Sì, dico anche a voi, lettori anonimi che vi nascondete nell'ombra! Se volete, potete lasciare un pensiero, un consiglio, un insulto(... No, questo meglio no) come recensione per farmi sapere cosa ne pensate! Non siate timidi!

Bene, vi ho annoiato abbastanza, si passa ora al

Character Show!
Ecco a voi il biondino carino, il fulmine platinato, il Capitano Della Skypalace Kasho Kaisame! Grazie per essere venuto qui in studio!
Kasho: E' un piacere, Grandius.
Bene, sono sicuro che il nostro pubblico vorrà sapere qualcosa di più su di te....
Kasho: Volentieri! Allora, sono nato nel lontano agosto del 19...
Facciamo entrare la grafica della Scheda Personaggio!
Kasho: Ehi, ma stavo parlando!

Nome: Kasho Kaisame

Età: 13

Ruolo: Centrocampista/Attaccante

Elemento: Vento

Squadra: Skypalace

Aspetto: Alto circa 163 cm, dalla carnagione chiara, ha biondi capelli corti, all'incirca fino allla nuca, con un ciuffetto ribelle sopra la fronte a forma di fulmine, grandi e profondi occhi celesti e il volto sereno e quasi fanciullesco. E' molto agile e veloce, soprattuto grazie alla sua corporatura minuta e alla sua quasi inesauribile energia. purtroppo, è molto cagionevole di salute e non può sottoporre il suo corpo a sforzi eccessivi. Il suo abbigliamento abituale si compone di una maglietta grigia con il colletto nero, una felpa viola con il cappuccio e una tasca sul ventre, pantaloni lunghi beige e scarpe sportive nere e bianche. La divisa della Skypalace è invece composta da una maglia bianca con una V gialla dal bordo inferiore nero sul petto. pantaloncini gialli con fasce laterali bianche e calzettoni gialli con una striscia celeste e una bianca all'altezza del polpaccio.

Carattere: Come denota l'aspetto, ha un carattere ancora un po' immaturo, timido e schivo, per cui tende a prendere le distanze dalle persone che non conosce; tuttavia, quando stringe amicizia con qualcuno il suo carattere cambia e diventa vivace e solare. Nel calcio e in tutte le attività di gruppo cerca sempre di divertirsi, di stare con i suoi amici e di ipegnarsi il più possibile, perché quello di cui ha più paura è di deludere gli altri. In partita diventa molto serio e concentrato, senza però dimenticare di giocare per divertirsi. A volte si carica di troppe responsabilità e si preoccupa dell'opinione degli altri, soprattutto dei suoi compagni, dato che non vuole perdere la loro fiducia. Il suo migliore amico, nonché compagno di squadra e d'attacco è Toyoketa Naloyer, con cui si confida e che lo ha sempre seguito e sostenuto nel suo percorso per diventare capitano.

Kasho:... Beh, perfetto, ma volevo presentarmi io...
Ah, scusa. Allora ti lascio chiudere, ok?
Kasho: Benissimo! Eh-Ehm!

Si preannuncia un incontro interessante, quello tra Saint Cross e Skypalace! Chi avrà la meglio tra Dave e Kasho? Quali altri segreti nasconde il biondo attaccante? E Dave riuscirà a superare il suo momento di insicurezza e a trovare la vera forza dentro di sé? Lo scoprirete solo

Continuando a seguire Inazuma Eleven NeXt!
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Kasho: Fa un certo effetto parlare di sé in prima persona...
Puoi dirlo!

   
 
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