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Autore: Imbranata09    05/11/2014    4 recensioni
Che dirvi? Una Isabella ed un Edward lontani dal solito. Lei un peperino che la vita ha cercato di spezzare senza riuscirci. Lui un ragazzo arrogante che la vita ha fatto crescere troppo in fretta.
Si scontreranno, si ritroveranno, si prenderanno, si lasceranno, ....
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Pov Bella

È finalmente è arrivato il 18 gennaio. Sono pronta per la mia nuova avventura. È la mia famiglia è pronta con me. 
Guardo la mia camera, non ho lasciato nulla in disordine. Fisso il portafoto sul mio comodino, è grande e al suo interno ci sono tre foto: una in cui sono con Matti e Pierre, una in cui sono con Rachel e l’ultima è dei  miei genitori. Mi rendo conto che in quel collage di foto è racchiuso tutto il mio essere e, al volo, la infilo in borsa. Mi aiuterà a sentirmi meno sola.

In cucina trovo tutta la famiglia ad aspettarmi.
Mia madre ha preparato un banchetto da nababbi. Sicuramente ha saccheggiato la cucina dell’hotel, lei non è capace di preparare neanche un uovo al tegamino!

Mio padre è il primo ad accorgersi di me. Si alza e mi trascina fuori in cortile. Mi abbraccia e, per un uomo di poche parole, è tutto dire.
- Qualsiasi problema chiamami subito. – poi mi passa una carta di credito.
- Non posso darti molto. Ma per ogni evenienza, se ti serve un biglietto aereo al volo sei coperta – lo so che non possono darmi molto. Con la crisi che c’è! E se non avessi avuto la borsa di studio che copre ogni spesa non sarei potuto andare da nessuna parte. E sorrido al suo gesto.
- Papà non serve. La borsa di studio copre tutte le spese e sai che anche con lo stage percepirò un piccolo compenso e lo utilizzerò per le mie piccole spese. Per cui non la utilizzerò mai – e faccio per restituirgliela.
- No Bella. Portala in ogni caso. Per ogni evenienza. Inoltre, ho parlato con il mio amico Carlisle Cullen e i suoi figli  verranno ad accoglierti in aeroporto. Ti ricordi Alice, vero? – sorrido al ricordo di quel piccolo terremoto. Era la cugina di Rachel ed era spesso con noi. Un anno venne anche lei in Italia.
- La ricordo con affetto, papà. –  ed è vero.
- Anche loro ricordano bene te. E sono contenti di poterti essere di aiuto. Inoltre,  ti ho segnalato per lo stage nelle imprese Cullen,  quelle di Thomas. Con il punteggio della tua borsa di studio sarai la prima del tuo corso a scegliere. È tutto nella cartellina che ti infilato nella borsa con il notebook.  Sono felice di sapere che sarai sotto la guida di Thomas. È il migliore. Anche se è il figlio che si occupa delle attività di famiglia oramai. Ma ha la stessa grinta e le stesse capacità del padre – mi abbraccia di nuovo.
- Papà grazie di tutto – e rientriamo dentro.

Facciamo colazione tutti insieme.  E arriva il momento del commiato dai miei genitori. Mamma, quella forte e sorridente, le vedo una lacrima scendere dal viso! Papà non dice nulla, si limita a stringermi.

Sono Matteo e Pierre ad accompagnarmi all’aeroporto di Bologna. E depositate le valige siamo mogi.
- Guardate che non sto partendo per il fronte. Teoricamente vado nella città più cosmopolita e alla moda che ci sia, in una delle facoltà più prestigiose e papà mi ha anche una carta di credito! – e ridiamo tutti. Poi li abbraccio entrambi.
- Ciao piccola rompipalle – sorrido al mio fratello acquisito
- Sento che l’italiano lo stai imparando alla grande! –
- Isabella, adesso il discorso serio – ed entrambi mi guardano.
- Qualsiasi difficoltà, di ogni tipo, anche economica, chiamaci. Anche se non vuoi farlo sapere a mamma e papà, lo sai che siamo tenuti al segreto fraterno! Se hai voglia di tornare a casa, non ti vergognare, non ti giudicheremo pensando che sia una sconfitta. Vogliamo solo che tu sia felice – e adesso una lacrima scende anche a me. Stritolo mio fratello.
- Ed, infine,  so che papà ti ha iscritto allo stage di Cullen. Anche se sono anni che non lo sento, ricordo che Edward Cullen è un bravo ragazzo. Se hai problemi rivolgiti a lui. Ci sarebbe anche Emmet  Cullen, ma lo ricordo poco. Invece, con Edward ho vissuto molte esperienze! -  
-Devo essere geloso di questo Edward? – sentiamo Pierre che ci riporta alla realt.
- Guarda, era veramente bello. Ma completamente etero. Non c’era ragazza a Rimini che gli cadeva ai piedi! –
- Ci sarebbe anche un altro ragazzo, Alec Volturi. Anche con lui eravamo molto amici, ma l’ho completamente perso di vista dall’oggi al domani. Magari è ancora amico di Edward. Nel caso fammi sapere, mi piacerebbe risentirlo. –
-Ok. Grazie di tutto ad entrambi. Vi farò sapere appena mi sarò sistemata. Pierre, controllalo. – e gli indico mio fratello. – e sta attento che non mi cada in depressione senza me! –
- Ok, bijou. E tieni questa tabella – la guardo senza capire.
- È la differenza di fuso orario tra noi e te.  Hai l’abitudine di chiamare a tutte le ore della giornata anche per sapere come abbinare pantalone e maglia. Adesso prima di chiamare controlla la tabella e vedi che ore sono in Italia. La zona che ti ho colorato di rosso, cioè dalla mezzanotte alle 8 di mattina, è quella in cui è assolutamente vietato telefonare! – e lo guardo scettica.
- Vuoi dire che se ho mal di pancia quando qui è mezzanotte non vi devo chiamare? –
- Hai capito perfettamente! Non è che ti posso portare una tazza di te per farti stare meglio! – e li vedo sorridere.
- Ti voglio bene Pierre! – e gli lascio un bacio sulla guancia. Saluto nuovamente mio fratello, prendo le mie cose e mi imbarco.

Il volo scorre tranquillo. Ho il mio kindle con il quale passo il tempo. Vicino ho una simpatica signora anziana che si sta recando in America per andare a trovare il figlio che ha sposato una ragazza del luogo. È la prima volta che prende l’aereo. Si agita di continuo e si reca tre volte in bagno. L’hostess si offre di portarle anche una tisana rilassante, ma la fa agitare ancora di più.
Malgrado ciò sembra che il tempo scorra velocemente.

L’aeroporto di New York è qualcosa di immenso.  Ricordo solo in quel momento che ci sono delle persone in mia attesa. Ma non ho proprio idea di come trovarle. Ci sono persone di ogni nazionalità. Ad un certo punto ho quasi il terrore che abbiano smarrito le mie valige, ma è solo un ritardo nella gestione dei bagagli.

E trascinando appresso i miei trolley mi avvio all’uscita. Sono quasi giunta al punto di partenza dei taxi quando mi imbatto in una bambina. Mi abbraccia stretta. E mi sento quasi obbligata a contraccambiare. Quando mi allontano mi accorgo che non è una bambina! È Alice, la mia vecchia amica d’infanzia che non è cambiata di un pelo!!
- Isabella, che piacere rivederti. Quanto ti ho pensato in questi anni! – sono ben sei anni che non la vedo e non la sento. Ed effettivamente fa piacere anche a me.
- Sono contenta anche io, Alice. È una gioia per me poter riprendere la nostra amicizia – il nostro scambio di battute viene interrotto dall’avvicinarsi di tre ragazzi.
- Allora l’hai trovata! – è una ragazza molto bella a parlare.
- Vi avevo detto che ce l’avrei fatta. Nessuna impresa è impossibile per Alice Cullen. Bella lui è mio fratello Emmet. Forse, voi non vi siete  mai visti – e osservo il ragazzone che mi fissa sorridente. Dovrei avere paura di lui, come l’ho di tutti i ragazzi. E il suo aspetto incute ancora più timore. È un ragazzo altissimo, forse più di un metro e novanta, muscoloso, imponente. Eppure la sua faccia bonacciona mi trasmette amicizia. Gli porgo la mano per stringerla ma anche lui mi abbraccia. Mi irrigidisco. Non è facile per me avvicinarmi così tanto ad un rappresentante dell’altro sesso. Deve accorgersene perché si allontana immediatamente e arrossisce. Biascica anche delle scuse ma gli sorrido per fargli capire che è tutto a posto
Invece loro sono Jasper e Rosalie Hale. I nostri fidanzati – Rosalie mi sorride fredda, non si disturba neanche a darmi la mano. Jasper che ha osservato il comportamento che ho avuto con Emmet  si limita ad alzare la mano in segno di saluto. E mi sento in imbarazzo.

Ci mettiamo in viaggio per raggiungere la loro casa. mi aspettano i loro genitori, Carlisle e Esme. Li ricordo poco. Quando venivo a New York ero sempre ospite dell’altra famiglia Cullen. Se ricordo bene i rapporti di famiglia, Thomas e Carlisle sono fratelli. Dovevo chiedere a mio padre di farmi un breve riassunto sui legami familiari dei suoi amici, così da non rischiare di fare brutte figure.

Osservo dal finestrino New York, è proprio come la ricordavo. Ascolto anche i discorsi di Alice e Rosalie. Anche loro frequentano la mia stessa università. Rosalie, Jasper e Emmet la facoltà di legge. Alice quella di medicina. Parlano di una festa che ci sarà in una delle confraternite dell’università e a cui aspirano ad entrare.  Alice si accorge che ho inteso i loro discorsi.
- Isabella verrai con noi stasera? – ci penso. Ma credo che con il jet lag arriverò in serata distrutta.
- Per oggi passo. Non so come arriverò in serata –
- Però devi assolutamente fare domanda per entrare in una delle confraternite dell’università. È importante creare questo tipo di legami. Ti potranno sempre essere utili in futuro – Alice sembra sicura di quello che dice. Effettivamente l’ho letto anche su alcuni blog su internet.
- E voi in quale siete iscritti? – mi guardano tesi.
- Jasper e Emmet non sono interessati. Noi, invece, abbiamo fatto richiesta alla Alpha Epsilon Pi e siamo in attesa di decisione. Le selezioni per quest’anno accademico sono ancora aperte. Ti iscrivi anche tu? – la guarda e sono perplessa. Non credo molto a queste associazioni. Non ho fatto neanche gli scout!
- Dammi il tempo di organizzarmi al meglio e poi vi farò sapere – noto che Rosalie mi osserva scettica. Forse si aspettava che mi buttassi subito con loro in questa avventura? Non penso di esserle molto simpatica.
Con il traffico ci mettiamo molto ad arrivare a casa loro.

- Tesoro ben arrivata. – è Esme che mi accoglie sulla porta. È una donna molto bella, vestita elegantemente.
- Signora Cullen è un piacere rivederla. E grazie per l’accoglienza. Non doveva assolutamente disturbarsi! –
- Oh, Isabella! Ma che disturbo. È una volta mi chiamavi zia Esme. Cos’è adesso tutta questa formalità? -  entro e trovo dentro anche il marito.
- Buongiorno signor Cullen – e mi avvicino per separarlo.
- Isabella, ciao. Chiamami Carlisle, per favore. Ci conosciamo da così tanto tempo. E  ben arrivata a New York – mi mettono subito a mio agio.
Ci accomodiamo a tavola. Hanno organizzato un brunch con tante prelibatezze in tavola.
- Non conosco i tuoi gusti. – si giustifica quasi Esme. E mi imbarazzo.
Provo di tutto, finquanto …
- Cavoli Bellina quanto mangi? Ma come ti mantieni in forma: fai molta ginnastica notturna? – mi viene quasi da rimettere il sorso di acqua che sto bevendo.
- Emmet Cullen, in che modo ti esprimi? È questa l’educazione che hai ricevuto? – la voce severa proviene dalle mie spalle. Noto i ragazzi mettersi tutti in posizione composta.
- Papà ben arrivato. Non pensavamo sareste venuti e non vi abbiamo aspettato per metterci a tavola – Carlisle e Esme si alzano per andare incontro agli anziani signori. Mi alzo per andare a presentarmi. È Esme a presentarmi i nuovi arrivati.
- Lei è Isabella Swan. Cara loro sono Edward e Marie, i genitori di Carlisle – i due anziani signori mi osservano attentamente.
- Sei cresciuta Isabella. Ricordo quando eri piccola e giocavi sempre a casa nostra con Rachel – e un’ombra di malinconia scende sul viso dell’anziana donna. Quasi automaticamente mi avvicino per abbracciarla. Questa donna mi ispira tenerezza.
- Ricordo bene quel periodo signora. E ricordo bene sua nipote, ancora oggi la più cara amica che abbia mai avuto – glielo sussurro quasi e lei mi sorride gentile.
- La figlia di Charlie. Racconta che combina tuo padre? – mi fa sorridere la richiesta dell’anziano uomo. Noto che mi sorride anche lui. Lo aggiorno e lo vedo pensare.
- Una carriera sprecata. E tu, a quanto dicono, hai lo stesso cervello di Charlie. E come mai Thomas non è qui? La figlia del suo più caro amico torna dopo anni e non è andato personalmente in aeroporto a prenderla? – sembra ironico l’uomo. Ma è Carlisle a chiarire.
- Thomas non sa che Isabella sia a New York. Glielo diremo nei prossimi giorni – i due uomini si guardano in faccia e sembra avvenire una strana e muta conversazione fra di loro e sono quasi sicura che io sia l’oggetto della discussione. Mi sento quasi in imbarazzo e Marie deve accorgersene perché mi distrae chiedendomi informazioni sulla mia vita.
 
È tardo pomeriggio quando Alice e Jasper mi accompagnano al mio pensionato. Marie e Anthony mi forniscono il loro recapito per ogni evenienza e mi invitano a cena già per la sera successiva. Non accettano risposta negativa.
Anche Carlisle e Esme mi ribadiscono fino all’infinito di rivolgermi a loro per ogni necessità. Non li conosco bene ma mi sono piaciuti.

Capisco di essere nella mia nuova vita quando Jasper e Alice mi lasciano con i miei trolley davanti al pensionato. Non è facile trovare la segreteria e concludere le pratiche di iscrizione. Sono diversi i ragazzi come me in attesa. E alla fine mi viene consegnato il badge.  Con quello sono finalmente identificata come una studentessa della prestigiosa NYU! Mi viene spiegato che mi servirà in ogni momento della mia vita universitaria: per l’accesso nelle aule e alla biblioteca, per utilizzare il  collegamento wifi, per l’ingresso in mensa, anche per l’utilizzo della lavanderia! Prima di andare via vengo affiancata da una ragazza del terzo anno che si occupa di orientamento alle matricole.

- Ciao sono Beverly e ti accompagnerò al tuo alloggio – Beverly, tipico nome americano! Parla lentamente, forse pensa che non conosca l’inglese.
- Ciao sono Isabella! – le stringo la mano e subito mi sorride.
- Perfetta la tua pronuncia! – rido e le spiego l’arcano.
- Sono italoamericana e in casa abbiamo sempre parlato in inglese. – nel tragitto mi da le informazioni generiche sugli edifici, come sono disposti e come orientarmi. Mi comunica che la mattina successiva verrà a prelevarmi nel mio alloggio alle 9.00 per guidarmi nelle prime uscite! Arriviamo al pianerottolo dove si trova la mia camera.
- E questo è il tuo alloggio. 7b. Gli altri sul pianerottolo sono tutti occupati. – sulla porta osservo il mio nome scritto. Bevarly mi esorta ad infilare il badge nella fessura e ad entrare.

Osservo la stanza. Non è grande, ma carina. Una bella finestra sul giardino universitario. Provo il letto e lo trovo comodo. Mi fornisce tutte le prime informazioni:
- La mensa è aperta per la colazione fino alle 10.00. Ma, in base al tuo piano di studi, hai lezione tutte le mattine dalle 9.00 per cui sveglia presto! Il bagno hai la fortuna di averlo in camera. E sotto la tv c’è un piccolo frigorifero. Qui c’è il microonde. Accendi il notebook e ti faccio vedere come collegarti con il wifi dell’università. Nessun estraneo nel dormitorio dopo le 22.00 e nessun animale è ammesso. Se hai un fidanzato o uno scopamico, assicurati che arrivi prima del coprifuoco e vada via  dopo le 7.00. In caso ti beccano: la prima volta hai una ammonizione scritta, la seconda ti cacciano! – poco dopo va via augurandomi la buona notte.
 
Rimango finalmente sola e ne approfitto per chiamare i miei genitori e i miei fratelli. Ai primi racconto anche della famiglia Cullen e di come si sono mostrati gentili nei miei riguardi. Dimentico di chiedere spiegazione su Thomas Cullen e sulla strana conversazione avvenuta durante il brunch, ma me ne dimentico.

E finalmente apro i trolley e comincio a sistemare le mie cose. Fintanto che non bussano alla porta. Inizialmente penso si siano sbagliati, ma insistono … apro e mi trovo di fronte due ragazze.
- Ciao! Tu devi essere Isabella, io sono Victoria – parla lentamente e in  uno stentato italiano!
- Ed io sono Kate – lei parla in inglese, lentamente e gesticolando. Scoppio a ridere.
- Ed io sono Isabella e capisco benissimo l’inglese! – e mi guardano, forse, vergognandosi.
- Pensavamo che fossi italiana. Sul foglio appeso alla tua porta diceva così! – si giustifica la ragazza che dice di chiamarsi Victoria.
- Sono americana da parte di padre e italiana da parte di madre! Per …–
- E sei vissuta a Parigi! – Kate mi guarda euforica.
- No, non ho vissuto a Parigi. Ma ci sono stata diverse volte. – intanto si accomodano. Mi raccontano di essere le mie vicine di stanza e facciamo subito amicizia. Osservano subito il mio vestiario.
- Cavoli, si vede che sei italiana. Questo giubbino è fantastico. – ho sempre avuto gusto nel vestire ed, anche se non ho mia avuto grosse disponibilità economiche, ho sempre cercato di acquistare capi unici.
 
Rimaniamo a parlare fino a tardi. Mi spiegano come funziona il dormitorio, i corsi. Mi offrono biscotti e the e appunto mentalmente che domani devo andare a comprare qualcosa da tenere in camera e poter sgranocchiare quando ho fame.

Vanno via quando si accorgono che sto per addormentarmi. Ma per l’indomani sera sono invitata ad una festa! Spiego loro che ho una cena con degli amici dei miei genitori, ma loro non si preoccupano: la festa è dopo le 23.00 e sicuramente sarò già rientrata! Mi spiegano che sarà la tipica festa universitaria con tanto alcool in giro e bei ragazzi. Per cui non posso proprio mancare.
Il tempo di fare una doccia e crollo.
 
 
 
 
 
 
  
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