Capitolo
21- “I
primi incidenti”
Atticus, nel
frattempo, aveva continuato con le sue investigazioni. Aveva chiesto
alle sue
numerose ammiratrici, ma non aveva ancora scoperto chi avesse messo in
giro quelle
voci, né, tantomeno, come avesse fatto. Zane, invece, da
quando aveva parlato
con Yusuke, non sapeva più come comportarsi di fronte
all’amica e, il più delle
volte, preferiva evitare di rimanere a lungo insieme a lei. Il giovane
dai
capelli verdi se ne era accorto e aveva iniziato a temere che finissero
per
litigare di nuovo. Nonostante le sue preoccupazioni, non sapeva cosa
fare per
aiutare l'amico e risolvere la situazione.
Quella mattina,
Yomi era scesa in sala da pranzo prima del solito. Si era svegliata
presto e
non sapendo cosa fare, aveva deciso di fare colazione il più
in fretta
possibile e fare una passeggiata per l'isola.
Era intenta a
scegliere una delle tante brioche appena sfornate, che troneggiavano
invitanti
su un grosso piatto di argento, quando sentì la presenza di
qualcuno alle sue
spalle. Si voltò, leggermente spaventata, e vide Noriko, in
piedi sull’ingresso
della stanza, che la guardava seria.
-Ti sei
svegliata presto anche tu…-commentò la matricola,
ritornando a concentrarsi
sulla pila di croissant.
-C’è qualche
problema per caso?-chiese la studentessa del terzo anno, avvicinandosi
al
tavolo.
-No, figurati…
-Questa è la
prima volta che possiamo parlare un po’ da sole, no?
-Direi di sì…
Noriko si
avvicinò di qualche passo verso l’altra
studentessa.
-Sbaglio, o
ultimamente passi molto tempo fuori dal dormitorio femminile?-fece la
ragazza
del terzo anno, dopo qualche minuto di silenzio.
-Per caso è un
interrogatorio?-chiese l’altra, continuando ad ignorare la
rappresentante.
-Vedo che non
sei minimamente preoccupata…
-Perché dovrei
esserlo?-fece Yomi, voltandosi irritata verso l’altra ragazza.
-Bè, sai, quelle
voci che girano ultimamente tra gli studenti ti descrivono come un vero
e
proprio demonio. Non hai paura di perdere quei pochi amici che hai?
-Ti stai
preoccupando, per caso?
-…
-Non m’interessa
cosa pensa la gente di me. I miei amici sono miei amici, e come tali,
non
credono a certe idiozie!
Detto questo, la
ragazza del primo anno prese un grosso cornetto ripieno di cioccolato
ed una
tazza di latte, e si diresse verso uno dei tavoli, per fare colazione.
Noriko
la osservò sedersi, poi prese una tazza di caffè
e la seguì al tavolo, decisa
ad andare fino in fondo.
-Sei
un’egoista…-fece la studentessa del terzo anno,
sedendosi di fronte alla
matricola.
-Sei in vena di
chiacchierare oggi?
-Pensi solo a te
stessa…-continuò Noriko, ignorando il commento
della studentessa.
-Ma
davvero?-disse l’altra, sarcastica.
-Non pensi ai
tuoi amici e alla loro reputazione…
-Dove vuoi
arrivare?-chiese Yomi seria. Aveva l’impressione che tutte
quelle domande
fossero fatte apposta per metterla in difficoltà. Non capiva
dove volesse
arrivare la rappresentante, ma aveva la netta sensazione che stesse per
farle
una ramanzina.
-Credi davvero
che questa cosa riguardi solo te?-continuò Noriko.
-Non vedo perché
non dovrebbe… Zane, Yusuke e Atticus non c’entrano
niente con questa storia!
-Pensi davvero
che sia così?
-Senti, se vuoi
dirmi qualcosa, dimmelo e basta, senza tanti giri di
parole!-esclamò Yomi,
stufa dell’atteggiamento della rappresentante.
Noriko la fissò
per qualche secondo, al di sopra del bordo della tazza, poi,
appoggiò il tutto
sul tavolo e, come se niente fosse, disse:
-Se fossi in te
smetterei di frequentarli!
-Perché mai
dovrei fare una cosa del genere?
-L’onore di Zane
ne risentirà…
-L’onore? Ma che
stai dicendo?!-esclamò irritata la matricola.
-Zane è il
Kaiser di questa Accademia. Da quando ha sconfitto Makoto, è
diventato lui il
duellante migliore di tutta l’Accademia… Capisci
cosa significa? Frequentare
una donna violenta come te non può che nuocere al suo nome e
al suo onore!
-Per caso sei
gelosa?
-Non dire
sciocchezze… Io mi preoccupo solo del dormitorio femminile.
Non voglio che gli
altri studenti accusino il mio dormitorio per quello che tu stai
facendo!
-La cosa non mi
riguarda! Se Zane ritiene che stando con me, il suo onore ne
risentirebbe,
allora sarà lui il primo a troncare ogni rapporto…
-Sei proprio
un’egoista… Non dovresti costringere le persone a
fare come vuoi tu!
-Io non
costringo nessuno!
-Ne sei sicura?
Pensi che per lui sarà facile troncare ogni rapporto con te?
Sei più sciocca di
quanto credessi…-commentò Noriko, bevendo poi un
sorso di caffè caldo.
-Perché non
dovrebbe esserlo?
-Perché Yusuke è
un suo caro amico.
-E questo cosa c’entra
con Zane?!
-Yusuke è
innamorato di te e se Zane rompesse ogni rapporto con te per proteggere
il suo
nome, Yusuke smetterebbe di rivolgergli la parola. Se continua a
parlare con te
è solo perché ci tiene alla sua amicizia con
Yusuke…
-Ma non prendermi
in giro…
-Pensi davvero
che ti stia prendendo in giro? Prova a pensarci! Secondo te,
perché Yusuke ha
deciso di diventare amico di un demone come te? Yusuke è un
ragazzo gentile,
probabilmente si è innamorato di te dal momento in cui ti ha
salvata da quel
gruppo di Obelisk…
-E tu cosa ne
sai? Te l’ha detto lui?
-Non ce n’è
bisogno! Una donna queste cose le capisce al volo… Mi sa,
però, che tu sia più
ottusa di quanto pensassi, se non sei stata in grado di capirlo.
-Ma come ti
permetti?!-esclamò Yomi, alzandosi in piedi.
-In fondo, è
stato lui a spingerti a fare amicizia con gli altri, ti ha presentato i
suoi
due migliori amici e cerca ogni pretesto per parlarti e passare un
po’ di tempo
con te. E ho saputo che parla spesso di te agli altri ragazzi! Sei
ancora
convinta che non sia innamorato?
-La cosa non mi
riguarda… Puoi dire quello che ti pare, ci
crederò solo quando sarà Yusuke
stesso a dirmelo!
-D’accordo, come
vuoi, ma se fossi in te ci penserei bene prima di continuare a fare del
male a
quei ragazzi…
-Buona
giornata!-esclamò stizzita la ragazza del primo anno,
alzandosi dalla sedia.
Non aveva più alcuna voglia di rimanere lì e
farsi aggredire in quel modo dalla
rappresentante; sarebbe stato molto meglio chiudere il discorso e
andarsene a
fare una passeggiata. Ormai era quasi uscita dalla sala, quando fu
fermata di
nuovo dalla voce della rappresentante.
-Yomi, ti
avviso! Se non vuoi passare dei guai, ti conviene troncare ogni
rapporto, con
chiunque!
-No, non credo
che lo farò…
-Allora peggio
per te! Io ti ho avvisata…
Yomi la fissò
per diversi secondi, poi alzò le spalle e uscì
dalla stanza.
“Questa è bella!
Pensava di spaventarmi? Povera sciocca! Non ha ancora capito che io non
mi
faccio comandare da nessuno? E non credo che quello che ha detto sia
vero…
Yusuke non può essersi innamorato di me, e anche se lo
fosse, ci crederò solo
quando lo sentirò uscire dalla sua bocca! Inoltre, sono
sicura che Zane mi
ritiene un’amica… Non ha senso che dia retta a
Noriko! Non capisco cosa voglia
da me, ma, qualsiasi cosa sia, non ho alcuna intenzione di dargliela
vinta!”
pensò, mentre si incamminava verso la banchina del porto.
Il sole era già
abbastanza alto e c’era un leggero vento fresco, che muoveva
delicatamente le
cime degli alberi che circondavano il sentiero. La giornata era
fantastica,
come sempre del resto. Yomi stava camminando tranquilla per la stradina
sterrata, quando, ad un certo punto, sentì un rumore
provenire dal margine
sinistro della strada. Si voltò appena in tempo per vedere
un vecchio albero
crollarle addosso. La ragazza lanciò un mezzo grido e fece
un salto
all’indietro, per evitare di farsi schiacciare dal tronco.
-Ma che
diavolo…!-esclamò, mentre riprendeva fiato. Si
mise una mano sul petto e sentì
chiaramente i battiti accelerati del cuore. Aveva evitato per un pelo
di
rimanere schiacciata sotto un grosso albero e, se non fosse stato per i
suoi
ottimi riflessi, ci sarebbe rimasta secca.
“Accidenti, mi è
andata bene… Se non me ne fossi accorta, sarei
morta!”
Rimase seduta
per terra per altri dieci minuti, cercando di calmarsi e riprendere
fiato. Poi
si alzò, per dare un’occhiata più da
vicino.
-Che strano… Il
tronco non è marcio e sembra che sia stato segato da
qualcuno…-disse,
strusciando la mano sulla corteccia e osservando più da
vicino quello che
sembrava essere il segno di una sega. L’albero era stato
senza dubbio tagliato
da qualcuno.
“Perché qualcuno
dovrebbe tagliare un albero in buona salute? E soprattutto,
perché non
dovrebbero avvertire mentre cade?” pensò,
guardandosi ripetutamente intorno.
Non c’era anima viva, oltre a lei.
La ragazza si
grattò la testa, incerta su cosa fare. Poi, alzò
le spalle, si spolverò un po’
la gonna e riprese a camminare verso il porto.
“Non è il caso
di preoccuparsi per una cosa del genere… Probabilmente
è stata una distrazione
di qualcuno degli uomini che si occupa della manutenzione. Ma chi
voglio
prendere in giro?! Come se fosse normale tagliare un albero e andarsene
mentre
casca! A dire la verità, non ci credo neanche io! Ma non so
cosa fare, perciò è
meglio non pensarci troppo… Potrebbe sempre essere un
incidente, anche se
strano. Però ho la sensazione che non lo sia. Forse dovrei
fare più
attenzione...”
Giunta al porto,
si sedette sulla banchina, con i piedi che penzolavano sulla superficie
dell’acqua. Rimase così per diversi minuti,
assaporando la brezza marina e la
pace mattutina.
-Che
silenzio!-fece, stiracchiandosi un po’.
“Ultimamente,
preferisco di gran lunga venire qui, che andare sul tetto
dell’edificio
principale. L’odore dell’oceano è
così buono… E da qui riesco a vedere molto
meglio le nuvole!”
Dopo diversi
minuti, stanca di rimanere seduta a fissare l’oceano, fece
per alzarsi, per
tornare di nuovo verso gli edifici principali, quando qualcuno, alle
sue
spalle, le diede una bella spinta, facendole perdere
l’equilibrio e cadere in
acqua.
Yomi riemerse
quasi subito, nera dalla rabbia per quel bagno fuori programma e pronta
ad
uccidere chiunque le avesse giocato quel brutto scherzo.
-Chiunque tu sia,
considerati morto!-esclamò, voltandosi verso la banchina,
certa di beccare
l’idiota che l’aveva fatta finire in acqua. La
banchina, però, era deserta,
esattamente come il resto della zona. Non c’era anima viva, a
parte lei.
“Questa poi… Non
c’è nessuno!” pensò,
sorpresa, la giovane.
-C’è qualcosa
che non va…-mormorò la ragazza, mentre cercava di
tenersi a galla. Nonostante
fosse una buona nuotatrice, le scarpe le si erano riempite di acqua e
stava
facendo più fatica del solito, per rimanere a galla.
“Dovrei
togliermele… Ma poi non posso mica andare in giro per la
scuola scalza! E’
l’unico paio che mi hanno dato, non posso lasciarle cadere
sul fondo
dell’oceano! Poi chi lo sente Crowler…”
-Non ho
alternative, devo uscire subito dall’acqua…-si
disse, mentre si avvicinava alla
banchina. Poi provò ad alzare un braccio, per cercare di
raggiungere il bordo,
senza riuscirci.
-Oh, fantastico!
Non ci arrivo nemmeno…-commentò, sarcastica.
Provò altre due
volte a raggiungere il bordo di cemento, ma, per quanto tentasse, le
mancavano
ancora cinque o sei centimetri.
-Perfetto!
Affogherò nel modo più stupido che
esista!-esclamò Yomi, più arrabbiata che
spaventata.
Non pensava al
fatto che stesse rischiando sul serio la vita, quanto a chi potesse
averle
giocato un brutto tiro come quello. L’unica cosa a cui
pensava in quel momento
era a come vendicarsi.
“Giuro che lo
strozzo, chiunque esso sia!”
-Che stai
facendo?-fece una voce sopra di lei. La giovane alzò lo
sguardo, pronta a
strillare in faccia a chiunque si fosse palesato.
-Zane!
Lo studente del
dormitorio blu era inginocchiato sulla banchina, che la guardava
confuso.
-Che stai
facendo?-chiese di nuovo il ragazzo, sporgendosi leggermente.
-Aiutami ad
uscire!-esclamò la ragazza, allungando faticosamente il
braccio destro verso
l’amico.
Zane non si
scompose molto e le afferrò la mano, aiutandola ad issarsi
su.
-Si può sapere
cosa stavi facendo?-insistette l’Obelisk, mentre osservava la
ragazza
riprendere fiato.
-Mi era venuta
voglia di fare un bagno…
-Smettila di
prendermi in giro.
-Ma dai, te ne
sei accorto!-commentò, sarcastica, la giovane.
Il ragazzo la
fissò per diversi secondi. La sua espressione era talmente
inespressiva che
Yomi non capì se si fosse arrabbiato o meno.
-Sei cascata in
acqua?-chiese Zane, dopo un po’.
-Ti sembro così
imbranata?!
-Un po’ lo sei…
-Ehi! Guarda che
qualcuno mi ha spinta!
-Qualcuno chi?
-Non lo so!
-Non l’hai
visto?
-No, mi è
arrivato alle spalle e quando sono riemersa la banchina era deserta.
-Perché mai
qualcuno dovrebbe farlo?
-Secondo te lo
so?!
Zane non ribatté
e continuò a fissarla impassibile. Poi le prese
delicatamente una ciocca di
capelli e disse:
-Sei fradicia.
Dovresti andarti a cambiare…
-Non ti
preoccupare…-mormorò Yomi. Poi
starnutì ripetutamente e iniziò a tremare dal
freddo.
-Se continui a
stare all’aria aperta, ti prenderai un
malanno…-commentò l’altro.
-Non importa!
Non ho molta voglia di tornare al dormitorio femminile…
Starò qui al sole e mi
asciugherò; tanto c’è tempo prima che
inizino le lezioni!
Zane sospirò,
grattandosi la testa. Poi afferrò l’amica per un
braccio, costringendola ad
alzarsi, e iniziò a trascinarla verso il sentiero che
conduceva a tutte le
strutture dell’isola.
-Ehi, che fai?
-Non puoi
rimanere con i vestiti e i capelli bagnati…
-Non sono affari
tuoi!
-Non posso
lasciarti qui ad ammalarti…
-E quindi?
-Quindi vieni in
camera mia e ti asciughi…
Yomi arrossì.
-No!-esclamò,
poi.
Il Kaiser si
voltò, contrariato.
-Vuoi che ti
porti di peso, come l’ultima volta?
-No!
-Allora cammina…
-E’
imbarazzante!
-Perché
dovrebbe?
-Non voglio
spogliarmi in camera tua!
-Allora vai in
camera tua…
-No!
Il ragazzo non
rispose e continuò a fissarla impassibile.
-Ok, se proprio
insisti…-commentò la giovane, mettendo il broncio
e seguendo l’amico fino al
dormitorio blu.
Giunti in
camera, Zane le passò un asciugamano e la sua tuta da
ginnastica, poi le disse
di spogliarsi e di asciugarsi ed uscì dalla stanza.
Yomi rimase per
un attimo a fissare la porta da cui era appena uscito
l’amico, poi si tolse
velocemente la divisa e si asciugò.
-Devo mettermi
per forza la tua tuta?-chiese la giovane ad alta voce, avvicinandosi
alla
porta.
-Non credo che
la tua divisa si asciugherà in tempo…
E’ un po’ grande per te, ma non ho altro
da darti!-le rispose l’Obelisk da dietro la porta.
-Ok, ho
capito…-mormorò l’altra, prendendo la
divisa e studiandola. Era decisamente
troppo grande per lei.
“E’ imbarazzante
doversi mettere la sua divisa! Forse era meglio tornare in camera a
cambiarsi…
Che situazione! Solo perché non avevo voglia di rivedere
Noriko…” pensò Yomi,
mentre indossava i vestiti dello studente del secondo anno. Poi si
avvicinò
alla porta e la aprì leggermente, il giusto per potersi
affacciare senza dare
troppo nell’occhio.
-Hai fatto?-le
chiese l’amico, non appena la vide affacciarsi.
-Sì… Grazie!
-Figurati…-le
disse l’altro, scostandola leggermente per poter entrare
nella stanza.-La
divisa puoi anche lasciarla qui… Te la restituisco
più tardi!
-Ah, grazie…-fece
la giovane, richiudendo la porta dietro al ragazzo.
Rimasero diversi
minuti in un silenzio imbarazzante. Yomi continuava a giocherellare con
le
maniche della felpa, che le rimanevano dieci centimetri buoni
più lunghe; Zane,
invece, continuava a fissarla, incerto su come comportarsi.
-Sei sicura che
ti abbiano spinto?-fece l’Obelisk dopo un po’,
rompendo il silenzio che si era
creato.
-Di certo non
sono cascata!-fece l’altra, buttandosi a peso morto sul letto.
-Hai ancora i
capelli bagnati…-mormorò il giovane, prendendo
l’asciugamano e sedendosi
accanto alla ragazza. Poi, le ordinò di voltarsi,
cosicché lui potesse
asciugarglieli.
-Ok...
Detto questo,
Yomi si voltò, dando le spalle all’amico,
così da lasciarlo fare. Calò di nuovo
il silenzio, interrotto solo, di tanto in tanto, dal frusciare del
tessuto sui
capelli della Obelisk.
-Posso chiederti
una cosa?-fece la ragazza, dopo qualche minuto.
-Dimmi…
-Secondo te io
piaccio a Yusuke?
-Certo; per lui
sei una buona amica…
-Intendevo se
secondo te è innamorato di me…
Zane si bloccò,
sorpreso. La studentessa se ne accorse e si voltò verso
l’amico.
-Perché ti sei
fermato?
-Non me
l’aspettavo… Piuttosto, queste cose non ti
mettevano a disagio?-farfugliò
l’altro, cercando di nascondere l’imbarazzo, che la
domanda fuori luogo
dell’amica gli aveva provocato. Yomi arrossì a sua
volta, voltandosi di nuovo
dall’altra parte e dando la schiena allo studente.
-Non
fraintendermi! Sono imbarazzata a chiedertelo…
-Perché me lo
chiedi?
-Mi hanno detto
che è innamorato di me, che si vede benissimo e che sono
un’idiota a non
essermene accorta… Per me è un amico e do per
scontato che per lui sia uguale,
ma forse mi sto sbagliando…
-Per te è un
amico?
-Penso di sì…
-Pensi?-fece
Zane, cercando di nascondere il suo disappunto.
-Io gli voglio
bene, ma non in quel senso…
-Ne sei sicura?
-Sì… Credo di
provare le stesse cose che provo per Atticus e sono sicura che non sia
amore!
-Per Atticus?
-Anche se
litighiamo spesso, per cose ridicole, gli voglio bene. E’ un
amico prezioso e
se scomparisse, credo che soffrirei… Per Yusuke provo le
stesse cose. E’ un
amico per il quale sono disposta a tutto. Ma non me ne sono innamorata;
ne sono
sicura! Yusuke e Atticus sono sullo stesso livello per me…
-E io?
-Tu?-chiese
sorpresa Yomi, voltandosi di nuovo verso l’amico.
-Credevo che
fossimo amici…
-Tu sei
antipatico e a volte anche insopportabile!-fece la giovane, voltandosi
di nuovo
dall’altra parte.
-Come sei
gentile…-commentò l’altro, sorridendo.
-Sei così
antipatico che a volte mi dimentico che esisti!
-Dovrei
prenderlo come un complimento?
-Fai come credi!
Tanto fai sempre come ti pare…-disse la ragazza.
-Senti chi
parla…
-Sei insopportabile…
-E tu sei una
testarda…
-Pensi di sapere
tutto di tutti…
-E tu ti cacci
sempre nei guai…
-Anche tu! A
volte, ti comporti in modo avventato, caro signor
“ho-tutto-sotto-controllo”…
-Mi preoccupo
solo per te…
-Non dovresti…
Io non te l’ho chiesto!-fece Yomi, senza voltarsi.
-Lo so, ma per
me non ha importanza… A dire la verità, io-
Il ragazzo non
riuscì a finire la frase, perché fu interrotto
dall’ingresso di Atticus, che,
senza nemmeno bussare, spalancò di getto la porta.
-Ehilà!
Buongiorno, Za-
Il castano si
bloccò a metà, con il dito puntato
sull’amica, incapace di dire qualsiasi cosa.
Non si aspettava di trovarla in camera di Zane, seduta sul suo letto e
con la
sua tuta.
-Atticus, quante
volte devo dirti di bussare?-fece l’altro, cercando di
nascondere l’imbarazzo.
-Atticus, lo sai
che prima di entrare si bussa!-esclamò Yusuke, entrando
anch’esso nella stanza.
-Che ci fa lei
qui!-strillò il castano, continuando ad indicare
l’amica.
-Abbassa il
volume! Non voglio che gli altri studenti sappiano che è
qui…-lo rimproverò il
giovane dai capelli blu, cercando di non alzare troppo il tono della
voce.
-Forse è meglio
se chiudo la porta…-si intromise Yusuke, spingendo il
dongiovanni dentro la
stanza e chiudendo a chiave la porta di legno.
-Cosa significa
tutto questo?! Si può sapere cosa le hai
fatto?!-continuò Atticus, cercando di
moderare il volume della voce per non urlare troppo.
-Niente! Cosa
vai a pensare!-gli rispose, indignato, l’amico.
-Scusami tanto!
Sono le sette di mattina, entro in camera tua e vi trovo seduti sul
letto, lei
che indossa la tua tuta, tu che gli asciughi i capelli… Cosa
dovrei pensare,
secondo te?
-A volte sei
proprio imbarazzante!-esclamò, stizzita, Yomi.
-Dovete
ammettere che chiunque avrebbe potuto fraintendere!
-Solo tu potevi farlo…
Qualcuno mi ha spinta in acqua, ero fradicia e Zane mi ha prestato i
suoi
vestiti. Tutto qui!
-Perché qualcuno
dovrebbe spingerti in acqua?-chiese Yusuke, guardando i due amici
confuso. Il
racconto della studentessa sembrava veramente ridicolo.
-Non lo so… Ma
ho l’impressione che qualcuno stia cercando di farmi
fuori…
-Davvero?
-Questo non me
l’avevi detto…-commentò Zane.
-Ho ricevuto
delle minacce stamattina, al dormitorio femminile… Poi sono
uscita e mentre mi
dirigevo al porto, un albero mi è quasi cascato addosso. Era
stato tagliato,
perciò credo che qualcuno l’avesse fatto apposta.
All’inizio ho pensato che
fosse un incidente, ma poi, sulla banchina, mi hanno spinto in acqua. E
se non
fosse stato per Zane, sarei affogata…
-Perché? Non
sapevi nuotare?-la interruppe il castano.
-So nuotare, ma
la banchina è troppo alta rispetto al livello
dell’acqua e da sola non sarei
riuscita ad uscire… Non ci arrivavo!
-Adesso capisco
perché non volevi andare in camera tua… Pensi che
c’entri qualcuno del dormitorio
femminile?-fece il Kaiser.
-Non lo so; è
molto probabile… A questo proposito, non vi dispiace se per
un po’ mi
trasferisco da voi?
-Come da noi?
Vuoi dormire in una delle nostre camere?-fece Yusuke, sorpreso.
-Bè, sì… Non
voglio ritornare nel dormitorio femminile; ho il presentimento che se
resto là,
finirò in infermeria. Quindi potrei rimanere qui! Ma se non
vi va potrei
chiedere a Chumley…
-No, resti qui!
Il dormitorio rosso non ha le camere singole e non puoi dormire insieme
ad
altri ragazzi…-disse Zane, interrompendo l’amica.
-Aspetta, ma lo
stesso discorso vale anche per noi! Non può dormire insieme
ad uno di noi! È
vero che il nostro dormitorio è piccolo, dato che si tratta
di quello per gli
studenti d'élite e che è staccato dal dormitorio
blu principale, ma se si
spargesse la voce sarebbe un grosso problema lo stesso!
-Posso cederle
la mia e io dormirò in camera con uno di voi… Non
credo che sia un problema, in
fondo si tratta solo di qualche giorno.-rispose pacato
l’Obelisk dai capelli
blu.
-Sicuro che sia
una buona idea?-fece Yusuke, ancora perplesso.
-Non abbiamo
altre alternative… Se resta al dormitorio femminile,
potrebbe farsi male. In
fondo, si tratta solo di qualche tempo, almeno finchè non
avremo sistemato
questa faccenda…
-Hai ragione… Allora
dorme in camera tua?-fece Yusuke guardando il Kaiser.
-Se a lei va
bene…
-Per me non c’è
problema, tanto una vale l’altra! Dopo le lezioni ritorno in
camera a prendere
le cose che mi potranno servire e ritorno qui, ok?
-Forse dovresti
riferirlo al cancelliere…-commentò Atticus, non
convinto dell’idea dell’amica.
-Non ho le
prove, non me la sento di accusare nessuno! Potrei sempre essermi
sbagliata… Se
non succede niente, ritornerò al mio dormitorio!
-Quello che mi
preoccupa è che succeda qualcosa…
-Cosa vuoi che
accada; nessuno saprà che sono qui!
-Va bene, fai
come credi…-mormorò l'altro, arrendendosi di
fronte alla testardaggine della
matricola.
-Hai finito di
asciugarmi i capelli?-chiese la Obelisk, voltandosi leggermente verso
l’amico
dai capelli blu.
-Sì…
-Grazie!-esclamò
l’altra sorridendo.
-Figurati…
-Fra meno di
un’ora iniziano le lezioni... Come pensi di uscire di
qui?-fece Yusuke,
indicando la porta chiusa a chiave.
-Non puoi
passare dalla porta principale. Non con la tuta di Zane almeno!
Circolano anche
fin troppe voci sul tuo conto, meglio non aggiungerne altre…
Sai a cosa mi
riferisco!-continuò Atticus.
-Vorrà dire che
passerò dalla finestra…-rispose Yomi, indicando
il balcone.
-Vuoi saltare di
sotto? Lo sai che siamo al primo piano?-fece Yusuke, non nascondendo la
sua
preoccupazione.
-Che vuoi che
sia! Non è la prima volta che salto da una
finestra… Quando facevo i duelli
clandestini mi è ricapitato! Una volta sono saltata persino
da un tetto… Anche
se ho rischiato di rompermi una caviglia…
-Sei veramente
una teppista…-commentò il Kaiser, mentre
sistemava l’asciugamano al sole.
-Non è
vero!-fece risentita la ragazza.
-Comunque, non
credo che ci siano problemi se passi dalla porta, come tutti i comuni
mortali…
-Bè, non sono
problemi miei se iniziano a parlare male di voi…
-Sei proprio
egoista…-mormorò il castano.
-Non è vero…
-Andiamo a fare
colazione?-si intromise Yusuke, cercando di evitare un nuovo litigio.
-Buona idea, sto
morendo di fame!-fece Atticus.
-Vengo
anch’io…-aggiunse Zane, lanciando
un’occhiata all’amica.
-Anch’io sto
morendo di fame… Credo che mangerò di nuovo!
-Ma quanto
mangi?-chiese il Kaiser, guardandola sorpreso.
-Io ho fame…
-Non dovresti
pensare alla linea? E poi una ragazza non dovrebbe mangiare
troppo…
-Al diavolo la
linea! Se ho fame, mangio… E con la fatica che ho fatto per
tenermi a galla, è
ovvio che abbia di nuovo fame!
-Attenta che
ingrassi…
-Vuoi farmi
arrabbiare?
Zane scoppiò a
ridere. Poi disse:
-No, ti stavo
prendendo un po’ in giro…
-Antipatico!-fece
l’altra, mettendo il broncio.
-Sei carina
quando fai quella faccia…-mormorò il Kaiser,
sottovoce. Yomi lo sentì ed
arrossì leggermente. Non rispose; non sapeva cosa dirgli e
preferì fare finta
di niente. Non c’era bisogno di guastare
quell’atmosfera così tranquilla e rilassata
e non voleva litigare di nuovo, perciò preferì
fare finta di niente. In fondo,
cosa avrebbe dovuto rispondere? La ragazza non lo sapeva e non sapeva
nemmeno
perché l’amico avesse detto una cosa del genere,
di punto in bianco. Non era da
lui, lo Zane che conosceva non avrebbe mai detto una frase simile. Ma
il Kaiser
che aveva accanto quella mattina era diverso da quello di sempre, e la
studentessa se ne era accorta, sebbene ne ignorasse il motivo.