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Autore: _yoursong    05/11/2014    1 recensioni
«Okay, sputa il rospo. Il tuo ex sta con una troia?»
«No, certo che no, non ne sarebbe capace, troppo santo!» sbottò irritata.
«E allora che diavolo è?!»
«Se mi facessi parlare, cazzo!» urlò.
«Okay, parla.»
«Ashton è tornato.» Sbiancai immediatamente. Non era possibile.

***
Da quando Ashton Irwin, vicino di casa rumoroso e amore adolescenziale di Abbey Walker, se n’era andato da Richmond per studiare all’università di Sydney, le cose erano finalmente cambiate: Abbey era diventata più carina, e di conseguenza più apprezzata dai ragazzi, e il resto sembrava procedere per il meglio. Ma quando Ashton ritorna in paese, è come se tutto fosse ritornato agli antipodi. Ma se fosse troppo tardi?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La musica alta e il continuo chiasso provocato dalle decine di persone nella casa si sentiva già a fuori. Io e Ash eravamo appena arrivati, ci trovavamo all’inizio del piccolo viottolo a casa Stifler. L’aria era fresca e mi scompigliava i capelli per la quale avevo messo i mesi a sistemare decentemente. Il continuo vociferare nella casa mi metteva una leggera ansia- che novità- principalmente perché era una festa davvero enorme, se così si poteva definire. Come si vede sempre nei film non c’era gente che sboccava nel giardino di casa, ma probabilmente lo stavano facendo nel giardino sul retro.
Classico.
Io e Ash eravamo venuti separatamente dagli altri: Vanessa andava lì prima perché doveva incontrarsi con delle sue compagne di danza- non correva ma ballava. Quindi già prevedevo l’imminente conversazione con gente sconosciuta. Invece Luke, Mike e Cal venivano per gli affari loro visto che avevano aiutato un po’ a sistemare la roba per la festa, così mi aveva detto Ash.
Invece io e quest’ultimo li avremmo raggiunti appena potevamo, cioè a festa già iniziata. Mi era passato a prendere, se così si poteva definire, e poi eravamo volati qui.
Eh beh, ora ci trovavamo l’uno fianco all’altro di fronte alla porta d’ingresso. Lui spalancò velocemente la porta e il devasto totale riempì la mia visuale. Gente che mangiava cose non identificate al mondo, gente che beveva altrettanti alcolici non identificati, gente che era già ubriaca anche se fossero a mala pena le nove di sera, per poi non dimenticare la gente troia caratteristica di queste feste da super sballo americane. Peccato che siamo in Australia e che ancora nessuno ha capito che non è altrettanto figo.
Avevo fatto un semplice passo che metà mondo mi salutava alla cazzo di cane essendo più ubriaca di qualsiasi persona sulla terra. Ashton appena si moveva salutava qualsiasi persona, sembrava mio padre! Salutava fottutamente tutti, salutava fottutamente tutti e tutti conoscevano fottutamente lui!
E poi arrivavo io inutile come la merda di fianco a lui che Sia Lodato Il Signore.
«Ehilà Ash!» lo salutò un ragazzo che se non aveva circa venticinque anni era sicuramente più vecchio.
«Ehy!» lo salutò lui.
Questa conversazione avveniva per tutte le persone che si trovavano nei paraggi.
«Ash, mi sembri mio padre, cazzo!» gli dissi.
«In che senso?» rise.
«Conosci tutti, e quando dico tutti sono tutti!» esclamai.
«Non proprio tutti. E poi che c’entra tuo padre?»
«Mio padre saluta ogni singola persona che incontra e ci socializza, traumi infantili» spiegai.
Si limitò a ridere delle mie disavventure, chi non lo avrebbe fatto.
Oramai ci trovavamo nel salotto- dopo vari spintoni per raggiungerlo- dove, se all’entrata sembrava ci fosse il delirio, qua c’era qualcosa di peggiore.
Non solo tutte le categorie di gente di prima, ma anche gente sui tavoli, gente  che faceva i giochi stupidi e gente che si limonava. Un quadretto stupendo direi.
«Vedi per caso Vanessa?» chiesi a Ashton all’orecchio perché se no non mi avrebbe mai sentito: musica troppo alta.
Incominciò rapidamente a perlustrare la zona in cerca di Vanessa, i suoi occhi erano come delle fessure.
«Avvistata a ore dodici» mi avvisò.
«Okay, raggiungiamola.»
Peccato che si trovasse precisamente dall’altra parte della folla.
Ash che sapeva meglio come muoversi nella mischia si mise dietro di me e mi teneva per i fianchi guidandomi tra le persone.
«Non sono una macchina, vorrei ricordartelo» scherzai.
«No, infatti sei la mia ragazza. E’ differente»
BOOOOM! Non risposi, non potevo rispondere! Sempre succedeva così!
Cazzo lo aveva detto. Suonavano così bene quelle parole dette da lui, che.. non erano descrivibili.
Mi lasciai guidare tra la folla con un sorrisetto stampato sul volto.
Appena uscimmo dalla calca andai incontro a Vanessa che si trovava precisamente nel cerchio di amiche di cui mi aveva parlato.
«Ehy!» Mi salutò esuberante con il suo bicchiere di plastica rosso in mano.
«Ciao!» salutai le altre col mio solito tono orrendo- brividi.
Ashton che si trovava precisamente di fianco a me con un braccio ancora cinto sui miei fianchi le salutò con un cenno della mano. In un batter d’occhio tutti gli sguardi delle tre ragazze si spostarono furtive su di lui per poi fermarsi su di me.
Imbarazzo.
«Come sta andando?» domandai.
«Bene dai. Si prospetta una festa molto figa» rispose Vanessa.
«Hai già incominciato a trinchettare?» la presi in giro.
Lei sbuffò per poi dirmi «Dovresti assaggiarlo, non so nemmeno cosa sia ma è tipo buonissimo!»
Presi il bicchiere e ne presi un sorso. In effetti era davvero buono, ma non avevo intenzione di ubriacarmi, quindi non sarei andata a prendermene un bicchiere pieno come aveva fatto lei.
«Allora, penso che dovremmo presentarci perché se no sarà una situazione imbarazzante e orrenda tutto il tempo- incominciò a gesticolare- Quindi, lei è Nikki- disse indicando una ragazza apparentemente dalle origini orientali- lei è Tarah- indicò a sua volta la bionda di fianco a lei per poi finire con la ragazza dai capelli più ricci della storia- e lei è Missy.»
Sembravano tutte particolarmente simpatiche, anche se avevo già dimenticato i loro nomi.
«Io sono Ash» si presentò lui ricordandomi che anche io dovevo presentarmi e non stare ferma a fare la bella statuina.
«Abbey» mi affrettai a dire.
«Ash!» venne chiamato da una voce senza volto, ma credo che lui capì perfettamente chi lo chiamava.
«Arrivo!» urlò di rimando.
«Scusate ma devo dileguarmi, è stato un piacere conoscervi» disse per poi abbassarsi vicino al mio volto e stamparmi un leggerissimo bacio a stampo. «Ci vediamo dopo, non perderti» fece l’occhiolino. Annuii leggermente per poi tornare alle ragazze con cui avrei passato la maggior parte della mia serata.
 
 
«Ti chiami davvero Abbey?» mi domandò la ragazza orientale.
«Sì.»
«Non è un’abbreviazione o qualcosa di simile?» s’intromise la bionda.
«No,per quel che so no. Dovrebbe essere un nome completo» risposi.
«E’ davvero un nome figo! Anche io voglio chiamarmi Abbey!» esclamò la prima ragazza.
«Lo penso anche io. Non ho mai sentito nessuno con questo nome. Io mi chiamo Tarah, che nome di merda!» sbuffò la bionda.
«Non è brutto…» dissi titubante, perché seriamente non mi piace il nome Tarah ma sicuramente non sarei andata a dirglielo, manco la conoscevo. Che poi non era così brutto, semplicemente io avevo dei gusti strani.
«Non fingere, a tutti fa schifo. Non preoccuparti. Prima o poi fuggirò da questo paese del cazzo e mi darò un nome più figo, magari Sasha.»
«Se e poi di cognome Gray! Ma vai a cagare!» la prese per il culo la riccia.
«Potrei avere un futuro» rise.
Okay, le rivaluto, sono fottutamente simpatiche, anche se non parlo molto mi sento a mio agio.
«Tu non bevi?» mi chiese la riccia di cui non ricordavo il nome.
«No, per ora no.»
«Lei fa la santa, sappiatelo» disse Vanessa sorseggiando il suo secondo bicchiere da quando l’ho vista.
«Io non faccio la santa. Non mi piace ubriacarmi come la merda e basta!» sbottai.
«Fai la santa, quindi. E poi chissà che cazzo farai con Ashton appena ti ubriacherai decentemente, mai più tanto santa!» continuò.
Ma sta delirando?!
Io non mi ubriacherò mai a tal punto da non capire nulla, per prima cosa. E poi.. che diavolo, no! Non sono una ninfomane.
Anche se con lui potrei ripensarci… Abbey, taci!
«Ecco, parliamo del tuo ragazzo che è tipo uno dei ragazzi più fighi di tutta la festa!» esclamò Tarah.
Rimasi muta.
«Sì, davvero, sei stra fortunata! E’ tipo troppo bello? Dove lo hai trovato?»mi chiese Nikki, credo.
«E’ il mio vicino...»
«Ha amici? Fighi quanto lui, possibilmente» chiese la riccia.
«Sì, ha amici..Ragazze è imbarazzante, davvero!» risi.
«Ti ci devi abituare, sono sempre così» mi disse Vanessa.
Le tre ragazze ruotarono gli occhi nello stesso preciso istante, una cosa quasi terrorizzante.
«Gli amici sono quei tre coglioni in mezzo alla mischia» li indicò Vanessa.
Si trovavano precisamente nel gruppo della gente scema che fa i giochi scemi.
Calum era ubriaco marcio e ovviamente stava partecipando al gioco di chi beve più birra nel minor tempo possibile. Continuava a barcollare e a ridere da solo, era esilarante. In centro si trovava Mike che alzava trionfante una bottiglia di birra urlano i secondi che mancavano: anche lui ubriaco come una merda. E poi c’era Luke che era seduto sul divano a ridersela come pochi. Lui era nella fase dell’ubriaco che ride sempre per tutto. Ash non lo vedevo nella folla, probabilmente era a prendere da bere, quindi avvisai le altre che sarei andata a prendere qualcosa nel tentativo di trovarmelo lì.
«Vado a prendere qualcosa da bere, ci vediamo dopo» le avvisai.
«Bevi?» mi canzonò Vanessa.
Le porsi un dito medio che la fece scoppiare a ridere.
«Non nasconderti con Ash nei sottoscala a fare porcate» mi urlò.
Mi voltai e proseguii per la mia strada.
 
 
Ci misi circa un secolo ad attraversare tutta la sala e a raggiungere il tavolo mezzo distrutto in cucina dove si trovava da bere e da mangiare. Qui grazie a dio si respirava anche dell’aria pulita- tra tante virgolette.
Mi guardai in giro e notai che quelle poche persone che si trovavano nella stanza erano in condizioni indecenti. Non è che ci fosse tanta differenza tra loro a quelle in sala, ma loro non reagivano, erano semplicemente ubriachi e collassati.
Visto che sembravo terribilmente fuori luogo mi avvicinai al tavolo e afferrai una bottiglia di vodka alla pesca e ne versai mezzo bicchiere. Ash non lo avevo più rivisto da quando mi ha lasciato sola con Vanessa. Alla fine non si trovava qua a prendere da bere, probabilmente era con qualche vecchio gruppo a chiacchierare.
Mi appoggiai al bancone retrostante e incominciai a godere dell’alcol e della tranquillità.
Intravidi Ash, finalmente, tra la folla attraverso la porta della cucina, era con un gruppo d’amici: bingo.
«Guarda chi si rivede» disse una voce conosciuta di fianco a me.
Mi gelai all’istante. Mi voltai lentamente per ritrovarmi John precisamente di fianco a me. Non mi ero mai posta il problema che lo avrei rivisto alla festa, e sinceramente ero stata così presa da tutto il resto che mi era praticamente svanito dalla testa.
«Ciao» sussurrai cercando di sorseggiare nel bicchiere ormai vuoto- merda.
«Vedo che qualcuno non sa farsi sentire» mi lanciò una frecciatina con tono particolarmente rigido.
Vedevo qualcosa di diverso nel suo sguardo, non era lo stesso di quando ci trovavamo al pub, era più duro,arrogante.
Non risposi.
«E non sa neanche parlare, vedo.»
Lo guardai con uno sguardo indagatore. Sembrava che se la fosse presa particolarmente. Beh, probabilmente avevo sbagliato a non farmi più sentire per bene ma anche lui non si era interessato più di tanto, non poteva farmela pesare in quel modo.
Non parlava ed era sempre peggio.
«Anche tu non ti sei fatto sentire» risposi con tono aggressivo. Ecco che usciva fuori la mia impulsività.
«Beh, non sono io a essere andata subito con un altro!» ribattè sprezzante.
«Che intendi dire?»
«Che sei una stronza» bevve un sorso del liquido trasparente nel bicchiere.
Il suo sguardo mi stava squarciando in mille pezzi, non era sicuramente questa la mia intenzione. Ero seriamente interessata a lui ai tempi, non lo stavo assolutamente prendendo per il culo. Pensavo lo sapesse e che non me lo avrebbe fatto pesare soprattutto insultandomi.
«Se pensi che ti ho preso per il culo non l’ho fatto. Non sono quel tipo di persona.»
«Io invece penso proprio che sei così. Soprattutto con quello sei andata a finire» esalò una risatina tipica di quel lato arrogante dei ragazzi odiosi.
«Ha un nome!» esclamai. Altro lato della mia impulsività.
«Ti scaldi anche! Hai anche la faccia tosta di farlo?!» si avvicinò pericolosamente a me. L’odore di alcol mi invase le narici provocandomi urti di vomito.
«Allontanati» sussurrai.
«Hai detto qualcosa?»
«Allontanati, cazzo!» urlai.
Lui si stava per avvicinare apposta per darmi visibilmente fastidio ma in un secondo vidi un braccio allontanarmelo da dosso.
Appena riuscii a identificare la figura vidi Ashton a pochi centimetri dalla faccia di John.
«Che cazzo fai?» gli chiese. Aveva uno sguardo decisamente alterato, non lo avevo mai visto così.
«Tirami via le tue sporche mani, coglione» lo intimò John.
Ash allentò leggermente la presa dalla sua camicia ma non lo mollava.
Dovevo intervenire prima che succedesse qualcosa di peggiore.
«Ash per favore lascialo» gli chiesi avvicinandomi ai due.
Mi rivolse una leggera occhiata prima di ritornare su John e lasciarlo. «Testa di cazzo, dalle ancora fastidio e vedi che minchia ti faccio» lo minacciò. I suoi occhi facevano intendere che non stava minimamente scherzando. John si risistemò la camicia per poi allontanarsi da lui.
«Ci si vede Abbey» mi salutò con una leggera velatura di sfida, a cui però Ash non diede peso.
«Tutto okay?» mi domandò subito dopo.
«S-sì, tutto a posto. Non era necessario…»
«Lo era» rispose franco.
Le persone che erano nella stanza insieme a noi continuavano a porgerci occhiate indiscrete e la cosa mi iniziava a dare realmente fastidio.
«Ash, usciamo fuori, per favore?» domandai.
«Certo.»

 
 



HIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!

GOOOOOSH SONO RITORNATA DOPO UN MESE, FACCIO SCHIFOOOOOOOO!

Mi odierete T.T

Scusatemi davvero tanto ma con la scuola è stato un casino, verifiche su verifiche, poi la stanchezza la sera, allenamenti ecc. Quindi la voglia di scrivere scappava ogni volta che mi prefissavo di scrivere.
Spero mi perdonerete
.
ahahhahah illusa.

HOWEVER, sono tornata e quindi ecco l'undicesimo capitolo. *sigla*

Allora è la festa, la famosa festa, divisa in due. Quindi anche il prossimoc apitolo sarà festoso.

Non so che aggiungere oltre al fatto che ASHTONGOSHPROTETTIVOGOSH.
Lascio a voi i commenti.

Ringrazio sempre tutti e spero di trovare qualche segno che mi faccia capire che a qualcuno interessa ancora la storia nonostante le lacune sui tempi.

Grazie ancora, kiss.

Giulz


PS: spero di riuscire ad aggiornare prima. *incrocia le dita*
  
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