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Autore: Chesy    05/11/2014    3 recensioni
[...]"Sullo sfondo di una New York mondana e piena di sotterfugi, di club segreti e demoni impazziti, omicidi e brutali lotte, ci saranno anche i sorrisi e gli amori, il dolore e le storie di questi due protagonisti, e di tutti coloro che li circondano.
Perché, nonostante i ruoli capovolti, la storia cambiata e la linea temporale simile, il loro amore sboccerà ugualmente. E loro resteranno esattamente come sono, perché il passato li ha formati e resi ciò che adesso smuove le fondamenta di New York, ribaltando le Leggi e trasgredendo sempre alle regole che, da tempo, mantengono l’equilibrio dei mondi.
Benvenuti nel Mondo capovolto degli Shadowhunters."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Black_Rose, con i suoi scritti suscita emozioni anche nei  cuori più duri.

Maia e Luke sono stati feriti dai Drevak, mentre Jace e Clary sono in piena crisi, dopo aver scoperto di essere fratello e sorella. Il Conclave è in subbuglio, Valentine è tornato e con lui la sua progenie: o, almeno, secondo loro è così.
L’Inquisitore mette sotto torchio entrambi i ragazzi, Jace è il maggior indiziato, visto il suo coinvolgimento con il Nephilim fondatore del "Circolo": nonostante ora sia un Lupo, i Cacciatori sono restii a lasciarlo libero sino a quando la situazione non sarà chiarita. E, nel mentre, decidono di scacciare Raphael, in quanto ora è oramai diventato un Figlio della Notte.
In tutto questo caos, Magnus e Alec celano un grosso segreto….
 
L’OSTILITA’ DEI SOGNI – SENZA PAURA
 
-E’ ancora vivo?- Simon non poteva più trattenere la domanda. –Ne sei sicuro?-

Alec si lasciò cadere sul bracciolo della sedia più vicina: era madido di sudore, il volto teso e la pelle pallidissima, le squame sembravano tendere verso una sfumatura blu. Magnus, con una sola occhiata, non fece fatica a capire che era stremato dall’uso della magia.

-Sì, ne sono sicuro.- sembrava seccato. –Anche se non sembra, sono il Sommo Stregone di Brooklyn, so quello che faccio.-

Passò una mano tra i capelli neri, spostando lo sguardo su Catarina e Simon, e poi sul resto dei presenti, misto tra Nascosti e Cacciatori: aveva le palpebre socchiuse, il blu delle iridi praticamente invisibili sotto le ciglia nere. Si tirò su leggermente, intrecciando le dita, posandole poi sul mento, come se cercasse la forza per parlare.

-Sentite, non voglio fare il guastafeste ma….- sospirò. –…mi chiedo come mai mi chiamiate ogni volta che c’è un piccolo problema da gestire. Ho richieste, e tante, anche ben più importanti delle vostre e non posso mancare ai doveri che derivano dal mio titolo: posso consigliarvi infiniti Stregoni che….beh, hanno prezzi molto più modici del mio.-

Sembrava che parlare in quel modo gli costasse fatica, ma Clary non lo notò.

-Vuoi farci pagare? Ma Luke è un amico!-

Alec alzò lo sguardo e la fissò per un attimo, prima di rispondere: dalla tensione dei muscoli, Jace intuì che si stava trattenendo dall’urlarle addosso, considerando il tono che la ragazza aveva usato.

-Veramente, io l’ho conosciuto solo quando accompagnava tua madre per il lavoro sulla vostra memoria.- abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo dopo un secondo. –Non posso considerarlo un mio amico. E capisco che vi serva uno Stregone, ma non posso essere io: come ho detto, il titolo che mi sono guadagnato m’impone alcune restrizioni.-

Clary stava per replicare, ma Alec alzò la mano per fermarla: Jace non fu dello stesso avviso e non frenò la lingua in tempo, prima di dire la sua. A volte, era più forte di lui, non poteva farci nulla.
E Alec, questo, lo sapeva troppo bene.

-Oramai è tardi per tirarsi indietro.- incrociò le braccia dinanzi a sè. –Sei coinvolto, e stare con uno di loro non ti è d’aiuto.-

L’aria nella stanza sembrò gelarsi: Alec aveva perso ancora più colore, Magnus era sgomento, Clary e Simon sinceramente confusi. Fissarono tutti Jace, mentre il Nephilim dagli occhi di giada cercava di prendere parola, le palpebre calate tanto da lasciare solo due strisce ad osservarlo.

-Sentiamo, perché dici una cosa del genere?- la sua voce aveva una nota tesa, osservò Clary.

Il Licantropo inarcò le sopracciglia, l’aria interrogativa.

-E cioè?-

-Che io….che noi…..- balbettava, e sembrava straordinariamente giovane, nonostante portasse il peso di 400 anni. Il suo sguardo balzava da Jace al Nephilim rapido
come un lampo.

-Non ho inteso che stai con Magnus.- osservò con fermezza il fratello. –Ma è buffo che tu abbia capito cosa intendevo….lo stesso vale per te, Nephilim.-

-Non stiamo insieme, Jace.- si affrettò ad aggiungere Alec, paonazzo.

-Ah no?- ora era Magnus ad avere un tono lievemente irritato. –Dunque sei amico di tutti in quel modo, eh?-

-Magnus, per favore!- Clary lesse supplica nei suoi grandi occhi blu.

A volte stentava a credere che Alec fosse uno Stregone con quattro secoli sulle spalle: sembrava un’adolescente impacciato, incapace di svelare agli amici e al fratello una relazione clandestina. Come se ci fosse qualcosa di male in ciò che doveva legare Magnus e il ragazzo dai capelli neri che, in quel momento, stava rivolgendo occhiate al Nephilim, sistematosi invece come se fosse in procinto di contemplare un film al cinema.

-Io non….- cercò d’iniziare un discorso, ma ne sembrava del tutto incapace. –Voglio dire….come hai potuto pensare che io….-

-Non capisco perché cerchi di occultare la tua relazione con Magnus.- inarcò le sopracciglia. –Non sono affatto contrario ma…Alec….vorrei che tu me ne parlassi.-

Alec cambiò ancora colore, dal rosso passò al bianco pallido, sino ad un colore sinistro, simile al grigio: Clary si chiese se il suo secondo Marchio non fosse il cambiare tonalità come facevano i camaleonti. Con la coda dell’occhio osservò Jace, sicuro che le parole appena dette avrebbero suscitato un effetto rassicurante: invece, innescarono proprio la reazione opposta e Alec si chiuse a riccio.
Cercò allora gli occhi da gatto di Magnus, mandando quello che sembrava una specie di muto messaggio d’aiuto: per tutta risposta, l’uomo sbuffò, calmo e composto, come se la cosa non lo toccasse.

-Penso che sappia che non t’importa.- disse, osservando Alec. –E smettila di guardarmi così, per l’Angelo.-

-Allora non….-

Jace era confuso, non era difficile intuirlo: osservava Magnus, che sembrava sul punto di dire qualcosa, di rispondere ai dubbi che attanagliavano il fratello dello Stregone. Fu Clary a prendere la parola, forse cercando di rompere quel silenzio pesante e pieno di cose non dette, segreti dolori e ancora prematuri per uscire allo scoperto.

-Jace, basta. Lascia perdere.-

-Lascia perdere cosa?-

-Luke!- Clary si avvicinò, e la nuova presenza attirò lo sguardo dei presenti.

Tranne quelli di Alec e Magnus, che si contemplavano attraverso lo spazio che li separava: occhi di fuoco, sferzate di energia emanate da entrambe le figure. Alec aveva ancora quel colorito poco sano, in seguito allo shock provocato dalla scoperta del fratello: l’uomo dai tratti felini lo osservava, e nella sua mente mute domande vagavano senza trovare alcuna risposta.
Si ridestarono entrambi sono quando la voce di Luke arrivò ad una domanda che implicava anche loro.

-…..sentire cinque persone che urlavano. Di che si tratta?-

-Di niente.- un coro di voci, fuse in una sola.

Clary, Simon, Catarina, Jace, Alec e Magnus diedero vita ad un unisono che certamente non si sarebbe mai più ripetuto: era palese, tuttavia, che nascondessero qualcosa, ma Luke non si soffermò a pensarci più di tanto e un “capisco” mise fine alla cosa.
 

[…..]
 

Magnus alzò lo sguardo sui presenti: Catarina, la sua parabatai, lo osservava con una strana apprensione, come tutti i presenti, del resto.

-Allora?- domandò Clary.

-Allora cosa, biscottino?- alzò un sopracciglio, coprendo i muscoli dell’avambraccio.

-Come ti senti? Diverso?-

Alec lo guardava di sottecchi, da dietro le spesse ciocche nere: osservò i tratti tendersi per un istante, l’espressione pensierosa calare sul viso di Magnus. Quando riprese a parlare, il sorriso malizioso e i tratti felini tornarono al loro posto.

-Non esattamente.-

-Dunque non funziona.- Jace sembrava deluso.

-Non è detto.- la voce di Alec arrivava dalle spalle dei presenti.

-Giusto.- aggiunse Luke, strofinandosi il mento con le dita. –Probabilmente non c’è nulla, al momento, in grado di attivarla. Nulla di cui Magnus abbia paura.-

-Non hai nulla che ti spaventi?- chiese lo Stregone.

-A parte un pessimo abbinamento "maglia-pantaloni-scarpe"?- sembrava divertirsi un mondo. –Non saprei….-

-I ragni?- domandò improvvisamente Clary.- Luke, hai un ragno con te?-

Luke parve esasperato, il che era raro, per una persona mite come lui.

-Perché dovrei avere un ragno con me? Ho l’aria di qualcuno che colleziona ragni?-

-Senza offesa….ma direi proprio di sì.- Jace alzò le spalle.

-Forse è un esperimento stupido, questo.- alzò gli occhi al cielo. –Proviamo questa runa su qualcuno di meno sexy e coraggioso del sottoscritto.-

-E il buio?- suggerì Clary. –Potremmo chiuderti in cantina….-

-I Nephilim danno la caccia ai demoni.- il tono di Alec era calmo e paziente. –Non hanno timore del buio.-

-Beh, avrebbe potuto averla.-

-Ma sono sicuro che non ce l’ha.- Alec guardò Magnus, poi Clary, e alla fine incassò la testa tra le spalle, come se avesse parlato troppo.

Un campanello li distrasse, facendo voltare tutti verso l’eco del suono proveniente dalla porta principale: il mormorio del gruppo invase la stanza, mentre tre nuove figure facevano capolino nel salotto di Luke. La donna era veramente bella, lunghi capelli neri e tratti felini, la pelle abbronzata e due gemme scure piazzate nel viso: era fine, minuta, ma non bassa, il che le impediva di cozzare contro la figura allampanata di fianco a lei. Era un uomo dai capelli chiarissimi, la carnagione pallidissima e gli occhi blu, tanto da sembrare violacei: tra lui, la donna e la figura tetra dell’anziano membro dei Praetor Lupis, in un solo attimo, avevano dato l’impressione di aver occupato almeno metà della stanza con la loro energia*.

Per Clary ci vollero una manciata di minuti per capire chi fossero: pensò alla foto che aveva visto quand’era arrivata all’Istituto per recuperare Simon, e allora ricordò di averli visti accanto a suo padre, tra i membri di quello che veniva chiamato “Circolo”.
La donna era la madre di Magnus, mentre l’uomo era il padre di Catarina: peccato non ricordasse i loro nomi. Sapeva solo che, dopo la scomparsa dei rispettivi compagni, i due si erano avvicinati tanto da rappresentare per Magnus e Catarina un padre e una madre, nonostante lo fossero solo a metà.
Notò che Catarina si era fatta tesa, Isabelle sembrava agitata, Jace era stranamente silenzioso e Alec aveva serrato la mascella più del dovuto: gli occhi scuri della Licantropa osservavano gelidi i presenti, mentre la figura di Magnus, disinvolta come sempre, andava a sbarrare loro la strada, piazzandosi nel bel mezzo della stanza.
Il signor Loss inarcò un sopracciglio, la madre del Cacciatore si fece avanti: avevano entrambi un’aria sicura e determinata, tesa e anche un po’ irritata. Non fu difficile immaginare la causa, considerando tutto ciò che stava succedendo tra il ritorno di Valentine e le relative conseguenze da lui portate.

-Magnus, Catarina, che cosa ci fate qui? Vi avevamo detto di….- non si tratteneva affatto, per velare la rabbia che infettava la sua voce.

-Madre….- asserì, il tono fermo ma non strafottente come al solito. –Signor Loss, devo parlarvi.-

-Adesso, Magnus?- il padre di Catarina non sembrava per nulla dell’idea di conversare. –Non mi sembra il momento più adatto per….-

-No, mi dovete ascoltare.- trattenne il fiato. –Non mi rivolgete mai lo sguardo, non mi ascoltate, e tutto perché non sono come volete voi.-

In effetti, Magnus si distingueva bene dai suoi simili: a parte la divisa nera, e a volte i tratti un po’ strafottenti, era una persona eccentrica e che non si faceva problemi a esternare se stesso. Nel senso che, beh, non erano molti i Nephilim che si mettevano glitter e eyeliner, o che portava pantaloni leopardati e maglie viola, laccando le unghie con smalti colorati. Magnus era magico, in un certo senso: sembrava spiccare come un fiore rosso in mezzo al bianco del mazzo.
Motivo per cui, Clary pensò che la cosa non doveva andare a genio a nessuno del Conclave, di conseguenza ai genitori e a quelli che lo circondavano, tranne ovviamente la ristretta cerchia intima che lo conosceva e lo accettava in tutte le sue sfumature.

-Beh, io sono fatto così.- mise una mano sul petto. –Ed è ora che voi mi accettiate, che la smettiate di guardarmi all’alto in basso come se fossi qualcuno d’insignificante. E, sapete, mi vedo con qualcuno. Qualcuno che per me è molto importante, ma voi non potete saperlo, ovviamente.-

Si passò una mano tra i capelli ritti e induriti dal gel: il silenzio era calato sui presenti, le parole uscite dalla bocca di Magnus come un fiume in piena. Prima che qualcuno potesse aggiungere altro, il ragazzo riprese il suo discorso: Catarina lo guardava stranita, come se non lo riconoscesse.

-E’ una persona che appartiene al Mondo Invisibile. E’ speciale, e non devo fingere con….-

Le parole gli morirono in gola, quando una mano pallida si posò sulle sue labbra: Alec era giunto alle spalle, rapido come una sferzata di vento, mormorando sillabe che fecero rovesciare gli occhi di Magnus all’indietro, portandolo a cadere come un albero abbattuto da un fulmine.

-Magnus!- la voce della madre echeggiò per la stanza.

Catarina era già al fianco del ragazzo, che si stava alzando senza bisogno di aiuti esterni: osservò il pavimento su cui era seduto, la figura di Alec accovacciata alle sue spalle e la sua parabatai inginocchiata accanto a lui. Gli occhi dorati saettarono per la stanza, e non si fermarono sino a quando non inarcò lievemente un sopracciglio.

-Cos’è successo?-

-Oh, per l’Angelo.- la mano della ragazza passò tra i capelli chiari. –Che diamine significava?-

Le ultime parole le aveva bisbigliate, come se temesse che qualcuno potesse udirle. Non che servisse a molto: il silenzio era un ottimo conduttore di suoni, e la stanza era tanto piccola da consentire un buon eco.

-Che cosa? Che è successo?- okay, era lievemente isterico.

I polpastrelli scivolarono sulla pelle del viso, massaggiandosi gli occhi: alzò lo sguardo dopo un attimo, come se fosse stato colpito da un’intuizione. Guardò prima lo Stregone alle sue spalle, poi fissò gli occhi in quelli dell’amica di fronte a lui, l’espressione turbata che ancora adombrava il viso.

-Ho detto qualcosa, prima di svenire?-

-Magnus.- fu Jace, questa volta, a farsi sentire. –Sai quella roba che abbiamo disegnato sul tuo braccio? Funziona eccome.-

Il corpo del Nephilim si tese di colpo, ma cercò di non mostrare il suo nervosismo: in parte, solo in parte riuscì a mascherarlo con l’atteggiamento sicuro che andava a caratterizzarlo.

-Che ho detto, biondino?-

-Hai parlato del fatto che non ti accettiamo.- fu il signor Loss a parlare.- E che ti vedi con qualcuno….-

-Oh.- alzò gli occhi al cielo. –Assurdo, non credevo che…insomma…-

Non aveva una scusante decente per spiegare tutto: forse poteva evitare la domanda sulla persona con la quale si vedeva, ma l’altra non aveva idea di come deviarla. Aprì la bocca, e inspirò una manciata d’aria, cercando le parole giuste.
Fu Alec a venire in suo soccorso, senza che vi fosse stata alcuna richiesta da parte del Nephilim dagli occhi di giada.

-Colpa delle tossine demoniache.- spiegò, alzandosi dalla posizione accovacciata. –A volte ci spingono a dire cose senza senso, motivo per cui non starei a prestare troppa attenzione alle parole che escono dalla sua bocca. Non per qualche tempo, almeno….-

Gli occhi di Magnus, allora, andarono a cercare quelli blu dello Stregone: ci fu un attimo in cui, nella stanza, ci furono solo loro. Niente Isabelle, o Clary, o Jace, Catarina e i suoi genitori, tantomeno il Praetor Lupis Imogen: per una frazione di secondo, il ragazzo non pensò ad altro a quanto avrebbe voluto alzarsi e dirgli grazie per aver cercato di coprirlo.
Perché, beh, lui non era stato altrettanto discreto: tutta colpa di quella maledetta runa.
 
 

*dopo averci pensato secoli e secoli, ho optato per introdurre due personaggi che non avremmo mai conosciuto: la mamma di Magnus e il papà di Catarina. Ovviamente, sono andata ad intuito, quindi perdonate se non sono ben caratterizzati, ma non sapendo come sono fatti, direi che ho lasciato il loro carattere molto abbozzato. Per altro, si mettono insieme in seguito alla perdita dei loro partener, ergo la mamma di Catarina e il papà di Magnus. Spero abbiate capito, non volevo dilungarmi in inutili e vacue spiegazioni.
Imogen è una licantropa. Lo so, non ha senso, ma se posso darò spiegazioni più in là, altrimenti ricordatemelo e vedrò di chiarire.

Lo Stregatto Parla.
E…..sono una cacca.
Una brutta, bruttissima cacca.
Potete insultarmi, avete il mio sacrosanto permesso di farlo =___=”
Dunque, non voglio mentirvi: mi sono allontanata dalla storia un po’ per mancanza d’ispirazione, un po’ perché aiuto a casa come posso (sfruttamento da parte di mamma), un po’ per il costume di Lucca, il corso d’inglese e il teatro, e anche perché non ero convinta di come stava andando avanti questo racconto.
Motivo per cui, vi chiedo una grossa cortesia: se qualcosa non vi torna, se vi sembra che non abbia senso, se i personaggi stanno andando OOC, se le situazioni non hanno una logica umana, ditemelo.
Grazie, molto gentili <3

Dunque, non so che altro aggiungere: spero di postare l’ultima parte di CoA entro breve, dedicandomi nel contempo ad altro, magari (oltre alla lettura).
Uh, credo di averlo già chiesto in “Semplicemente tu”, ma lo ri-domando qui: a vostro parere “C/0” andrebbe allungata come mini serie o la lascio come racconto solitario? Non so, mi sento ispirata ad andare avanti, ma temo di rovinare tutto >.<
Ringrazio di cuore chi recensisce, chi mi segue, chi mi scuote e chi m’ispira con i suoi racconti: siete fantastiche, non so come altro dirvelo.
Ora vado, “Memorie di una Geisha” mi attende sul comodino del letto (finito quello passo a “Pirati del cielo”).

Ps. Oggi è finita la serie TiVì di “Robin Hood” T__T
Ps.2. Non sono soddisfatta del capitolo, mi fa un pò schifo.

Chesy :3
  
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