Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: Philly123    06/11/2014    2 recensioni
Londra.
Jamie vive da solo nel suo appartamento in centro, da qualche tempo si sente vuoto e anche i suoi amici non si fanno vivi.
Dorotea è una ragazza londinese con la passione per la pittura e il disegno.
Si incontreranno, più volte.
Qualcosa si nasconde nel passato di lei.
Jamie Campbell Bower sarà troppo assorbito dalla mondanità per prestare attenzione a una ragazza comune?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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-Ehi Dori! Ti ho chiamata almeno un migliaio di volte ma…-
Queste furono le prime parole che sentii. Quando spalancai gli occhi, capii di non trovarmi nella mia stanza e ci misi qualche secondo per capire dove fossi. Mi resi conto di essermi addormentato a casa di Dorotea, ancora sul divano. Lei dormiva al mio fianco, la bocca socchiusa e la coperta che le arrivava fino al mento, scoprendole le calze bianche.
Chi aveva parlato prima? Solo allora ripensai che ero stato svegliato da qualcuno. In effetti, c’era una ragazza ferma davanti la porta ancora aperta, con le chiavi in mano e un’espressione sconvolta. Era molto carina. Credevo che Dorotea vivesse da sola, ma forse aveva un’inquilina.
-Salve!- dissi alla ragazza basita. Le chiavi quasi le cascarono di mano. Capii subito che mi conosceva.
-C-ciao…- rispose soltanto.
-La tua coinquilina sta ancora dormendo.- Non che fosse una cosa importante, ma avrebbe forse rotto il ghiaccio.
-No… cioè sì, sta dormendo, ma non è la mia coinquilina. Sono venuta per vedere come stava. P-posso uscire, se disturbo…-
-Rimani. Io sto per andare.- Detto ciò mi alzai dal divano cercando di non spostare Dorotea. Avevo le gambe indolenzite per aver dormito seduto e nella stessa posizione per tutta la notte. Quando mi alzai, lei si scosse leggermente. I capelli castani le incorniciavano il viso più pallido del solito, aveva delle lunghissime ciglia, notai, che le proiettavano un’ombra scura sugli zigomi pronunciati.
Ritrovai la mia giacca a terra, vicino al divano, la raccolsi e mi incamminai verso la porta. L’altra ragazza stava ancora lì, come una statua, con gli occhioni nocciola spalancati.
-Bene, io vado. Dille che la saluto e che mi aveva detto che doveva andare a lavorare.-
La ragazza ebbe un sussulto.
-Doveva andare a lavorare?! Oh cavolo, dovrebbe già essere lì! Che guaio!- Prima di dirigersi verso l’amica, però, si bloccò a guardarmi un’altra volta.
-Jamie… non è che potresti farmi un piccolo autografo?-
-Certo- risposi sorridendo, anche se avrei preferito essere lasciato in pace. Presi una penna dimenticata lì vicino e lei mi porse un diario pieno di adesivi, che aveva appena estratto dalla borsa al suo fianco. Appena rialzai gli occhi aveva un cellulare in mano, con un motivo animalier sulla cover.
-Ti va, se vuoi, di fare una foto insieme?-
Di nuovo, provai l’impulso di rifiutare e andarmene, ma annuii. Al momento dello scatto feci una delle mie solite facce buffe, la salutai e scappai dalla porta d’ingresso, rimasta socchiusa.
La giornata era ancora più grigia delle altre, notai correndo giù per le rampe. Doveva essere scomodo vivere in quel posto, soprattutto quando avevi bisogno di portar su i sacchetti della spesa. Forse era per questo che Dorotea non teneva da mangiare in casa.
Era stata una serata strana, ricordai ancor prima di finire di scendere le scale. Avevamo parlato tantissimo, e avevo capito che non solo era carina, con un bel viso e simpatica, ma anche molto intelligente. Non l’avevo nemmeno baciata, non ci avevo provato. Lei mi piaceva, sì, ma non avevo voglia, questa volta, di fare il cascamorto solo per ritrovarmi ubriaco e nudo in un letto altrui. Ero stato bene e mi sentivo confuso.
Aprendo il portone notai la leggera pioggia che scendeva quasi come neve, lenta e leggera. Mi strinsi nella giacca, cercando di coprirmi come meglio potevo e mi allontanai dalla palazzina di mattoni rossi.



N.D.A:
A tutte le (poche) persone che mi seguono: mi dispiace che questo capitolo sia così corto. Oggi ho fatto le corse tra università e lavoro, e credo di aver voglia di svenire.
Siete bellissimi, anche se siete pochi.
Un baaacio.
-Philly
  
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