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Autore: BrokenArrows    06/11/2014    1 recensioni
Immaginate due sorelle a Mystic Falls, ignare di cosa le aspetta. Cosa riserverà loro il futuro? Intrighi, lotte, amori e speranze... I due Salvatore tornano in città, sconvolgendo le loro vite.
Nuove storie e sentimenti a Mystic Falls.
Fanfic scritta a 4 mani.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sera seguente Jacqueline doveva andare a lavorare al Grill, ma non c’erano stati versi di far andare anche Alexandra.
“Non voglio vedere nessuno” era stata la sua risposta.
Stava indossando l’uniforme insieme a Matt in un silenzio tombale e sperava con tutte le sue forze di non vedere nessun vampiro per quella sera. Speranza vana, dato che dopo venti minuti che era iniziato il loro turno arrivarono Damon e Stefan. Jacqueline non riusciva a guardarlo senza pensare a quello che aveva fatto Alexandra.
Salutò Damon con un bacio leggero e gli portò un Bourbon doppio.
-Cosa ti porto, Stefan?- gli domandò con forse troppa tenerezza.
-Niente. Grazie-
La ragazza si allontanò e andò da altri clienti, non senza notare che i due fratelli confabulavano a bassa voce. Ma lei non voleva ascoltare per paura di sentire qualcosa che avrebbe solo contribuito a peggiorare quella già pessima situazione.
Ad un certo punto non si trattenne più. Mollò il vassoio con un ordine in un angolo e si sedette al tavolo insieme a Stefan e Damon.
-Non stai lavorando?- le domandò quest’ultimo, sapendo quanto era inavvicinabile mentre serviva ai tavoli.
-Sì, ma devo dire una cosa importante a Stefan-
Damon la guardò stupito un istante e poi si alzò –Vi lascio spettegolare in pace. Magari andrò a parlare con quella bella biondina accanto al biliardo- disse sarcastico.
-Cosa devi dirmi di così importante?-
Lei controllò che Damon non li stesse ascoltando e, dopo aver visto che stava parlando con Matt, iniziò il discorso –Ok, non è per niente facile dirtelo e mi è stato vietato, ma credo che tu debba saperlo...-
-Cosa dovrei sapere?- le chiese come se non ci potesse essere qualcosa di peggio di quello che stava già passando.
-Mia sorella mi ha confessato una cosa ieri sera, quando è tornata a casa. Ha detto che si sente malissimo per quello che ha detto... e per quello che ha fatto-
Seguì una lunga pausa di silenzio, interrotta da Stefan –Che cos’ha fatto, Jacque?-
Lei inspirò profondamente e si avvicinò un po’ al ragazzo –É andata a letto con Klaus! Scusa, lei non voleva che te lo dicessi, ma penso che sia meglio che tu lo sappia, invece... Mi dispiace, Stefan-
Per un infinito momento le parve che non gliene importasse niente. Il ragazzo non reagiva. Era fermo immobile sulla sedia di legno a contemplare gli occhi insicuri di Jacqueline.
-Stefan, di qualcosa. Ti prego...-
-Grazie, Jacqueline- Si alzò velocemente e prese la sua giacca –Adesso devo andare-
-Dove? Per favore, non andare da lei... È distrutta!-
Stefan passò in mezzo alla folla del Grill e uscì sbattendo la porta.
-Non mi sono perso una parola- Damon era comparso dietro di lei e parlava con voce tesa –Lascia che sbollisca la rabbia da solo-
-Non so, Damon... Non ho un bel presentimento-
-Tranquilla, tesoro- le disse passandole una mano tra i capelli –Vado a controllare io e poi ti chiamo. Lo terrò lontano da Alexa-
Si alzò in punta di piedi e lo baciò velocemente -Grazie-
 
 
Damon raggiunse Stefan quando ormai era già a casa. Entrò nella grande sala al pianoterra e vide suo fratello seduto per terra in mezzo a tavoli e sedie rovesciate.
-Ehi... Ho saputo cos’è successo. Mi dispiace- gli disse, schivando pezzi di legno sparsi sul pavimento.
Gli arrivò alle spalle e notò che in mano e sul pregiato tappeto persiano c’erano delle buste di sangue dell’ospedale di Mystic Falls. Vuote.
Stefan si girò lentamente verso suo fratello e pronunciò tre parole che resero chiara la situazione –A me no-
-Non dirmi che hai spento i sentimenti, Stefan!- esclamò Damon, spalancando gli occhi.
-É tutto più semplice, sai? Alexandra? Solo un passatempo che in passato mi divertiva-
Il maggiore si inginocchiò davanti a lui, guardandolo negli occhi –Sei migliore di così, Stefan. In questo modo l’hai data vinta a quell’inglesino!-
-É qui che non capisci... Non m’importa più nulla di quello che farà Klaus. Vuole uccidere qualcuno? Perfetto! Magari l’aiuterò anch’io-
Damon si allontanò da Stefan, inorridito da quello che era diventato –In passato mi hai stressato così tanto con questa storia dei sentimenti e ora ne diventi il re! Dove stai andando?- gli domandò, quando stava per uscire.
-Vado a divertirmi, ovvio- gli rispose con un sorriso derisorio.
Damon prese subito il cellulare e digitò il numero di Jacqueline. Dopo tre squilli, rispose –É successo qualcosa?-
-Vai subito a casa. Ti raggiungo là- le ordinò, mentre saliva in macchina.
La ragazza poté solo immaginare quello che era successo, così si limitò ad acconsentire.
Damon chiuse la telefonata ed uscì dalla proprietà. Probabilmente Stefan non era andato a casa Van der Wegen, ma sarebbe stato meglio controllare.
 
 
Jacqueline spense il motore e sentì in lontananza che anche Damon stava arrivando. Decise di aspettarlo fuori, in modo che avrebbe potuto spiegarle quello che era successo.
Qualche secondo dopo vide i fari dell’auto sbucare sulla viuzza che portava alla proprietà.
-Cos’è successo?- gli chiese non appena il ragazzo scese dalla macchina.
-Niente di buono. Ha spento i sentimenti- la informò, sondando le presenze in casa.
Jacqueline non capiva –Cosa vuol dire che ha spento i sentimenti?-
-Vuol dire che adesso è una macchina. Fa quello che vuole e non prova più nessuna emozione-
-Beh, possiamo risolvere tutto! Stefan capirà che...-
-No, Jacqueline- la interruppe bruscamente –Quando un vampiro preme il pulsante è difficile tornare indietro. Quando sono arrivato a casa stava bevendo dalle sacche di sangue! Capisci? Stefan che beve sangue umano è difficile da recuperare-
La ragazza camminava nervosamente avanti e indietro sull’acciottolato –Non possiamo dirlo ad Alexa. Già non sopporta di averlo tradito... Non possiamo darle anche questo peso. Sei sicuro che non si possa fare niente?-
-“Alexandra? Solo un passatempo che in passato mi divertiva”. Parole testuali- le disse Damon, rendendo ben chiara la situazione –Io credo che lo debba sapere-
-Dobbiamo trovarlo, Damon. Potrebbe aver fatto qualcosa di grave-
-Prima pensiamo a tua sorella- le disse, tranquillizzandola –Al massimo avrà prosciugato qualche fanciulla-
-E questo lo chiami poco?-
Lui la guardò, serio –Credimi, può fare di molto peggio...-
 
 
Spiegare ciò che era accaduto ad Alexandra non fu affatto semplice. Appena ricevuta la notizia non riusciva a crederci, ma quando realizzò che era tutto vero, la sua reazione stupì sia Jacqueline che Damon.
-Dobbiamo farlo ragionare. Damon, vai a cercarlo immediatamente!- gli ordinò perentoria.
-Sei sicura, Alexa? Non sarà così semplice parlarci adesso che è...-
-Uno squartatore? Lo so che sarà difficile, ma dobbiamo provarci-
-Ok. Io resterò qui con te, in caso provasse ad entrare. Damon- disse volgendosi verso il ragazzo –Vai a cercarlo, per favore-
-Agli ordini- acconsentì con poca enfasi.
-E fai attenzione-
 
 
Lo stava cercando da ormai due ore, ma di Stefan nessuna traccia. Aveva passato in rassegna tutti i posti che gli erano venuti in mente invano.
Decise di controllare anche a casa. Non c’era stato perché gli sembrava troppo ovvio che Stefan usasse proprio la loro dimora per il suo divertimento.
Quando arrivò davanti all’antica mansione si maledì per non esserci andato prima. La porta d’ingresso era spalancata e poteva vedere il corpo di una ragazza steso a terra, probabilmente senza vita.
-Non sai proprio darti un freno, eh fratellino- disse Damon interrompendo Stefan che stava bevendo dal polso di una graziosa ragazza dai capelli ramati –Si vedono i corpi fin da fuori la porta. Non credi sia il caso di chiuderla, almeno?- chiese retoricamente, raccogliendo la bottiglia di Scotch vuota dal pavimento –Ah, questa era una di quelle buone...-
-Sei venuto a rovinarmi la festa, Damon?-
-No, ti prego. Continua pure- gli disse facendogli intendere che lo infastidiva avere dei cadaveri in giro per casa –Fa come se non ci fossi-
-Su, Damon! Unisciti a me- esclamò, lasciando cadere la ragazzina, esangue –Non oso immaginare come sia andare avanti bevendo solo da quelle sacche di sangue... Se Jacqueline fosse ancora umana potresti usufruirne!-
Damon perse la ragione per un momento e si fiondò contro il fratello, costringendolo alla parete –Non pensare neanche di avvicinarti a loro-
Stefan sorrise beffardo, ribaltando in un istante la situazione –Vedi come ti rammolliscono i sentimenti? Prima che tu perdessi la testa per quella donna non sarei mai riuscito a sopraffarti- gli disse, liberandogli il collo dalla sua stretta morsa –Ora... O ti unisci a me, o te ne vai da qualche parte, chiaro?-
Damon si sistemò la camicia con fare irritato e salì le scale per andare nella sua stanza. Prese il cellulare e inviò un messaggio a Jacqueline: “Farlo ragionare sarà più dura di quanto pensassimo. Avvisa Caroline e gli altri. Dovremo parlargli faccia a faccia”.
 
 
 
 
Nel prossimo capitolo...
-Senti- cominciò con voce ostile -Questa situazione è colpa tua. Non mi interessa quello che è successo tra te e Klaus. Tu ora verrai con noi e non dirai una parola. Se ci troviamo in questa situazione è anche in parte colpa tua, sai bene che Stefan ci avrebbe potuto dare una mano. Invece no, tu l’hai fatto infuriare per una stronzata e...-
-Basta, Damon!- esclamò Jacqueline interrompendolo.
  
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