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Autore: Sad Angel    23/10/2008    2 recensioni
La mano che si appoggiò sul mio collo era calda. Un secondo. Poi sentii i denti nella carne e la presa della creatura che aumentava, mentre beveva. Mantenendo il contatto, scivolammo a terra. Voglio il tuo amore…tu, invece, vuoi solo il mio sangue… …Vampir…?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Vampirzwei

 

“Sei il re di tutti gli idioti!”

Non appena mio fratello aveva richiuso la porta dell’appartamento dove vivevamo, l’avevo investito con queste parole.

Lui, la schiena contro la porta, incrociò le braccia. Mi sorrise.

E si può sapere perché?” domandò, la voce scherzosa.

Io, rossa in viso, sempre più irritata, gettai un’occhiataccia al suo volto sul quale era apparso il suo solito sorriso strafottente. “Lo sai benissimo perché! Ti ho detto mille volte che non voglio che ti comporti così ma tu, immancabilmente, ogni qualvolta mi convinco che non accadrà più, lo rifai!”

Mio fratello continuò a sorridere, fissandomi. Sembrava divertito dalla mia rabbia.

“Perché devi fare una tragedia per un nonnulla?” domandò poi, dopo che fu trascorso un minuto di silenzio “Ti ho solo presentato un paio di amici…niente di più…” tornò a sorridermi, strafottente.

Sbuffai, voltandogli le spalle, allontanandomi.

Un secondo. Entrai nella mia camera. Mi seguì fin sulla porta, appoggiandosi con una spalla allo stipite. Io, di spalle, percepivo il suo sguardo fisso su di me.

“Lo devi finire con questa storia…” ricominciò.

Mi voltai. Sorrise, anche se l’aria strafottente era svanita. Ora sembrava quasi un po’ triste.

Se con questo, stai cercando di dire che devo uscire con uno dei tuoi amici, la risposta è no…”

Questa volta fu lui a sbuffare. “Non sto dicendo che deve per forza essere un mio amico, ma solo che dovresti uscire con qualcuno…”

Gli gettai un’occhiataccia, poi imprecai mentalmente. “Non sono affari tuoi…” risposi poi, tornando a voltarmi “Da quando in qua, è affare di un fratello, la vita amorosa della sorella?”

Un minuto di silenzio.

“…Lo diventa, se la sorella non ha una vita amorosa solo perché ha paura…”

Mi voltai di nuovo, lui mi sorrise ancora. “Resto dell’idea che non siano affari tuoi…Fine del discorso”

Ci fissammo negli occhi per un altro minuto di perfetto silenzio, poi lui si staccò dallo stipite, segno che se ne sarebbe andato a breve.

“…Non sono tutti come lui…e non è detto che finirà di nuovo in quel modo…” concluse, allusivo, voltandomi le spalle.

Sentii il viso che si riscaldava, per la rabbia. Uscì dalla stanza. Lo inseguii, fino alla porta, urlandogli dietro, mentre si allontanava per il corridoio.

“Io però sono sempre la stessa…Con chiunque altro sarebbe la stessa cosa…Sai che è una cosa che non sono in grado di controllare…”

Lui si fermò, voltandosi. I suoi occhi si fissarono nei miei, mentre il suo volto si irrigidiva “La colpa è più sua che tua…” rispose, la voce irritata. “Se non avesse fatto quello che ha fatto, tu…”

“Io, cosa?!?” lo interruppi subito, mentre le lacrime di rabbia iniziavano ad offuscarmi la vista e ad irritarmi la vista “Non puoi incolpare lui. La colpa è mia che non sono riuscita a controllarmi…” Un brivido mi percorse la spina dorsale “Il mostro sono io…”

Mio fratello tacque, avvicinandosi velocemente. Mi mise una mano sulla spalla “Non sei un mostro…” disse, tentando di rassicurarmi.

“Dimentichi forse che sono stata io a farlo finire in ospedale…? Non il contrario…” conclusi, fissandomi le scarpe.

Sentii la sua presa farsi più stretta mentre replicava “Lui però se l’è cercata…”

Sospirai. Rialzando gli occhi, incontrai il suo sguardo “Non voglio che accada più…” iniziai “…non voglio sentirmi più così…non voglio più fare del male a nessuno…”

“…Non è detto che accadrà ancora…” ricominciò lui, tentando di farmi ragionare.

“Invece si. Se vuoi davvero aiutarmi, tieni i tuoi amici lontani da me…” conclusi, rientrando nella stanza.

“…Mi hai detto cosa non vuoi, non ciò che vuoi…” urlò lui, mentre socchiudevo la porta.

Sorrisi triste, fermandomi un istante. “Ciò che voglio?!?” iniziai “…A volte dubito fortemente che esista…”

Mi fissò, serio, gli occhi tristi su di me.

Tienili lontani da me…non voglio ferirli…Ti prego…”

Tlack.

Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, mi lasciai scivolare a terra. Ripensando al passato, una lacrima cadde sul pavimento.

 

Continua…

 

 

Hallo! Come dicevo ieri, questa fanfiction è più che altro un esperimento, nel senso che non ho la più pallida idea di come si svilupperà la storia. Essendo poi la mia prima fanfiction originale, probabilmente anche l’unica, scusate se mostrerò la mia incapacità! Comunque farò del mio meglio!

Voglio ringraziare molto Sefiri e Chibimiky! Viel, viel Dank^^!!!

  
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