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Autore: ___Page    07/11/2014    2 recensioni
Raccolta di OS, nate da un gioco su whattsapp.
Loro mi dicono una parola.
Io scrivo una cag... storia.
AU e non. IC non garantito.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Prompt: Asociale
Coppia: Law x Margaret
Au: Sì 



 
ASOCIALE



Lo fissava con interesse, mortalmente curiosa di sapere cosa gli passasse per l'anticamera del cervello ogni volta che si chiudeva in se stesso a quel modo.
Avrebbe pagato non sapeva quanto per potersi scambiare con lui anche solo una volta. Quella sua apatia, quel suo isolarsi dal mondo, non avevano senso ai suoi occhi forse un po' ingenui.
Trafalgar Law, all'apparenza, aveva tutto.
Era considerato il ragazzo più bello della scuola, aveva dimostrato più volte di avere cervello e voglia di imparare, un giro di amici leali e che lo consideravano il loro leader e progetti ben precisi per il proprio futuro.
No, non capiva proprio cosa avesse da essere così depresso.
E se c'era una cosa a cui Margaret non sapeva resistere, era soddisfare la propria curiosità.
Il che era un bel problema dato che lei era una delle poche privilegiate che potesse definirsi amica del ragazzo, sia tra le compagne della classe che nel resto del liceo. E lui le aveva già spiegato più volte che il suo essere asociale non nasceva per forza dal sentirsi depresso o a disagio.
A volte, semplicemente, aveva voglia di stare solo. Quel giorno, per esempio, era una di quelle volte.
Sapeva Margaret che difficilmente avrebbe ottenuto qualcosa di più. Il fatto di essergli amica le garantiva da parte sua il massimo grado di apertura e onestà che Law concedeva a chi gli stava intorno.
Poteva dire di conoscerlo bene almeno quanto il suo migliore amico Penguin.
E sapeva che né lei né Penguin avrebbero cavato facilmente qualcosa da quel pezzo di ghiaccio con le gambe ma, per un qualche motivo, Margaret si rifiutava di lasciar perdere.
La campanella dell'intervallo trillò puntuale come sempre e Margaret lo vide abbassarsi meccanicamente per estrarre l'mp3 dallo zaino deciso a restare isolato anche per quei dieci minuti.
Purtroppo per lui, però, non aveva fatto i conti con la sua ingenua e dolce amica.
-Ehi!- lo salutò la ragazza, saltando praticamente sul suo banco e accavallando le gambe senza malizia.
Law si limitò a squadrarla truce, comunicandogli con gli occhi che non voleva essere disturbato.
Comunicazione che fallì miseramente, ignorata deliberatamente dalla destinataria.
-Facciamo qualcosa nel pomeriggio?!-
Il ragazzo provò a rispondere con un grugnito ma ottenne solo di farle sgranare gli occhi e piegare il busto verso di lui.
-Cosa?!- domandò Margaret sinceramente perplessa.
-Ho detto che non ho tempo!- ripeté a denti stretti, l'impazienza che cresceva dentro di lui a dismisura.
-Oh! Che devi fare?!- domandò, per niente scoraggiata.
Law la guardò quasi indignato per quella sua invadenza e quel suo chiedere informazioni come se una risposta le fosse dovuta. Ma si rendeva anche contro che, in fondo, era stato lui a permettere a Margaret di avvicinarsi tanto. Troppo. E ora non poteva pretendere. Erano amici, era normale porsi simili domande tra loro.
-Vado alla mostra di anatomia in centro- rispose atono, tornando a fissare il muro.
Sperava che trattandola con sufficienza si sarebbe stufata e se ne sarebbe andata. Di certo non si aspettava che reagisse con così tanto entusiasmo.
-Anche io voglio andarci!- esclamò -Ci andiamo insieme?-
Law la guardò incredulo.
Da quando in qua le interessava l'anatomia?!
Ma Margaret era interessata qualsiasi cosa e suscitasse la sua curiosità.
Compreso lui.
Ecco perché era lì. Non perché volesse davvero passare del tempo con lui ma solo perché era curiosa di capire cosa gli passasse per la testa.
Ciò che aveva visto quella mattina gli tornò alla mente più vivido che mai e sentì la rabbia riprendere a scorrere nelle sue vene.
Mentre la ragazza ancora parlava, perse il controllo della sua bocca da cui uscirono parole che mai avrebbe potuto pensare realmente.
- Margaret falla finita! Non ci vengo con te alla mostra! Anzi lasciami in pace! Lo vuoi capire che non ti sopporto?-
Fu peggio di una coltellata.
Gli occhi le si riempirono di lacrime in un secondo e un attimo dopo sfrecciava verso il bagno, arrendendosi ai singhiozzi mentre Law fissava il punto dove poco prima stava l'amica, sconvolto da ciò che aveva detto.
Era stata proprio la sua voce a pronunciare quelle parole?!
Insultandosi da solo, con i peggiori epiteti a cui riuscisse a pensare, uscì di volata dalla classe, riuscendo a individuare la testa bionda dell'amica un attimo prima che sparisse nel bagno delle ragazze.
Dovette aspettare giusto un paio di minuti, la fine dell'intervallo, per poter entrare indisturbato e senza rischiare di venire aggredito da qualche allupata compagna di scuola.
Non fu difficile trovarla, bastò seguire i suoi singhiozzi che lo stavano lentamente uccidendo. Si fermò davanti alla liscia superficie della porta della terza cabina. Chiuse gli occhi e strinse i pugni nel sentirla piangere così disperata.
Stronzo! Era solo uno stronzo! Solo uno stronzo avrebbe potuto far piangere una ragazza stupenda come lei!
Prese un profondo respiro.
-Margaret- la chiamò
-V-vai via!- riuscì a rispondere appena prima di un'altra scarica di pianto.
-Senti, io...-
Ma non riuscì a dire altro.
Sotto il suo sguardo scioccato una Margaret piangente e furibonda spalancò la porta obbligandolo a indietreggiare mentre gli vomitava addosso la sua disperata rabbia.
-Non mi sopporti! Sì l'ho capito! E sono una cretina, perché sai cosa non sopporto io? Di vederti da solo, isolato e apatico in un angolo! Mi fa stare male vederti così! Ma forse te lo meriti perché sei uno stronzo! Ma poi si può sapere cosa ti ho fatto?!- concluse ricominciando a piangere senza ritegno.
Law era interdetto.
Una cosa così non l'aveva mai vista ma, soprattutto, era rimasto colpito dalle parole della ragazza.
Perché non era cosa da poco quella che aveva appena sentito. Era qualcosa che smentiva la conclusione a cui era giunto neanche tre ore prima e che gli aveva rovinato la giornata facendogli venire voglia di odiare il mondo e stare solo.
-Non è che non sopporto te...- cominciò stranamente titubante e facendole sollevare il viso umido e appiccicaticcio -... Non sopporto vederti...-
Si interruppe, sfregandosi gli occhi con pollice e indice
-Stamattina ti ho visto parlare e ridere con Gladius e sembravate così intimi. Per quello ero arrabbiato e apatico- ammise tutto d'un fiato, tornando a guardarla.
L'espressione di Margaret era indecifrabile ma era chiaro che stesse elaborando quello che aveva appena sentito.
Law aprì la bocca per chiamarla di nuovo ma non fece in tempo a emettere una sola sillaba che si ritrovò Margaret tra le braccia che lo baciava come una disperata. Rispose con trasporto, stringendola a sé, trovando le energie perdute quella mattina.
Quando si staccarono per prendere aria Margaret si limitò a proferire tre parole contro la sua bocca prima di tornare a baciarlo.
-Sei un cretino-
Ma non perse altro tempo, troppo felice per avere capito. Per avere finalmente capito cosa era mancato a Trafalgar Law fino a quel momento per giustificare i suoi momenti no. Felice che quel qualcosa fosse proprio lei.
  
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