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Autore: ___Page    07/11/2014    2 recensioni
"Lo sai cucinare è un po’ come fare musica. Ci vuole il giusto equilibrio fra tutti gli ingredienti per ottenere il dolce perfetto, proprio come ci vuole equilibrio tra le note e tra gli strumenti che le suonano per trovare la melodia perfetta.
Un giorno creerai la tua ricetta, lasciando tutti a bocca aperta e quello sarà il tuo spartito più bello."
*Fan Fiction partecipante al Fluff Fest Challenge*
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Titolo: Equilibrio
Autore: Piper_Parker
Fandom: One Piece
Personaggi: Sabo, Koala
Paring: SaboxKoala
Genere: Fluff
Rating: Verde
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eiichiro Oda che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in One Piece, appartengono solo a me.” 
Tabella: Autunno
Prompt: Equilibrio
Note: La vellutata di carote!!! Non ho idea di che sapore abbia, in realtà volevo metterci quella di zucca ma essendo ormai dicembre nella storia mi pareva fuori stagione! Non posso credere di essere già al penultimo capitolo! Quanto adoro questi due?! Quanto?! Troppo! Dedico il capitolo a tutti gli amanti della vellutata di carote e di quella di zucca e a tutti coloro che stanno attraversando un periodo di insicurezza in se stessi. Credete sempre nelle vostre capacità! Buona fluffosa lettura! Piper. 







 
EQUILIBRIO



Rigiro la vellutata di carote con fare svogliato.
Non so nemmeno perché sto perdendo tempo a cucinare, tanto non ho fame.
Ma devo sforzarmi di mangiare, se avessi dato retta al mio appetito non metterei niente nello stomaco da due settimane.
So che è tutta colpa di quello sciocco litigio, se poi si può definire così visto che una discussione vera e propria non c’è nemmeno stata.
Quando l’ho visto flirtare con quella ragazza al parco non so cosa diavolo mi sia preso, ho sentito l’impulso di andarmene e non sarebbe stato neanche un così grande problema se solo non mi fossi messa a correre anziché voltarmi quando lui mi ha richiamata.
O se non avessi smesso di andare al parco dopo il lavoro.
O se avessi risposto a uno dei suoi messaggi o delle sue telefonate.
La verità è che mi manca ma l’idea di vederlo mi provoca una sensazione di nausea e mi sega le gambe.
Non capisco cosa mi prenda.
Non è colpa sua, perché mai dovrebbe farmi questo effetto?!
Sto bene con lui, come non sono mai stata con nessuno dei miei amici.
Mi sembra di sentire la sua voce che canta a ogni angolo di strada e il suo odore ovunque.
Sospiro, ripensando a quello che mi ha detto mia sorella Robin al telefono.
Secondo lei ci sono solo due possibilità.
O sto impazzendo.
O sono innamorata di lui e la mia è solo sana e normale gelosia. 
Sospiro, spegnendo il fuoco sotto la pentola e ripensando all’episodio di alcuni giorni fa.
È inutile girarci intorno, quando l’ho visto con quella ragazza ciò che ho provato è stata prima delusione poi fastidio e infine panico.
In una parola, gelosia.
Il che implica una sola plausibile conclusione.
Ma se davvero è così, se davvero sono innamorata di lui, forse è meglio davvero non vederlo più.
Ci penserà il tempo a farmelo dimenticare e a rimarginare le ferite.
Insomma, l’ho visto bene lo sguardo che ha rivolto a quella ragazza, era così intenso, luminoso, quasi rapito.
Lo conosco bene, è lo stesso sguardo che mi ha rivolto la prima volta che ha capito che ero lì per ascoltare la sua canzone.
Sgrano gli occhi, colpita da una rivelazione.
Kami!
Ma…
Vuoi vedere che…
Okay, okay!
Calmiamoci!
L’opzione più plausibile è ancora quella del flirt, non voglio illudermi, però, forse, quella ragazza si è solo avvicinata per complimentarsi.
Insomma, in fondo non riceve spesso di queste soddisfazioni!
Io sarò anche la sua fan numero uno e assidua sostenitrice però è normale che anche altre opinioni, e anzi soprattutto quelle, soprattutto quelle di gente sconosciuta, gli facciano tanto piacere.
Mi giro verso il tavolo della cucina e un ricordo mi colpisce.
Risale a circa tre settimane fa, quel sabato pomeriggio che mi sono impuntata a fare i soufflé per stupire Sanji e lui mi ha fatto un’improvvisata proprio mentre sfornavo il mio quarto fallimento, in preda allo sconforto.
 
-È inutile! Non sono tagliata per fare la pasticcera! Lunedì mi licenzio!- esclamo furibonda, scaraventando la teglia sul tavolo.
-Koala, calmati!- mi dice seguendo i miei movimenti a occhi sgranati –Andiamo, a tutti può capitare di non riuscire a…-
-È la quarta volta che ci provo Sabo! La quarta volta!- dico, fuori di me, sottolineando anche il numero con le dita.
Mi appoggio con le mani al tavolo, fissando con sguardo sconsolato i miei aborti al cioccolato, collassati su se stessi.
-I soufflé non sono facili da cucinare, che io sappia- mi fa notare con calma.
-No infatti…- mormoro, senza più nemmeno un briciolo di verve ora che l’arrabbiatura è sparita, lasciando il posto alla depressione -… Sanji dice che bisogna sentirselo quando sono pronti. Che con il timer non si fanno i soufflé ma con l’istinto sì e io quell’istinto non ce l’ho! Ergo, non sarò mai una pasticcera!-
-Sei migliorata molto in questi mesi!-
-Ma non sarò mai una pasticcera!- ribadisco, ancora di spalle alla porta.
Non mi accorgo che si avvicina finché non sento il suo respiro sul collo.
-Ferma lì- mormora, posando le mani sulle mie spalle e facendomi rabbrividire -Chiudi gli occhi-
Ubbidisco, cercando di mantenere il respiro regolare.
-Devi avere pazienza, Koala. Sei brava coi dolci, davvero. Si vede che ti appassiona questo lavoro ma non puoi imparare tutto in sei mesi- la sua voce è come un balsamo che mi cura e rilassa al tempo stesso -Lo sai cucinare è un po’ come fare musica. La cosa più importante di tutte è trovare il giusto equilibrio-
Mentre parla sposta lentamente i palmi lungo le mie braccia, accarezzandomi piano e io mi sento in paradiso.
Non voglio riaprire gli occhi o allontanarmi da lui.
-Ci vuole il giusto equilibrio fra tutti gli ingredienti per ottenere il dolce perfetto, proprio come ci vuole equilibrio tra le note e tra gli strumenti che le suonano per trovare la melodia perfetta. È come camminare su una corda tesa rischiando di cadere per una vibrazione sbagliato o un granello di zucchero di troppo. Ma anche quando si raggiunge l’equilibrio c’è ancora una cosa importante da considerare-
-Q-quale?!- domando a corto di fiato.
Si avvicina al mio orecchio, sfiorandomi il lobo.
-Il ritmo. Uno dei miei primi spartiti era una splendida musica ma io ho sbagliato completamente il ritmo. Di recente l’ho riadattata e ne è venuto fuori un pezzo che conosci molto bene e che è mille volte meglio dell’originale-
Non parlo, mentre lui continua a fare su e giù lungo le mie braccia e io mi lascio andare con la schiena contro il suo torace.
-La canzone per il tuo compleanno. Il punto è che non avrei mai potuto riadattarla come ho fatto senza conoscerti perché in questo caso il metronomo che ho usato è stato il ritmo del tuo cuore-
Sto per riaprire gli occhi a quelle parole ma lui intreccia le sue mani con le mie e io decido di restare in paradiso ancora un po’.
-Queste sono le mani di un’artista e tu devi semplicemente cucinare così come vivi, seguendo il ritmo del tuo cuore e vedrai che i soufflé diventeranno il tuo cavallo di battaglia. E un giorno creerai la tua ricetta, lasciando tutti a bocca aperta e quello sarà il tuo spartito più bello. Ma devi crederci. Io credo in te Koala, perché non cominci anche tu a credere in te stessa?!-
 
Interrompo il ricordo.
Non so per quale motivo non gli sono saltata al collo baciandolo ovunque.
Preferisco non pensarci a dirla tutta, perché finirei per darmi della stupida più di quanto non stia già facendo.
Lui è stato così comprensivo con me, sopportando i miei sbalzi di umore e i miei momenti di sfiducia con pazienza.
E lo ha fatto perché ha capito anche prima di me che questa piccola avventura culinaria, cominciata per noia, è diventata il mio sogno.
Quando Sanji mi ha lasciato intendere che potrebbe volere un socio entro un anno con cui dividere la quota della pasticceria, ho capito che questo è quello che voglio davvero fare.
E lui mi ha sostenuta come un vero amico e forse, lo spero dentro di me, come anche qualcosa di più.
Mentre io mi sono legata al dito una sua reazione assolutamente normale e comprensibile a un complimento.
Sempre che di quello si sia trattato.
Ma non posso starmene qui con il dubbio di averci messo molto più di quello che effettivamente c’era nello sguardo che ha rivolto a quella ragazza.
E comunque è meglio se mi abituo.
Perché, quando avrà finalmente successo, le ragazzine urlanti e innamorate che lo circonderanno saranno sempre di più e, se è vero che voglio stare con lui e i Kami sanno quanto sia vero, sarà bene che cominci a farci i conti.
Devo trovare il giusto equilibrio.
Nella vita come in cucina.
Per lui come per i dolci.
Sono stata sciocca, sono un soufflé che è voluto uscire dal forno troppo presto ma ora sono pronta.
Ora so che ciò che voglio essere è una pasticcera e la donna di Sabo.
E non rinuncerò a nessuna delle due cose senza lottare. 
  
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