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Autore: katyjolinar    07/11/2014    1 recensioni
Un incidente con uno Skrill trasporterà i nostri eroi in un mondo per loro poco conosciuto, che li porterà a conoscersi meglio di quanto pensassero
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hiccup entrò in casa, guardandosi intorno. La casa di Astrid era silenziosa, nessuno, a parte lei, la abitava più da anni.
Tanto meglio, almeno così nessuno, lì dentro, avrebbe notato le stranezze nel suo comportamento.
Si sentiva stranamente stanco. La botta di adrenalina, dopo lo shock, era finita, e ora cominciava a sentire la stanchezza; non credeva che Astrid si stancasse così facilmente, ma evidentemente era uno degli inconvenienti dell'essere una ragazza.
Sospirò, andando in camera, poi si sedette sulla cassapanca, vicino al tavolino da toeletta con lo specchio e si guardò le mani.
Erano piccole. Era strano avere delle mani così piccole. Ed erano lisce, non erano come le sue, che erano ruvide e piene di calli, a causa del lavoro in bottega. Erano belle, bianche, con le unghie curate.
E le braccia erano esili, quasi davano l'impressione di essere deboli,ma Hiccup lo sapeva bene che non lo erano: le braccia di Astrid erano in grado di tirare pugni invidiabili!
Si passò una mano sui capelli, sciogliendo la treccia e guardando quei fili dorati che cadevano sulle spalle della ragazza allo specchio. Wow! Stava proprio bene! Aveva sempre sognato di vederla così, e ora... caspita! Era proprio bella!
Si alzò di nuovo, e percepì un dolore fastidioso alla pancia, sotto l'ombelico. Sopportabile, ma fastidioso.
Pensò che fosse a causa dello shock subito e della stanchezza, quindi decise di prepararsi un bagno, per lavarla via. Entrando nella casa aveva notato, in un angolo, una lunga vasca, che sicuramente Astrid usava per lavarsi.
Prese una grossa pentola e la riempì d'acqua, quindi la mise sul fuoco a scaldare. Intanto si sarebbe anche scaldato l'ambiente e, con calma, si sarebbe potuto preparare.
Tornò in camera e aprì le cassapanche e i bauli appoggiati alle pareti, cercando ciò di cui aveva bisogno. Era imbarazzato, rovistare tra la biancheria personale di quella ragazza non era esattamente una delle cose che avrebbe mai fatto, sebbene avesse sognato più di una volta di togliergliela di dosso e far l'amore con lei.
Si bloccò un momento, cercando di calmarsi. Sapeva fin troppo bene quale reazione aveva il suo corpo quando faceva certi pensieri su quella ragazza, ma per fortuna quel nuovo corpo era diverso, e l'unica cosa che sentì fu un brivido di eccitazione dietro la schiena... oltre a quel fastidioso mal di pancia che sembrava diventare ogni momento più forte e difficile da ignorare.
Prese velocemente un telo da toeletta e i vestiti puliti di cui aveva bisogno, poi tornò in cucina e svuotò la pentola d'acqua bollente nella vasca, aggiungendo acqua fredda finché la temperatura non fosse stata gradevole.
Si spogliò, buttando i vestiti da lavare in un angolo, e si immerse nell'acqua.
Si rilassò, o almeno ci provò, perché il mal di pancia lo distraeva parecchio. Ma davvero Astrid aveva certi dolori? Come faceva a sopportarli?
Doveva cercare di estraniarsi dal dolore, quindi prese a osservare il suo nuovo corpo.
Due gambe lunghe. Due... non era più abituato ad avere due gambe complete, era una sensazione strana... mosse le dita del piede sinistro, erano sottili, proporzionate a quel piedino minuscolo rispetto al suo. I polpacci erano sodi, non troppo muscolosi, adatti alla corporatura esile di quella ragazza, ma allenati da anni a cavallo di un drago, come anche le cosce.
E poi il seno, sempre coperto da quei maglioni che mascherano un po' il fisico, non si era mai reso conto di quanto fosse prosperosa la bionda; sì, aveva immaginato spesso di vederla così, ma questo andava oltre ogni sua immaginazione!
Cavolo se era bella! Era stupenda!
Ma i suoi pensieri furono interrotti da qualcosa che vide nell'acqua. Cautamente si tirò su, afferrando il telo e avvolgendoselo attorno al corpo, per asciugarsi, poi si guardò, con attenzione, notando qualcosa sulle cosce.
Guardò meglio e... Oh, Sacri Dei del Wallhalla! Sangue!
"Oh, Dei..." balbettò, in preda al panico, camminando agitato per la stanza, ancora avvolto nel telo da toeletta "Oh, Dei... Non sono stato attento e l'ho ferita... Oh, Sacri Dei... mi ucciderà! No, non può, questo e il suo corpo, ma potrebbe far male al mio... Ohddeisantissimi! Che mal di pancia! Ma come fa? No, è meglio se vado a stendermi... non posso ragionare in queste condizioni..."
Detto questo, andò spedito verso la camera e si buttò sul letto, senza neanche rivestirsi.
Il mal di pancia era forte, gli impediva di fare qualunque cosa. Sentì la porta d'ingresso aprirsi e il suono di un passo zoppicante di una persona con una protesi in ferro avvicinarsi spedita alla stanza, ma non si mosse, restando steso sul letto, in posizione fetale, con le mani sulla pancia e il viso affondato sul cuscino. Sicuramente era Astrid che voleva chiedergli qualcosa riguardo al suo corpo, o giù di lì, ma in quel momento non gli importava, voleva solo che quell'emorragia e quel forte dolore alla pancia passassero.
Infatti Astrid entrò, fermandosi sulla porta e puntando il dito contro di lui.
"Senti un po', tu!" cominciò, ma si bloccò appena lo vide in quella posizione, quindi sembrò calmarsi e si avvicinò cauta al letto "Hiccup? Che succede? Stai bene?" domandò, preoccupata, posandogli una mano sul braccio.
Hiccup la spostò, girandosi verso di lei. Gli faceva ancora strano vedere il proprio viso fissarlo con quell'espressione preoccupata tipica di Astrid, ma doveva abituarcisi.
"Scusa, Astrid..." sussurrò, tirandosi su e cercando di coprirsi meglio con il telo, poiché conosceva bene le reazioni del proprio corpo quando Astrid era nelle vicinanze e voleva evitare ulteriori imbarazzi "Devo aver fatto qualcosa di sbagliato... io non so... è che... un'emorragia..."
Astrid lo fissò, confusa, mentre lui si stendeva di nuovo, in posizione fetale, tenendo le mani sulla pancia, ma poi la giovane sembrò capire e sospirò, passandosi una mano sul volto.
"Sacri Dei... è vero..." disse "doveva arrivarmi il ciclo..." Hiccup la fissò, interrogativo e lei spiegò "Quello che stai avendo adesso: un'emorragia, con annessi mal di pancia, stanchezza cronica e possibile cattivo umore. È una cosa che succede a tutte le donne, ogni mese, e dura tre giorni consecutivi."
"Fantastico..." commentò il ragazzo, sarcastico, mentre Astrid apriva uno dei bauli e tirava fuori quello che sembrava un paio di slip di stoffa spessa "Ma come fai a sopportarlo?"
"Devo. È la natura." spiegò, poi gli passò l'indumento "Metti questo. È un assorbente, ce ne sono altri dentro del baule, dovrai cambiarti spesso, e lavarli ogni volta, così puoi riutilizzarli. Ora vestiti, se no ti prenderai un accidenti!"
Hiccup si tirò su ed eseguì, rivestendosi, poi si sedette sul letto, con l'espressione dolorante e le mani sulla pancia. Astrid si sedette accanto a lui e, senza dire nulla, gli posò il palmo sulla pancia, massaggiando delicatamente.
Il ragazzo fece un sospiro di sollievo: la mano era calda, e quel movimento ritmico e delicato gli fece gradualmente passare il dolore. Si rilassò, posando la testa su quello che fino a poche ore prima era il suo petto e chiudendo gli occhi.
La ragazza lo lasciò fare per un po', ma poi si fermò, lo prese delicatamente per le spalle e lo allontanò.
"Ehm, Hiccup..." disse Astrid, con voce leggermente imbarazzata "Fossi in te eviterei certe cose... il tuo corpo ha delle reazioni... strane..."
"Te ne sei accorta, eh?" esclamò il giovane, sorridendo sarcastico.
"Ma fa sempre... così?" si lamentò lei, indicando la situazione imbarazzante.
Hiccup la fissò, poi distolse lo sguardo, arrossendo.
"Cerca di pensare a qualcosa di rilassante." suggerì "Di solito funziona."
La giovane chiuse gli occhi, facendo dei respiri profondi, finché la situazione non tornò alla normalità, quindi guardò l'amico di traverso.
"Tu sei un porco!" esclamò, finalmente.
"Oh, scusa..." rispose l'altro, alzando gli occhi al cielo "Scusa tanto se sono un uomo, e quando sono vicino ad una donna il mio corpo ha delle reazioni involontarie!"
Astrid borbottò qualcosa di incomprensibile, stringendo i pugni, infine fece altri respiri profondi e si calmò.
"Da soli non possiamo farcela." sentenziò "Se dobbiamo gestire questa situazione dobbiamo aiutarci a vicenda."
"Hai ragione... non è semplice gestire da solo un corpo che non conosci..." ammise il ragazzo "Dobbiamo inventarci qualcosa..."
"Tuo padre quanto tempo starà via?" domandò la giovane, cercando di riordinare le idee.
"Non lo so... non meno di un mese." rispose Hiccup, tirandosi indietro i lunghi capelli che gli ricadevano in faccia.
"Bene, allora sarà il caso che io mi trasferisca da te per un po'." disse Astrid, mettendosi meglio e intrecciando i lunghi capelli che poche ore prima erano i suoi "Come quando lavoriamo sulle esercitazioni dell'Accademia. Nessuno sospetterà niente."
"Speriamo..." sospirò il giovane, lasciandola fare "Speriamo davvero."
Astrid sorrise e finì di intrecciargli i capelli, infine lo aiutò a preparare tutto ciò di cui aveva bisogno e, insieme, andarono a casa Haddock, preparandosi a quella strana convivenza che avrebbero dovuto affrontare.
   
 
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