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Autore: giny    07/11/2014    2 recensioni
La storia si svolge in un universo alternativo. Harry è un pirata, che vuole vendicarsi contro il re Giorgio I d'Inghilterra e un giorno, meditando un attacco alla nave inglese, la soluzione sembra cadere dal cielo, sottoforma di un avvenente aristocratico... spero di avervi incuriositi, buona lettura! :)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Salve a tuttiiiii :) eccomi tornata con una Drarry long, dopo la lunga serie di oneshot e flashfic a cui mi sono dedicata negli ultimi mesi.
Devo dire che non ero decisa al 100% ad iniziarne una, a causa di impegni di vario genere, ma una scintila è scattata e ho dovuto assecondarla. In merito a ciò voglio ringraziare la mia tesora Simona, poichè la trama è di sua invenzione ed è giusto citarla (grazie Simo :**** <3) ed è a lei che dedico questa storia :) e adesso la smetto o rischio di dilungarmi. E niente, spero che anche questa storia vi piaccia, spero che la seguirete in tanti e ricordate che una recensione è sempre gradita se vorrete lasciarne una :) baci e alla prossima!!!!! :****








Era una giornata tranquilla, nel mare dei Caraibi. Piacevolmente soleggiata, il cielo terso, di un colore che rispecchiava l'idea stessa di azzurro.                                                               
La Saetta, grande e imponente, scivolava placida sulla distesa turchese e liscia, simile ad olio, sventolando fiera la bandiera color rosso e oro, la quale celava la temibile Jolly Roger al suo interno.
Ogni uomo della ciurma era impegnato nelle proprie occupazioni e il capitano, sul ponte della nave, scrutava l'orizzonte coi suoi occhi verde smeraldo, verde come i fondali di quei mari che tante volte aveva solcato ma che, nonostante ciò, riuscivano sempre a mostrare una loro nuova sfaccettatura.
Attendeva.
Attendeva il momento in cui la nave Inglese avesse fatto breccia all'orizzonte e lui avrebbe avuto fra le mani il futuro non solo suo, della sua ciurma, ma anche di tutti quegli uomini che, come lui, erano stati delusi e messi all'angolo dalla società, diventando così dediti alla pirateria.
Chiuse gli occhi e inspirò profondamente quell'odore tipico di salsedine e di mare, di cui tutto, dalla nave ai suoi vestiti perfino, era pregno.
Fu riscosso dalla voce del timoniere.
-Capitano, c'è una nave all'orizzonte!
Il capitano prese il cannocchiale per osservare meglio la nave; portava, sulle sue vele, il simbolo della marina inglese: al centro la corona, attorno alla quale delle corde si intrecciavano, sembrando un groviglio di serpenti e il tutto era incorniciato da stelle dorate, rappresentanti gli stati appartenenti all'Inghilterra.
-E' la nave del re. Prepariamoci. Issate la Jolly Roger!- disse, dirigendosi verso il suo alloggio, mentre Louis, il timoniere, radunava la ciurma.
Preparò le armi, le spade e la sua fidata pistola, che non lo aveva mai abbandonato e non aveva mai fallito.
Louis entrò, spalancando la porta.
-Ci stiamo avvicinando alla nave, capitano.
-Bene, caricate i cannoni e attaccate.
-Subito, signore.
Si prese un momento per pensare a cosa lo attendesse fuori da quella stanza e alla svolta che quel giorno avrebbe significato nelle vite di tutti loro.
Quando uscì, cercò gli occhi del fidato Louis, i due si scambiarono un cenno di assenso col capo e il timoniere diede loro l’ordine di sparare.
Il pirata srotolò il cannocchiale e osservò la nave nemica. Ad ogni colpo, la sua Saetta sussultava, così come la nave avversaria e i nemici, impreparati, percorrevano più e più volte il ponte, nella spasmodica ricerca di un modo per contrattaccare.
Quando furono abbastanza vicini, una passerella di legno fu piazzata a collegare i ponti delle due navi. Fu l’inizio della fine.
I pirati mietevano vittime, avanzando impietosi e facendosi strada fra i marinai, che, esanimi, si accasciavano, aprendo un varco ai corsari.
In poco tempo, l’immagine paradisiaca e idilliaca del mare scomparve, lasciando spazio a uno scenario orrendo, fatto di cadaveri e ad una distesa non più azzurra e limpida, ma densa e traboccante di sangue.
Quando tutta la marina reale sembrava ormai sterminata, un pirata fece ritorno con due uomini.
-Capitano, ce ne sono altri due.
L’uomo, stremato dallo scontro, si voltò.
-Cosa dobbiamo farci?- chiese di nuovo quello, tenendo stretti gli uomini dal bavero delle giacche.
Il capitano si riscosse, distogliendo i suoi occhi verdi da due color piombo, impauriti ma pur sempre fieri, che si erano incatenati nei suoi all’improvviso, senza un perché.
-Loro saranno nostri prigionieri. Portateli nella cella.
L’uomo fu sul punto di avanzare, ma venne bloccato da una voce, giovane e un po’ tremante.
-Chi siete?- chiese il più giovane dei due prigionieri, il ragazzo con gli occhi grigi.
-Questa domanda non spetta di certo ai prigionieri. Piuttosto, voi chi siete?
Il ragazzo ebbe un sussulto, ma si fece forza.
-Sono Draco Lucius, nipote di re Giorgio I e unico erede al trono- rispose, con altezzosità.
-Bene, vostra altezza. Questa su cui vi trovate è la Saetta ed io sono il suo capitano. Capitano Harry James Potter, per servirvi –disse, con un sarcastico inchino- e voi, adesso, mi appartenete.
   
 
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