Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: SaraJLaw    07/11/2014    3 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo X


<< Insomma com'è andata l'altro giorno in libreria? >>

<< Le hai chiesto di uscire? >>

<< Vi siete già baciati? >>

Christian sentiva la testa girare, tempestato com'era dalla miriade di domande sfacciate di Elizabeth e Georgina. Lanciò alle ragazze un'occhiata disperata prima di iniziare ad asciugare i bicchieri che aveva appena lavato.

<< Non vi pago per farmi l'interrogatorio! >> esclamò, fingendosi arrabbiato ma fallendo miseramente.

<< Oh ma dai! Sappiamo che ci vuoi bene. >> replicò Elizabeth mentre gli dava un pugno scherzoso sul braccio.

<< Sai che a noi puoi dire tutto, quindi parla! >> disse a sua volta Georgina, inarcando un sopracciglio.

Il loro capo, consapevole del fatto che non avrebbe avuto scampo, sospirò e un sorriso gli prego le labbra appena ripercorse con la mente il pomeriggio trascorso in libreria.

<< Non ci siamo baciati e vorrei chiederle di uscire, farle vedere un po' la città. Però non voglio affrettare le cose. >>

Georgina gli toccò la spalla per attirare la sua attenzione.

<< Che vuoi dire? >>

Christian lasciò vagare lo sguardo per il locale mentre pensava alle parole giuste.

<< Per qualche motivo Elsa è, non so, speciale e non voglio rovinare tutto. Non è come tutte le altre. >>

<< Oh mio Dio. >> disse Elizabeth, sorpresa. << Chris, ti stai innamorando di lei? >>

<< Innamorando? No! Voglio dire... Penso che potrei. >> rispose il ragazzo, abbassando lo sguardo.

Georgina rise e si avvicinò a Elizabeth, allontanandola dal retro del bancone.

<< Parli del diavolo... >>

Christian inizialmente non capì, ma quando seguì lo sguardo delle sue amiche il cuore cominciò a battere più velocemente perché, lì nel bar, era appena entrata la ragazza di cui aveva appena confessato di potersi innamorare.

Elsa si stava avvicinando e i suoi penetranti occhi blu ghiaccio erano incatenati ai suoi e lo osservavano con incertezza e al tempo stesso divertimento. Mentre la ragazza veniva verso di lui, Christian si ritrovò a pensare che mai si era sentito così emozionato, felice, impaziente e nervoso in presenza di una donna, nonostante si fossero frequentati pochissimo; proprio per quel motivo voleva procedere per gradi, desiderava conoscere quella giovane misteriosa, indipendentemente dalla piega che avrebbe eventualmente preso il loro rapporto. In cuor suo sperava di non metterla mai in imbarazzo o di comportarsi male, anche involontariamente.

Magari respirare e non sembrare un idiota totale sarebbe un buon inizio.

<< Ciao Christian. >>

Venne riportato alla realtà dalla dolcezza della sua voce, che aveva accarezzato il suo nome come un guanto di velluto. Lo stava osservando con un sorrisetto divertito e la testa inclinata di lato, in attesa di una risposta. Lui non era una persona timida ma con Elsa si sentiva strano, come se effettivamente si trovasse in presenza di una ragazza che era qualcosa di più di quel che dava a vedere. Dato che il silenzio stava diventando imbarazzante, Christian sfoderò il suo onnipresente sorriso e chinò leggermente la testa in avanti, come per accennare un piccolissimo inchino.

<< Buongiorno. È da un po' che non ci si vede. >>

Elsa rise coprendo istintivamente la bocca con una mano.

<< Non ci vediamo solo da due giorni, non è così tanto in fondo. >>

Christian posò le mani sul bancone e vi si appoggiò, assumendo una posa rilassata. Guardò la ragazza negli occhi e parlò con una sincerità che, per un attimo, sorprese anche lui.

<< Vero, ma sono stati due giorni dannatamente lunghi. >>

Elsa, chiaramente, non si aspettava quelle parole e abbassò lo sguardo mordendosi il labbro, ma poi alzò nuovamente la testa e gli sorrise timidamente mentre anche lei, con i gomiti però, si poggiava al bancone. Era la prima volta in cui non la vedeva con la schiena perfettamente dritta.

<< Per fortuna ora sono qui. >> disse la ragazza, continuando a sorridere. << Potrei avere un caffè, per favore? >>

Christian annuì e si mise subito all'opera; mentre aspettava che la tazzina si riempisse la sua attenzione venne momentaneamente catturata da Georgina ed Elizabeth, che gli facevano cenni di approvazione e lo incoraggiavano ad approfondire la conversazione. Lui rise e scosse la testa mentre si voltava verso Elsa per porgerle il caffè, nel quale versò un goccio di latte.

<< Come mai ridevi? >> chiese la giovane, aggiungendo lo zucchero.

<< Nulla, è solo che... >> si interruppe e decise di mettere in imbarazzo le sue amiche. Si chinò ancora di più in avanti, tanto che venne investito dal dolcissimo profumo di menta che caratterizzava Elsa. Inspirò profondamente, approfittandone, ma si affrettò a parlare quando vide le sue guance diventare rosse. << Vedi le due cameriere? Ecco, mi stavano incoraggiando a chiederti di uscire. >>

Elsa si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio, fingendosi seria, ma era evidente che stava trattenendo un sorriso. Eppure sembrava anche nervosa.

<< E se fossi io a chiederti di uscire? >>

Christian era talmente immerso nel colore dei suoi occhi e incredibilmente consapevole di trovarsi molto vicino a lei che ci mise un attimo di troppo a rendersi conto di cosa aveva appena udito.

Non ci credo!

<< Tu lo stai chiedendo a me? >> domandò sconcertato.

<< S-sì... Sono nuova qui e non ho visto granché, quindi pensavo che potresti farmi da guida. Sempre che a te vada bene, ovviamente. Cioè non vorrei- >>

Christian interruppe il suo fiume di parole poggiando una mano sulla sua bocca, accorgendosi che anche il suo respiro era freddo, proprio come la sua pelle. Quel gesto istintivo era molto intimo, se ne rese conto subito, ma rimase piacevolmente sorpreso nel constatare che Elsa non lo aveva allontanato. Anzi, era immobile come una statua e nei suoi occhi si poteva leggere lo stupore. Inoltre, Christian era divertito dalla sua paura di un rifiuto.

Come se potessi dirle di no.

<< Sarei felicissimo di accompagnarti, non temere. >> le sussurrò, abbassando la mano.

Elsa sembrò visibilmente sollevata e gli sorrise, iniziando poi a bere il suo caffè. Le sue guance erano più rosee del solito.

<< Domani è domenica e non apro il bar nel pomeriggio. Ti passo a prendere alle tre? >>

La giovane annuì.

<< Va bene, dove mi porti? >> domandò Elsa, posando la tazzina vuota sul piattino.

Christian assunse un'espressione enigmatica e la guardò negli occhi.

<< Ti piacerà, fidati, è un posto speciale. Però indossa vestiti comodi. >>

Si fissarono per qualche secondo, senza dire una parola, l'uno perso negli occhi dell'altra. Elsa si schiarì la gola e scese dallo sgabello.

<< Devo tornare a lavoro adesso, grazie per il caffè. Ehm... Quanto ti devo? >>

Christian rise e scosse la testa.

<< Non mi devi nulla! Questo e altro per voi, vostra maestà. >>

La sua reazione lo lasciò senza parole: la ragazza aveva alzato di colpo lo sguardo dal portafogli che aveva in mano e lo guardava con occhi sconcertati. Ma c'era qualcos'altro. In parte sembrava che a Elsa avesse dato fastidio quell'appellativo e in parte sembrava che fosse quasi abituata a essere chiamata in quel modo.

Forse perché effettivamente si comporta come una regina e quindi è una specie di soprannome?

Annuì frettolosamente, rossa in viso, e si affrettò verso l'uscita.

<< Ok, allora ci vediamo domani! >>

<< Ciao... >> disse il ragazzo quando ormai la porta del bar era chiusa.

Subito Elizabeth e Georgina si avvicinarono, fissando anche loro l'ingresso.

<< Che le hai detto per farla scappare così? >> gli chiese Elizabeth.

Christian sbatté le palpebre, tornando alla realtà.

<< Non ne ho idea. >>




**




Jane era seduta sul letto del piccolo appartamento sopra la libreria e aspettava che Elsa uscisse dal bagno; era lì dentro da quasi mezz'ora, cioè più o meno da quando la ragazzina era andata a trovarla prima che uscisse con Christian. Dire che sembrava terrorizzata dall'imminente appuntamento sarebbe stato un eufemismo.

<< Andrà tutto bene, Elsa, fidati! >> ripeté Jane per l'ennesima volta.

La voce dell'altra arrivò attutita dietro la porta del bagno.

<< E se dovessi agitarmi all'improvviso? Se perdessi il controllo e- >>

<< -qualcuno si facesse male? >> finì Jane per lei.

Proprio in quel momento Elsa aprì la porta e rimase sulla soglia, guardandola con un sopracciglio inarcato.

La più piccola alzò le mani come per difendersi.

<< Hey, l'hai ripetuto così tante volte che ormai ho imparato le parole a memoria! >> si giustificò.

La regina sospirò e camminò verso il letto, sedendosi accanto a lei. Aveva indossato dei semplici jeans neri, un paio di stivali dello stesso colore e una camicia bianca; Jane, mentre sceglieva i vestiti, le aveva fatto notare che effettivamente erano troppo leggeri vista la neve e la temperatura all'esterno.

Il freddo non mi ha mai dato fastidio, le aveva risposto Elsa ammiccando.

Restarono in silenzio per qualche secondo e Jane riusciva a sentire il nervosismo della sua amica crescere con l'avvicinarsi dell'ora stabilita.

<< Non sei mai uscita con un ragazzo, vero? >> domandò la ragazzina, sperando di riuscire in qualche modo a calmarla.

Elsa la guardò e scosse la testa, sorridendo appena.

<< Ad Arendelle non si esce con qualcuno, a meno che non lo si voglia sposare. Ma non è questo il problema. >> rispose, abbassando poi lo sguardo sulle mani che teneva strette a pugno contro le ginocchia.

Jane azzardò sfiorarle leggermente il braccio.

<< E qual è? >>

<< Io non... >> cominciò la più grande ma si bloccò e chiuse gli occhi; fece un respiro profondo e poi li riaprì, fissando la parete di fronte a sé.

<< Mi sento in colpa. >> sussurrò.

Jane stava per chiederle il motivo ma venne interrotta da Elsa.

<< Dovrei fare qualcosa per tornare a casa, cercare una soluzione e invece cosa faccio? Una passeggiata con un uomo che conosco appena! Anna starà facendo di tutto per aiutarmi ed è così che la ripago? E poi sono pericolosa Jane, lo sai anche tu. Lo ero ad Arendelle, figuriamoci qui. Sarei solo un mostro. >>

Aveva parlato con durezza ma su quell'ultima parola, mostro, la sua voce si era ridotta a un bisbiglio appena percettibile, come se volesse rivolgersi più a se stessa che alla persona accanto a lei. Jane provò una profonda tristezza per la considerazione che Elsa aveva di sé, sicuramente dovuta a tutti gli anni trascorsi in solitudine, con un potere più grande di lei. L'unica persona che le aveva dato la forza di combattere era stata proprio sua sorella Anna e la distanza che le separava non faceva che affliggere la giovane regina, nonostante cercasse in tutti i modi di reagire e non darlo a vedere.

Elsa aveva paura.

<< Senti, tutto questo è nuovo per te e ti senti in colpa perché te ne stai qui con le mani in mano. Ma guarda in faccia la realtà. Cosa puoi fare, eh? Qui non c'è la magia, i tuoi poteri funzionano solo perché fanno parte di te, perché ci sei nata. Effettivamente non c'è nulla che tu possa fare, devi solo affidarti ad Anna, e mentre sei qui puoi cercare di distrarti, magari facendo una bella passeggiata con un ragazzo a cui piaci molto. >> disse Jane, facendo l'occhiolino alla fine.

Elsa la guardò dubbiosa.

<< Io gli piaccio? Dici? >>

La più giovane scoppiò a ridere, stupita che ancora non lo avesse capito.

<< Anche un cieco se ne accorgerebbe! Quando entri nel bar i suoi occhi si illuminano e quando vai via diventa triste! >>

<< Comunque sia, non posso permettermi questo genere di cose. Almeno credo... >> replicò la regina, che scattò in piedi appena sentì bussare alla porta della libreria.

<< Oddio, è qui. >>

Il nervosismo nella sua voce era palpabile e Jane si affrettò a indossare cappotto e guanti, aspettando che Elsa facesse lo stesso con le mani che tremavano leggermente. Sentì che la temperatura nella stanza era diminuita di un paio di gradi.

<< Hey. >> disse Jane per richiamare l'attenzione della ragazza.

Lei si girò mentre sistemava le pieghe del cappotto nero che aveva appena indossato.

<< Sì, dimmi. >>

Si avvicinò e prese le mani fredde della giovane tra le sue, che invece erano coperte dai guanti.

<< Prometti di passare un bel pomeriggio con Christian e di non pensare a niente se non a divertirti? >> chiese la ragazzina.

Elsa le sorrise e annuì.

<< Te lo prometto. Grazie. >>

Jane ricambiò il sorriso e la trascinò fuori dall'appartamento. Insieme attraversarono la libreria e uscirono in strada, dove Christian stava aspettando. Jane studiò il ragazzo e notò che era davvero bello, più del solito: indossava un paio di jeans, scarponi pesanti, un maglione nero a collo alto e un giubbotto corto dello stesso colore. Come aveva detto a Elsa, i suoi occhi brillarono appena si posarono sulla ragazza e Jane le lanciò un'occhiata, contenta di vedere che anche lei era molto felice di vederlo.

<< Allora buona giornata ragazzi! Ciao! >> esclamò la ragazzina e si incamminò subito verso casa, senza dare loro il tempo di rispondere e senza riuscire a contenere un sorriso.

Anche tu meriti di essere felice Elsa.






Buonasera fanciulli!!

Chiedo scusa per il ritardo con cui pubblico questo nuovo capitolo ma in questi giorni ho iniziato a vedere una nuova serie tv (oltre alle tre che seguo già) e sono stata un po' presa XD Capitemi ^^ Allora, lentamente le cose tra Elsa e Christian si stanno evolvendo, nonostante tutte le incertezze della nostra Ice Queen :) Meno male che c'è Jane che la fa ragionare!!!

Fatemi sapere cosa ne pensate ragazzi, lo sapete che ci tengo tanto :)

Sara


  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: SaraJLaw