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Autore: Elissa_Bane    08/11/2014    0 recensioni
Nel 2221 la Terra è uno strano posto, dove vivono Angeli, Sirene, Metalupi, Draghi e Veggenti. Questa è la storia di Elaine, Alyssa, Gregory, William e Ursula. Questa è la storia che li ha portati a capire che ci sono segreti che a volte devono essere svelati e che non sempre la persona che inizia un viaggio è la stessa che ne uscirà. Questa è la loro storia.
[dal testo]
Non sappiamo cosa ci aspetta nel futuro.
Non ricordiamo il nostro passato.
Siamo soli, abbandonati persino dai nostri dei, che non hanno voluto udire alcuna preghiera.
Vogliamo vendetta su chi ci ha fatto tutto questo, su chi ci ha strappato alle nostre vite.
Vogliamo vendetta per i nostri morti, per le albe e i tramonti che non vedranno.
E state pur certi che avremo ciò che vogliamo.
Lotteremo fino a che la vittoria non sarà nostra, o finché il respiro non ci abbandonerà.
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The World Around Us'
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We Might Fall

Capitolo secondo

Rhythm

 

Due mesi e cinque giorni dopo la Scelta

Elaine si svegliò per l'odore di caffè che invadeva la camera.

Aprendo gli occhi di malavoglia, dato era un altro giorno di scuola, aveva sonno e dormiva così bene nel profumo di Will... e perché cazzo c'era l'odore di Will in camera? Sobbalzò, temendo di non ricordarsi qualche passaggio fondamentale, ma no, nulla.

Aprì con cautela la palpebra destra, sbirciando la camera illuminata da un sottile raggio di luce. Non vedendo segni di attività straordinarie, si decise ad aprire entrambi gli occhi.

«Buongiorno principessina» la schernì William.

Era seduto sul letto, accanto a lei, e le porgeva una tazza di caffè.

«Chiamami ancora una volta principessina e non rivedrai più la luce del sole, deficiente.»

Il ragazzo rise, mentre Elaine beveva la bevanda in pace. Era diventato subito un loro rituale, questa cosa del caffè e della minaccia dell'Angelo, che ripetevano ogni mattina.

«Cosa abbiamo oggi?»

«Mmm...» rifletté Will «Due ore di latino, una di letteratura, una di chimica, poi matematica e attività ricreatorie varie» sogghignò mentre la ragazza si alzava e si vestiva dietro il separé che aveva messo in camera, una volta capito che il ragazzo non aveva intenzione di lasciarla mai da sola, se non di notte. «Oppure potremmo darci malati, o dire che abbiamo bisogno di tempo per rafforzare il nostro Legame e andarcene nel bosco a fare un picnic...» propose con sguardo sognante.

«Nemmeno per idea, William! È la scusa che abbiamo usato settimana scorsa, non vorrei che tutta la scuola si aspettasse una proposta di matrimonio alla fine del quinto anno» rispose Elaine «Anche perché mi avevi promesso di accompagnarmi in palestra ad allenarmi con Ursula o con Greg.»

Il ragazzo sospirò «Sarà una giornata infernale.»

«Coraggio, non sarai tu quello a dover sopportare le occhiate lascive di metà degli adolescenti arrapati in questa scuola» disse Elaine, uscendo da dietro il separé e passandogli una mano tra i ricci neri.

Prese la cartella e si avviò verso la porta, senza nemmeno curarsi di aspettare l'amico.

Certo, ma io dovrò sopportare gli sguardi che lanciano a te, senza poterci fare nulla, Elaine, pensò William in risposta alla ragazza, seguendola con un sospiro.

 

§§§

 

«Alla cattedra Ursula Rabini ed Elaine Grimaldi, per cortesia» chiamò il professore di letteratura, appena entrato in classe. L' Angelo e la Veggente si alzarono con tranquillità e presero posto accanto alla grande lavagna nera.

Ursula era una delle poche amiche di Elaine, una delle poche Alpha che non la guardasse con desiderio o, ancora peggio, con disgusto. Si sorrisero e subito dopo Elaine fece scorrere lo sguardo sulla classe, in cerca degli altri amici. Greg e Jamie, il Metalupo e l'Angelo azzurro, ridacchiavano come loro solito, e la Sirena Alyssa le fece un cenno d'incoraggiamento con la mano. E poi c'era William, che la guardava con un leggero sorriso e la penna stretta in mano.

Sentendosi stranamente protetta da quello sguardo, rispose con sicurezza sino all'ultima domanda e alla fine, tornando al suo posto, scambiò un cinque con l'amica dai capelli bianchi, seduta dietro di lei, e si sedette accanto al ragazzo.

«Sei stata assolutamente meravigliosa» le sussurrò «Brillante, eccezionale, fantastica... dobbiamo festeggiare. Magari andandocene ora e passando le prossime tre ore nel parco.»

«Ho solo parlato di vecchie storie, e tu ci vuoi andare solo perché sei un idiota che non ha studiato.» lo zittì Elaine.

«Come vuoi, ma io continuerò a pensare che ti meriti un premio» le mormorò all'orecchio, prima di sfiorarle la mano.

Era il loro modo di parlarsi. Piccoli tocchi, sfioramenti, gesti quasi impercettibili, ma che li univano in un legame che escludeva il resto del mondo. Sicuramente non erano una coppia normale, ma né lo erano mai stati né lo sarebbero mai diventati. Erano l'unica coppia a non aver consumato il Legame, e Elaine era l'unica del secondo anno a non avere il marchio di Will addosso, eppure tutti li vedevano come una coppia dichiarata, nonostante i due avessero smentito più volte. Ormai, se qualcuno li additava, l'Angelo Omega con il suo Alpha, lo ignoravano, le mani che si sfioravano appena passando per i corridoi.

Avevano trovato un loro ritmo.

 

§§§

 

«Allora, qui c'è prosciutto cotto e formaggio, e lì prosciutto crudo» incominciò William sedendosi accanto a lei sul prato, per pranzo. Dato che c'era ancora il sole avevano deciso di uscire per mangiare, dopo aver recuperato dalla mensa un paio di mele e due panini. Gli altri li avrebbero raggiunti dopo pranzo, per quella mezz'ora di pausa che veniva loro concessa prima della ripresa delle lezioni.

«Crudo, al solito, Will. Come fai a chiedermelo ogni giorno?» domandò l'Omega, beccandosi il panino in faccia «Hey! Scemo...» ridacchiò.

«Stanotte piangevi» Il ragazzo dai capelli corvini si fece improvvisamente serio. «Cosa stavi sognando?»

«Nulla» rispose Elaine, il sorriso cancellato dal volto, mentre la mano del compagno si stringeva sul suo polso.

«Dimmelo» le impose lui con voce preoccupata «Per favore» aggiunse, intrecciando le dita con quelle dell'Angelo cinereo.

«Il mio primo calore» sussurrò «Alcuin, la pietra fredda sotto il mio corpo e il sangue che scivola sulle mie cosce.» la giovane non aveva mai parlato di quel compagno dal quale era fuggita, e l'Alpha l'ascoltò con attenzione «Ho...ho sognato quella notte. E dei, Will, mi faccio schifo da sola ogni volta che ci penso» storse il viso in una smorfia quasi comica «Perchè non ho fatto quasi nulla per impedirgli di prendersi il mio corpo. Era così...ovattato. C'era solo questo vuoto che avevo dentro che sentivo con una precisione dilaniante. E poi era tutto finito, e lui mi aveva lasciata da sola»

William la abbracciò, cullandola un po' prima di porgerle un biscotto con un sorriso dolce.

«E' tutto finito. Non ti farò mai del male»

«Tu non sei come lui, Will. Sei un ottimo amico» mormorò, prima di abbracciare Ursula, che li aveva raggiunti con Jamie e Greg.

«Come sta Lucy?»

Mentre l'umano, l'Angelo dalle piume celesti e il Metalupo parlavano dell'Omega di quest'ultimo, che appena due giorni prima era caduta durante educazione fisica e si era storta la caviglia, le due ragazze si alzarono dal prato fiorito, e salutarono avvisando che sarebbero andate a prepararsi per l'allenamento in palestra.

Vedendo quelle due figure, una verde acido, rosa e rosso -Ursula amava alla follia i colori accesi e improbabili, che solitamente facevano a pugni coi suoi capelli sanguigni- e l'altra cenere e nero, Gregory sospirò.

«Allora amico» chiese rivolto a William «Non le hai ancora spiegato che non può decidere così tranquillamente di farsi toccare, anzi picchiare, da un altro AlphaPerché lo sappiamo benissimo che Urs di certo non è debole, per quanto sia piccola. Dovresti dirle che anche quando la abbraccia ti infastidisce. In fondo Urs è comunque un'Alpha e il suo odore le rimane addosso.»

«Già» sospirò il diretto interessato, lo sguardo fisso sulla compagna che saliva i gradini che portavano alla scuola «Ma non posso. Ursula è la sua migliore amica, e comunque non potrei impedirle di sfiorare ogni Alpha con cui interagisce. Sopporto, tranquillo.»

Jamie sbuffò dimostrando il suo dissenso, ma limitandosi a sgranocchiare la mela che teneva in mano.

«Alyssa?» domandò l'umano, chiedendo dell'amica dai capelli bianchi.

«Probabilmente a pomiciare con Lucas in qualche anfratto di laboratori di chimica» sogghignò l'Angelo.

Il ragazzo con gli occhi celesti si lasciò cadere mollemente sull'erba.

«Dieci minuti. Solo dieci minuti»

 

§§§

 

«Ne sei proprio sicura?» le domandò Will vedendola uscire dallo spogliatoio.

«Assolutamente. Tu sei un Alpha, non puoi capire. Io non voglio abbassare lo sguardo o alzare il collo per nessuno. Voglio poter combattere se qualcuno mi mettesse le mani addosso perché magari non ho un Marchio. Voglio essere libera di poter girare da sola, anche di notte.» si spiegò l'Angelo, stirando piano le ali.

Il ragazzo sospirò, in evidente disaccordo con quella strana idea «D'accordo. Ma ti potrai allenare solo con Ursula.»

«Ma...»

«Niente ma, Elaine. Ti prego, almeno per un po' dammi ascolto e allenati con Ursula.»

«È così difficile per te vedere qualcuno che mi tocca?» domandò Elaine, salendo sui tappetini sui quali la aspettava l'amica.

William non rispose, appoggiandosi a una colonna, osservandola con lo stesso sguardo indecifrabile dei gatti.

Un gatto pronto a saltare, registrò Elaine prima di concentrarsi solo sul proprio corpo.

 

Attaccarono insieme, lei e la ragazza rossa. Finirono a rotolarsi per terra, con Ursula che la tempestava di pugni sul torace. E la cosa peggiore era che Elaine sapeva che l'amica stava trattenendo la propria forza. Cercò di sollevarsi, ma le cosce di Ursula la inchiodavano a terra e il suo odore la stordiva, aumentando la sua debolezza. Strinse i denti e con un colpo di reni ribaltò la posizione. Ma, sebbene da sotto, la Veggente le mise le mani sul collo, stringendo delicatamente, ma comunque troppo forte per permetterle di respirare agevolmente.

«Hai perso.» disse piano. Una delle mani scivolò sulla pelle chiara, rialzandole la spallina della canottiera. «Non ti allenare più con me, Elaine» le sussurrò in modo che William non potesse udirla «Non ti allenare con nessun Alpha. Non vedi come ci sta male nel vedere qualcun'altro che ti tocca? Tu non sei completamente sua, e ha paura di perderti. Rinuncia, ci penserà lui a proteggerti.»

Elaine alzò la testa, sbalordita e guardò il ragazzo con la coda dell'occhio. Aveva le mani strette a pungo contro i fianchi e tutti i muscoli del suo corpo erano rigidi.

«Vorrebbe venire qui e uccidermi» continuò Ursula «Perché ti sto toccando, perché ti ho fatto del male e soprattutto perché tu avrai i segni delle mie mani sul tuo corpo per giorni. Lo stai torturando.»

L'Angelo non aveva mai pensato a come si sarebbe potuto sentire il compagno, non se lo era mai chiesta. Se lo domandò in quel momento, e si sentì terribilmente in colpa.

«Grazie Urs. Devo andare, ci vediamo domani» annuì velocemente alzandosi e raggiungendo il ragazzo dai capelli corvini.

«Mi dispiace.» disse.

William rilassò le mani e sciolse lentamente i muscoli delle spalle «Non importa, davvero» disse, mentre si riavviavano alla loro camera, poco lontana. Nei corridoi deserti lo sguardo bruciante del compagno sembrava pieno di un dolore quasi fisico.

«Certo che importa!» sbottò l'Angelo «Tu fai di tutto per assecondarmi, mentre io non ti chiedo mai se quello che faccio va bene oppure no! Devi insegnarmi che cosa posso o non posso fare, Will. Ti prego.»

Sentì la porta sbattere dietro di loro, quando rientrarono in camera, e la parete contro le ali, mentre il ragazzo ce la spingeva contro. Eppure non ebbe paura. Non di William. Aveva imparato a conoscerlo, sapeva che non le avrebbe mai fatto del male.

«Elaine» ringhiò lui avvicinandosi tanto da far sfiorare i loro nasi «Non sono un animale. Posso benissimo controllarmi. Non ti preoccupare di me»

«Non posso non preoccuparmi per te. Sei il mio migliore amico e il mio Alpha»

«E le due cose decisamente non dovrebbero stare nella stessa frase, cazzo!» Il celeste era quasi completamente sparito, inghiottito da un nero più scuro della notte.

«Ma...ma me lo avevi detto tu, che sarebbe andato bene»

Il respiro di Will si stava calmando, ma gli occhi rimanevano scuri, rivelando che stava ancora lottando contro se stesso, contro quella parte di sé che gli imponeva di fare capire alla ragazza chi comandasse tra i due.

«Perché non pensavo sarebbe stato così! Non pensavo che il Legame sarebbe stato tanto forte. Dei, Elaine, non dirmi che non te ne sei accorta! Se due mesi fa ti avessi spinta contro il muro allo stesso modo mi avresti perlomeno ucciso. Invece te ne stai qui, buona, docile... mansueta. Siamo cambiati. Entrambi.»

Rabbrividì involontariamente. L'odore di William la circondava, sembrava quasi sfiorarle la pelle accaldata in una carezza e le diceva di lasciarsi andare, di lasciarsi al ragazzo, perché andava tutto bene, lui la avrebbe protetta. Deglutì, distogliendo lo sguardo.

«Scusami, non avrei dovuto perdere il controllo» disse il ragazzo, spostandosi e guardandole i polsi arrossati «Non volevo farti male, scusa»

Prima che si potesse allontanare troppo, l'Angelo strinse i pugni sul suo maglione, trattenendolo accanto a sé. Respirò ancora, piano, l'odore di vento che aveva il suo compagno.

«Possiamo trovare un compromesso. Smettere di essere solo amici.» mormorò «Senza negarci del tutto il contatto fisico, ma senza spingerci troppo in là...» continuò arrossendo lievemente e lasciando la frase in sospeso, in attesa della risposta di Will, che sorrise, sollevando un angolo della bocca.

«Proviamoci. Non farà più male di così, quindi perché no?»

Iniziamo da qualcosa che abbiamo già fatto, si disse Elaine. Quindi, ricordando le mani dell'amica su di sé, lo guardò.

«Ho l'odore di Ursula addosso?»

«Un po'» Il ragazzo storse lievemente il naso.

Elaine lo prese per mano, trascinandolo in camera.

«Toglimelo» il ragazzo la guardava ad occhi sgranati «E dopo voglio che tu mi Marchi.» continuò, portando la mano di lui sotto il bordo del suo maglioncino, a diretto contatto con la pelle calda del fianco.

Un brivido la scosse quando gli occhi di lui si alzarono a guardarla, il celeste che sfumava in un blu scuro.

«Magari non ti marchierò stasera, Elaine, è ancora troppo presto.» sorrise «Ma ho tutta l'intenzione di accontentarti per quanto riguarda la tua prima richiesta.» affermò con lo sguardo predatorio di un lupo, sfilandole il maglioncino.

Istintivamente la ragazza corse a coprirsi con le mani il reggiseno, ma lui le forzò le braccia, slacciandoglielo. Scivolò con la bocca sulla pelle chiara, ogni tanto dando un morsetto delicato che faceva tremare Elaine, le accarezzò ogni muscolo sulla pancia e raggiunse i pantaloni.

«Posso?» domandò.

In risposta l'Angelo sorrise, slacciandosi i jeans e facendoli scivolare lungo le gambe. Quando William si rialzò fu lei a spogliarlo, con tocchi delicati che facevano fremere ogni muscolo su cui passasse. Rimasero per un istante a guardarsi, solo la stoffa dell'intimo a coprirli e separarli, e il ragazzo la spinse sul letto, prona.

Elaine capì cosa voleva fare solo quando sentì un bacio posarsi sulla nuca, come il tocco di una farfalla delicata, per poi scendere sull'attaccatura delle ali. Gemette, quando queste furono sfiorate con dita leggere, arrivando in fretta a chiedergli di più. Più calore, più contatto, di più.

Il ragazzo, apparentemente sordo alle sue richieste, affondò una mano tra le piume seriche, facendola urlare per il dolore misto al piacere. Tirò lievemente e lei s'inarcò, arrivando ad appoggiarsi con la schiena al busto di lui, che la immobilizzava con una mano sulla pancia.

«Elaine, direi di fermarci. Non credo resisterei ancora, prima di perdere il controllo»

L'Angelo annuì piano, la mente che si faceva lentamente sempre più lucida, una volta che il compagno ebbe smesso di toccarla. Vide Will alzarsi e d'improvviso seppe che non voleva che lui la lasciasse da sola con i suoi incubi.

«Non andare» mormorò.

Il ragazzo rimase con la maglietta in mano, a guardarla.

«Dormi con me» ordinò col tono di una bambina capricciosa facendolo sorridere, di un sorriso aperto, vero, di quei sorrisi che ti fanno credere che tutto andrà per il meglio, mentre si stendeva accanto a lei.

Fronte contro fronte si guardarono a lungo, le mani intrecciate. Poi Elaine prese coraggio e si sporse a baciarlo.

Fu un bacio lento e dolce, le labbra dell'angelo che impattavano impacciate su quelle dell'umano, e William lo ricevette come se gli avessero appena regalato una stella, godendosene ogni singolo istante. Mordicchiò d'istinto il labbro inferiore di Elaine, così opulento e gonfio rispetto a quello superiore, più sottile, e la ragazza gli diede l'accesso alla sua bocca, facendo scontrare le lingue in una danza antichissima, le cui movenze erano scritte nel loro stesso DNA. Si fermarono da quel morbido e leggermente inesperto contatto solo quando ebbero bisogno di altro ossigeno.

«Buonanotte Will» mormorò l'Omega sulle sue labbra.

«Buonanotte Ellie»

 

Elaine si voltò, dandogli la schiena e racchiudendo le ali dietro di sé, e lui le si avvicinò, tirandosela vicina e respirando il caldo profumo di miele che era della ragazza.

Circondandola con un braccio, appoggiò una mano sul petto di lei, sentendo il cuore battere forte, sicuro, stabile, e si giurò che l'avrebbe protetta come la cosa più preziosa del mondo.

 

 In quel momento, la Direttrice accolse una persona nel suo studio. Discussero a lungo, ma infine la donna cedette, convinta anche dal grande potere politico dei genitori di quello studente, che avrebbero potuto farla cacciare, se lei avesse rifiutato.

«Bentornato Alcuin» disse infine, porgendogli la mano.

Un paio di occhi dorati scintillarono gelidamente.




Nda: Non è che ho cambiato dimensione così a muzzo, non sono ancora impazzita. Ma mi è stato detto che era faticoso da leggere, perchè troppo piccolo, quindi ecco la modifica! 
Okay, dopo una cosa di cui sicuramente non vi fregherà un'emerita cippalippa, i soliti ringraziamenti a Muffin, che coi suoi commenti idioti, anzi, con la sua idiozia e basta, riesce sempre a farmi sorridere. E a Giulia e Matilde, che per prime hanno letto questa storia, incitandomi a continuare. Se vi sta piacendo, ringraziatela anche voi, perchè se fosse stato per me sarebbe rimasta a marcire tra i miei mille files.
Ora ho finito. Grazie al cielo, ce l'ho fatta a pubblicare anche sta volta.
Alla prossima
xxxxxxxxx
-Dan

 

  
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