Come specifica la categoria, questa è una storia introspettiva. O, per meglio definirla, una lunga, lunga riflessione. Una riflessione su me stessa che straripa, quasi invadentemente, dal mio "io" più profondo quando sono nel mood adatto (leggi: quando la fisicità ed ogni ponte della realtà quasi si annullano e raggiungo attraverso la scrittura il massimo delle mie facoltà espressive). Riguardo al titolo, che pure è tanto collegato a codesta situazione di interiorità, chi, anche nel proprio piccolo e nella propria quotidianità, non ha ucciso ciò che ama (e che lo amava)? Ognuno di noi causa dolore, che lo voglia oppure no. E proprio il dolore, che in alcuni casi è considerato quasi positivo perché dona ispirazione, oppure ci rende più saggi, è protagonista di questo racconto. Un dolore che, prima di essere portatore d'odio, distruttivo e letale, era il sentimento più sincero e nobile che esista; l'amore.