Salve a
tutti^^
Io volevo prendermi una pausa da questo fandom per concentrarmi su
altri, ma poi se ne escono con questi episodi e il mio lato fluff mi impone di
scriverci qualcosa u.u Cioè, andiamo, chi si aspettava una dichiarazione del
genere? Io a pensarci per secoli e millenni su come potesse mai dirle quello
che provava e invece zak, una cosa semplice, diretta e indolore. Giuro che sono
rimasta completamente spiazzata e con questa espressione qui---> D: Non potevo
crederci, non potevo. Perciò dopo essermi ripresa il mio cervello bacato ha
iniziato subito a pensare a qualcosa e questo che vi propongo è una
folgorazione avuta mentre mangiavo le patatine spaparanzata sul divano sì le
patatine hanno l'incredibile effetto di aprirmi la mente, roba da matti.
Oltretutto non hanno manco fatto vedere una mezza scena del ballo, mezza! Mondo
crudele <.< Per cui ho deciso di rimediare con questa OS.
È una scemata scritta un sabato pomeriggio che non sapevo cosa fare. L'ispirazione
è andata come una scheggia, per questo a meno di ventiquattro ore dalla visone
dell'episodio sono riuscita a pubblicare xD
How Can I Tell You What I Feel For You?
It's not what I feel for you, it's what I don't feel for anyone but you.
Amy, seduta sul
divano, si teneva una mano sul petto mentre cercava di calmarsi e di prendere
un po' di fiato. Dopo la dichiarazione di Sheldon fu colta da quello che,
secondo Soccermom09, si trattava di un attacco di panico seguito poi da
un'iperventilazione che la costrinse a sedersi per qualche minuto. I sintomi
c'erano tutti: agitazione, difficoltà nella respirazione, tremore. Non credeva
potesse bastare così poco per mandarla completamente KO. Ma aveva avuto così
paura di essere rifiutata che quando sentì quelle quattro parole uscire
direttamente dalla sua bocca temette che il suo cuore potesse esplodere da un
momento all'altro per la gioia. E in effetti da come stava martellando nel suo
petto ebbe davvero il timore che sarebbe esploso a momenti. Non credeva che
sarebbe stata colta da un turbine così intenso di sentimenti. Non se lo
aspettava, probabilmente era stato quello a fregarla. Lei voleva solo passare
una del tempo con lui quella sera, non aveva nessuna intenzione di fare
pressione su di lui affinché passassero la notte insieme, cosa che a quanto
pare è tradizione dopo il ballo. Per questo, infatti, fu molto sorpresa quando
il fisico tirò in mezzo la possibilità di un, beh, di un coito. Forse c'entrava
qualcosa che gli avevano detto Leonard e Penny. O forse semplicemente si era
accorto che qualcosa era cambiato in lui, qualcosa che non riusciva a
comprendere del tutto e che aveva causato, per l'appunto, quell'attacco di
panico.
Sheldon
la osservò in silenzio.
Quando
l'aveva vista con quel vestito era rimasto completamente spiazzato. Aveva
sempre saputo che Amy è una bella ragazza, non è mica cieco da non averci fatto
caso prima, solo che non si aspettava che, con quel vestito lungo, sarebbe
stata così bella. E dentro di sé
qualcosa di profondo e nascosto si ruppe. Perché sì, lui l'aveva trovata
davvero carina e no, non aveva la più pallida idea del perché fu così sconvolto
nel vederla. Era davvero riuscita a togliergli il respiro? A fargli balbettare
un grazie per il complimento che gli aveva rivolto e a metterlo così tanto in
soggezione da costringerlo ad allontanarsi da lei? Sì, altrimenti non si
sarebbe chiuso in camera aspettando che quello strano quanto improvviso attacco
si calmasse. Aveva sempre creduto che Amy, in fin dei conti, fosse un'amica.
Certo, erano fidanzati da anni, ma dato che la loro relazione non era mai stata
portata oltre un certo livello, era convinto che quello che provava per lei era
del semplice affetto molto simile a quello che provava per Leonard o per Penny.
Sicuramente non credeva assolutamente che in realtà quell'affetto si era
tramutato ormai da tempo in qualcosa che mai avrebbe pensato potesse provare.
Perché ormai, volente o nolente, quello che provava per lei era amore. Di
questo si trattava. Lui era innamorato di Amy, punto. Ormai lo aveva capito
anche se cercava di rinnegarlo continuamente. Aveva ipotizzato anche al
parassita nel cervello, ma persino per lui era assurdo. Se si distraeva
continuamente quando studiava non era colpa dell'età d'oro della televisione.
Se Kripke era riuscito a superarlo e ad essere più bravo di lui non era colpa
dell'improvvisa crisi lavorativa. Se Penny disse che era cambiato non era per
un motivo sconosciuto.
Cosa
poteva essere allora? Semplice, come il teorema della divergenza.
L'unica
conclusione è l'amore.
«
Ti senti meglio? » chiese dopo qualche minuto di silenzio.
Amy
alzò lo sguardo e annuì. « Un po'. Grazie. » Sì, stava meglio, ma non voleva
andare sapendo che Sheldon non era proprio nelle migliori condizioni per
affrontare una convenzione sociale così difficile. Non voleva lasciarlo solo.
Sarebbe stato da veri egoisti andarsene, lasciandolo in un momento in cui aveva
più bisogno di lei.
L'ora
sull'orologio segnava le nove. Ormai il ballo doveva essere iniziato da un
pezzo.
Amy
sorrise amaramente. « A quanto pare mi perderò il ballo. Un'altra volta. »
Sheldon
vide ancora quel sorriso che di dolce e sereno non aveva proprio niente. Lo
stesso che aveva mostrato prima quando lui non le fece alcun cenno di
apprezzamento. Ancora una volta, per colpa sua, lei non era felice. Sapeva
molto bene quanto ci tenesse. L'aveva tormentato fino alla nausea con questa
cosa del ballo, costringendolo addirittura ad indossare lo smoking. Non aveva
osato dire nulla, ma la verità era che con quell'abito dava tremendamente
l'idea di un cameriere, o peggio, di un pinguino. Un pinguino molto carino e
affascinante, ovviamente. Dovette pensare di essere Bruce Wayne, almeno avrebbe
reso meno tedioso l'indossare quell'abito e al partecipare a quell'assurda cosa
del ballo, manco avessero sedici anni.
Però
c'era da dire che come le brillavano gli occhi quando parlava di come
l'avessero organizzato lei e le altre due ragazze e del vestito che aveva
comprato, solo pochissime volte era stato in grado di vederlo.
La
guardò deciso. No, non le avrebbe permesso di perdersi una cosa a cui teneva
così tanto.
«
Non ti perderai ancora il ballo. Vieni, andiamo. » proruppe prendendo la giacca
che aveva appoggiato sul divano e avvicinandosi a passo svelto verso la porta.
Lei
strabuzzò gli occhi, sorpresa. Voleva...voleva davvero andare al ballo solo per
lei?
Prese
un grosso respiro e aprì la porta. Okay, poteva farcela. Doveva stare calmo,
molto calmo, anzi calmissimo. Se poteva fare questo poteva affrontare qualunque
cosa.
Pensò
che Amy si sarebbe affiancata a lui, l'avrebbe afferrato per il braccio come
una piovra e, sorridendo a trentadue denti avrebbe detto che era pronta per
andare. Invece lei non mosse un muscolo. Rimase ferma sul divano ad osservarlo,
quasi non capisse da dove venisse
tutta quest'intraprendenza.
Sheldon
le lanciò un'occhiata interrogativa. Beh, cosa aspettava?
Amy
addolcì lo sguardo notando la sua espressione tesa e leggermente perplessa. Si
sistemò gli occhiali con due dita.
«
Non ti preoccupare, va bene così. Hai appena avuto un attacco di panico, in
questi casi è molto meglio restare lontani dalle persone. Sai, per non
peggiorare i sintomi. » spiegò.
Il
fisico richiuse la porta lentamente, sempre guardandola negli occhi. Stava
rinunciando al ballo per lui e facendo così lo metteva nella tanto temuta
condizione di non avere la più pallida idea di cosa fare.
«
Io pensavo che ci tenessi a questa...cosa. » disse enfatizzando con un gesto
della mano.
«
Infatti è vero, ma non voglio che per te questo sia causa di altri problemi.
Non voglio trovarti a metà serata per terra agonizzante. Sul serio Sheldon, va
bene così. Potremo sempre organizzarne un'altro di ballo. » disse cercando di
non mostrare la sua delusione. Ovviamente sapevano entrambi che non ci sarebbe
stato alcun altro ballo. È una cosa che organizzi una volta sola.
Infondo
non era colpa sua, non voleva metterlo in soggezione facendogli credere che era
a causa sua se gli altri si stavano divertendo in quel momento mentre loro
erano chiusi in casa.
Sheldon
aprì la bocca ma la richiuse immediatamente. Il suo era un tono di chi non
ammetteva repliche. Non glielo disse, ma fu grato che fosse riuscita a capirlo.
Amy
appoggiò una mano sul posto in parte a sé. « Vieni, siediti qui. » Anche se non
sarebbero stati con gli altri questo non significava assolutamente che non
avrebbero potuto passare del tempo insieme. Solamente loro due. Soli.
Sheldon
guardò per qualche secondo la sua mano, ma non si mosse. Forse aveva appena
avuto un'idea migliore.
«
Se non vuoi andare al ballo, allora porteremo il ballo qui. » mormorò con voce
grave.
Amy
fu incuriosita da quelle parole. Cosa intendeva?
Ora
che aveva destato la sua attenzione non poteva tirarsi più indietro. Accidenti,
si stava già pentendo.
Allacciò
la giacca e si sistemò il farfallino e le maniche della camicia. Poi prese il
cellulare e, dopo una veloce ricerca su internet, lo attaccò all'altoparlante.
«
Sheldon, ma cos―» si interruppe quando dall'altoparlante si diffuse la musica
di un lento.
Okay,
l'attacco di panico era stato più grave di quanto pensasse. Doveva aver leso
un'area del suo cervello per fargli decidere di punto in bianco di fare, beh,
di fare qualunque cosa stesse facendo.
Si
avvicinò a lei, ma improvvisamente arretrò di qualche passo sotto lo sguardo
confuso della neurobiologa.
«
Aspetta, questa cosa va fatta bene. » chiuse un attimo gli occhi e si schiarì
la voce cercando di far tornare alla mente tutto quello che gli avevano
insegnato a quel maledettissimo corso forzato di ballo.
Quando
fu pronto li riaprì e si mosse un po' più lentamente, sfoggiando uno dei
migliori portamenti che potesse. Arrivato di fronte a lei portò una mano dietro
la schiena e allungò la destra con il palmo leggermente aperto. Amy restò senza
parole.
«
Credo che me lo sentirai dire soltanto una volta per cui presta la massima
attenzione. » sorrise appena, ma non per questo la sua espressione era seria.
Anzi, Amy poté notare un certo piacere nel farlo.
Attese,
sentendo il battito accelerare.
«
Posso avere l'onore di questo ballo, Amy? »
Amy
rimase completamente affascinata. Dal modo in cui si era avvicinato, al gesto
elegante della mano, al sorriso timido che sfoggiava.
Si
accorse di aver fatto passare troppo tempo quando vide la fronte di Sheldon
corrugarsi.
«
Sì...sì. » riuscì solo a dire sentendo la bocca secca e il cuore rimbombarle
nelle orecchie. Appoggiò timidamente la mano nella sua e lui la afferrò
prontamente, facendola alzare dal divano. Le passò una mano dietro la schiena e
la tirò a sé facendo aderire il corpo al suo. Amy non aveva idea di cosa fare.
In quel momento tutte le regole che aveva letto su internet sulla postura da
assumere durante un lento andarono a farsi benedire. Non ne ricordava nemmeno
una, manco a pagare. Era così impacciata e tesa che persino Sheldon se ne
accorse.
«
Non hai mai ballato un lento prima? »
«
A dire il vero no, mai. » rispose vergognandosene un po'. Lui era bravo,
davvero bravo, e lei non aveva nemmeno idea di dove si dovessero mettere le
mani.
«
Fortunata te allora. A quella stupida scuola di ballo ci hanno costretti a
farlo. Non ti dico com'era la compagna con cui sono stato costretto a praticare
non solo un lento, ma anche un valzer. Un vero incubo. »
Amy
ridacchiò.
Dopo
un paio di passi Sheldon però si fermò. C'era ancora qualcosa che non andava
bene. Fece scorrere entrambe le mani sulle sue braccia e poi, lentamente, se le
portò dietro al collo le quali immediatamente si strinsero attorno alla sua
nuca. Soddisfatto tornò ad appoggiare le mani sulla parte bassa della sua
schiena.
«
Questa è la postura corretta. Non quella cosa rigida che stavi facendo prima. »
disse in un mezzo rimprovero. Stranamente usò un tono più dolce, nulla a che
vedere col modo spocchioso con cui di solito amava rivolgersi alle persone.
Lei
abbassò lo sguardo al massimo dell'imbarazzo. Accidenti, come aveva fatto a
dimenticarsi delle mani? Che imbranata. Doveva sembrare un manico di scopa. Sarebbe
stato più bravo di lei, poco ma sicuro.
Lo
sentì avvicinarsi al suo orecchio e ad abbassare la voce ancora più di prima. «
Devi rilassarti, Amy. »
Ora,
come poteva lei, Amy Farrah Fowler, riuscire a rilassarsi? Come poteva stare
calma quando lui soltanto pochi minuti prima aveva detto di amarla? Come
riusciva a stare tranquilla e serena se gli era così appiccicata da riuscire a
sentire il suo calore? Erano insieme da diversi anni eppure non erano mai stati
così vicini per tutto quel tempo. Non capiva che soltanto il sentire il suo
corpo muoversi con il suo bastava per mandarla su di giri?
Al
contrario di lei, Sheldon era piuttosto rilassato.
Si
muoveva lentamente, in modo delicato e aggraziato, in perfetta sintonia con la
musica. E lei si lasciava guidare. Sia dalle note che risuonavano leggere
nell'aria, sia dalle sue mani esperte. Se non lo conoscesse avrebbe detto che
il ballo e la musica erano la sua passione. Invece sapere che odiava
profondamente entrambe le cose la fece ridere. Perché, insomma, quanti sono
maledettamente bravi a fare qualcosa che detestano?
E
rimasero così, per minuti interminabili che sembravano ore. Si guardavano negli
occhi, sorridevano e non si scambiavano una sola parola. Troppo concentrati per
far muovere i loro corpi a ritmo con la musica, troppo emozionati per il
momento che stavano vivendo.
«
Grazie, Sheldon. » mormorò Amy appoggiando la tempia sul suo petto, dopo un
lungo silenzio.
«
Per cosa? »
Amy
sorrise. Si strinse ancora di più a lui. Occhi chiusi e viso mezzo coperto dalla
sua camicia. « Per tutto. »
Leonard
guardò il suo orologio e poi la porta, ma di loro nemmeno l'ombra. Dove diamine
erano finiti? Da come gli altri ridevano e scherzano probabilmente non si erano
nemmeno accorti che mancava qualcuno.
Penny
si avvicinò al fidanzato con in mano un bicchiere quasi vuoto e contrasse
l'espressione del viso in una smorfia di preoccupazione.
«
Non sono ancora arrivati? » chiese dopo l'ennesima occhiata del fidanzato verso
l'ingresso.
«
No, e la cosa mi preoccupa parecchio. Si può sapere dove sono? »
Penny
bevve un sorso dal bicchiere. « Non lo so, ma è davvero molto strano,
sopratutto per come si è agitato Sheldon dopo aver visto Amy con quel vestito. »
ridacchiò quando le venne in mente il modo in cui l'aveva guardata. « Ti giuro
che pensavo che le sarebbe saltato addosso. Se l'è letteralmente divorata con
lo sguardo! » disse cercando di sdrammatizzare un po', ma Leonard non era
particolarmente in vena. Aveva tirato fuori un argomento abbastanza delicato
per lui e in più aveva fatto battutine idiote a riguardo, come quella sul fatto
che gli ormoni non li avesse. Si sentiva un po' in colpa per come aveva reagito
l'amico.
Penny
notando la sua espressione tesa gli mise una mano sul braccio. « Dai, vado a
vedere cosa stanno combinando quei due. » gli mise il bicchiere in mano e si
allontanò a passo svelto, oltrepassando la porta.
«
Aspetta vengo con te! » gridò dopo averla vista scendere le scale. Appoggiò il
bicchiere su un tavolo e la raggiunse.
Appena
giunti davanti alla porta dell'appartamento 4A sia Leonard che Penny si
fermarono, scambiandosi occhiate perplesse. Da dove veniva quella musica?
«
C'è...c'è della musica a casa mia...» mormorò confuso. Una cosa davvero molto
insolita, dato che la musica era praticamente vietata da Sheldon.
Penny
annuì, tenendo lo sguardo corrucciato per quello strano avvenimento.
«
Non noti qualcosa di strano? » continuò la bionda.
«
No. Cosa dovrei notare? »
«
Beh, che non si sente nessuno dentro. Né rumore di passi né voci. » rispose con
ovvietà.
«
Qualcuno si è intrufolato a casa mia e ha acceso lo stereo mettendo su un...»
si fermò per ascoltare attentamente. «...lento? »
Penny
alzò gli occhi al cielo. « Senti, Amy e Sheldon sono qui per forza. Solo voglio
sapere che cosa stanno facendo. »
Leonard
annuì. Anche lui era davvero curioso. « Apri la porta, ma cerca di non farti
sentire. »
Penny
guardò la maniglia e aprì e richiuse la mano un paio di volte, come per
scaldare i muscoli. Con tutta la delicatezza di cui era capace girò la
maniglia, facendo scattare la serratura. Era più che sicura che Sheldon non
avesse sentito, complice anche la musica, ma per essere davvero sicura attese
qualche secondo. Nessuno aprì di scatto la porta chiedendo che diamine volesse,
così aprì un piccolo spiraglio. Quel tanto che bastava per riuscire a buttare
un occhio dentro.
E
quello che vide la lasciò senza parole.
Sheldon
e Amy stavano ballando quello che a lei parve come uno dei lenti più belli e
romantici che avesse visto. Guardò entrambi i volti e vide che erano felici.
Quello di Amy era radioso come mai l'aveva visto e quello di Sheldon...diciamo
meno serio del solito. Ma i suoi occhi non mentivano e lei lesse nel suo
sguardo quello che lui non avrebbe mai ammesso ovvero di essere felice. Di
essere felice con lei.
Penny
sorrise e lentamente richiuse la porta fino a sentire lo scatto della
serratura.
«
Allora? » chiese Leonard pendendo dalle sue labbra.
«
Niente, andiamo. »
«
C-come niente? Ma Amy e Shel―»
«
Ho detto niente. » disse seria prendendolo per mano. « Forza torniamo dagli
altri. »
Leonard
la seguì piuttosto riluttante. A metà scala diede un'occhiata di sfuggita alla
sua porta. Ma cosa aveva visto?
« È...è stato davvero bello. » commentò Amy alla fine.
« Sì, ammetto che non è stato poi così male. »
« Sarebbe bello farlo ancora...magari anche in altre occasioni. »
Il fisico la guardò di sbieco. « Non prendere tutta questa confidenza con questa cosa del ballo. Solo perché ho detto di amarti non significa che sono intenzionato a ripetere questo evento in futuro. »
Amy ridacchiò per il modo brusco con cui l'aveva detto, manco dovesse fare chissà cosa. « Hai ragione infondo non è poi così entusiasmante come pensavo. »
Sheldon la lasciò andare e tornò a riprendersi il cellulare che infilò nella tasca interna della giacca.
« Secondo il programma questo è il momento in cui dovremmo scattare delle foto. » affermò il fisico teorico studiano il volto di Amy con attenzione.
« Vuoi...vuoi fare delle foto? »
Sheldon scrollò le spalle. « Ad ogni ballo che si rispetti c'è sempre il momento in cui si scattano le foto, no? E poi avevo promesso che avrei rispettato tutte le regole e, come vedi, non mi sto affatto rimangiando la parola. »
Amy era sempre più colpita dal suo comportamento. Era davvero intenzionato a rispettare tutte le convenzioni sociali adottate nei classici balli di fine anno delle superiori.
« D'accordo. » disse. Si sistemò i capelli e la gonna del vestito poi lo raggiunse, affiancandosi a lui.
Sheldon piegò il braccio e lei lo afferrò prontamente stringendosi a lui, quasi avesse bisogno del suo sostegno per affrontare quella lunga rampa di scale fino al tetto dell'edificio.
« Peccato non mi abbiano eletto re del ballo. » disse sconsolato una volta giunti alla porta che dava all'esterno dell'edificio in cui si trovava la festa.. « Ci tenevo a spiegare a tutti che i re non vengono eletti. »
« E se ti dicessi che sei stato il mio re del ballo? » sussurrò in un tono appena percettibile.
Il fisico la guardò negli occhi per qualche secondo riflettendo sulla sua domanda. Dopo un po' aprì la porta e spostò lo sguardo sui presenti alla festa che rivolsero a entrambi dei sorrisi quando li videro sulla soglia. Mosse un passo verso l'esterno, sentendo l'aria fresca solleticargli il viso.