CAPITOLO PRIMO-PRIMO GIORNO
Primo giorno sul
set...come ogni volta che dovevo girare un nuovo film mi sentivo spaesata. Non
conoscevo nessuno ed ero troppo timida per presentarmi da sola,avevo paura di
non piacere al resto del cast e di essere esclusa. Certo può sembrare una
contraddizione,un'attrice timida...il fatto è che quando interpretavo un
personaggio qualsiasi riuscivo bene ad entrare nella parte,ma se si trattava di
essere me Kristen Stewart,mi sentivo una perfetta incapace.
Entrai nella
roulette che mi avevano assegnato e disfai le valigie,sembrava strano che
Richard,il mio agente,ancora non si fosse fatto vivo. Forse stava sistemando le
ultime cose.
Tirai fuori dalla valigia le mie mille cianfrusaglie,tra cui
anche i libri da cui non potevo separarmi...la saga di "Twilight". Quando seppi
che avrei interpretato la parte di Bella Swan,la ragazzina innamorata di uno
stupendo vampiro,non potei fare a meno che leggere tutta la storia. Non me ne
pentì,era grandiosa. Nessun libro mi aveva trasportata in quel modo prima e mi
sentivo eccitata come mai mi era successo,al solo pensiero di avere un ruolo in
quella magnifica storia.Posai i libri sul comodino,li avevo già letti tre volte
di seguito,ma questo non mi avrebbe fermata da rileggerli l'ennesima
volta.
All'improvviso sentii bussare...
-kristen,kristen esci è ora di
presentarti a tutti ufficialmente- era Richard. Sapeva quanto fossi timida così
era sempre lui che mi presentava cercando il più possibile di non farmi sentire
in imbarazzo.
-si cinque minuti ed esco,vorrei solo sistemarmi un pò-dissi in
tono supplichevole. Non rispose,probabilmente mi stava aspettando fuori.
Mi
cambiai velocemente con abiti molto pesanti visti i soli 7 gradi che c'erano a
Forks. Non ero affatto abituata a quella temperatura... a Los Angeles era tutta
un'altra cosa. Per un momento mi ricordai gli stessi lamenti di Bella nel libro
appena arrivata a Forks e sorrisi da sola come una stupida..."oddio già mi
comporto come lei"pensai sempre sorridendo. In realtà ero molto simile a
lei…fisicamente la rispecchiavo in pieno,pelle chiara,in effetti proprio
bianca,corpo esile,capelli castani,solo il colore degli occhi mi differenziavano
da lei,i miei erano azzurri i suoi marroni…vabbè avrei messo le lenti a contatto
colorate per rimediare. Per quanto riguarda il carattere,ecco più o meno ci
assomigliavamo,orgogliosa,timida,insicura, io ero ancor più chiusa in me stessa
però e cosa ancor più evidente…lei non sapeva mentire…io ero
un’attrice.
Aprii la porta e come pensavo c’era Richard ad aspettarmi
-dai
splendore andiamo che ci aspettano…-disse porgendomi la mano. Richard era un
uomo sulla trentina che aveva fatto presto una carriera brillante,era bruno
occhi scuri e una carnagione super abbronzata,come tutti del resto in
California. Io ero un eccezione.
-mi stanno aspettando?-non pensavo che
stessero aspettando me,
-si dobbiamo cenare tutti insieme,su forza
sbrighiamoci piccola-.
Lo seguì e dopo qualche minuto ci ritrovammo già al
ristorante.
-ragazzi lei è Kristen,Kristen loro sono Ashley che come ben sai
interpreterà Alice,Elisabeth la nostra Esme,Nikki la bella Rosalie,
Peter
Jackson e Kellan che interpreteranno Carlisle Jasper e Emmett -continuava a
presentarmi tutti anche se avevo già conosciuto qualcuno di loro…-infine c’è
Robert,il tuo vampiro-concluse con una risata sottile.
-piacere,Kristen,spero
che lavoreremo bene insieme-mi sembrava gentile,non lo conoscevo,lo avevo visto
interpretare un maghetto in Harry Potter,ma niente di più.
-piacere mio,
Robert,mi auguro la stessa cosa-riuscii a dire senza sembrare troppo
riservata,
-ok siediti ora-continuò Richard,sembrava mio padre certe
volte,non il mio manager. L’unico posto disponibile era proprio quello accanto a
Robert,così mi fece cenno di raggiungerlo dall’altra parte del tavolo.
Molto
goffamente lo raggiunsi,ecco altra cosa in comune con il personaggio della
Mayer,sotto le risatine generali.
-ora capisco perché ti hanno
scelta-continuava a ridere Kellan
-si e capisco anche perché hanno scelto te
nel ruolo di Emmett-dissi mettendo il broncio.
La serata trascorse
tranquilla,Catherine,la regista sembrava serena e fiduciosa per il nostro
film…avremmo iniziato a girare di lì a poco. Voleva darci qualche giorno di
tempo per farci sentire a nostro agio,poi avremmo iniziato a lavorare senza
tregua.
Tutti mi sembravano molto simpatici,tranne Tayler,alias Jacob,che non
mi sembrava che un bambino viziato…vabbè in genere la prima impressione non è
mai quella giusta,in fondo sapevo che questa mia antipatia era dovuta al fatto
che odiassi il personaggio di Jacob nel romanzo. Prima di sputare sentenze
dovevo conoscerlo meglio. Non sarebbe mancata l’occasione visto che saremmo
rimasti lì per molti mesi.
Finalmente tornai nella mia
roulotte,mi feci una doccia e mi sdraiai sul letto.
Pensai che ero curiosa di
vedere i posti che la Meyer aveva descritto nel suo magnifico romanzo,così
decisi che l’indomani sarei andata a Seattle tanto per cominciare.
Guardai
l’ora,erano le undici di sera,mia madre si aspettava una mia telefonata nel
pomeriggio e io puntualmente avevo dimenticato di chiamarla. Così composi il
numero di casa mia,c’era la segreteria. Decisi di lasciare un
messaggio:
-mamma sono io,volevo dirti che qui va tutto bene,fa freddo però
con tutti quei vestiti pesanti che mi hai messo in valigia starò più che bene.
Il cast è molto simpatico,sono stata bene stasera con loro…vabbè che dire domani
mi rifaccio viva,ti voglio bene,salutami papà-.
Riattaccai e mi strinsi
ancora di più tra le coperte…dopo qualche minuto riuscii a prendere
sonno.
MI svegliai e lentamente mi alzai dal letto. Mi diressi
verso il bagno e ci volle un po’ per trovare il coraggio di togliermi il pigiama
per lavarmi…sentivo freddo.
Con molta calma indossai i miei jeans
preferiti,visto che erano molto comodi e una maglietta azzurra.
Mi avviai
verso la roulotte di Richard per avvisarlo della mia piccola gita e per farmi
procurare una macchina.
-buongiorno, allora ti serve una macchina…aspetta ora
faccio una telefonata e ti faccio portare una coupè ok?-
-avevo pensato a
qualcosa che non desse nell’occhio-risposi sbuffando,Richard teneva troppo alla
mia immagine.
-ah ok. Allora aspetta che vedo che posso fare…ma vai da
sola?-
-e certo mica porto un reggimento di soldati con me?!-scoppiò a
ridere,poi divenne serio.
-non puoi andare da sola,mi spiace. Non posso
neanche accompagnarti perché devo fare delle cose qui,quindi non puoi andare-,il
suo tono non ammetteva repliche,ma io non ero il tipo che demordeva.
-sono
grande abbastanza per decidere io se posso o no fare un giro in città,non mi
sembra di voler fare niente di male-dissi stizzita.
Mentre litigavamo perché
continuava a ripetermi che era pericoloso girare da sola per una città che non
conoscevo nemmeno, ecco che si avvicina Robert. Era la mia unica
speranza…
-ciao Robert,senti mi chiedevo se hai impegni per stamattina. Vedi
io vorrei andare a Seattle ma il mio caro Babysitter dice che da sola non posso
andarci. Mi accompagneresti?-dissi tutto d’un fiato,forse aveva letto la
disperazione nei miei occhi perché acconsentì subito,-mi farebbe piacere venire
con te,non ho proprio niente da fare-accennò un sorriso e mi fece cenno di
seguirlo.
-ciao Richard-dissi salutandolo con la mano accennando una
boccaccia,come una bambina di otto anni che ha ottenuto quel che
voleva.
Camminavamo verso il parcheggio e ci fermammo di fronte ad
un’Audi A4 nera,bellissima.
-e’ tua?-chiesi curiosa,mi colpì la scelta di
quel tipo di macchina.
-si-disse facendomi salire dal lato del
passeggero.
Durante il tragitto chiese alcune cose su di me, della mia
carriera,più che altro domande di cortesia. Io rispondevo altrettanto
cortesemente.
Arrivati a Seattle girai molti negozi e con grande
rammarico di Robert feci anche molte compere,mi piaceva fare shopping ogni
tanto.
Terminati gli acquisti ci sedemmo ad un bar e ordinammo due coca cole
e qualche stuzzichino.
-posso farti una domanda?-all’improvviso mi
chiese
-certo-mi limitai a rispondere
-come mai hai accettato questo
ruolo?-mi sembrava molto curioso…decisi di dirgli la verità.
-vedi mi
attirava la trama…non tanto per l’elemento dei vampiri,quanto per l’amore
proibito in sé…l’amore impossibile-dicendo quest’ultima parola sospirai.
La
sua espressione si fece divertita -ti piacciono le cose impossibili,quindi-era
una deduzione più che ovvia e non ci fu bisogno di rispondere perché non mi
sembrava una domanda.
-potrei fare la stessa domanda a te…-dissi
infine-perché hai accettato questo ruolo?-
-mi piace il personaggio di
Edward-tagliò corto,ma notavo un leggero imbarazzo in lui.
-vabbè ora credo
sia ora di andare-concluse.