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Autore: katyjolinar    09/11/2014    2 recensioni
Un incidente con uno Skrill trasporterà i nostri eroi in un mondo per loro poco conosciuto, che li porterà a conoscersi meglio di quanto pensassero
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni seguenti andarono tutti nuovamente in perlustrazione.
Non trovarono lo Skrill, ma finalmente videro qualche traccia: una crepa nel ghiaccio del Grande Iceberg indicava che, in qualche modo, anche questo era stato congelato, e che non era lo stesso che Dagur aveva tentato di imprigionare, poiché lo avevano ricongelato in una zona completamente diversa dal punto da cui proveniva quel grande blocco di ghiaccio galleggiante.
Hiccup e Astrid stavano discutendo tra loro, inginocchiati vicino a una delle tracce del drago, quando Moccicoso si avvicinò, abbassandosi accanto a Hiccup e dandogli, a tradimento, un bacio sulla guancia.
Hiccup si alzò in piedi, fissandolo.
"Ma che..." balbettò "Moccicoso! Per Loki! Ma che ti prende?!"
"Volevo solo farti provare il brivido di baciare un vero uomo, dolcezza." rispose il ragazzo, guardando Astrid con aria di sfida.
Il ragazzo strinse i pugni, chiudendo gli occhi e facendo dei respiri profondi. Sono Astrid, pensò, cosa farebbe Astrid al posto mio?
Ma il suo corpo stava già reagendo in automatico: urlò arrabbiato, mentre un pugno partiva e raggiungeva la faccia del ragazzo dai capelli corvini, potenziato da tutta la forza che aveva in corpo. Sentì un forte dolore alle nocche, ma non ci pensò e, con l'altra mano, ne fece partire un altro, e pochi secondi dopo stava picchiando suo cugino.
"Tu... stupido... pallone... gonfiato..." urlò, sempre più arrabbiato "vuoi... piantarla? Sono... stuf..."
Ma venne interrotto da due braccia forti che lo presero di peso, sollevandolo e allontanandolo da Moccicoso, che si tirò su, mentre lui continuava a cercare di afferrarlo e agitava le gambe, essendo sospeso a pochi centimetri dal suolo. Astrid non lo mollava, sfruttando la forza che aveva scoperto avere nel suo nuovo corpo; con un braccio lo tenne sollevato, tenendolo per la vita, con l'altro gli stringeva il polso sinistro, bloccandolo senza permettergli di muoversi troppo.
"Astrid, calmati!" esclamò, cercando di essere rassicurante, poi si rivolse a Moccicoso, guardandolo molto seria "E tu piantala! Hai passato il limite! Non verrà con te al ballo, lo capisci o no? Ha già un accompagnatore!"
Moccicoso lo fissò, balbettando e controllandosi i lividi, mentre Astrid si girava, guardando uno ad uno gli altri, lasciando andare la vita di Hiccup, ma senza mollargli il polso.
"Torniamo a Berk, ora." ordinò "Per oggi terminiamo qui." infine si girò verso Hiccup e gli controllò la mano; appena sfiorò le dita, il ragazzo fece una smorfia di dolore. Astrid sospirò, preoccupata "È rotta. Hai tirato proprio un bel pugno. Ti porto da Skarakkio a farti steccare la mano." si girò nuovamente verso i ragazzi, seria "Portate Tempestosa alla stalla, Astrid viene con me. E, Gambedipesce, seguici."
Salì su Sdentato e aiutò Hiccup, poi decollarono e tornarono a Berk, divisi in due gruppi.
Hiccup e Astrid parlarono tra loro per un po', senza farsi sentire da Gambedipesce, infine la ragazza si rivolse a quest'ultimo.
"Sorvoliamo sul fatto che l'altro giorno sei entrato in casa mia senza aspettare che ti dessi il permesso." lo rimproverò "Ma ciò che succede all'interno di quelle mura deve rimanere tra quelle mura!"
"Scu... Scusa..." balbettò il corpulento giovane "I... io... lo sai come sono, sotto pressione! Moccicoso era insistente... mi ha fatto paura..."
"Non fa nulla, As... As... Hiccup." sussurrò il giovane nel corpo di Astrid, tremando per il dolore alla mano "Non è colpa sua. Non... non poteva sapere che... che tu mi avessi già invitato."
"Oh..." disse Gambedipesce, sorpreso "Quindi è per quello che... Ti sei finalmente deciso a chiederle di sposarti, Hiccup?"
"Cosa?!" esclamarono i due giovani, insieme.
"No! Certo che no!" rispose Astrid, arrossendo "Le ho solo chiesto se le andava di andarci insieme, come amici!"
Il biondo li fissò, perplesso, per qualche secondo, infine alzò le spalle e diede una pacca affettuosa a Muscolone, che fece le fusa con aria allegra.
"Va bene, se lo dite voi..." disse, mentre si abbassavano tutti, per atterrare davanti alla bottega di Skarakkio.
Il vecchio fabbro stava lavorando alla pulizia dei denti di un Terribile Terrore, quando i tre giovani entrarono nella capanna.
"Skarakkio, ho bisogno di un favore." lo chiamò Astrid, continuando a tenere Hiccup per il polso "Astrid si è fratturata la mano. Potresti darle un'occhiata?"
"Oh, va bene, arrivo." rispose l'uomo, restituendo il draghetto alla proprietaria e avvicinandosi a loro, infine prese la mano a Hiccup e la controllò "Mh... è una brutta frattura. Dovrai tenerla ferma per un bel po'. Come te la sei procurata?"
"Ha solo accidentalmente incontrato la faccia di quell'idiota di Moccicoso... e ho scoperto che la mia mano non è dura come la sua testa..." rispose Hiccup, sarcastico, facendo delle leggere smorfie appena Skarakkio gli toccò le nocche.
"Ragazza mia, tu e Hiccup passate un po' troppo tempo insieme." sentenziò Skarakkio, tagliando delle strisce di tela e di cuoio per fasciare la mano "Hai assorbito un po' troppo il suo tipico sarcasmo, sembri quasi lui."
Hiccup e Astrid si guardarono per qualche secondo: se avevano notato questo, non sarebbe passato molto che avrebbero notato altri cambiamenti di personalità. Non sarebbero riusciti a resistere ancora a lungo a mantenere il segreto, quindi decisero che era il momento di parlare almeno con Skarakkio e Gambedipesce, che per lo meno avrebbero potuto rendersi utili per cercare una soluzione al problema.
Astrid sospirò, andando a chiudere la porta della bottega, quindi tornò a sedersi sulla panca accanto a Hiccup, mentre Skarakkio gli fasciava la mano e la immobilizzava.
"Okay..." disse la giovane, guardando gli altri "Quello che vi diremo non deve uscire di qui, dico sul serio."
"Parla pure, giovanotto. Cosa avete combinato tu e Astrid, stavolta?" la incoraggiò il vecchio.
"A dire la verità nulla, ma lo Skrill ci ha incasinato la vita." disse Hiccup, osservando la mano appena fasciata, con aria dolorante
"L'altro giorno, mentre eravamo in giro con i draghi lo abbiamo visto." riferì Astrid "E ci ha colpito con un fulmine."
"E quando ci siamo svegliati, non eravamo più noi stessi." completò il ragazzo.
"In che senso?" chiese Gambedipesce, interessato.
"Nel senso che..." cercò di spiegare la ragazza, pensando bene alle parole e giocherellando con una matita che aveva preso dal tavolo "Oddiei... come lo spieghiamo ora?"
"Nel senso che Astrid sta nel corpo di Hiccup e vice versa." disse Skarakkio, guardandola, infine spiegò "Stai usando la destra, Hiccup è mancino, quindi l'unica spiegazione è questa."
"Grazie agli dei..." sospirò Hiccup "Lo hai capito, Skarakkio, grazie!"
"Non vogliamo che lo sappia troppa gente, è già abbastanza difficile così." continuò Astrid "Stiamo cercando di gestire questi corpi, ma non è così facile. E per questo dobbiamo trovare lo Skrill: vogliamo tornare nei nostri corpi!"
"Non avete idea di quanto sia difficile essere Astrid!" si lamentò il ragazzo "Questo corpo ha delle reazioni che neanche capisco..."
"Non che il tuo sia da meno..." borbottò la giovane "Vogliamo parlare di una certa reazione involontaria, porco di un Haddock?!"
"Ehm... avete spiegato il concetto, ragazzi." li bloccò Gambedipesce "Ma ora che facciamo?"
"Te l'abbiamo detto: dobbiamo trovare lo Skrill, prima di tutto." disse Hiccup.
"E soprattutto, tu vedi di non spifferare nulla in giro. Hai già provocato abbastanza danni!" minacciò Astrid, rivolta al grosso amico biondo, prendendo Hiccup per il polso e aiutandolo ad alzarsi "Noi ora andiamo. Nelle condizioni di Hiccup per oggi non è il caso di riprendere le ricerche."
I due tornarono a casa, in silenzio. Hiccup, appena entrò, si sedette sul tavolo, fissando la mano sinistra, fasciata.
Astrid si avvicinò, sedendosi accanto a lui e carezzandogli i capelli.
"Scusami, Astrid... dovevo stare più attento." si scusò il giovane "Ti ho rotto una mano..."
"Non fa nulla, guarirà. Tu almeno stai bene?" rispose la ragazza, avvicinandosi ancora.
"Io voglio il mio corpo indietro..." si lamentò, mentre una lacrima gli solcava la guancia "Sacri Dei... come fai? È difficilissimo mantenere certe reazioni, qui dentro!"
"Non sempre riesco a tenerle..." spiegò Astrid, continuando a carezzargli i capelli "Non hai idea di quante volte sono riuscita a tenermi finché non tornavo a casa, e poi, nella solitudine di quelle mura, ho pianto. È liberatorio, ma è difficile tenersi fino alla sera, a volte. Devo ammettere che, sul lato emotivo, tu hai una resistenza maggiore: non ho ancora sentito il bisogno di piangere da quando sono nel tuo corpo."
Hiccup si asciugò le lacrime e la guardò, in silenzio, infine le afferrò il mento e la guardò negli occhi.
"Perché non mi hai detto che ti fa male la gamba sinistra?" chiese, Improvvisamente.
"Non è nulla, è sopportabile." protestò Astrid "Ma tu come lo hai capito?"
"Perché ogni tanto fa male, da quando l'ho persa, e so riconoscere quando succede." spiegò Hiccup, alzandosi e prendendola per mano "Devi toglierti la protesi e tenere la gamba a riposo, oggi."
Astrid non replicò, lasciandosi portare in camera, poi si stese sul letto e lasciò che Hiccup le togliesse la protesi e avvolgesse ciò che rimaneva della gamba in una calda pelle di yak, che subito alleviò un po' del dolore che sentiva dalla sera prima.
Mentre Hiccup legava bene la pelle alla gamba, Astrid la fissò, sentendo una strana sensazione venire da dentro, un groppo alla gola, che era rimasto imprigionato dentro da quando era finita in quel corpo, e che ora si stava liberando.
"Hiccup..." sussurrò, appena udibile "Come fai a sopportarlo?"
"Cosa?" chiese il giovane, finendo di fasciarle il moncone e guardandola in viso.
"La gamba..." continuò la giovane, singhiozzando "Come fai? Io... la sento sempre... però poi vedo che non c'è... è difficile..."
Hiccup si spostò, sedendosi accanto a lei e prendendole il viso tra le mani.
"Astrid, calma..." disse "Respira... tranquilla, presto riavrai entrambe le gambe, non ti preoccupare."
"Non ci riesco..." continuò lei, ormai in lacrime "Hiccup... non mi sono mai resa conto... hai perso una gamba... come fai? Come fai a non crollare? Era una parte di te, e ora non c'è più... non la riavrai mai indietro..."
Il giovane non rispose. Sapeva fin troppo bene cosa stava provando, perché lui stesso le aveva provate, quelle sensazioni, i primi tempi dopo la battaglia contro la Morte Rossa. Senza parlare, si sistemò meglio sul letto e abbracciò l'amica, lasciandola sfogare.
Le si calmò dopo un'ora, ma rimase ferma, con la fronte poggiata sulla spalla dell'amico. Si era tranquillizzata, la vicinanza del ragazzo le aveva fatto bene. Lei amava Hiccup, e sapere che era lì ad occuparsi di lei glielo faceva amare ancora di più.
Poco dopo, senza parlare, alzò la testa, prendendogli il volto tra le mani e baciandolo, tirando fuori tutto l'amore che provava per lui.
Non le importava più delle reazioni che avrebbe avuto il corpo in cui era intrappolata: lei amava Hiccup, e stavolta glielo avrebbe dimostrato senza troppi giri. Sentì il ragazzo ricambiare immediatamente, mentre lei lo faceva stendere e lo stringeva, continuando a baciarlo.
Hiccup fu sorpreso da quella reazione. Piacevolmente sorpreso. Quel bacio, profondo, ma dolce, era pieno d'amore, l'amore che aveva sempre sperato di ricevere da lei. Ricambiò, lasciandola condurre, lasciando che fosse lei a fare la mossa successiva.
"Hiccup..." sussurrò la ragazza, quando finalmente si staccarono "Posso... posso donarti la mia prima volta?"
La sua prima volta. Hiccup fu ancora più sorpreso: voleva che lui fosse il primo uomo ad averla. Era un grande onore. La ragazza che amava aveva deciso che era degno di avere la sua prima volta!
Annuì. Sapeva che sarebbe stata una situazione strana, così, a parti invertite, Ma in quel momento non gli importava.
Astrid sorrise, baciandolo di nuovo. Era strano, avrebbero fatto l'amore a parti invertite, ma sapeva che avrebbero recuperato non appena avrebbero riavuto i loro corpi indietro.
   
 
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