Se
pensavate di esservi liberati di me vi sbagliavate! ^__^
Eccomi
qua con un’altra ZoroxSanji!! Prima però volevo ringraziare
tutti coloro che hanno letto le mie precedenti creazioni. Come sempre, troppo
buoni *-*
Questa
si intitola “Il principe e il pirata”
(non me ne voglia Pieraccioni) in
onore a mon amour Mr. Prince ^__^
Questo
è il primo capitolo, ditemi che ne pensate.
Buona
lettura Chiara
Il principe e il pirata
La Merry era attraccata al
piccolo porto dell’isola, sulla quale la ciurma era sbarcata per fare provviste
o acquistare qualsiasi cosa fosse necessaria, come Usopp che stava
letteralmente svuotando l’officina del vecchio falegname del posto in cerca di
assi, chiodi e corde per riparare qualche ferita dell’imbarcazione. Ma tutto sommato
il vero motivo di quella fermata era solo che ognuno di loro aveva bisogno di
distrarsi, di staccare la spina per un po’ e pensare ad altro che non fosse
diventare il re dei pirati, il migliore spadaccino o qualsiasi altro sogno che,
agli occhi esterni, sarebbe parso folle e assolutamente irrealizzabile.
La piccola renna camminava accanto al biondo cuoco portando sul dorso diversi
scatoloni.
- Abbiamo preso tutto Sanji? – chiese guardando le vetrine dei negozi poste ai
lati della strada.
- Credo di sì – rispose lui tenendo una mano in tasca, mentre con l’altra si
aggiustò gli occhiali sul naso.
- Senti Chopper, ti va di portare tutto alla nave? Io vorrei farmi un altro
giro. – chiese Sanji gentilmente.
- Certo! Anzi a dire il vero mi sto anche stancando un po’… - sospirò il dotto
animale.
- Perché non l’hai detto? Dai ti do una mano – lo rimproverò il cuoco, ma
mentre stava per sollevare una scatola dalla schiena del compagno, questi lo
fermò.
- Non preoccuparti! Ti fai quello che devi. Io ti aspetto sulla Merry con gli
altri – disse sorridente il dottore, per poi imboccare una piccola traversa che
portava dritta al porto.
Ma possibile che quella
renna fosse così gentile e altruista? Qualcuno avrebbe dovuto insegnargli un
po’ di malizia, ma sarebbe stato un compito troppo arduo…
Sanji prese a passeggiare
buttando un occhio ai negozi e un altro a qualche bella ragazza che gli passava
di tanto in tanto accanto.
Passò davanti ad una
locanda e, ancor prima che potesse chiedersi se gli andava di bere qualcosa,
qualcuno gli arrivò letteralmente addosso.
- Non farti più vedere
qui! – urlava un omaccione con la barba incolta e senza capelli, fermo sulla
soglia. Prima che potesse rispondere qualunque cosa, Sanji vide l’uomo
rientrare sbattendo la porta. Si alzò da terra massaggiandosi il fondoschiena
con una mano e solo allora notò un ragazzo steso accanto a lui.
- Tutto bene? – chiese
avvicinandosi. Il ragazzo fece cenno di sì e si alzò in piedi pulendosi i
pantaloni.
- Pretendeva che pagassi
pure! E quella brodaglia me la chiama cibo? – borbottò il giovane. Sanji
osservò una ferita all’angolo della sua bocca. Sicuramente l’oste prima di
sbatterlo fuori, si era preso la briga di pestarlo un po’.
- Scusa se ti sono venuto
addosso – disse il giovane rivolgendosi al biondo cuoco.
- Nessun problema – rispose Sanji sorridendogli. Il giovane ricambio il sorriso
poi guardò a terra e si chinò a raccogliere qualcosa.
- Questi sono tuoi? – chiese porgendo a Sanji un paio di lenti arancioni.
- Ah si, grazie – il cuoco li prese e li indossò.
- Ti donano molto – esclamò il ragazzo riempiendo Sanji di orgoglio.
- Eh si, lo so… piuttosto perché ti hanno cacciato fuori? – domandò ancora
gongolando per il complimento ricevuto poco prima.
- Semplicemente perché non ho pagato. Ma come possono chiedermi di pagare dopo
avermi servito quella roba? Non ho neanche avuto il coraggio di mangiarla! –
borbottò ancora il giovane.
- Scusa se te lo dico, ma
quando uno ti da del cibo, qualsiasi cosa sia, bisogna mangiarlo e anche pagare
– esclamò Sanji accendendosi una sigaretta.
- Avresti dovuto
assaggiarlo! Era immangiabile – continuò capriccioso il ragazzo.
Sanji lo scrutò bene:
aveva capelli neri corti, ma talmente lunghi davanti da oscurargli praticamente
lo sguardo, che però poté constatare brillava da due occhi verdi. La pelle
ambrata gli ricordava qualcuno… eh già… era proprio come quella dello
spadaccino zuccone che navigava con lui. Ma i lineamenti morbidi del giovane,
non avevano nulla a che vedere con quelli duri e seriosi dello scontroso
compagno.
Ad un primo sguardo quel ragazzo avrebbe potuto essere facilmente scambiato per
una ragazza, per una bella ragazza.
- Il cibo non va mai sprecato. Si mangia e basta. – ribadì Sanji.
Con il tono con cui aveva
detto quella frase, il ragazzo ebbe l’impressione che il biondo davanti a lui
non sapesse cosa volesse dire ” mangiare bene” e forse si sentì in obbligo di
illuminarlo.
- Eh no. C’è cibo e cibo. Quando assapori certe
prelibatezze, dopo non puoi mangiare il resto senza fare il paragone – sentenziò
il giovane spostandosi con la mano la frangia dagli occhi.
“Certe
prelibatezze”?... e allora se
assaggiasse i suoi piatti come li chiamerebbe? Magari peccava un po’ di
presunzione, ma era sicuro che se quel ragazzino avesse potuto mangiare una sola
delle pietanze che preparava lui, ne sarebbe rimasto sbalordito.
Sanji si ritrovò a
sorridere inconsciamente, poi notando l’espressione confusa sul volto del
giovane prese a chiedergli
- E dov’è che hai mangiato queste
*prelibatezze*? – non si preoccupò di
usare un tono di voce che non fosse così sarcastico.
- Sul Baratie! – rispose
sorridendo.
Sanji sgranò gli occhi e
la sigaretta gli cadde dalle labbra.
- Non dirmi che lo
conosci? – chiese il giovane notando la sorpresa sul viso del biondo. Poi osservandolo
bene e focalizzando l’attenzione sulle sue strane sopracciglia, un dubbio lo
raggiunse
- Ma… non dirmi che tu sei
Sanji? – urlò puntando l’indice verso il cuoco. Quest’ultimo sorrise e si passò
una mano fra i biondi capelli.
- Vedo che la mia fama mi
precede - esclamò compiaciuto.
- Wow! mi hanno parlato
molto di te! Ma allora… anche Roronoa Zoro è qui? Dov’è, dov’è? – il giovane iniziò a guardarsi
attorno in cerca di qualcuno.
Sanji sentì un brivido
percorrergli la schiena. Ma era possibile che non potesse godersi un po’ di
gloria che quello stupido marimo gli stesse sempre fra i piedi?
Non gli bastava che avesse
una bella taglia da milioni sulla testa, mentre lui non aveva avuto la
soddisfazione di averne neanche mezza?!
- Non so di chi parli! –
rispose brusco per poi allontanarsi con le mani in tasca, lasciando lì il
povero ragazzo perplesso.
- Dannato spadaccino! –
borbottava a denti stretti continuando a camminare, senza guardare più né le
vetrine, né tanto meno le fanciulle del posto. Ora i sui pensieri erano tutti
per quel fastidioso spadaccino onnipresente.
Per quanti sforzi facesse,
non riusciva mai a sentirsi al suo stesso livello, anche se non perdeva
occasione per sbattergli in faccia il contrario. Sapeva che un giorno anche
Zoro l’avrebbe pensata così, l’avrebbe trovato inferiore… se già non lo aveva
fatto.
Ci mancava solo quel
dannato ragazzino ad aumentare le sue preoccupazioni…
Una voce che giungeva alle sue spalle, lo strappò via da quei pensieri. Si
voltò indietro.
- Sanji! Aspettami! –
urlava il giovane di prima correndogli in contro.
Sanji si fermò e aspettò che lo raggiungesse.
- E ora che vuoi?- chiese infastidito il cuoco.
- Scusa… scusa…. Forse ho detto qualcosa… di sbagliato – balbettò il giovane
con il fiatone. Poi si poggiò le mani sulle ginocchia flesse per riprendere
fiato. Solo allora Sanji notò che in una stringeva una spada.
- Sei uno spadaccino? – chiese senza perdere la sua espressione inacidita.
Il viso del ragazzo si illuminò con un grande sorriso e con la testa fece cenno
di sì. Sanji non poté non trovare quell’espressione adorabile…
- Dì un po’… anche questo Zoro di cui mi hai chiesto prima è uno spadaccino? –
cercò di essere vago.
- Certo, il più grande! E’ il mio mito! – rispose il giovane.
Benché potessero essere quasi coetanei, agli occhi di Sanji quel ragazzo
sembrava proprio un bambino. Saranno stati quei lineamenti dolci, o il modo con
cui aveva definito Zoro il suo mito.
Il cuoco si andò a sedere su una panchina e fece segno al ragazzo di accomodarsi
affianco a lui.
Prese una sigaretta, ma prima che potesse accenderla, il giovane gli allungò un
accendino.
- Fumi anche tu? – chiese accendendosi la bionda.
- No – sorrise ancora il
giovane.
Sanji lo guardò un po’
stranito, poi spostò lo sguardo davanti a sé soffiando un po’ di fumo. In fondo
non c’era nulla di strano nel portarsi dietro un accendino.
- Come ti chiami? – chiese il cuoco senza distogliere lo sguardo.
- Ah scusa non mi sono
presentato. Il mio nome è Bradley, ma tutti mi chiamano Brad – rispose il
ragazzo arrossendo.
- Senti Brad… perché credevi che conoscessi questo tizio? – ancora prima di
finire la frase, ebbe il sospetto che quegli idioti dei sui ex colleghi
avessero parlato troppo.
- Me lo hanno detto sul Baratie -
Ecco, appunto… accidenti a quei pettegoli!
- Stavo mangiando con un mio compagno, quando è uscito fuori il nome di Zoro.
Allora uno dei camerieri si è avvicinato a noi chiedendoci se parlassimo del
cacciatore di pirati Roronoa e noi abbiamo detto di sì. Questo si è messo a ridere, dicendo che un cuoco che
lavorava con loro tempo fa era un compagno di Zoro e che facevano parte
entrambi della ciurma di cappello di paglia – spiegò Brad.
Sanji lo ascoltava sorridendo.
- Ci hanno parlato molto di te e io… ho dato per scontato che quella storia
fosse vera. Scusa non volevo infastidirti – il viso del ragazzo si rattristò,
mentre Sanji lo guardava divertito.
- Roronoa Zoro… se lo conoscessi meglio, non credo che continueresti a
consideralo un mito- asserì Sanji stringendo fra i denti la sigaretta e
inclinando le labbra in un sorriso.
- Ma allora tu lo conosci?
– chiese sorpreso Bard sgranando i suoi occhioni verdi.
- Per mia sfortuna si - sospirò il cuoco poggiandosi allo schienale della
panchina e alzando la testa verso il cielo….
- Usopp non dirmi che hai
svaligiato un cantiere intero? – sbuffò Nami appoggiata alla balaustra, non
appena vide il ragazzo avvicinarsi alla nave sommerso da assi di legno.
- Invece di parlare perché non vieni a darmi una mano?! – le urlò contro Usopp.
La ragazza di tutta risposta si voltò di spalle e rientrò dentro, ignorando
completamente la richiesta del compagno.
Robin che aveva assistito
divertita alla scena, fece fiorire qualche braccio che sollevò il carico dalle
spalle di Usopp, prima che quest’ultimo ne fosse travolto.
- Grazie Robin… - sospirò il ragazzo buttandosi a terra per riprendere fiato.
- Non c’è di che - rispose sorridendo l’archeologa.
Intanto una voce risuonava chiassosa per tutta la Merry.
- Ehi Sanji dove sei?? Sanji!! – urlava a squarciagola Rufy.
- Si può sapere che diavolo hai da strillare tanto? – borbottò Zoro svegliato
dal trambusto del capitano. Già la sera prima aveva dormito poco proprio a
causa di quel cuoco da strapazzo, e ora che stava facendo un bel sonnellino
comodamente appoggiato all’albero maestro, quel dannato capitano lo aveva
svegliato…
- Cerco Sanji… tra un po’ è ora di cena e ancora non si vede… io ho fame! –
lamentava Rufy imbronciato, passandosi una mano sullo stomaco.
- Io so che è andato a fare acquisti con Chopper – disse Usopp sedendosi a
terra.
- A dire il vero, il dottore è rientrato poco fa – asserì Nico Robin
comodamente adagiata sulla sdraio.
- E Sanji dov’è finito? – chiese ancora più abbattuto il capitano.
- Il dottore mi ha detto che era ancora in giro. Non so altro. Prova a chiedere
a lui – lo illuminò la bella archeologa. Rufy annuì con la testa e si precipitò
a cercare Chopper, che di sicuro stava preparando qualche strano intruglio.
- Scommetto che starà sbavando dietro a qualche
ragazza – sentenziò Usopp incrociando le braccia sul petto.
- Stupido cuoco…- borbottava Zoro.
Di sicuro Usopp aveva
ragione. Quel brutto ossigenato era capace di perdere quel poco di cervello che
aveva non appena vedeva una gonna. Magari facesse colpo poi, e invece la lista
dei due di picche che aveva ricevuto era interminabile. Più di una volta Zoro
ebbe la sensazione che se li “cercasse”…
Si poteva essere più idioti?
Silenziosamente si alzò e
scese verso il porto.
- E ora dove va? – chiese Usopp spazientito vedendo lo spadaccino allontanarsi.
Robin sorrise.
Certo che quella era davvero una strana ciurma…
TO BE CONTINUED…