...
Zoro entrò nella locanda e
si diresse verso il bancone. Ordinò da bere e subito un omaccione con un
grembiule unto e bisunto legato sul ventre gli chiese
- Ce li hai i soldi per pagare? –
Zoro fece brillare qualche
moneta sul banco. L’uomo gli versò da bere.
- Scusa amico, ma oggi ho avuto un problema con un tizio che portava una spada.
Sai com’è, non volevo ricaderci – spiegò l’uomo.
- Non ci sono problemi –
lo rassicurò freddamente lo spadaccino, buttando giù un sorso della bevanda.
- Neanche la sapeva usare la spada quel moccioso. Mi sono bastati un paio di
pugni per fargli abbassare la cresta – esclamò ridendo di gusto l’uomo. Zoro lo
ascoltava totalmente disinteressato.
Chissà dove si era
cacciato quello stupido cuoco...
- L’ho buttato a calci fuori
di qui! Mi spiace solo che nel farlo ho travolto un ragazzo che passava davanti
la locanda – continuò l’oste asciugando un piatto con il grembiule.
- Ah si? – chiese Zoro, sperando che se l’avesse lasciato vantarsi ancora un
po’, magari gli avrebbe offerto un altro drink gratis.
- Era un biondino magro con un paio di occhiali colorati. Lo ricordo, perché
era tutto tirato a lucido. Molto elegante direi, non certo un tipo da strada
come quel moccioso fastidioso –
Zoro sentì l’alcol
andargli di traverso.
- Ehi amico bevi piano! Non
varrai soffocare nella mia locanda – disse l’oste sgarbatamente.
- Hai detto un biondino
elegante? – chiese lo spadaccino tossendo.
- Non dirmi che lo
conosci? Non offenderti, ma non credo sia il tipo di gente che frequenti tu - Sentenziò
invadente l’uomo.
- E con questo che
vorresti dire? - Zoro si alterò non poco.
È vero, lui e Sanji erano
diversi quasi in tutto, dal modo di vestire a quello di comportarsi. Forse lui
non sapeva cosa fosse il galateo, così come quel cuoco non poteva immaginare
cosa significasse fare esercizi massacranti per ore e ore, ma che uno stupido
oste ciccione affermasse con tanta sicurezza che erano di due mondi diversi..
beh, questo non lo poteva proprio
sopportare!
- Ehi calmati amico! Volevo solo dire che un tipo tosto come te, non può avere
nulla a che spartire con un damerino come quello – balbettò nervosamente l’uomo quando vide il
pollice di Zoro sollevare la spada dal suo fodero.
- Senti facciamo così. Ti offro tutto
io, ok? Sei mio ospite, prendi ciò che vuoi – l’oste aveva notato che lo
sguardo negli gli occhi di quel ragazzo dagli strani capelli verdi, era
totalmente diverso da quello del ragazzino che aveva buttato fuori.
- Dov’è andato? – chiese brusco Zoro.
- Chi il biondino? Non saprei dirti. Ho visto solo che stava parlando con quel
moccioso. Poi non lo so – esclamò l’oste senza perdere d’occhio le tre spade
sul fianco del ragazzo.
Zoro prese le monete dal
bancone ed uscì fuori dalla locanda.
“Un tipo tosto come te non può avere nulla a che spartire con un damerino come
quello”. Le parole dell’oste risuonavano pesanti nella testa dello spadaccino.
Anche Sanji la pensava
così? Davvero non avevano nulla in comune? E se pure fosse, cosa gli poteva
importare?! Nulla... proprio nulla!
Infatti non gliene importava nulla che fossero diversi, ma si ricordò che più
di una volta quel biondo cuoco, gliel’aveva fatto notare. Ma Sanji era sempre polemico
e saccente su tutto, ormai aveva imparato a conoscerlo fin troppo bene...
Mentre camminava avvolto dai pensieri, una luce gli trafisse un occhio
accecandolo.
- Maledizione! – imprecò comprendoni lo sguardo con una mano.
Forse qualcuno stava facendo l’idiota riflettendo il sole con uno specchio, ma
aveva trovato la vittima sbagliata. Si diresse nella direzione da cui proveniva
quel bagliore fastidioso, pronto ad affettare chiunque gli capitasse a tiro. Le
sue intenzioni belliche però dovettero cadere presto.
Con sorpresa vide Sanji
seduto su una panchina letteralmente piegato in due dalle risate. Accanto a lui,
un ragazzino moro stava gesticolando qualcosa con le braccia. Fu accecato
nuovamente e capì che erano gli occhiali di Sanji a riflettere i raggi del
sole.
Si spostò dietro una siepe per evitare il bagliore e anche per cercare di
sentire cosa dicessero senza essere visto. Ma era troppo lontano e non riusciva
a distinguere le parole. L’unica cosa che udiva perfettamente era la risata
allegra del cuoco.
Perché era così divertito?
Si voltò a guardare il ragazzo in sua compagnia...
Un moretto gracilino, con una spada poggiata di fianco. Era di sicuro il tipo
che l’oste aveva sbattuto fuori.
Cosa aveva quel cuoco, la
sindrome della crocerossina?
Ora era Sanji che stava parlando ancora con le lacrime agli occhi, facilmente
visibili nonostante i suoi occhiali.
Accidenti non riusciva a
comprendere nulla! Anche il moretto sembrava piuttosto divertito da ciò che
diceva il ragazzo. Zoro pensò che con lui Sanji non aveva mai riso in quel modo.
Un nodo gli strinse la gola...
Stava per andarsene quando vide i due alzarsi dalla panchina. Il cuoco disse
qualcosa e allungò una mano verso il giovane.
Di tutta risposta il
moretto non si curò della sua mano, ma gli si fiondò al collo abbracciandolo
calorosamente. Sanji rimase sorpreso, poi timidamente ricambiò quell’abbraccio,
anche se con meno enfasi.
Zoro strinse forte i pugni... neanche riusciva a capire perché quel gesto lo
adirasse tanto.
Era abituato a vedere
Sanji fare il cascamorto con tutte le ragazze, a cominciare dalle sue due
compagne, ma con un ragazzo...
Gli aveva giurato che lui era l’unico. Che non aveva mai avuto attrazione verso
un altro uomo che non fosse lui... e allora quell’abbraccio?
Non poté fermare le sue gambe.
Si catapultò fuori dalla siepe dietro cui si era nascosto, per correre verso il
cuoco che lo guardava avvicinarsi sorpreso. Il moretto si staccò da lui per
vedere chi stesse sopraggiungendo. Non riuscì a non rimanere senza parole.
- Eccoti finalmente! Dove ti eri cacciato, non lo sai che è ora di cena? – urlò
Zoro non appena gli fu di fronte. Con uno sguardo fulminò il moretto che a
bocca aperta lo guardava senza fiatare.
- Stavo per tornare, non sono un bambino – neanche riuscì a terminare la frase,
che Zoro lo afferrò per un polso trascinandolo via con sé. Brad guardò la scena
senza avere la forza di muovere un muscolo.
- Ehi idiota che ti prende – borbottò Sanji staccandosi dalla presa. Zoro non
rispose e lo afferrò ancora per il polso.
- Cammina – gli ordinò tirandolo dietro.
- Smettila Zoro! – Sanji si staccò nuovamente.
- Maledizione ma che credi di fare? – chiese il cuoco.
- Ti porto via – rispose
neutro l’altro. Poi fece per prenderlo di nuovo per il braccio, ma Sanji si scostò
prontamente.
- La vuoi finire? – gli urlò sorridendo nervosamente.
Quel sorriso mandò in fumo
le ultime intenzioni dello spadaccino di non perdere quel poco di calma che gli
restava ancora.
- E’ ora di cena e tu
invece di startene in cucina a fare il tuo lavoro, perdi tempo a correre dietro
ai ragazzini! – sentì il viso avvamparsi, ma ormai la frittata era fatta.
Sanji scoppiò in una grossa risata.
- Che diavolo hai da
ridere stupido sopracciglio? – urlava Zoro sempre più paonazzo.
- Mio dio! Zoro sei davvero
un babbeo! – se la rideva Sanji.
Lo spadaccino sentì la
rabbia montare.
- Fai come ti pare! – concluse per poi andar via.
Già origliare dietro una siepe gli era sembrata una cosa da idioti, che poi
quel maledetto sopracciglio lo ridicolizzasse in quel modo, non poteva che
aumentare il suo imbarazzo!
- Dai Zoro fermati – nonostante la rabbia Zoro si piegò a quell’ordine ma senza
voltarsi. In effetti quando usava quel tono di voce così dolce, non poteva
resistergli (anche se non lo avrebbe mai ammesso)
Sanji si avvicinò a lui e
gli si pose davanti.
- Vorrei farti conoscere qualcuno – disse il cuoco facendogli l’occhiolino.
Zoro lo guardava ancora adirato, ma decise che voleva sapere fin dove sarebbe
arrivato quello stupido cuoco.
- Ehi Brad vieni qui – gridò Sanji in direzione del moretto.
- Vedo che hai già fatto amicizia... - borbottò a mezza bocca lo spadaccino.
Sanji lo guardò sospirando.
- Sa-Sanji…
io... - balbettò il giovane quando gli fu accanto.
- Lui è Zoro. Roronoa Zoro – disse il cuoco indicandolo con il pollice. Il
moretto si chinò ancora tremante.
- E’ un vero onore – cercò di dire tutto ad un fiato. Zoro lo guardava sempre
più confuso.
Che quel cuoco avesse
sputtanato tutto?... Nel dubbio, si affrettò ad afferrarlo per il colletto
della camicia tirandolo verso il suo volto.
- Che diavolo hai
raccontato? – chiese ringhiando.
- Ma che vuoi che abbia
detto idiota – disse lui staccando le mani del compagno.
- Brad è un giovane
spadaccino che ti ammira molto. Tutto qui – aggiunse sistemandosi il bavero
della camicia.
- Tu sei... lei è il mio
mito – balbettò ancora il ragazzo raggiante in volto. Zoro lo guardò perplesso.
- Uno spadaccino...
capisco - Sospirò incrociando le braccia sul petto.
- Voleva conoscerti.
L’avevo avvisato che sarebbe stata una delusione... già da come ti sei
presentato non hai fatto una gran bella figura - sentenziò Sanji guardandolo
con la coda dell’occhio.
- Fa silenzio! – lo azzittì Zoro. Poi tornò a studiare
il giovane davanti a lui. Aveva una strana luce negli occhi, la stessa che
aveva lui quando guardava Kuina allenarsi...
- Io l’ammiro da sempre! Lei è il migliore spadaccino che esista - le parole
del ragazzo erano inondate di stima e rispetto, o almeno così giungevano alle
sue orecchie.
- Allenati senza mai stancarti – disse Zoro per poi allontanarsi.
- Ehi dove vai? Ti sembra
questo il modo i comportarsi?... ehi Zoro – i richiami di Sanji furono inutili.
Zoro sparì ancora una volta dietro una siepe.
- Scusalo. Te l’avevo detto che non aveva modi cortesi – sospirò il cuoco.
- E’ proprio come l’avevo immaginato!
E’ un grande! – esclamò Brad entusiasta.
Sanji sorrise. Ecco un altro conquistato da quello spadaccino scontroso.
Gli tornò in mente la
prima volta che lo aveva visto. Quando gli aveva chiesto perché mai volesse
intraprendere un viaggio che avrebbe potuto costargli la vita, solo per
raggiungere uno scopo. Lui gli parlò di una vena di follia, di una grande
determinazione che lo guidava, in due parole era stato capace di far capire
perfettamente che tipo era. Il cuoco non poté che rimanerne affascinato
all’istante. Poi lo scontro contro Mihawk...
Sembrava passato un secolo...
- Fai come ti ha detto
allora. Ci vediamo Brad – Sanji stava per andare via quando Brad lo fermò
- Aspetta Sanji. Voglio
che tu dica una cosa a Zoro da parte mia –
Sanji guardò quei suoi
occhi verdi ora carichi di sicurezza. Facevano uno strano effetto su quel viso
così delicato. Non riuscì a non sorridere.
- Dimmi pure –
Brad si avvicinò a lui
inchiodando lo sguardo a quello del cuoco.
- Digli che un ora ho un
motivo in più per ammirarlo. Ma un giorno gli porterò via sia il titolo di
miglior spadaccino... sia te! -
Sanji sgranò gli occhi sbigottito da quell’affermazione. Brad arretrò
sorridendo.
- Allora io vado! Ci
rivedremo di sicuro! Ciao Sanji – e corse via.
TO BE CONTINUED…
E
questo è il secondo capitolo. Spero non vi abbia deluso troppo ^__^
Il
prossimo dovrebbe essere l’ultimo, a meno che non mi venga qualche idea
esplosiva all’ultimo minuto!
Fatemi
sapere che ne pensate!
Grazie
per i commenti e la lettura Chiara