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Autore: Xandalphon    09/11/2014    2 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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34)Diplomazia a cena

 

“Buongiorno Inazuma san...Mi devo scusare per l'invito così improvviso, ma le circostanze non hanno permesso altrimenti...”

 

“Per me è, piuttosto, un grande onore, Yondaime Hokage. Pensare che tra i primi pensieri della nuova guida del villaggio della foglia vi sia un incontro privato con il delegato del villaggio del vortice è piuttosto sorprendente.”

 

In effetti, sebbene fosse una frase dettata perlopiù dall'etichetta, Inazuma, sorpresa, lo era davvero. Com'è che Minato aveva voluto vederla in privato prima del rinnovo del patto di alleanza? Voleva farsi un'idea di come sarebbe stata la prossima Tsunamikage? Plausibile. Dopotutto, da quanto aveva potuto notare, Sarutobi ed Akiko, nonostante tutte le apparenze, avevano un rapporto che si sarebbe potuto definire di stretta amicizia. Forse il nuovo Hokage aveva pensato bene di stringere il prima possibile i nodi di un buon rapporto. Eppure...Eppure, a naso, nel fare esitante con cui l'aveva accolta sentiva che c'era qualcosa che non andava per il verso giusto. Una sorta di brutto presentimento che non la convinceva fino in fondo.

 

Dal canto suo, Minato non aveva la più pallida idea di come affrontare la situazione. Da una parte avrebbe voluto essere franco e sincero, raccontando per filo e per segno ad Inazuma tutto quanto. D'altra parte, non gli andava di fare la figura del debole con una che neanche conosceva... Beh, si dava il caso che prima o poi avrebbe dovuto affrontare comunque l'argomento del rinnovo del trattato e la “proposta di clausole accessorie”, come l'aveva eufemisticamente chiamata Danzo... Prima era, meglio era, sotto certi punti di vista...

 

Con un grosso sospiro, iniziò: “Inazuma hime... Non è mia abitudine né parlare in pubblico, né affrontare tutte le sottigliezze diplomatiche con l'abilità che la mia nuova carica imporrebbe... Non sono un politico, né lo sarò mai, visto che non sono mai stato un granché bravo con le parole...”

 

“Se si parla di sentirsi tagliati per un ruolo che ci è stato affidato, credo di comprendervi fin troppo bene, Yondaime Hokage...” Replicò prontamente Inazuma. Quel tipo biondo, tutto sommato, gli stava simpatico. Aveva deciso di parlargli in modo diretto e franco. Meglio. Sarebbe stata più libera anche lei di esporre le proprie opinioni...

 

“Minato. Se posso permettermi, preferirei che usiate il mio nome. Meglio approfittare della libertà di parola, almeno fino a che le circostanze lo consentono.”

 

“Come volete. Non ho assolutamente nulla in contrario. Se devo essere sincera, non sono mai stata una gran patita delle formalità, come l'attuale Tsunamikage potrebbe testimoniarvi...”

 

“Bene. Ora che abbiamo chiarito alcune questioni di base, ecco la parte spinosa... Ho ricevuto diverse impressioni, diciamo... Poco favorevoli, ecco, sul vostro conto.”

“Francamente, Minato san, la cosa non mi stupisce in modo particolare. E' la prima volta che mi mostro pubblicamente; non ho esperienza e doti persuasive particolari. In più, anche per quanto riguarda fisico e portamento, non si può certo dire che io abbia molto da offrire alla vista...”

 

“Ma no, ma no, ma che dite? Vi siete comportata meglio di me, se dobbiamo fare un paragone. L'ho detto solo per esporvi meglio il problema. Quello che volevo dire è che mi sono trovato ad un tratto a subire le pressioni di certi gruppi di potere all'interno del villaggio perché rivedano le clausole del nostro rapporto di alleanza con voi. E non so come funzioni da voi, ma ho imparato fin troppo presto che l'hokage non ha il potere assoluto e l'ultima parola su ogni cosa, anzi...”

 

“Sempre i soliti eh, voi di Konoha? Ma per caso lo insegnate all'accademia che il villaggio del vortice è un piccolo ed inutile posticino che nel migliore dei casi è una palla al piede per i grandi figli del dio degli Shinobi?”

 

“State parlando con uno che una Uzumaki l'ha persino sposata... Non potrei pensarla come avete detto nemmeno se lo volessi...”

 

“No, Minato san, tranquillo, non ce l'ho con voi... E' che non riesco a fare a meno di provare un certo... Fastidio per i pregiudizi nei nostri confronti, tutto qua...”

 

“Capisco... Oh, ma sono stato decisamente inospitale! Sembra che senza Kushina dimentichi completamente le buone maniere! Mi è rimasto del the che avevo preparato prima, aspettate un minuto che ve lo porto...”

 

Minato ora si sentiva decisamente in colpa come un ladro all'idea di forzare Inazuma ad accettare di sottostare a nuove condizioni di alleanza per il solo amore della pace. L'avrebbe capito anche un cieco, di trovarsi davanti ad un'ottima kunoichi che non avrebbe affatto sfigurato dinnanzi ai migliori ninja della foglia. In più era intelligente e pacata, come aveva potuto constatare. Kakashi, nel suggerirgli di essere semplicemente il più franco possibile con lei, gli aveva fornito un ottimo consiglio, dopo tutto. Ma a proposito di Kakashi...

 

Dopo aver lasciato che la sua ospite sorseggiasse il proprio the, le chiese: “Spero vivamente che il mio allievo non abbia mostrato gli stessi pregiudizi di Shimura e degli Hyuuga nel trattare con voi...”

 

“Come?” Inazuma si doveva essere persa una parte del discorso di Minato, perché non aveva capito di chi stesse parlando.

 

“Massì, Kakashi, il mio allievo! E' stato da voi un mesetto fa, no? Come vi è parso?”

 

Istintivamente, Inazuma arrossì. Quel che fu peggio, però è che le andò anche di traverso il the, e riuscì a malapena ad evitare di soffiarlo in faccia all'hokage.

 

“Scu-scusate, Minato san, non è niente, ero soprappensiero... Ka-ka-kakashi, il vostro a-allievo? Niente da dire, si è comportato in modo co-corretto e-e educato...”

 

E quella reazione cos'era? No, questa era da segnare sul calendario! Prima quando aveva nominato Inazuma a Kakashi quello si era subito messo sulla difensiva, e ora che nominava lui a lei ancora un po' quella si strozza con il the. Sarà anche stato un tonto a capire certe cose, ma a fare due più due ci riusciva benissimo anche da solo, senza l'aiuto dell'occhio di falco di sua moglie...Kakashi e la prossima Tsunamikage si piacevano! Era chiaro come il sole a mezzogiorno, soprattutto dopo quella reazione! Assurdo...Sì beh, però lei avrebbe dovuto sposare un altro no? Ahi ahi... Forse più tardi avrebbe dovuto farsi una bella chiacchierata con Kushina per capire se poteva fare qualcosa per dare una mano al suo allievo...

 

“Meglio così... Comunque queste sono le clausole che mi sono state gentilmente “proposte”. Che, al posto vostro, per inciso, io non accetterei mai, giusto per essere completamente sinceri...

Qualsiasi missione di rango A o superiore, prima di essere accettata deve essere approvata da Konoha; qualsiasi trattato con altri villaggi e daimyo deve essere prima approvato da Konoha; di qualsiasi operazione di ninja di Uzushi che implichi la permanenza di questi ultimi fuori dai confini della terra del fuoco, Konoha dovrà essere a conoscenza e informata; al consiglio dei jounin di Uzushi dovrà essere presente un rappresentante permanente di Konoha, che avrà diritto di parlare per primo all'interno dell'assemblea per esporre le proprie posizioni.

 

Ovviamente, ho tagliato le parti in cui si parlava di protezione e sicurezza e tutela reciproca... Mi sembrava di fare un torto alla vostra intelligenza, leggendovele...”

 

Inazuma trasse un profondo sospiro. Per dieci secondi buoni stette in silenzio, come a rimuginare che tipo di risposta potesse dare a quella cascata di norme. Alla fine, con tono pacato, ma anche lievemente ironico disse: “Certo che il vostro consiglio ha pensato a tutto per metterci il bavaglio per bene, eh? No, più che bavaglio forse è meglio utilizzare il termine 'guinzaglio'... Volete fare degli shinobi di Uzushi delle belle marionettine nelle vostre mani? Passerei alla storia come la Tsunamikage che ha svenduto la libertà del proprio paese ad un vicino avido ed arrogante, se accettassi...Ancor prima di ottenere il titolo, per giunta...”

 

“L'avevo detto io che vi sarebbero sembrate clausole inaccettabili. Ma non potevo fare a meno di proporvele, era mio dovere.”

 

“Come è mio dovere dirvi che sono un cumulo di stronzate scritte da vecchi bavosi pieni di boria, a mio modestissimo parere...”

 

“Niente peli sulla lingua eh?”

 

“Akiko me lo rinfaccia sempre che sono un tantino troppo sboccata per una Uzumaki. Tra le cose di cui si fa vanto il nostro clan c'è anche quello di non usare mai parole sconce per esprimersi...”

 

“Ah, ecco perché ho dovuto bandirle dal vocabolario appena mi sono messo insieme a Kushina...”

 

Inazuma, involontariamente sorrise a quella rivelazione. Poi aggiunse, con fare molto pratico: “Quindi? Sentiamo, cosa dovrei fare per liberarmi di queste simpatiche condizioni senza scatenare una guerra o, quantomeno, rompere un'alleanza secolare?”

 

“Far cambiare idea con le cattive a qualcuno, mi verrebbe da dire. Intendiamoci, non vorrei mai che andiate a seminare carte bomba a villa Hyuuga o nel quartiere degli Uchiha o nel covo di radice a viso scoperto...Però un bello spavento potrebbe essere salutare. Perlomeno avrebbero più rispetto delle vostre doti come ninja...”

 

“Questa idea non mi è nuova...” Replicò Inazuma, lasciandosi andare ad un sorriso.

 

“Come?”

 

“Diciamo, Minato san, che per convincere il vostro caro allievo ed il suo team che non eravamo delle bambine che giocavano con le bambole, siamo dovuti arrivare ad un 'amichevole scambio di vedute'...”

 

“Avrei voluto essere una mosca per esserci, dico davvero.” Concluse il nuovo Hokage, decisamente di umore migliore rispetto ad un'ora prima. Sì, poteva essere l'occasione buona per farla in barba a quella viscida serpe. Chissà se si aspettava che i suoi piani potessero ritorcersi contro di lui, per una volta... Naah, era troppo sicuro del fatto suo e di trovarsi a che fare con uno stupido biondino...

 

***

 

“Nadeshiko, perdona la franchezza, ma a questo punto devo proprio chiedertelo...Perché?”

 

“Perché cosa?”

 

“Perché io. L'idea potrebbe anche solleticare la mia autostima, ma non credo proprio di essere un seduttore di bellezze straniere...”

 

L'aveva buttata lì a mo' di battuta, certo, ma tutto sommato non lo era poi tanto... Più passava il tempo con lei, più quella domanda si faceva prepotente... E aveva sempre meno speranze di trovarvi una risposta sensata.

 

Nadeshiko non poté fare a meno di scoppiare a ridere di cuore, per una volta nella sua vita.

“Ah, questo intendevi, con 'perché?'...Lo confesso Raido, a volte la serietà con cui affronti qualsiasi cosa che ti capita tentando di analizzarla è... è... Divertente...”

 

“Divertente?”

 

“Certo! Divertente perché è del tutto inutile... Ma ammetto di non aver ancora risposto alla tua domanda... Semplice. Perché con te sono io e basta. Non devo interpretare un ruolo, non devo indossare un abito di scena! Non hai idea di quanto questo per me sia assolutamente liberante... E tu? Con me fingi soltanto di essere la persona gentile e premurosa che ha spezzato la maschera di 'faccia d'angelo' o lo sei davvero?”

 

“Perché, se fingessi solo per i miei scopi?”

 

“Ah, vorrei proprio saperli questi tuoi scopi, guarda... Beh, se scoprissi che facessi finta solo per portarmi a letto, credo che maledirei il fatto di non aver finito il lavoro, giù nella caverna qualche tempo fa...”

 

“Confortante e spaventoso allo stesso tempo...”

 

“Già, 'alla larga dal terrificante angelo biondo!' E' così che dicono a Uzushi di me...”

 

“Stento sinceramente a crederci... Però è normale, per ognuno, avere i propri demoni, no?”

 

“Beh, perché non mi hai mai visto seriamente arrabbiata... Ma non credo che sia il caso di farti provare l'edificante esperienza di farmi perdere le staffe... Per stasera credo che mi limiterò ad un tentativo di assassinio tramite avvelenamento, per te!” Rispose con un sorriso malizioso lei.

 

“Cosa intendi dire?”

 

“Intendevo dire che mi chiedevo se volessi assaggiare un po' della mia, di cucina, per concludere la serata!”

 

“Ah, perché sai anche cucinare? Mai visto una kunoichi in grado di farlo in vita mia...”

 

“Evidentemente perché a Konoha le donne sono meno tradizionaliste... No, scherzo. E' semplicemente una cosa che amo fare, cucinare dolci. Dammi un po' di tempo, mettimi a disposizione fornelli e pentole e qualche ingrediente base che in quattro e quattr'otto ti combino una torta che non hai mai visto!”

 

“Spero che non sia davvero un tentativo di avvelenamento...”

 

“Uomo di poca fede... Certo che rendere una donna esplicita non è una cosa molto di classe, lo sai? La mia era una semplice scusa per poter essere ospite in casa tua per una sera! Per quanto sia effettivamente vero che sono piuttosto brava con dolci di ogni forma e dimensione, Yuki e Inazuma te lo possono testimoniare...”

 

“Se la metti su questo piano... chi sono io per dire di no?”

  
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