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Autore: Ecilef    09/11/2014    1 recensioni
-Non puoi farlo dopo tutto quello che abbiamo passato, salire sul quel cazzo di aereo per non tornare più!-
Ho un nodo in gola che mi smorza la voce, le lacrime agli occhi in procinto di scendere, ormai c'ho fatto l'abitudine. Ma ora non posso. Non ora.
Non so da dove cominciare onestamente. Mi sento come un'isola sperduta in un infinito oceano, solo che qui di infinito, c'è solo il grazie che devo dedicarti.
-Storia ispirata situazioni realmente accaduti.
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve, ecco il quinto capitolo della storia. 
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione sui capitoli
: se vi piacciono o meno.
Grazie per essere qui :)
C'è veramente un gran baccano: urla, musica, e risate.
Ballavo e improvvisamente cercavo di catturare tutti i momenti dell'estate, sperando che non passasse mai e per poi ritornare a scuola.
Sento un sussuro e mi volto:
-Hey Isa, dimmi!- Le ho urlato nelle orecchie perchè la musica non faceva sentire nulla, ballo e alzo le mani per non far arrivare la schiuma sulla faccia e negli occhi, perchè altrimenti sono guai.
-Emh, io devo parlarti- Dice imbarazzata
-Si, certo, ti ascolto.- 
-Non qui, per piacere torniamo.- Mi propone.
Effettivamente non so cosa fare, ma mi giro intorno e vedo che Vincenzo sta continuando a limonare con alcune ragazze, Paola chiacchiera con Andrea e Marco, il fratello di Vin (oramai è il suo soprannome), è con altri amici che non si sono uniti al nostro gruppo.
Così faccio cenno con la testa ad Isabella di andarcene e mi dirigo verso gli zaini e gli asciugamani, levo il costume e mi asciugo e metto tutto dentro.
All'uscita stavano alcuni addetti che davano la birra gratis ad ognuno e così, con una birra in lattina ce ne andiamo.
-Eccoci qui, dove eravamo rimasti?- Domando.
Stiamo camminando lungo la riva del mare, sopra dei sassolini che non danno fastidio; la notte è veramente stupenda: le stelle brillano nel cielo e la luna si fa strada tra le montagne. 
-Volevo parlare di me. No, cioè di te, cioè di me e di te.- 
-Ah si..- So che si riferisce al bacio tra noi due di qualche giorno fa vicino gli scogli.
-Pensavo che....forse è meglio se ci fermiamo e ci stendiamo un pò sulle pietre- Lo dice con quel sorrisetto nervoso, cercando di evitare l'argomento.
Ci fermiamo molti lidi prima del campeggio, stendiamo gli asciugamani e noi su di essi e fissiamo le stelle. L'unica fonte di luce è la luna.
Sento un brivido lungo la schiena.
Prende un respiro.
-Io provo dei sentimenti per te.- Mi informa.
Mi giro delicatamente verso di lei.
Sto pensando a cosa dire. Cosa provo per lei? Ricambio? Si, cioè no, cioè forse... non lo so! Le farò del male? Aiuto.
-Isa ma l'estat..- 
-Shhh- Mi appoggia un dito sulle labbra, si avvicina lentamente e mi bacia.
E' una situazione davvero strana, il cuore mi batte all'impazzata, mi pulsa il sangue ovunque.
Sta diventando tutto passionale e improvvisamente mi lascio andare.
Mi bacia i pettorali, successivamente gli addominali che ho ottenuto dopo anni di piscina e palestra, arriva sempre piu giù.
Mi sbottona i pantaloni e sente la mia erezione, fa un sorrisetto, mi fissa e contemporaneamente mi abbassa i boxer.
Prende il mio pene ed inizia a farmi un pomino.
-Dio mio..- Mi esce quasi spontaneamente godendo, poggiando la testa all'indietro.
Continua con forza, ed il mio corpo è invaso di piacere.
Dopo 7 minuti circa, il mio corpo era in cerca di un altro con cui completarsi.
Con fretta cambiamo posizione, metto il preservativo che porto sempre dietro e, poco dopo, stiamo facendo sesso; lei urla, geme e ansiama, mi prega di non fermarmi.
-Ti prego, continua.- Mi spinge a volerla di più.
Mentre lei era in posizione canina noto che Vincenzo e gli altri stanno passando sul lungomare, Vin mi nota ma passa avanti facendo finta di non vedere.
Mi sento sul punto di esplodere, devo liberare me stesso e improvvisamente raggiungo l'apice del piacere, la prendo ed eiaculo sul suo seno.
Ci accasciamo entrambi esausti anche perchè deve essere passato molto tempo. Mi sveglio improvvisamente all'alba con un asciugamano sopra per coprire le mie parti intime.
-Anto, ci sei?- 
-Mmhh- rispondo assonnato.
-Dai Anto che hai fatto ieri eh?-
-Ma chi sei?- Mi giro dal letto, faceva caldo, è Vin che è entrato nella mia roulotte, fuori non sento rumori, forse i miei sono già scesi a mare. -Oh, ciao, Vin, buongiorno-
-Allora? Racconta!- Dopo aver detto questo mi tocca il pacco per strizzarlo, tipico di tutti i maschi che fanno per complimentarsi fra di loro dopo una serata di piacere.
Divento rosso peperone.
-Eh, è successo.- Spiego.
-Te l'ha data lei o l'hai chiesta tu?-
-Fatti i cazzi tuoi!- Rispondo.- Tu vatti a trombrare quelle di eri sera!-
-Non essere geloso, dai!-
-Non sono geloso-
-E perchè fai così?-
-Così come?- Domando.
-Così: così!- Aggiunge -Comunque, broncio a parte, oggi è il tuo ultimo giorno, è il 15 Agosto.-
A sentire quelle parole mi si spezza il cuore, sento un vuoto nello stomaco, è già finito tutto ciò?
-Ah si..- Aggiungo con aria dispiaciuta.
-Dai Pornostar, non essere triste! - Ha un sorriso veramente carino, i suoi denti bianchi risaltano sull'abbronzatura.
-Sei unico! Aspettami fuori che ora mi lavo, mi cambio ed esco.-
Stiamo scendendo a mare, Isa non c'è.
-Anto, hai portato i soldi?- Marco, fratello di Vin, si riferisce ai 5 Euro che ogni ferragosto diamo per comprare alcolici e cose da mangiare vicino al falò.
Ovviamente, Vincenzo mi aveva già avvisato, apro il marsupio e pago.
Marco è veramente diverso rispetto a suo fratello, è biondo e riccio, occhi celesti e robusto, ma non è palestrato. Ha una pelle molto chiara e labbra molto sottili.
Unica cosa in comune è il tatuaggio.
Passo la giornata tra ultimo bagno e cercare di capire dove sia Isabella, per chiarire la situazione ma non riesco a trovarla.
A tavola c'è silenzio oggi, abbiamo tutti uno guardo un pò spento.
Mangiamo pasta al sugo con la testa abbassata, siamo veramente tristi.
-Dai ragazzi, ritorneremo l'anno prossimo.- Mia mamma rassicura.
Io e mia sorella cerchiamo di fingere che per noi non cambi nulla, ma sappiamo entrambi che ogni volta è una tragedia.
-Goditi questa notte vicino al falò, Antonio- 
-Si si, non vedo l'ora.-
-Dove accendete il falò? Quanti siete? Avete alcolici? Droga?- Mio padre mi chiede insistentemente, ma io lo capisco, è preoccupato; in fondo non so che significa avere un figlio, anche se mi piacerebbe l'idea.
-Babbo, eddai, sono maggiorenne e posso bere, lo sai.-
-Ma cosa dici? Fin quando vivi da me, fai quello che dico io- Odio questa frase e mi sono già scocciato, ecco qua.
-Mamma mia, basta, ho capito non mi ubriaco tranquillo, sai che odio farlo; inoltre non so se portano droga o roba del genere, non mi drogo, quindi non mi assillate!-
Mi fissa per tre secondi con aria di sfida ma subito dopo si calma e abbassa lo sguardo.
Sinceramente, odio ubriacarmi. I motivi sono molteplici, ad esempio odio perdere il controllo: non so cosa posso dire, cosa posso fare e rischierei di perdere il mio iPhone e le mie chiavi etc. Secondo motivo: non voglio vomitare, una delle cose più schifose di questo mondo è rimettere mentre sei sbronzo, sembrando uno zombie; dunque evito.
La giornata passa così, tra la lettura di un libro che appartiene ad una trilogia, 'DIVERGENT' lo amo e non vedo l'ora di leggere il secondo libro.
Il mio iPhone vibra, sblocco e leggo un messaggio di Vin facendo caso al cielo che ormai è già scuro: 
 Alle 00.30  in spiaggia, c'è da divertirsi.  
Blocco il telefono e lascio perdere, sono troppo impegnato nella lettura.
Una cosa che desidero ogni anno in estate è che il tempo si fermasse, congelasse come in una fotografia incorniciata su una mensola; perchè il tempo vola e tutto ciò che sembra essere tra le nostre mani sfugge in un battito di ciglia.
Ultimo giorno di routine: spettacolo e balli di gruppo e subito tutti sulla spiaggia. Appena esco dal campeggio noto una grande fiamma in lontananza e tante persone vicino, tanta legna, tanto alcool e musica; alzo la zip della mia solita felpa Hollister e mi avvio.
Mi avvicino lentamente e noto Paola di spalle, lei è una ragazza molto paurosa ed è spesso soggetta a vari scherzi; la spingo vicino al fuoco, di scatto, quasi facendo il gesto di gettarla dentro.
-Attenzione, attenzione!- Urlo.
-ODDIO AIUTO, QUALCUNO MI AIUTI!- Paola urla piangendo quasi facendo una faccia che mi fa piegare in due.
Si beve, si mangia, qualcuno è già andato con qualche ragazza dietro qualche scoglio a divertirsi, qualcuno è già andato letteralmente per colpa dell'alcool, altri ridono e sono brilli ed io ho già bevuto 2 birre e 10 bicchierini di vodka e sono fuori.
-Ragazzi miei, devo fare un discorso- Sono molto brillo e non so cosa sto facendo.
-Dai Antonio siediti, sei andato, ridi con noi.- Vincenzo mi prende e mi fa sedere.
-Ma cosa vuoi? Io ti odio-
-Ah e perchè?- Chiede scherzosamente.
-Perchè vai sempre con ragazze diverse e non noti chi soffre.- Sto parlando a vanvera ma non riesco a fermarmi.
-Ma cosa stai dicendo?- Si preoccupa. Noto il suo sguardo imbarazzato.
-Io sono geloso!- Punto il dito con la bottiglia di vodka a menta in mano.
Mi guardano tutti, in quell'attimo ho capito di aver fatto la stronzata più grande del mondo, ovviamente non c'era nessuno a fermarmi.
-Che volete? Che guardate?- Mi giro proprio con l'aria da ubriaco.
Ricordavo di reggere bene l'alcool.
Che serata di merda. Mi appoggio affianco a Vin, Andrea e Paola che parlavano vicino perchè essendoci tutti i ragazzi del campeggio non riescono a sentirsi.
Ho un forte mal di testa, mi tocco i capelli e mi alzo dal letto, appoggio prima il piede destro, poi il sinistro e mi faccio forza per alzarmi. Inizialmente sbando ancora un pò, ho le vertigini.
-Divertito?- Mi chiede mia sorella.
-Buongiorno Vale, cosa hai detto?- Strizzo gli occhi.
-Non dirò niente a mamma e papà della tua sbronza, tranquillo.- Moltro strano, per la prima volta mia sorella mi copre.
-Grazie Valeria, ora fammi la colazione, ti preeeeego.- Chiedo facendo gli occhi dolci e le labbra a bacino.
-Dobbiamo partire prima di pranzo, per non trovare traffico- Aggiunge. -Devi salutare ora, quindi.-
-Lo farò.-
Mi cambio velocemente mettendo costume e canotta, proprio come il primo giorno, scendo in spiaggia e dalla passerella vedo che ci sono tutti; c'è anche una torta, bicchieri e una bottiglia di cocacola.
-Ragazzi, oddio.- Dico mettendo la mano vicino agli occhi,
-Ci mancherai- Paola afferma.
- Dai che ci vediamo a casa, tanto abitiamo vicini- Dice Marco.
Il problema è che solo Marco e Vincenzo abitano vicino a me, il resto no. 
-Ti vogliamo benissimo, sei un vero amico, ci dispiace veramente che tu debba partire- Andrea dice dispiaciuto.
Sento gli occhi inumidirsi e il respiro affannoso.
-Non vorrei piangere ora, siete fantastici- Dico con un nodo in gola.
-Anche tu lo sei per noi-
Vincenzo è lontano e mi guarda, non parla. 
Dopo la figuraccia di ieri voglio ignorarlo perchè il suo saluto mi farebbe male; ma ignorare tutto questo è impossibile. 
-Grazie- Mi soffermo con lo sguardo nei suoi occhi e poi li abbasso.
-Fetta di torta?- Marco mi chiede.
-No grazie, mi fa male lo stomaco- Dico toccandomi la pancia
Ho salutato tutti, con le lacrime agli occhi e con grande tristezza salgo in macchina per tornare da dove sono venuto, da casa mia, dal mio paese.
Sull'iPhone ho come schermata di blocco la foto di tutti noi al parco acquatico, Vin era vicino a me.
Perchè ho detto quello ieri sera? Come mi è potuto uscire dalla bocca? 
In riproduzione c'è un brano lento, ed io, come un pò nei video musicali guardo fuori dal finestrino fissando il mare, ripenso allo sguardo di Vincenzo, chissà se lo rivedrò e avrò possibilità di parlargli ancora da vicino dopo averlo messo in imbarazzo ieri sera.
Ho un buco nello stomaco, simile ad una bestia chiusa al buio che non riesce a trovare vie di fuga e ti imponesse di non pensare ad altro, diventando la tua ossessione.  
 Clicca qui per il sesto capitolo della storia.
  
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