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Autore: Bobba    09/11/2014    0 recensioni
Avete presente quando nonostante tutte le persone attorno a voi vi sentite soli? È initile urlare tanto la gente non vi sente o non vuole sentirvi, la mia vita è sempre stata cosi. Un urlo infinito di emozioni che nessuno non ha mai capito e ha sempre ignorato..Questa è la prima volta che racconto apertamente, scusate se non sono molto brava nei racconti, spero vi interessi la mia autobiografia. Buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Qualche mese dopo mia madre rimase incinta e nacque la mia nuova sorellina. Ebbe sempre la vita più semplice, aveva accanto la sua vera madre e il suo vero padre, mentre a me rimaneva solo una madre che era troppo impagnata a rifarsi una vita e a tenere la nuova figlia invece che seguire me. Già da quell'eta mi sentivo abbiandonata. Odiavo e amavo mia sorellina, non era colpa sua se io avevo perso la mia famiglia, ma lei fu una causa del distacco di mia madre. Mia madre si faceva sentire solo quando mi sgridava o mi picchiava perchè facevo di tutto pur di farmi sentire, anche se comportava prendere delle mazzate. Adoravo andare all'asilo, era pieno di bambini con cui giocare e maestre bravissime che mi davano attenzioni e mi facevano i complimenti per i miei disegni; disegnavo esclusivamente goku o pikachu, formati da cerchi sitemati insieme. Sfortunatamente ci trasferimmo diverse volte e mi fu difficile formarmi degli amici sinceri e ambientarmi un po. Poi con mia madre che mi teneva chiusa in casa anche fare amicizie con i vicini mi fu complicato. Se uscivamo da casa era per andare dai parenti: dalla parte di mamma non proprio con tutti perchè lei adorava litigare con chiunque, da parte di padre avevo perso tutti i contatti, da parte di patrigno invece andavamo fisso dai nonni. Mi piaceva molto a quell'età partecipare alle recite dove molto spesso cantavo e parevo quelle vocine dello zecchino d'oro quindi immaginate il mio viso completamente rosso da i complimenti che mi facevano, che però mi piacevano un sacco. A quell'età iniziai a diventare un maschiaccio: ricordo che per natali o compleanni preferivo ricevere arco e freccie piuttosto che bambole o cucine finte, mi piaceva andare a pescare (anche se il mio pescare era più che altro prendere pesci da pozzanghere con dei bicchieri di plastica) e a fare combattimenti clandestini con mia sorella più grande che mi batteva sempre. Ma nonostante avessi questi piccoli piaceri già da piccola provavo un senso di vuoto e di solitudine, non so come spiegare ma ricordo che avvolte piangevo senza motivo in camera e mi facevo pensieri strani sulla separazione dei miei genitori. Che litigavano in continuazione per telefono. Ricordo una sera che ero con mio padre da una zia che non rammento il nome, e che mi trovavo sola in giardino col suo cane che mangiava. Io mi avvicinai da lui perchè avevo i giochi li vicino e il cane sentendomi una minaccia mi morse il viso e mi lasciò una cicatrice a vita. Mia madre era infuriata, e da quell'episodio iniziò a parlarmi male di mio padre e io gli diedi ragione iniziando a pensare di non vedere più mio padre.
   
 
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