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Autore: Bobba    09/11/2014    0 recensioni
Avete presente quando nonostante tutte le persone attorno a voi vi sentite soli? È initile urlare tanto la gente non vi sente o non vuole sentirvi, la mia vita è sempre stata cosi. Un urlo infinito di emozioni che nessuno non ha mai capito e ha sempre ignorato..Questa è la prima volta che racconto apertamente, scusate se non sono molto brava nei racconti, spero vi interessi la mia autobiografia. Buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Avete presente quando nonostante tutte le persone attorno a voi vi sentite soli? È initile urlare tanto la gente non vi sente o non vuole sentirvi, la mia vita è sempre stata cosi. Un urlo infinito di emozioni che nessuno non ha mai capito e ha sempre ignorato. Sono nata in una cittadina della sardegna, nel maggio del '97. Mia madre era una casalinga disoccupata amante della musica italiana (purtroppo) e che avvolte si arrabbiava per nulla, mio padre invece lavorava in una fabbrica, era amante delle armi e delle grandi guerre; così tanto che possedeva una libreria solo per libri di guerra che ancora possiede e aveva ogni tipo di attrezzatura militare e qualche arma non idonea che teneva nascosta. Avevo una sorella più grande di 5 anni: bionda, occhi azzurri e viziata, così tanto che riusc' a scegliermi lei il nome nonostante i miei avessero già un idea di che nome darmi. Eravamo la tipica famiglia degli anni '97, con un gatto e un cane, con i parenti un po permalosi e gli abiti un po strambi. A me sembrò tutto normale, per quel che mi ricordi. Ero una bambina un po paffutella, capelli scuri e occhi enormi scuri che facevano diventare sdolcinate le persone, ma mi ha sempre rovinato la mia timidezza che a lungo andare diventò veramente drastica. Mia madre non mi seguì molto, era troppo occupata a seguire mia sorella e mio padre lavorava sempre; per non contare che i miei piano piano si stavano separando e non avevano il tempo di seguire tutte e due le figlie. Quando io ebbi 3 anni decisero di separarsi perchè mio padre una volta maltrattò mia madre, e allora lei riuscì ad avere il nostro mantenimento con l'accordo però che mio padre poteva tenerci il sabato sera e per le feste. Non capivo questa separazione, avendo 3 anni non capivo un cazzo. Nonostante non ricordassi molto della mia infanzia ricordo ancora le domande che facevo a mia madre "perchè papà non può stare qui con noi?" o "perdona papà per qualunque cosa ha fatto", ma lei rispose solo che non voleva più papà e che ormai amava un altro uomo. Eh si stranamente mia madre dopo la separazione trovò subito un uomo che penso sia la causa della separazione dei miei. Andammo ad abitare in una cittadina vicina a quella dove vivevamo prima, solo che ora non c'era più nostro padre, ma un uomo un po scorbutico e asociale. Ma nonostante la comparsa di questa nuova figura volli continuare a vedere mio padre. A quel tempo papà era un padre con le palle quadrate (scusate il gergo sardo), un padre che portava le figlie in giro per la sardegna e ci faceva fare nuove esperienze; cosa che con mia madre non facevamo mai, rimanevamo o rinchiuse a casa o dai parenti che non avevano figli. Poi non andavo molto d'accordo con il nuovo compagno di mia madre, lei ci obbligava a chiamarlo "babbo" anche per separare le due persone distinte papà e babbo, ma io non vidi mai lui come una persona paterna, ma solo come l'uomo che usurpava le labbra di mia madre.
   
 
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