Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: Melanto    24/10/2008    6 recensioni
Fuggire. Reazione immediata dinanzi ad un dolore troppo grande per essere affrontato a viso aperto. Camuffare la sofferenza in voglia di lavorare. Poi partire. Cambiare persino continente per ricostruire precari equilibri su cui camminare in punta di piedi. Dimenticarsi di tutto: amici, famiglia... assopire i ricordi e cullarli come bambini, perché non facciano troppo male, per ricaricare le certezze. E poi... e poi tornare, per affrontare il passato ed i sensi di colpa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Yoshiko Yamaoka
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Huzi - the saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Huzi

- Capitolo 19 -

Un occhio forzò il sonno che fino ad allora lo aveva tenuto chiuso, aprendosi pigramente.
La luce soffusa del giorno filtrava appena dalle imposte chiuse del balcone, ricreando una piacevole penombra all’interno della quale i contorni degli oggetti erano individuabili quanto bastava affinché la vista decretasse che quella non era la sua camera.
Non c’erano serpentine di mensole, alle pareti, cariche di libri; non c’erano sagome di pupazzi addormentati su sedie strategicamente allocate per rendere più allegro l’ambiente; non c’era il comodino con la sveglietta a maialino.
Eppure, lei era esattamente dove doveva essere.
Le labbra si distesero in un morbido sorriso mentre metteva a fuoco la sua mano adagiata sul cuscino a pochi centimetri dal viso. Lentamente ne seguì i contorni lungo le linee del braccio che la teneva stretta. Il calore del suo torace contro la schiena; il suo respiro ad intrecciarle i capelli.
Il suo odore sulla pelle, sotto la pelle, dentro il suo cuore.
Sì, era esattamente dove doveva essere.
Con espressione soddisfatta, si mosse nel suo abbraccio, girandosi alla ricerca di una maggiore protezione e nascondendo il viso nel suo petto.
Un altro occhio si aprì, giusto un attimo, richiamato dal susseguirsi di quei movimenti, per verificare che fosse tutto a posto, poi il respiro si trasformò in un sospirato sorriso e le braccia rafforzarono la stretta, mentre le dita scivolavano piano lungo la schiena richiamando la dolce eco dei ricordi della nottata appena trascorsa.
Sentendolo sveglio, Yoshiko gli baciò la pelle, tracciando un piccolo percorso: dal torace al collo, dal collo al mento, fino a concludere quello strano viaggio sulle sue labbra, dove indugiò qualche attimo in più, beandosi della consapevolezza di averle solo per sé, ora.
Niente più ostacoli contro cui scontrarsi.
Niente più paure a tenerli lontani.
Tutto il resto lo avrebbero costruito insieme.
“’Giorno.” mormorò, incontrando le sue vigili iridi scure. Svegliarsi, sentendosi così meravigliosamente al sicuro tra le sue braccia, era un’emozione totalizzante.
“’Giorno.” sorrise lui di rimando, aggiungendo un “Tuo fratello mi ucciderà.”.
Yoshiko nascose una risatina nell’incavo del suo collo.
“Ehi, guarda che non è divertente!” Yuzo le pungolò scherzosamente la schiena. “Ora sei tu quella che deve aiutarmi a trovare un epitaffio carino!”.
“Mh… vediamo…” lei si prestò al gioco “…che ne dici di: ‘Qui giace Yuzo Morisaki, vulcanologo di fama mondiale…’”.
Seee! ‘Fama mondiale’! Addirittura!” rise lui di gusto.
“Sì, certo! È una questione di fama postuma: da morto, si tende sempre a gonfiare la realtà…”
“Ma senti, senti! Invece di dirmi: ‘No, non ti preoccupare, ti proteggerò dal fucile di Taro!’ mi dai già per sepolto?! Ah! Che affronto!” e la strinse ancora più forte, prima di bloccarla sotto di sé con lei che continuava a ridacchiare.
“Ma Taro non ha un fucile!”.
“Può sempre lanciarmi contro il set di coltelli da cucina di Azumi!” insistette Yuzo, baciandole lentamente il collo in un gioco sensuale e Yoko socchiuse gli occhi, avvolgendogli l’ampia schiena con le braccia; le dita tracciavano astratti disegni sulla pelle nuda.
“Allora sarà divertente vedere quanto sarai veloce a correre…” gli sussurrò piano, provando un rilassante piacere nel stuzzicarlo.
“Non sottovalutarmi, tesoro…” le labbra scivolarono sulla spalla “…Flash Gordon non tiene il mio passo…”.
La sentì ridere di nuovo e avvertirla felice lo fece sentire vivo come non era più da anni. Finalmente vivo, sospeso in un meraviglioso stato di grazia. Benessere in ogni parte del suo spirito: le zone d’ombra erano tornate a giorno, la tristezza si era dissolta, i fantasmi del passato non c’erano più. Il passato stesso si era finalmente portato alle sue spalle, spianando l’arrivo del futuro che avrebbe vissuto senza più guardarsi indietro.
E il futuro era già lì, tra le sue braccia, sotto le sue labbra.
Il futuro si chiamava ‘Yoshiko’ e lui l’avrebbe difeso strenuamente affinché quel sorriso avesse continuato ad illuminare la sua strada in ogni istante. Vezzeggiato da quel senso di totale appagamento, continuò a baciarle la pelle, ma si fermò all’improvviso squillare del telefono di casa.
Lei mugugnò un “Ignoralo…” che Yuzo fu ben felice di appoggiare, riprendendo le sue coccole mattutine. E Yoshiko sospirò soddisfatta quando lo sconosciuto disturbatore sembrò gettare la spugna, facendo zittire il telefono, ma quel piacevole silenzio durò meno di dieci secondi, venendo sostituito dal cellulare del vulcanologo.
Yuzo sbuffò con una certa ironia, appoggiando la fronte sul seno di Yoko per qualche secondo, prima di incrociare il suo sguardo ancora assonnato ma che cercava di non ridere.
“Questo è Rick.” sentenziò “Rompere le palle è il suo sport preferito!”. Notevolmente contrariato dalla separazione, rotolò su un fianco per agguantare il cellulare irrispettoso abbandonato sul pavimento insieme al groviglio di abiti.
“Lezione per la prossima volta…” lo prese in giro Yoshiko “…si deve sempre staccare il telefono quando si è in compagnia di una signora.”.
“Tranquilla! Me ne ricorderò sicuramente!” e rispose “Rick? Dimmi tutto.”.
“Ah! Eccoti finalmente! Ma dove sei?!” borbottò l’ingegnere.
“A casa, dove vuoi che sia?”.
“Beh, non rispondevi!”.
Lui sospirò rassegnato “Magari dormivo?”.
“A quest’ora?!”.
Yuzo ruotò gli occhi al cielo. “Oddio, Rick! Saranno le otto!”.
L’altro sbuffò un sorriso. “Tsk! Vai a cambiar le pile all’orologio, bello addormentato, sono le 11:30!” notizia che lo avrebbe fatto scattare in piedi come una molla se solo non avesse avuto Yoko appoggiata sul suo petto, quindi, si limitò a sbottare un “Che cosa?!” tra le risate dell’ispano-americano.
“Ehi, Stella Solitaria, non sarai mica andato a letto con il Principe Valium, vero?!” e prima che Yuzo potesse rispondere, la sorella di Misaki gli rubò il cellulare.
“Veramente ci è andato con la Principessa Vespa, mio caro… Ruttolomeo[1]! Non preoccuparti, tra un’ora te lo mando sbarbato e in perfetto ordine. Ciao, ciao!” e chiuse la comunicazione, lanciando il cellulare nel groviglio di coperte.
Yuzo la guardò immobile per qualche secondo con la mano ancora a mezz’aria, prima di esordire “Tu… mi hai appena condannato a morte.”.

“E allora? Ti ha risposto?” domandò Toshi, restando seduto alla sua scrivania ed osservando l’espressione indecifrabile che ora restava in bella mostra sul viso di Ricardo. Come imbambolato, l’ingegnere fissava il display del cellulare limitandosi a rispondere un cantilenoso: “A-ah.”.
“Era a casa?”.
“A-ah.”.
“E stava ancora dormendo?”.
“A-ah.”.
Il geochimico sbuffò seccato. “Rick, la pianti di rispondermi a monosillabi?!”.
“C’era Occhi Belli con lui…” affermò, mentre l’altro si stringeva nelle spalle.
“E allora?”.
“Eh, no… tu non hai capito…” ed intanto non riusciva a trattenere una serie di risatine che divennero sempre più frequenti e forti.
“Che cosa dovrei capire?!”.
“Tu…” e giù altre risate “…tu non capisci…” mentre Toshi scambiava una rapida occhiata con Hisui che gli fece cenno, indicando che ormai l’ingegnere era andato fuori di testa, Rick scattò in piedi lanciando il telefono che, dopo un volo pindarico, venne agguantato al volo da uno sconvolto Toshi.
“Evvai! Sìììììììì! Sìsìsìsìsì! Si festeggia!” gridava Ricardo, attirandosi l’attenzione di tutto il piano. Rapidamente cavò una bottiglia di spumante dal piccolo frigorifero che aveva accanto alla scrivania. “L’avevo conservata per le occasioni speciali, sapevo che sarebbe arrivata!” e lanciò bicchierini di carta a profusione, saltellando come uno stambecco di scrivania in scrivania tra le risate e la confusione di tutti gli altri colleghi.
“Lo abbiamo perso.” sentenziò Hisui, appoggiandosi alla scrivania di Toshi. “Si può sapere che gli è preso?”.
“E che ne so?!” il geochimico si strinse nelle spalle “Dopo aver chiamato Yuzo, ha perso il cervello.”.
Intanto Rick li aveva raggiunti, elargendo bicchieri e spumante anche a loro due. “Dobbiamo brindare!” esordì, mentre Meteo-man inarcava un sopracciglio.
“Finalmente ti rinchiudono?”.
L ’ingegnere parve sorpreso. “Ma… non avete ancora capito?” come se fosse la cosa più ovvia del mondo “Ho chiamato Yuzo e c’era Occhi Belli!”.
Ancora perplessità negli altri due.
“E allora?” sottolineò Toshi, ma Rick non si arrese: santo cielo, come potevano non capire?!
“Yuzo e Occhi Belli!” insistette, come fosse la cosa più ovvia del mondo.
Stavolta fu Hisui a parlare. “Yoshiko ha già dormito da Yuzo, dove starebbe la novità?”.
L’ingegnere inspirò a fondo, cercando di mantenere un certo self-control. “Yuzo e Occhi Belli… insieme!”.
“Ma è ovvio che siano insieme se lei ha dormito da Yuzo!” Toshi aveva definitivamente sfidato la sua pazienza.
“Yuzo si è fidanzato, idioti!” urlò Rick al limite dell’esasperazione, lasciandoli in un silenzio tombale, mentre finalmente realizzavano la situazione.
Hisui e Toshi si scambiarono una rapida occhiata prima di rivolgersi nuovamente all’ingegnere in un esultante “Yeeeeeeeeh!”.
Quando Rita e Hideki arrivarono al terzo piano, dopo essere stati nella stanza dei sismografi, si bloccarono sull’uscio ad osservare quella specie di Carnevale di Rio che imperversava senza ritegno.
“Ma che diav-” esordì il Burbero, togliendosi lentamente il sigaro dalla bocca, mentre la sismologa scuoteva la testa scandendo un lento.
Tu nn’he vist nient…[2]”.

“Perché ti avrei condannato a morte?” rise Yoshiko, osservando la sua espressione terrorizzata.
“Beh… Rick è la ‘pettegola’ della mia squadra: tempo trenta secondi e lo saprà tutto l’FVO di noi due.” con un sospiro si passò una mano sugli occhi. “Oddio, non oso immaginare quello che mi aspetterà in ufficio.”. Poi abbracciò stretta la sorella di Misaki “Ho deciso! Oggi mi prendo un giorno di ferie, ecco!” con lei che rideva a più non posso.
“Cosa, cosa?! Non provare a scappare, fifone! Il pericolo va sempre affrontato a testa alta… fingi di dover scalare un vulcano attivo!”.
“Parli così perché ancora non li conosci bene.” si impuntò Yuzo con convinzione, ma Yoshiko era più tenace di lui.
“Niente ‘ma’, ho promesso che in un’ora saresti stato al lavoro e tu farai il bravo e ci andrai, ma prima…” lasciandogli un bacio a fior di labbra “…dedicami altri cinque minuti…”.
Yuzo osservò i suoi vivaci occhi nocciola con un sorriso rilassato, prima di ricambiare il bacio e farla scivolare sotto di sé, riprendendo da dove erano stati interrotti “Facciamo dieci…”.
Ma quel giorno doveva esserci qualche congiura in atto contro di lui perché, nell’attimo stesso in cui stava per baciarle il collo, avvertì uno strano tremore. Durò pochi istanti ma, conoscendo buona parte di ciò che stava avvenendo nella Prefettura, si fermò, restando un paio di secondi in attesa di qualche altra scossa che, per fortuna, non arrivò… almeno non con una magnitudo sopra la soglia di percezione. Alzò il viso per incrociare lo sguardo di Yoshiko, trovando anche lei vigile e attenta.
“L’hai sentita?” le domandò.
“Allora era proprio una scossa?” ma non sembrava affatto preoccupata.
“Già.” sospirò, alzando lo sguardo al cielo e rivolgendosi ad un interlocutore invisibile “Io e te dobbiamo fare un discorsetto.” mentre Yoko ridacchiava divertita e lui, rassegnato, rotolava nuovamente al suo fianco.
“Non ridere.” borbottò con ironia prima di assumere un tono più serio. “Stai bene?”.
Lei rispose con un leggero sorriso. “Sì, perché c’eri tu; non avevo nulla di cui preoccuparmi.”. Poi sospirò “E’ strano. Sono sempre stata terrorizzata dai terremoti; non importava chi mi stesse vicino: mi ci attaccavo con tutte le mie forze in preda al panico. È successo anche quella sera al gala… ma da quando ho imparato a conoscerti, a conoscere il tuo mondo… non mi fanno più tutta questa paura, lo sai?”.
“Davvero?”.
Yoko si strinse a lui un po’ di più. “Mh, mh. Piuttosto: ancora non avete scoperto quello che sta succedendo?”.
“No, purtroppo no. Un po’ è stata anche colpa mia, sai, avevo una certa studentessa di arte per la testa.” rise Yuzo, mente lei gli pungolò il petto.
“Ehi! Non vorrai mica dare la colpa a me, adesso?!”.
“Assolutamente!” continuò a ridacchiare “In più, gli eventi non ci stanno dando una mano; non riusciamo ancora a capire se il fenomeno sia vulcanico, tettonico o tutti e due. I dati sono troppo contrastanti, però, sai cosa?” le sue dita scivolavano lente tra i lisci capelli castani della giovane, coccolandola con il loro tocco delicato. “Oggi sono fiducioso e sono sicuro che sbroglieremo il bandolo della matassa. Da qualche parte, nascosto così bene tanto da non saltare agli occhi, ci deve sicuramente essere quel piccolo particolare che stiamo cercando da una settimana e che ancora ci sfugge.”.
Yoshiko osservò con sguardo carico di ammirazione la sua espressione decisa e sorrise. “Lo troverete.” disse con convinzione e leggere quella sicurezza nei suoi occhi nocciola, lo caricò ancora di più. Sì, adesso poteva trovare la soluzione, era una certezza matematica che non sapeva spiegarsi, ma era così e di questo avrebbe dovuto ringraziare solo lei che gli aveva fatto ritrovare la cosa più importante: sé stesso.
Con dolcezza le baciò la fronte, sussurrandole quel sincero “Grazie.” che la fece sorridere.
Con uno sbuffo, la giovane si costrinse a separarsi da lui, anche se avrebbe voluto restare avvolta dalle sue braccia per l’eternità. “Forza o fai ancora più tardi.”.
“Okay.” accordò l'altro con uno sforzo, mentre scansava le coperte. Pescò dal mucchio abbandonato di abiti i suoi boxer e li indossò. La specchiera sul comò intrappolò la propria immagine che lui osservò con orrore, passandosi una mano sulla barba decisamente troppo lunga per i suoi gusti. “Oddio! Sembro appena uscito da Sing Sing!” per poi scuotere il capo e soprassedere, almeno per il momento. “Che ne dici se preparo il caffè mentre ti fai una doccia?” propose il vulcanologo e la ragazza colse al volo lo spunto per sfruttare al meglio quegli ultimi momenti prima che lui si re-immergesse nel suo lavoro e lei tornasse allo Studentato dove Saya, sicuramente, la stava aspettando, vigile come un falco, per sapere tutte le ultime novità. Maliziosamente si mosse, attingendo anche lei al solito mucchio di abiti e cavandone il maglione di Yuzo che, sul suo fisico minuto, sembrava un maxipull sformato.
“Io avrei un’idea migliore…” cominciò, alzandosi; lentamente lo raggiunse presso l’arco della porta, camminando a piedi nudi per la stanza; il bordo del maglione che le arrivava nemmeno a metà coscia. Sensualmente si appoggiò allo stipite, avvolgendogli il collo con le braccia sottili “E se la doccia la facessimo assieme? Il caffè può anche aspettare…”.
Lui inarcò un sopracciglio. “Ma tu lo sai, vero, che finiremmo col fare tutt’altro?”.
Yoko strinse le labbra. “Ma, amore, lo scopo è proprio quello. Però… se preferisci dedicarti al caffè…” e sciolse l’abbraccio dirigendosi, sempre lentamente, verso il bagno; le dita che scivolavano maliziose lungo la parete.
Yuzo rimase ad osservarla con perplessità. “Ma che è successo alle ragazze di oggi? Deve essermi sfuggito qualcosa in questi quattro anni…”.
Yoshiko si fermò davanti la porta aperta della toilette. “Beh, se mi raggiungi, posso farti un corso intensivo…”.
Teatralmente, il Prof si portò una mano al petto. “Cosa non si è disposti a fare per amore della conoscenza…” prima di correre verso di lei che scomparve rapidamente oltre la porta, riempiendo la casa con il suono allegro della sua risata.

Alloggiava nell’albergo più costoso di Nankatsu che svettava, nella sua imponente struttura dall’architettura moderna, al centro della città.
Dalla sua suite godeva di un panorama davvero mozzafiato, esaltato dal possente cono del Fuji ammantato di neve, ma Tatsuya Kishu continuava ad osservarlo senza lasciarsi ammaliare o battere ciglio.
Non era nel suo solito ordine impeccabile: la cravatta era sciattamente allentata attorno al collo e la camicia leggermente aperta. I capelli, solitamente fissati dal gel, scivolavano attorno al viso e risaltava la brizzolatura avanzata. Con il gomito appoggiato sul bracciolo della poltrona in pelle bordeaux e l’indice che scivolava lentamente sulle labbra, restava ad osservare il paesaggio dall’amplissima vetrata nel silenzio più cupo.
Erano giorni che continuava ad avvertirle. A volte credeva di averle solo immaginate, altre restava immobile a fissare l’oscillare dell’acqua nel bicchiere fino a che non tornava nella sua posizione iniziale. Le scosse sismiche non erano più dei casi isolati ed Hideki Yoshikawa continuava a non avere risposte, sapeva solo dirgli che era meglio spostare il comizio altrove. Ma Nankatsu era fondamentale per la sua carriera per potervi rinunciare; però… ormai l’aveva capito anche lui che stava per succedere qualcosa di grosso e doveva valutare quanto era disposto a rischiare ancora.
Il telefono della sua camera, posto sul tavolino accanto alla poltrona in cui era accomodato, cominciò a squillare, ma lui non variò né la postura, né lo sguardo fisso e severo quando si portò il cordless all’orecchio.
“Pronto?”.
“Buongiorno, Sig. Kishu.” rispose la centralinista dell’albergo “C’è stata una leggera scossa e volevamo sapere se lei stava bene.”.
“Sì, l’ho avvertita. Qui è tutto in ordine.”.
“Molto bene, signore. Ha una chiamata in entrata, gliela passo.” e, dopo un attimo di silenzio, riconobbe la voce del Prefetto.
“Buongiorno, Tatsuya. Allora, ci sono nuove per me?”.
“Tutto procede come stabilito, Prefetto Terobashi. Gli addetti stanno montando il palco all’interno dello stadio.”.
“Ah! Ottimo! Io, invece, ho in mente un discorso che sono sicuro lascerà un segno nel cuore degli elettori.”.
“Sì, signore.” ma nel breve silenzio che seguì, Akinori Terobashi ebbe l’impressione che il vice non lo stesse minimamente ascoltando.
“Tatsuya… va tutto bene?” domandò infatti “Mi sembri pensieroso. Ancora problemi con quelli dell’Osservatorio Vulcanico?”.
“No, signore, anzi, gli esperti dell’FVO non mi hanno ancora saputo fornire motivazioni valide all’aumento anomalo di sismicità. Credo che presto smetteranno di arrampicarsi sugli specchi e riconosceranno di aver preso un abbaglio. Non c’è nulla di cui preoccuparsi.” scandì maggiormente quell’ultima frase senza variare il tono profondo della voce.
“Allora rallegrati, Tatsuya, ancora pochi giorni e avremo Nankatsu a nostro favore alle prossime elezioni. Continua a tenermi informato.” chiuse la comunicazione senza nemmeno attendere una sua risposta.
Con lentezza, Kishu ripose il cordless sul tavolino.
Non poteva piegarsi, non ancora. Poco importava se questo avrebbe significato continuare ad andare contro-natura. Aveva votato tutta la sua vita al raggiungimento della carica di Primo Ministro e non poteva permettersi di fare un passo indietro e cambiare i suoi piani, per nessuna ragione al mondo.
Ma il nuovo squillare del telefono riuscì a distoglierlo dai suoi pensieri, questa volta. Chi poteva cercarlo? Aveva già ricevuto la chiamata del Prefetto.
“Sì, pronto?” rispose con una certa sorpresa.
“C’è una nuova chiamata per lei, Sig. Kishu, resti in attesa.” il silenzio durò ancora meno di prima e un’allegra voce di bambina trillò all’altro capo.
“Papà!”.
Tatsuya distese uno di quei sorrisi che riservava solo a lei.
“Kazuki.”.

Yuzo fermò Dante davanti all’ingresso dello Studentato, osservando poi Yoshiko.
“Sei sicura di non voler venire all’FVO con me? Non vorrei che ti spaventassi in caso di altre scosse…” e le carezzò il viso col dorso delle dita, ma la ragazza scosse il capo con decisione.
“Non preoccuparti, avrai tantissime cose da fare e non voglio distrarti. Inoltre, non sarò da sola: ho sempre Saya su cui contare, due fifone sono meglio di una!”. Strappò una risata anche al vulcanologo prima di stringersi nelle spalle “E se dovesse arrivare un altro terremoto, mi rifugerò sotto l’arcata della porta, in attesa che passi. Devo imparare ad affrontare i problemi e le paure; lo hai fatto tu, ora tocca a me.” e si sporse, lasciandogli un fugace bacio sulle labbra prima di afferrare la borsa e sgattaiolare giù dal Pick-up. “Ciao.” gli disse, fermandosi davanti al portone “E buon lavoro.”.
Il Prof rimase ad osservarla con un leggero sorriso. “Ti chiamo più tardi, ma se avessi bisogno di me non farti problemi a telefonarmi, ok?”.
“Sissignore!” lo prese in giro, mettendosi sull’attenti. “Ma ora corri a salvare il mondo!” e lui scosse il capo, lasciandole un ultimo saluto con la mano prima di allontanarsi assieme a Dante.
Yoko lo osservò fino a che non scomparve dal suo raggio visivo, con un sereno sorriso.
Quante cose erano cambiate in poche settimane? Tante e da quando aveva conosciuto Yuzo, anche lei sapeva di essere cambiata. Si sentiva più sicura di sé stessa e di ciò che voleva, aveva imparato a cacciare le unghie e a fare delle scelte importanti, se necessarie. Ora sapeva di non essere più una bambina e, in virtù di questa consapevolezza, avrebbe dovuto imparare a lasciarsi tutte le sue vecchie paure alle spalle, ma la cosa non la spaventava affatto perché, qualunque cosa sarebbe accaduta, avrebbe sempre avuto Yuzo a vegliare su di lei e la paura di perderlo era già un ricordo lontano. Con passo deciso entrò all’interno dello Studentato.
Avrebbe anche dovuto chiarirsi con Taro.
Nonostante lui l’avesse ferita, Yoshiko sapeva che le sue azioni erano state dettate solo dall’affetto che provava nei suoi confronti, come fratello maggiore, e anche lei gli voleva un mondo di bene, anche se lo aveva sommerso con parole piene di veleno. Ma ci avrebbe pensato più tardi, adesso voleva godersi quella meravigliosa tranquillità che sentiva da quando si era svegliata abbracciata al Prof, sperando che durasse il più a lungo possibile.
Ma mentre saliva l’ampia scalinata che l’avrebbe condotta al suo appartamento, il cellulare prese improvvisamente a trillare nella tasca del cappotto. Lo aveva acceso appena erano saliti su Dante e si era sentita un po’ sollevata nel non trovare chiamate da parte di suo fratello, almeno per il momento, ma forse aveva parlato troppo presto. Afferrò l’apparecchio osservando il display, ma un sorriso distese le sue labbra appena lesse il nome ‘Prof’.
“Ho dimenticato qualcosa in macchina oppure sentivi già terribilmente la mia mancanza?” rispose con una leggera ironia, divertendosi a punzecchiarlo, però la risposta che ottenne la lasciò per un momento senza parole, fermandola in mezzo alla scalinata.
“Volevo solo dirti che sono davvero orgoglioso di te.” con quel suo tono carezzevole e rassicurante.
Era la prima volta che qualcuno glielo diceva e che quel qualcuno fosse Yuzo le fece quasi esplodere il cuore.
“…e, sì, anche che mi mancavi.” concluse lui stando al gioco.
Yoko socchiuse gli occhi per un attimo, avvertendoli lucidi, e quando li riaprì il sorriso era di nuovo sulle sue labbra. “Ti amo.” gli disse.
“Anche io. Ci sentiamo dopo.”.
“Ciao.” chiuse la comunicazione, riprendendo a salire le scale con maggiore vigore. Quando arrivò al suo piano, lo trovò stranamente più silenzioso del solito, ma era anche Sabato e molti erano partiti per passare il week-end con le famiglie. Cavò le chiavi dalla borsa e le infilò nella toppa, ma non fece nemmeno in tempo a rigirarle che, dall’appartamento adiacente, spuntò la testa ricciuta di Saya.
“Yoko! Era ora che tornassi! Si può sapere che fine hai fatto, ieri?! Ho provato a contattarti, ma il tuo cellulare era sempre spento!”.
La sua espressione agitata la fece sorridere. “Sono successe un po’ di cose.”.
L ’altra inspirò profondamente. “Oddio, che ti ha detto tuo fratello? Dieci a uno che ne ha fatta una tragedia, ma prima… dimmi dove hai passato la notte!”.
Forse, Saya avrebbe dovuto intuire la riposta già da quel sorriso che le illuminava gli occhi, ma attese che lei rispondesse.
“Sono stata da Yuzo.”.
L’amica reclinò leggermente la testa di lato, dipingendosi l’espressione più furba e maliziosa del secolo, ma, in fondo, Yoko pensò che ne avesse tutti i motivi, questa volta.
“Che ne dici se ne parliamo davanti ad una tazza di tè?” propose infatti, strizzandole l’occhio “Vedrai che dopo avrai tanto, tanto, tanto di cui spettegolare.”.

“Mi sento un idiota.” ed era la terza volta che Yuzo se lo ripeteva, mentre si aggirava a mo’ di Pantera Rosa lungo le scale che, dal garage, lo avrebbero condotto al terzo piano. Mancava solo il motivetto di sottofondo e poi sarebbe stato al completo. E tutto perché era semplicemente terrorizzato all’idea di ciò che Rick gli avrebbe fatto trovare.
Emerse lentamente al pian terreno, dove Shiguro restava come di consueto dietro al bancone. Yuzo lo osservò, appostandosi a ridosso del muro; conoscendo quella carogna dell’ispanico, doveva aver sbandierato tutto ad ogni essere respirante dell’FVO, piante comprese. Ma il guardiano sembrava così preso dal suo quotidiano, che il Prof annuì con decisione.
- Bene! -.
Adesso doveva solo salire piano, piano e…
“Professore Morisaki!”.
…farsi beccare come un imbecille!
“Ah! Buongiorno, Shiguro!” salutò, mantenendo l’espressione più tranquilla e naturale del mondo, nonostante si aspettasse il primo colpo di grazia della giornata.
“E’ in ritardo quest’oggi, ma ha fatto bene a riposarsi, lei lavora sempre troppo.” affermò l’uomo con un sorriso, per poi togliersi il cappello. “Mi scusi se non l’ho vista prima, ma leggevo questo articolo sul giornale.” ed assunse un’espressione preoccupata “Non fanno che parlare del comizio che si terrà allo Stadio Ozora.”.
Anche Yuzo cambiò espressione, assumendo un piglio più severo. Quell’idiota di Kishu non sembrava intenzionato a lasciar perdere e non era affatto una buona notizia. Lentamente si avvicinò a Shiguro che sospirò.
“Io non ne capisco molto, ma stando qui qualcosa l’ho imparata anche io e non credo che fare un comizio elettorale con tutte queste scosse sia una grande idea. Lei che ne dice, Professore?”.
“Che sono assolutamente d’accordo con te.” sorrise Yuzo “Vedrai che faremo cambiare idea al Vice Prefetto.” e raggiunse nuovamente le scale.
“Lo so che vi state dando molto da fare.” accordò Shiguro “Dal terzo piano veniva molta confusione oggi.”.
“Co-confusione?!” fece eco il Prof, lanciandogli un’occhiata terrorizzata.
“Sì, un gran vociare. Si sentiva fino qui.” annuì con orgoglio “La città è fortunata ad avere gente come voi, lavoratori instancabili.” ma Yuzo era sbiancato, accennando una risatina isterica.
“Certo… come no…” e salendo più velocemente possibile “…proprio dei gran lavoratori…”.
Oddio! Doveva assolutamente fermare Rick prima che distruggesse l’intero FVO, ma quando arrivò al pianerottolo del suo dipartimento, aspettò ancora qualche momento prima di entrare, valutando la situazione.
Il caos cui aveva accennato Shiguro sembrava essersi quantomeno acquietato, dato che non sentiva nessun rumore molesto provenire da dietro la porta chiusa. Pensò che fosse piuttosto strano: quando c’era da festeggiare – anche la cosa più stupida dell’Universo! – Ricardo era capace di far bisboccia per ventiquattro ore filate; l’ipotesi, quindi, che la sua euforia si fosse già esaurita, gli risuonò piuttosto inverosimile.
Comunque, era anche vero che non poteva continuare a restare fuori la porta come un palo e, sconfitto, sospirò profondamente prima di rassegnarsi all’idea ed abbracciare quella croce. Con decisione, afferrò la maniglia antipanico, appoggiandovisi contro e facendo un titubante capolino nello spiraglio che riuscì ad aprire.
Occhiata a destra, occhiata a sinistra.
Calma piatta.
Le scrivanie di Rick, Hisui e Toshi erano vuote e lui tirò un profondo sospiro di sollievo, varcando la soglia del dipartimento con maggiore tranquillità. Tutt’intorno, i suoi colleghi svolgevano normalmente il proprio lavoro e gli rivolsero comuni accenni di saluto.
Soddisfatto, Yuzo cavò una sigaretta dal pacchetto, portandosela alle labbra e avanzando senza fretta verso il suo ufficio.
Ah! Era stato proprio malpensante nei confronti di Rick ed invece l’ingegnere era innocente; magari aveva capito che, comunque, era una situazione piuttosto delicata, visti i quattro anni precedenti e, per una volta, aveva seguito il suo buon senso, comportandosi in maniera discreta. Adesso, forse, la sua squadra era addirittura da Hideki per lavorare attivamente sul problema della Prefettura ed annuì con vigore a quei pensieri, sentendosi anche un po’ in colpa per aver trascurato l’emergenza a favore delle sue faccende personali.
Scuotendo il capo con un sorriso, aprì la porta dell’ufficio, ma non fece nemmeno in tempo ad entrare che venne investito da una pioggia di coriandoli e stelle filanti che infransero definitivamente tutte le sue speranze, lasciandolo inchiodato sul posto con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca aperta. Le labbra persero la presa sulla sigaretta, che cadde silenziosa, mentre gli invitati a quella ‘festa a sorpresa’ esclamavano un corale: “Congratulazioni!”.
Rick gli si avvicinò, mollandogli un bicchiere pieno di spumante ed una sonora pacca sulla spalla, mentre, con un sorriso a trentadue denti, esclamava: “Auguri e figli maschi!”.
Yuzo osservò il liquido paglierino con espressione affranta, prima di sospirare rassegnato. “Voglio morire…”.
“Ma che dici?! Vuoi già spezzare il cuore di Occhi Belli?!” lo ammonì Toshi, portandosi teatralmente una mano alla fronte.
“Hai ragione… ammazzo voi!” ringhiò il vulcanologo, lanciando loro occhiate truci, ma Hisui si difese.
“A mia discolpa posso dire di essere stato costretto da Rick!”.
“Non provarci, Meteo-man! Sei stato tu a proporre le trombette!”.
Yuzo li lasciò a discutere, avvicinandosi alla scrivania dove restavano appoggiati sia il burbero che Rita. Il Prof si accomodò tra loro, incrociando le braccia al petto.
“Hideki, tu quoque…”.
L’uomo rise con il suo vocione grosso, togliendosi il sigaro. “E che cosa avrei dovuto fare?”.
“Urlare e sbraitare come il tuo solito, magari?!” propose Yuzo, mentre pescava una nuova sigaretta dal pacchetto.
“Ringrazia che nun stamm’a Napoli.” intervenne Rita “Altrimenti Rick avrebbe offerto pastarelle a tutto l’FVO!”.
Il Prof alzò lo sguardo al cielo. “Grazie a Dio!”.
“Piuttosto…” Hideki si attirò nuovamente il suo sguardo “…abbiamo davvero un motivo per festeggiare?” e tentava di mantenersi serio, ma le sue labbra si erano già incurvate in un accenno di sorriso.
Yuzo scosse il capo, portandosi di fronte ai due di qualche passo, sospirando. “E sia! Sì, sono innamorato; sì, sono felice e sì, mi sento finalmente rinato.”.
L’uomo lo osservò in silenzio per alcuni secondi, prima di muoversi e poggiargli una mano sulla spalla. Con espressione benevola, quasi paterna, gli sorrise ed era la prima volta che gli si rivolgeva in quel modo. “E’ bello sentirtelo dire, ragazzo.” disse, attirandosi poi l’attenzione di tutti gli altri, compreso il trio che ancora borbottava, srotolando trombette e lanciando coriandoli. “Molto bene, signori, basta festeggiare: è il momento di avere delle risposte, quindi, tirate fuori i mantelli da supereroi e salvate il culo a questa città.” ordinò, lasciando definitivamente l’ufficio.
Rita sghignazzò, vuotando il suo bicchiere di spumante in un sol colpo. “Anche lui ha un cuore, sotto sotto.” accordò, mentre Hisui, Toshi e Rick recuperavano una certa serietà, avvicinandosi a Yuzo e la sismologa.
Hideki aveva ragione, basta fare congetture a vuoto, aveva già sprecato fin troppo tempo cercando di capire la natura dell’evento e senza vanire a capo di nulla. Era giunto il momento di fare un’azione di forza, un controllo a tappeto che prendesse in considerazione qualunque ipotesi, contraddittoria o assurda che fosse. Ormai, Yuzo aveva la netta sensazione che il tempo a loro disposizione stesse arrivando agli sgoccioli e continuare ad avanzare a piccoli passi avrebbe potuto portarli ad una soluzione quando ormai sarebbe stato troppo tardi.
No, dovevano dare delle risposte. Adesso.
Rick si affiancò a Rita, appoggiandosi anche lui alla scrivania. “Allora?” domandò “Che facciamo?”.
“Avete sentito Hideki, no?” un’espressione di ferma decisione animò i tratti del Prof “Diamoci da fare, dobbiamo avere un quadro generale dell’intero sciame sismico da quando è iniziato, al largo della Depressione di Nankai[*], a oggi, senza tralasciare le probabilità che siano di origine vulcanica, per cui: Hisui, chiama quelli della JMA e fatti mandare tutti i dati riguardanti la geodesia e il magnetismo; se c’è stata una variazione dei campi o un sollevamento della crosta lo devo sapere. Con Rick elaborerete un modello fisico-matematico. Toshi, contatta tutti gli FVO della Prefettura e verifica se ci sono state emissioni gassose fuori dalla norma o variazioni chimiche. Rita, tu mi stilerai una mappa della sismicità, voglio sapere epicentro, ipocentro e magnitudo di tutti i terremoti che sono avvenuti. Non mi importa quanto dovremmo lavorare, ma qualsiasi cosa stia succedendo a questa Prefettura, la scopriremo oggi, sono stato chiaro?”.
I membri della sua squadra annuirono con convinzione alle sue parole e lasciarono rapidamente il suo ufficio per mettersi subito in azione.
Deciso a giocarsi il tutto per tutto, Yuzo afferrò la cornetta del telefono che aveva sulla scrivania, componendo rapidamente il numero di un interno dell’FVO. Squillò libero un paio di volte, prima che la voce allegra di una delle responsabili rispondesse.
“Qui è il magazzino, in cosa posso esserle utile?”.
“Okawa, sono il Vice Direttore Morisaki: abbiamo ancora quella mappa luminosa dell’esercito?”.

Takumi entrò nella stanza dei sismografi con due tazze ricolme di caffè fumante. “Dottoressa, che ne dice di una pausa?” propose, appoggiando il coccio bollente accanto al monitor davanti al quale Rita restava immobile da ore.
“No, Pisellino, niente pausa. Non posso più concedermene.” Ma afferrò comunque la tazza dando una breve sorsata al liquido, dolce al punto giusto, senza staccare gli occhi dai sismogrammi e le tabelle piene di valori. Da parte, su di un foglio, annotava date, coordinate e altri numeri relativi agli eventi che più le interessavano, mantenendo lo sguardo sempre attento e vigile per non lasciarsi sfuggire nulla.
Il tirocinante sospirò, prendendo una sedia e accomodandosi accanto a lei. “Otto occhi sono meglio di quattro.” Affermò, cominciando a scrutare anche lui i dati “Cosa stiamo cercando?”.
La sismologa abbozzò un sorriso, osservandolo con la coda dell’occhio: Takumi si stava dando davvero da fare senza lamentarsi nemmeno per un secondo; nel tempo che lei aveva continuato a sezionare tutti i singoli eventi da quello (α) ai successivi, lui aveva compilato l’elenco richiestole da Yuzo, con attenzione e celerità. Ormai, anche il tirocinante aveva capito che non c’era più tempo da perdere.
“Microscosse.” Affermò Rita, tirando su gli occhiali ed appoggiandosi contro la spalliera della sedia. “Gli eventi che hanno interessato la nostra zona, nell’ultima settimana, sono intervallati da una serie di microscosse ad alta frequenza.”.
“Ed è un male?” domandò Takumi.
“Sì, se non sono conseguenze dell’evento (α). Per questo, dobbiamo capire quando sono cominciate.” E gli passò una pennetta USB “Io mi occupo di quelli che vanno dall’evento (α) in poi, tu farai un lavoro inverso: parti dall’ultimo e torna indietro. Se trovi qualcosa, anche la più stupida, dimmelo immediatamente e non tralasciare ciò di cui non sei convinto.”.
Il ragazzo annuì, caricando immediatamente i dati sulla sua postazione e mettendosi a lavoro.

“A-ah… a-ah… sì, ho capito. Darò subito un’occhiata alle immagini che mi hai inviato… Sì, certo, informeremo tutti gli FVO appena saremo sicuri della situazione. A presto.” Toshi chiuse la conversazione, posando lentamente la cornetta sul supporto che aveva sulla scrivania. Con espressione pensierosa e sopracciglio inarcato, si rilassò contro la sedia, incrociando le braccia al petto. “E’ strano…” borbottò, pensando ad alta voce.
Rick spostò lo sguardo dal monitor, su cui stava lavorando per creare il modello seguendo i dati che Hisui aveva ottenuto dalla JMA, al geochimico.
“Qualcosa non va?”.
L’interpellato sospirò “Non saprei dirlo con certezza.” Ammise, mentre Meteo-man si appoggiava alla scrivania dell’ingegnere.
“Ci sono state emissioni gassose anomale?” domandò, ma l’altro scosse il capo, mantenendo lo sguardo fisso in un punto senza realmente vederlo.
“No… o almeno, non in superficie, attraverso qualche frattura o fumarola.”.
Rick smise di smanettare con la tastiera “In che senso?”.
Solo allora Toshi parve riscorsi dai suoi pensieri, sporgendosi nuovamente in avanti per osservare i due colleghi. “Tajima dell’FVO a Sud della Regione dei Cinque Laghi[3], mi ha detto che un pescatore, tre giorni fa, nel Tanuki[4] ha trovato numerosi pesci morti o morenti.
L’ispanico ci pensò su “Un aumento dell’acidità.” concluse.
“Di tre/quattro punti sul valore standard.” Annuì il geochimico, lasciando che lo stupore si impossessasse dei visi dei suoi interlocutori. “Poi i parametri si sono stabilizzati, ma sempre intorno a valori inferiori di mezzo punto, un punto. Hanno chiuso il lago per continuare i controlli.” Spiegò Toshi “Mizunashi dell’FVO sul versante Nord-Ovest ha invece detto che svariati alberi della Foresta Aokigahara[5] si sono seccati, marciti, come bruciati in pochissime settimane.”
“Colpa del freddo?” azzardò Rick.
“No, sembrerebbe di no; pensavano a qualche parassita, ma con la neve fino alle pendici è molto difficile verificare. Hanno rimandato i controlli a dopo il disgelo.” E sbuffò “Infine, dall’FVO sul versante Est, nella Prefettura di Kanagawa, ho scoperto che ci sono state parecchie slavine nell’ultimo periodo.” Si strinse nelle spalle “Asseriscono come causa principale gli eventi sismici che si sono succeduti fino ad ora, che hanno pericolosamente variato la stabilità del manto nevoso, ma Suzu, il geochimico con cui ho parlato io, non è d’accordo: erano l’osservatorio più distante dagli epicentri e poi gli eventi li hanno registrati solo attraverso i sismografi. Lui ritiene che sia colpa della temperatura al suolo, troppo alta rispetto la media stagionale.”.
“E che quindi fa sciogliere il ghiaccio.” Il meteorologo abbassò la mascherina “Strani eventi che si sono concentrati in questo mese, ovvero, da quando l’anomala attività sismica ha cominciato ad interessare la città città. Non credo sia un caso.”.
“Nemmeno io…” il ticchettare della tastiera, su cui Ricardo faceva nuovamente scivolare le dita con rapidità, riempì il silenzio che rimase sospeso per qualche secondo, prima che Toshi continuasse “Ci deve essere un nesso tra tutte le cose e, se ci aggiungiamo anche la microsismicità trovata da Rita e quei valori di (b)… a me viene in mente un’unica ipotesi, per quanto assurda sia…”.
Una volta eliminato l’impossibile…” l’ingegnere si attirò l’attenzione degli altri due che osservarono la sua espressione terrea, mentre fissava il monitor come se fosse un mostro “…quello che resta, per improbabile che sia, dev’essere la verità.”[6] E girò lo schermo in modo che anche Hisui e Toshi potessero vedere l’animazione risultante dal modello che aveva ottenuto con i dati della JMA.

“Dottoressa, presto venga a vedere! L’ho trovato!” Takumi la chiamò in preda all’agitazione dopo nemmeno un’ora che si era messo a controllare la sua parte di terremoti e a Rita non sembrava possibile. “Le microscosse cominciano da qui.”.
“Fa’ vedere!” la sismologa scrutò diagrammi e valori, prima di impallidire visibilmente: Takumi lo aveva trovato davvero l’inizio, ma era presto, troppo, troppo presto rispetto quanto avesse mai sperato. Si era aspettata di non trovarle subito dopo l’evento (α), ma che fossero cominciate addirittura la settimana prima rispetto quella che lei aveva preso in considerazione era… era… una catastrofe.
“Prima di questa data…” spiegò Takumi “…le microscosse erano molto discontinue, a volte totalmente assenti tra un evento e l’altro, ma da qui in poi, ci sono sempre state.”.
Rita non trattenne un grugnito “Merda.” Adesso avevano finalmente la conferma che stavano cercando: seppure l’evento (α) fosse stato di origine tettonica, quello che ora stava avvenendo nella loro zona… non lo era più.
“Stampami gli spettri delle frequenze.” Ordinò con fermezza al tirocinante che si mise subito in moto, mentre lei stampava i sismogrammi della settimana incriminata; Yuzo doveva vederli subito.
“Dottoressa…” mentre la stampante vomitava fogli su fogli, Takumi si attirò la sua attenzione; aveva un sopracciglio inarcato e l’espressione preoccupata “…io sono qui da poco ed ho ancora molto da imparare, ma… ho visto una differenza tra le microscosse della scorsa settimana e quelle degli ultimi tre giorni.” Scosse il capo “All’inizio non l’avevo notato, perché ero concentrato sulla ricerca dell’inizio della microsismicità, però… ora che ci penso… le prime avevano un’alta frequenza, ma le ultime… una frequenza altamente variabile e questo… non è tremore spasmodico[7]?”.
Se la situazione non fosse stata così critica, Rita gli avrebbe detto che era davvero in gamba per essere un Pisellino.

Quando i due robusti magazzinieri erano entrati nel dipartimento al terzo piano, spingendo l’enorme mappa in materiale trasparente, si erano attirati non poche occhiate incuriosite da parte degli altri ricercatori al lavoro presso le proprie scrivanie.
La mappa, che rappresentava il Giappone ed i margini di placca lungo i quali sorgeva, era un regalo da parte dell’Esercito dopo che avevano smantellato una base nel Pacifico. Essendo una mappa corredata di tettonica, l’avevano data al VRC che poi l’aveva assegnata al loro osservatorio, ma non l’avevano mai usata… fino ad ora. A Yuzo serviva una cartina della Nazione quanto più grande possibile e quella faceva proprio al caso suo.
Appena erano arrivati, aveva aiutato i magazzinieri a portarla nel suo studio ed aveva atteso l’elenco dei sismi da parte di Rita. Una volta avuto, aveva segnato sulla mappa solo gli eventi da magnitudo tre in poi.
Adesso restava ad osservare il risultato, braccia conserte, appoggiato alla sua scrivania.
La mappa, completamente trasparente, aveva i contorni del Giappone illuminati di verde ed i margini di placca in azzurro. In rosso, erano individuati gli eventi sismici che Yuzo aveva ritenuto più importanti, mentre il puntino giallo indicava la microsismicità. Ma il tutto continuava a non avere senso nemmeno così.
Con uno sbuffo, Yuzo tolse la cicca spenta che continuava a rimestare tra le labbra, buttandola sul tavolo alle sue spalle.
“Allora…” disse, passandosi una mano sul viso e cominciando a parlare da solo “…ricapitoliamo. L’attività sismica è cominciata nelle profondità della Depressione di Nankai. Se fosse stata una conseguenza dell’acceleramento tettonico, ipotizzato dall’ERI, avremmo dovuto avere terremoti lungo tutti i margini della placca, ed invece no.” E gesticolò animatamente come se ci fosse stato davvero qualcun altro con lui “Ma ammettiamo che l’evento sia comunque tettonico e le vibrazioni abbiano agito su uno strato di rocce più fragili: sforzi, deformazioni, rottura, terremoti. Fino ad arrivare a Shimizu City, dopodichè, lo schema si è ripetuto.”.
Senza smettere di osservare la mappa, si mosse verso essa seguendo con le dita tutto il percorso costellato di puntini rossi. “La migrazione di epicentri è salita… fino ad arrivare a Nankatsu e poi si è bloccata. Perché? Se avesse seguito la stessa logica iniziale, avrebbe dovuto continuare verso l’alto fino a trovare una nuova stabilità, ma anche qui… la risposta è negativa.”.
Si strinse nelle spalle. “Forse ha trovato una superficie di discontinuità che ostacola la propagazione, ma, a questo punto, il fenomeno avrebbe dovuto scemare e terminare col raggiungimento di un nuovo equilibrio, eppure… la terra continua a tremare, per non parlare della microsismicità…” le dita scivolarono sul puntino giallo. “No… a Nankatsu sta succedendo qualcosa di diverso da due o, chissà, magari tre settimane…” ma doveva aspettare le ultime analisi di Rita per averne conferma.
Scosse il capo con stizza, portandosi le mani ai fianchi e passeggiando nervosamente per la stanza. “Ma perché proprio qui?! Che cosa può esserci in questa zona che…” ma interruppe la frase prima di portarla a termine. Gli occhi si allargarono a dismisura e la testa si mosse rapida verso la mappa. La osservò a distanza, cercando in qualsiasi modo di convincersi che non fosse possibile, ma ogni ipotesi che tentava di formulare, veniva bocciata sul nascere. Alla cieca, afferrò la riga che aveva sul tavolo; gli occhi puntati sulla mappa che non si muovevano nemmeno di un millimetro. “Non può essere… non può…” borbottò, raggiungendo la cartina in rapide falcate.
Alla buona, utilizzò la riga per effettuare una rudimentale interpolazione dei dati, la retta di bestfit puntava in un’unica direzione.
“Come abbiamo fatto a non capirlo prima?” mormorò, gettando la riga sul pavimento e correndo alla finestra, dietro la sua scrivania, che spalancò con decisione incurante dell’improvviso gelo che invase la stanza e smosse i fogli, abbandonati sul tavolo, con un fruscio. Lo sguardo rapito dal paesaggio all’esterno e da quella risposta che affannosamente stavano cercando da giorni.
“E’ sempre stata sotto i nostri occhi… per tutto il tempo.”.
Sullo sfondo di un cielo plumbeo, il Fuji si stagliava nitido e candido come un mostruoso fantasma.


[1] RUTTOLOMEO: Stella Solitaria, Principe Valium, Principessa Vespa e Ruttolomeo sono i personaggi del divertentissimo “Balle Spaziali”, film del geniale Mel Brooks che fa un po’ il verso a “Guerre Stellari”. Da vedere, rivedere e stravedere fino a che non saprete le battute a memoria e dopo… rivederlo ancora!

[2] “TU… NIENT!”: “Tu non hai visto niente!”. Frase che fa un po’ il verso a quella pronunciata dai Pinguini nel film “Madagascar”. XD

[3] REGIONE DEI CINQUE LAGHI: zona realmente esistente, situata nella Prefettura di Yamanashi, a Nord del Cono del Fuji. La regione è chiamata così per la presenza di cinque laghi, piuttosto importanti, che costeggiano le pendici del vulcano.

[4] TANUKI: E' un lago situato ad Ovest del Monte Fuji, precisamente a Fujinomiya City, nella Prefettura di Shizuoka.

[5] FORESTA AOKIGAHARA: una delle foreste più famose che si stende ai piedi del Fuji per circa tremila ettari. È tragicamente conosciuta come ‘La Foresta dei Suicidi’, per l’alto numero di gente che decide di togliersi la vita proprio tra le sue fitte e oscure fronde boscose. Situata sempre nella Prefettura Yamanashi, si stende verso Nord-Ovest.

[6] “UNA VOLTA… VERITA’”: la frase pronunciata da Rick è una delle più famose di Sherlock Holmes.

[7] TREMORE SPASMODICO: ogni eruzione che si rispetti è sempre accompagnata da dei segnali ‘premonitori’. Uno di questi, per quanto faccia già supporre uno stato avanzato dell’evento eruttivo, è il ‘tremore’ ovvero: la presenza continuata di sismi, a magnitudo non troppo alta. A seconda delle frequenze e delle ampiezze delle scosse appartenenti al tremore, questo può dividersi in: Spasmodico, con frequenze ed ampiezze variabili, ed Armonico, con frequenze ed ampiezze pressoché costanti.


NOTE AGGIUNTIVE:

[*]- ERRATA CORRRRRRRIGE: che ancora non mi capacito di come sia potuta accadere! T_T Ringraziate la Betta che, in merito ad un suo suggerimento, mi ha fatto implicitamente scoprire il DANNO. Ho sbagliato a posizionare la Fossa del Giappone. Ero convinta che si trovasse a Sud, mentre è localizzata verso Nord-Est. Quella che io ero convinta fosse la Fossa, è in realtà la Depressione di Nankai. Ovviamente, scoperto il misfatto, ho provveduto a correggere subito in tutti i capitoli. T_T sono davvero mortificata!

- Di preciso, non so dove siano realmente presenti gli FVO per il monitoraggio del Fuji. Magari l’avrei pure scoperto, se le informazioni non fossero scritte in giapponese! XD Scusate, i kanji ancora li so leggere. Quindi, ho lavorato un po’ di fantasia sulla loro ubicazione! :P

- Quando si parla di ‘acidità’, ricordate che questa aumenta all’abbassarsi del pH. Ergo, dire “C’è stato un aumento dell’acidità di tre/quattro punti.” significa dire che il pH è sceso di tre/quattro punti. Es: il pH neutro è 7. Un’acqua con pH = 4 o 3 è sicuramente acida (pure parecchio! XD i pesci crepano già con pH di circa 4,5).
Emissioni di monossido di Carbonio, anidride carbonica e gas contenenti Zolfo, fanno irrimediabilmente aumentare l’acidità dell’acqua, ergo: una frattura sul letto del lago, sbocco perfetto di una fumarola, può favorire un degassamento del materiale magmatico e, quindi, rendere un comune laghetto una tomba.
Ma queste, sono tutte cose che ritroverete nel prossimo capitolo.


…E poi Bla, bla, bla…

Lo so, da Giugno ad oggi sono trascorsi quattro mesi e sono tanti.
Mi scuso davvero per il ritardo nell’aggiornamento, ma ultimamente non sono proprio al massimo della forma, soprattutto perché non riesco a liberarmi dell’ultimo, odiosissimo esame che mi sta uccidendo in maniera lenta e dolorosa.
Ad ogni modo, sono notevolmente contenta di aver concluso questo capitolo; spero di riuscire ad accorpare i due successivi così da ridurre il groppone! XD
Io e le cose da 300 capitoli non andiamo troppo d’accordo. XD
Comunque, vorrei festeggiare con voi: questo è il VENTESIMO CAPITOLO (ufficioso, visto che il 14° era diviso in due parti!) e sono molto orgogliosa perché non mi era mai capitato di scrivere una fic… così long! È un piccolo traguardo e non posso non ringraziare le persone che, fedelmente, hanno continuato a leggermi fino ad ora. Soprattutto, non potevo non ringraziare coloro che mi hanno addirittura recensito, lasciandomi, quindi, un loro parere.
GRAZIE! *___*
Ormai siamo entrati nella parte finale della storia, i nostri hanno finalmente capito cosa sta succedendo nella Prefettura, ma non è affatto una buona notizia.
Se tutto va bene (speriamo T_T) dovrebbero mancare ancora 7 capitoli e l’epilogo prima di leggere la parola “FINE” ad Huzi. Sette capitoli in cui può succedere… di tutto! *blink*

Giusto per farvi nuovamente quadrare i conti o rinfrescarvi le memorie perdute, vi lascio una piccola ‘Cronologia’ relativa alle ‘tappe sismiche’ della fic e... una MAPPA della zona! XDDD Ringraziate, di nuovo, la Betta: è stata lei a darmi questo suggerimento che io ho trovato ottttttimo! *_* I Love la mia Be(t)ta. *.*

MAPPA:

- Pseudo-Mappa degli eventi sismici e delle locazioni dei luoghi citati. (prendetela con le pinze, ho fatto il meglio che potevo! XD)

CRONOLOGIA:

- Mercoledì 13 Dicembre 2006: sisma al largo della Depressione di Nankai.
- Lunedì 15 Gennaio 2007: sciame sismico al largo di Shimizu City.
- Giovedì 18 Gennaio 2007: 1° scossa a Nankatsu.
- Martedì 30 Gennaio 2007: inizio appurato della microsismicità.
- Martedì 6 Febbraio 2007: 2° scossa in una settimana.
* microsismicità: 280 sismi*
- Giovedì 8 Febbraio 2007: 3° scossa in una settimana.
*microsismicità: 330 sismi*
- Sabato 10 Febbraio 2007: 4° scossa in una settimana.
*microsismicità*
- Domenica 11 / Venerdì 16 Febbraio 2007: scosse di magnitudo variabile (percepibili soprattutto ai piani alti degli edifici), intervallati da microsismicità crescente.
*microsismicità*
- Giovedì 15 Febbraio 2007: inizio del tremore spasmodico.
- Sabato 17 Febbraio 2007: ultima scossa corrente.

Angolino del “Grazie, lettori, grazie! XD”:

- Hikarisan: XD ehm! Mai dire mai sui ‘colpacci’: sono tali per un motivo! *blink* Ed io sono una donna perfida con i miei personaggi *_*.
Grazie mille per i tuoi complimenti, spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento e mi scuso ancora per la lentezza T_T In questo periodo, si fa davvero quel che si può.

- Eos: XDDDDDD lo so che non se ne poteva più!!! LOL! E’ stata una liberazione anche per me farli finalmente ‘trovare’. Ti ringrazio per tutti i complimenti T_T ma lo sai che io sono molto più autocritica sulle etero che sulle yaoi… forse perché non ne scrivo mai! XD
E comunque… *ghghgh*… ti pareva che io, IO!, non li facessi consumare?!?!?!?!? AHAHAHAH! XDDDDDDDD anche se non l’ho descritta, dopo tutta la fatica che hanno fatto, una trombata se la meritavano ecchediamine! XD Altrimenti sarebbero stati LORO ad uccidere ME! XD (cerca di capire anche Yu-chan: astinenza da QUATTRO anni, ahò, mica cotica! LOL!)
PS: fai bene a non metter via la scimitarra… *blink*…

Ed anche per questo capitolo è tutto!
Sperando di aver allietato una mezzora del vostro tempo, vi rimando al prossimo capitolo dove potrete finalmente ammirare (XDDD) la ‘locandina’ di questa fic (E tutto senza far uso di sostanze stupefacenti! XD)!

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Melanto