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Autore: maryclaire94    10/11/2014    3 recensioni
Il suo stato d’animo inquieto gli faceva tenere lo sguardo basso tanto da scorgere il retro di un paio di Manolo Blanik. Subito gli vennero in mente i pomeriggi di shopping insieme ad Hanna, ed un sorriso spontaneo si disegnò sulle sue labbra.
Caleb capendo di aver sbagliato ritornerà da Hanna, ma non sarà troppo tardi?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Rivers, Hanna Marin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17

Remember me

<< Ragazze vi prego, dovete aiutarmi! Non si ricorda nulla e questo la spinge a mettere distanza tra di noi. Io non riesco a sopportarlo. >>

Caleb era disperato. Da settimane faceva di tutto per far ricordare qualcosa del suo passato ad Hanna, ma non era riuscito nel suo intento. Anche le ragazze le avevano fatto visita, ogni volta le portavano tutto ciò che le piaceva ossia le riviste di Cosmopolitan e di gossip, il ginger ale che lei amava ed anche i DVD con le stagioni di “Bayside School”. Ma tutto quello che Hanna faceva era un sorrisino di riconoscenza e la promessa che avrebbe letto e visto i DVD dopo, per il resto era passiva e confondeva Spencer con Emily.

Per questo le ragazze sapevano benissimo come si sentiva Caleb, era la stessa sensazione che affliggeva anche loro. L’impotenza legata al non saper cosa fare per farla riemergere dall’amnesia in cui era caduta a seguito dell’incidente.

<< Caleb sappiamo benissimo come ti senti. Anche noi vorremmo aiutarla in qualche modo ma non sappiamo come. >> Disse Aria con un tono profondamente triste e il viso afflitto.

<< Ci vorrebbe qualcosa come un evento, un’occasione particolare che le desse lo spunto per ricordare. >> Intervenne Spencer, con lo sguardo assorto nel vuoto per cercare di rievocare un qualche avvenimento passato. << Ci sono! >> Disse, dopo essersi presa del tempo per riflettere, << potremmo riorganizzare quella festa in maschera in cui tu la sorprendesti ritornando da Montecito. >>

<< E’ un’ottima idea, Spencer! Facciamolo, anche se, non saprei dove organizzarlo. >> Constatò Caleb, entusiasta per la trovata della ragazza.

<< Potremmo organizzare al Brew >> intervenne Emily.

<< Okay ragazze! Potreste occuparvi voi di organizzare il tutto al locale? >> Poi continuò, << e grazie di tutto, senza di voi non saprei come fare. >>

Le mani di Caleb e delle ragazze si strinsero a vicenda come a formare un cerchio e, scambiandosi dei sorrisi consolatori, dissero all’unisono: << Ce la faremo! >>

Mentre loro erano impegnati a mettere a punto tutti i dettagli, Hanna ricevette una visita inaspettata.

<< Posso? >> Domandò una voce che non le era familiare.

<< Si, avanti! >> Rispose, tirandosi a sedere sul letto.

Era Alison.

<< Ehi, come stai? >> Le chiese con un tono morbido, << volevo passare il giorno stesso che eri tornata a casa ma… >> la voce della ragazza era rotta dal rimorso, << mi sento troppo in colpa per quello che ti ho fatto. Ecco l’ho detto! >> Concluse, mentre le prime lacrime iniziavano a rigarle il viso.

Hanna non poteva sapere a cosa si stesse riferendo quella ragazza di cui non ricordava neanche il nome ma una cosa aveva imparato dall’essere senza memoria, non essendo condizionata da nessuna emozione o sentimento, riusciva a capire chi le mentiva e chi invece le parlava in assoluta sincerità.

Quella ragazza era sincera.

<< Dai calmati! >> Disse, facendole segno di accomodarsi nel letto, << sicuramente sai che, a causa dell’incidente, sono affetta da amnesia per cui… Potresti intanto dirmi come ti chiami? >> Concluse, assumendo un tono ed un viso buffo tanto da far scappare un sorriso ad Alison.

<< Certo! Io mi chiamo Alison, qualche anno fa, insieme ad Aria, Spencer ed Emily eravamo molto amiche. Poi purtroppo, a causa di una lunga storia che non sto qui a raccontarti, ci siamo perse di vista per molto tempo ed al mio ritorno, non mi sono comportata benissimo con te. >> Affermò, attanagliata nuovamente dal senso di colpa.

<< Cosa hai fatto? >> Chiese Hanna, curiosa ed al tempo stesso desiderosa di aggiungere un nuovo tassello a quel mosaico di nozioni che stava ricevendo da quando era ritornata a casa.

<< Vedi, quando sono ritornata a scuola ho incontrato, anzi, più che altro scontrato un ragazzo. Questo ragazzo era Caleb… >> Stava continuando a raccontare, ma Hanna la interruppe

<< Caleb quel ragazzo che dice di essere il mio fidanzato? >> Chiese, interessata.

<< Hanna, Caleb non dice di essere il tuo fidanzato ma lo è, ed è stato proprio questo il problema più o meno. A me ha colpito subito, per cui ho iniziato a fargli capire il mio interesse, lui inizialmente era molto titubante sull’iniziare qualcosa di serio con me poi però, sorprendendomi, ha deciso di provarci. Solo in quel momento io ho scoperto che voi eravate stati insieme, lui non me lo aveva detto prima... >> Alison dovette fermarsi perché a causa del pianto non riusciva a parlare, poi continuò, << tu in quel periodo stavi con un altro ragazzo ed io non mi sono mai posta la domanda di come potessi stare vedendoci, mi pento di questo ogni giorno. Così come mi pento di aver trattato male Caleb quando, con totale sincerità, mi ha rivelato di aver amato sempre e solo te. Accecata dalla rabbia gli ho urlato contro le peggiori cose ma adesso, riflettendoci, capisco che la cosa più giusta è che voi stiate insieme, ho saputo quante difficoltà avete superato e non sarei una buona amica se continuassi ad ostacolarvi. >> Strinse la mano di Hanna e tirò un sospiro di sollievo perché finalmente si sentì libera da quel macigno che portava dentro.

<< Alison, ti ringrazio per avermi raccontato tutto. Non mi importa che tu ti sia comportata male in passato perché se, come dici tu, prima dell’incidente io e Caleb stavamo insieme significa che il nostro amore ha vinto di nuovo. E se tu sei qui vuol dire che sei realmente dispiaciuta. >> Replicò Hanna, stringendo più forte la presa sulla mano di Alison, << quindi, anche se detto da me potrebbe far ridere, dimentichiamoci tutto e ripartiamo da qui. >> Asserì in tono ironico.

Quando Caleb arrivò davanti casa della ragazza, vide una macchina parcheggiata nel vialetto e sapeva benissimo di chi fosse.

Temeva che Alison potesse approfittare della situazione in cui si trovava Hanna per raccontarle menzogne sul suo conto, dal momento che il modo in cui si erano lasciati non era dei più cordiali.

Non appena aprì la porta e se la ritrovò davanti non seppe cosa dire, infatti, rimasero in un silenzio che venne poi spezzato da Alison.

<< Ciao Caleb, so cosa stai pensando ma ti sbagli. Sono venuta qui per fare le mie scuse ad Hanna e, visto che ti ho incontrato, le rivolgo anche a te. La reazione che ho avuto quel giorno è stata dettata dal fatto che mi sono sentita tradita e ferita ma, a mente serena, mi rendo conto che i segnali c’erano tutti e che mi sono ostinata a non vederli. >> Disse tutto d’un fiato perché quella era la sua occasione e non poteva farsela scappare, poi continuò, << anzi, se hai bisogno di aiuto, io ci sono! >>

Caleb la fissò un istante e disse: << Effettivamente c’è qualcosa che puoi fare! >>

Un’ora dopo Hanna era pronta per la festa in maschera. Era bendata, quindi non poteva vedersi, ma era identica alla prima volta. Alison le aveva fatto i capelli, le aveva messo la corona di fiori in testa, l’aveva truccata e le aveva messo la maschera bianca sugli occhi ed infine l’aveva aiutata a vestirsi con l’abito di Giulietta.

<< Hanna sei bellissima! Io adesso vado e ti lascio alle ragazze che sono appena arrivate. >> Disse Alison, abbracciandola.

Hanna arrivò al Brew scortata da Spencer, Emily ed Aria. Sentiva una canzone che lei non ricordava ma era “ Better in time “ di Leona Lewis ed in sottofondo un brusio.

<< Ragazze ma dove siamo? Dov’è Caleb? >> Chiese, irritata dal fatto di essere all’oscuro della situazione.

<< Hanna sta calma, non ti preoccupare >> controbatté Aria, mentre la accompagnavano al centro del locale, << adesso noi ti lasciamo qui. Ma non preoccuparti perché non starai sola per molto tempo. >> Puntualizzarono in coro prima di allontanarsi.

Durante l’attesa, la ragazza cercava inutilmente di concentrarsi per cercare di cogliere anche un piccolo suono che le permettesse di capire dove si trovava e cosa stava succedendo. Poi, una mano le toccò da dietro la spalla sinistra, tolse la benda e vide che era Caleb, travestito da Romeo.

<< Caleb! Hai organizzato tu tutto questo? >> Chiese, piacevolmente sorpresa.

<< Si, ovviamente con l’aiuto delle mie complici. >> Precisò, indicando le ragazze, << quando sei venuta a questa festa, qualche anno fa, credevi di essere senza cavaliere perché io ero a Montecito… inizio a pensare che questo posto non ci porti molta fortuna. Ad ogni modo, ho voluto farti una sorpresa e la tua reazione è stata pressappoco come quella che hai avuto ora. >> Disse, abbracciandola e muovendosi a ritmo di musica.

<< Caleb, mi dispiace tanto. Vorrei tanto ricordare ogni cosa: te, la nostra storia ed anche gli ostacoli che abbiamo superato. Mi sforzo ma non ci riesco! >>

Hanna si sentiva in colpa perché si rendeva conto che Caleb così come le sue amiche soffrivano per quella situazione.

<< Shh, non pensiamoci adesso! Tranquilla, ti ricorderai di me. >>

I due ragazzi continuarono a ballare con quella promessa implicita a dargli forza.
   
 
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