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Autore: somethingtobelieve    10/11/2014    2 recensioni
uno sfigato che non si fida di nessuno, insicuro, timido e fragile ma allo stesso tempo forte e con carattere da vendere che sbuca fuori nei momenti giusti e un figo di quelli più famosi della scuola circondato da ragazze con un passato oscuro alle spalle, entrambi sembrano ciò che non sono e impareranno ad accettare il comportamento degli altri (soprattutto l'uno quello dell'altro) a non giudicare a prima vista, ad aprirsi con gli altri a crescere, cambieranno e si sbloccheranno dai loro preoblemi e dalle loro insicurezze e si conosceranno pian piano più affondo... AVVISO YAOI se non gradite il genere siete pregati di non leggere, i commenti contrari (offensivi) a questo genere saranno ignorati.
prima fanfiction. siate gentiiiili :3
questa storia contiene anche argomentazioni come il bullismo e il rapporto con se stessi di insicurezza e di fiducia. e l rapporto con gli altri ovvio. spero vi piaccia :)
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo quello che è successo i due se la sono cavata meglio di quanto si potessero aspettare, nel nascondere i segni della lotta. Andrea non ha dovuto dare spiegazioni a nessuno, riuscendo a coprire i lividi in viso, col trucco, mentre Alex avendo astuzia li ha camuffati come un incidente durante le sue attività sportive, sfruttando la stessa spiegazione a compagni, amici e anche qualche professore.
É davvero andata “bene” ad entrambi, perché se fossero tornati a scuola, disastrati com'erano, sarebbe iniziato uno strano vociferare di “coincidenze” e tutti avrebbero fatto troppe domande per sopportarne il peso e per riuscire a nascondere l'accaduto, rendendo ancora più difficile inventarsi frottole sotto pressione.

Nel cortile della scuola, prima di entrare e iniziare le lezioni ad Alex rivolgono qualche battuta un po' moscia perchè un bel visino ridotto in quel modo faceva parecchio pena, ma lui non le accettava tanto facilmente: sono stato un coglione, non merito di certo tutta questa attenzione. Voleva anche scusarsi e non si sarebbe nemmeno avvicinato al farlo se avesse avuto l'aria da sbruffone, quindi cercò di evitare di parlare “dell'incidente” spostando ogni discorso su qualcos'altro, facendo capire agli altri che non era nulla di importante.
Qualche metro più in là c'è Andrea, che nonostante tutto si mostra felice di vedere i suoi vecchi compagni di classe ma nasconde bene la sua irrequietezza, cercando con gli occhi il suo nemico, come attento a non subire un agguato o a filare via appena lo vede evitando qualsiasi situazione.
Ma, senza volerlo c'è un incontro di sguardi. Tutti e due si stavano cercando. Era ovvio per entrambi che avrebbero nascosto l'accaduto, ma non sapevano l'uno come aveva reagito l'altro. Forse avrebbero voluto parlarsi, giusto per sapere come hanno deciso di affrontare la cosa, sopratutto Alex per scusarsi, e si chiedeva anche come era possibile che Andrea avesse quel suo solito viso tenero e quasi angelico, invece che quello distrutto fisicamente del giorno prima.
Era uno di quegli istanti che durano un eternità, che ti sembra di viverli a rallenty e che non puoi sopportare più il battito del cuore che pompa forte fino alle orecchie e ti fa quasi tremare.
I loro occhi si scontravano e quei secondi erano dannatamente lunghi, è come se la tua mente ragionasse molto più in fretta dello scorrere del tempo, balenando domande su domande, fino a che non passa un ragazzo davanti a loro, interrompendo il raggio visivo e l' agitazione che cominciava a salire sempre più ingestibile.
Non appena il ragazzo si era levato dalle palle, Alex è subito tornato a cercare il viso del ragazzo che il giorno prima aveva preso a pugni ma che adesso gli dava una dolce sensazione di morbidezza. Ma Andrea non era più lì. O meglio sembrava cercare di nascondersi dietro a un suo amico, parlando e facendo tutto come se non lo avesse visto. L'espressione crucciata e addolorata del rosso non lo aveva neppure sfiorato. E così fece per tutta la giornata, continuando a ignorarlo, freddo come il ghiaccio ma anche duro e severo. Certo era facile capire cosa provasse in questo momento quindi non lo biasimava, ma aveva assolutamente bisogno di parlargli e non era per sfogo, per levarsi via quel peso sulla coscienza, no, ne sentiva il bisogno e le parole che gli avrebbe detto continuavano a girare e rigirare nella sua testa rimbombando senza tregua. Le ripassava e le ripeteva cercando di renderle credibili, poi si fermava dicendosi che forse sarebbe meglio dire tutto di botto, come se la sentiva. Ma se al momento gli fosse mancata la parola? Se si bloccasse farebbe solo la figura dell'idiota e chissà forse si prenderebbe uno schiaffo in faccia. E cosi ricomincia da capo col suo monologo, quasi pregando che lo perdonasse, in poco tempo era diventato importante, era la sua missione, riparare al casino che aveva fatto e al male causato. Non se n'era reso conto e non era sua intenzione. Quel visino gli faceva pena. Molto più di quanto gli facesse schifo il suo di viso, sempre lodato e ammirato, per cosa? Qualcosa che si acquisisce per fortuna? La bellezza non è un pregio.
Alex è sempre sembrato un ragazzo stronzo e superficiale, in realtà è solo un po' stupido e si atteggia ma è molto sensibile. Tanto da percepire la sofferenza di Andrea, che lo aveva cambiato, che aveva sentito l'ingiustizia nel subire e non voleva più essere lui ad agire portando sofferenza. Ma è sempre difficile perdere le vecchie abitudini...
Al termine delle solite sei ore, tutti fuggono dalla classe di corsa e come al solito Alex segue Andrea, ma solo con lo sguardo, per i corridoi e per le scale, cercando di capire se riusciva a strappare l'ultimo minuto per parlargli. Scendono fino al cortile e l'ammasso di studenti non fa capire nulla, tanto che lo perde di vista e scoraggiato si ferma in un punto del marciapiede attaccato al cancello ad aspettare i suoi amici per fare con loro la strada fino alla fermata del pullman.
Apre il cellulare per guardare se ci sono messaggi, per abitudine e nel riporlo in tasca, come alza la testa un barlume di speranza gli illumina gli occhi, ecco Andrea che sta camminando nello stesso marciapiede, apparentemente da solo. Non ha ancora visto Alex, che apre bocca nel tentativo di dire qualcosa ma Andrea gli passa avanti.
Il rosso istintivamente lo afferra per il braccio, Andrea si spaventa un po', si gira di scatto e vede subito una faccia penosa, con un labbro spaccato, dei lividi e un espressione che sembra dire “ti prego” con le sopracciglia contorte al centro della fronte e spinte verso l'alto. Un espressione nuova, umile per una volta, ma qualunque essa sia, il piccoletto mantiene tutto dentro di se, nella severità del suo sguardo. In parte vorrebbe fargliela pagare, ma è anche stufo quindi in parte vorrebbe solo che lo lasciasse in pace. I cuori di entrambi battono forte, nonostante la confusione attorno a loro, giusto come quella mattina, sentono benissimo i loro battiti rullare nel petto come percussioni che compongono una melodia pesante, rivale e di attesa pressante. Per un attimo, il tempo si ferma. E ci sono solo gli occhi verdi di Alex che imprecano attenzioni e quelli nocciola di Andrea che urlano tregua mantenendo la loro solita compostezza apatica.
- Aspetta! Devo dirti una cosa... -
Alex si rende conto che per l'ansia stava stringendo il braccio dell'altro troppo forte e la ritira subito indietro. Quasi inizia a tremare, mentre ad Andrea salta fuori un espressione quasi schifata e risponde
- Hai già fatto abbastanza. -
- Aspetta posso accompagnarti!? -
Esclama, nella speranza di capire se almeno potesse essere disposto ad ascoltarle le sue scuse.
- Va via stronzo -

 


Un colpo netto al cuore. k.o.
Certo è stato duro ma ancora per una volta, poteva biasimarlo?
Forse così avrebbe capito una volta per tutte cos'aveva provocato.
Già il piccoletto deve proprio tenerti sulle spine per un po eh Alex?
L'hai fatto proprio soffrire, stupido. Te lo meriti.
Ci è rimasto proprio male e come Andrea se n'è andato, si ritrova ad asciugarsi gli occhi chiedendosi come fossero diventati umidi tutto d'un tratto.
Finisce la giornata e ognuno con i suoi piccoli dolori o colpe, se ne và a dormire.


La mattina dopo avrebbe portato buone nuove.
Si dice anche che la notte porti consiglio... beh ed era proprio ciò che aveva portato nella testolina del nostro istintivo e un po' scontroso ragazzo dai capelli rosso fuoco.

Con la vista da stalker passionale innata di Alex, riesce a vedere Andrea arrivare da lontano, con lo zaino in spalle, mezzo assonnato intento a raggiungere un gruppo di ragazzi coi quali passa la mattina aspettando che i cancelli di scuola aprano al suono della campanella. Decide di raggiungerlo, intestardito dal desiderio di scusarsi, nonostante la freddezza e schiettezza di Andrea che il giorno prima lo avevano decisamente scoraggiato.
E lo raggiunge prima che tutti possano notarlo.
Di prima mattina Andrea è un tipo parecchio scorbutico sopratutto appena sveglio, ma dopo l'effetto del caffè inizia ad entrare in modalità zombie. Ovvero troppo sveglio per dormire completamente e troppo stanco per essere completamente sveglio.
Così, non si sa esattamente come, reagisce piuttosto bene alla vista di Alex che gli viene contro per la centesima volta. Almeno, meglio di come ci saremmo potuti aspettare.
- hey – lo stesso viso coi lividi e il labbro spaccato dell'altro giorno osa rivolgergli la parola di nuovo e rompergli i coglioni per l'ennesima volta....solo che... sta volta gli fa un po' più pena.
Finalmente Andrea si mostra con dei sentimenti e non il solito uomo di pietra! Adesso ricorda che è stato lui, in fondo, a ridurlo in quel modo, si forse nel momento in cui gli stava rinnovando la faccia credeva che se lo meritasse. Ma adesso? Che motivo c'era di avercela con lui così a lungo? Beh il motivo c'era eccome ma ora Alex voleva scusarsi e Andrea aveva sopportato cose peggiori da non perdonare che adesso questa gli sembrava una sciocchezza.
Andrea poi non era uno a cui piaceva tenersi le cose dopo un litigio o qualcosa di simile. Insomma ha sempre fatto quello che faceva fare la pace a tutti perché non sopportava le situazioni di ansia. Sarebbe stupido agire contro se stesso per cui...
-hey...che vuoi ancora? - beh si ma non così in fretta.
È giusto che capisca ciò che ha fatto.
- almeno lascia che ti chieda scusa come si deve – aveva una faccia preoccupata così tenera che solo uno come Andrea poteva resistergli, risultando apatico, come al solito o assonnato. Era bravo a nascondere i sentimenti, quello scudo che si è creato è talmente forte che neanche un ragazzo carino col viso crucciato e scassato, che implora le sue scuse gli faceva effetto.
- tu non hai idea...-
Andrea è insicuro nella voce perché vorrebbe perdonarlo e sentire cos'ha da dire ma tutti i giorni quando si mette i pantaloni anche lui vede i lividi che l'altro ha provocato. Ma Alex sa perfettamente cosa dire, anche se quasi tremante, e quindi lo interrompe
- s-si lo so, ti prego devi credermi, so di essere stato un pezzo di merda, ma io volevo solo parlarti e che tu sei sempre così silenzioso e non sapevo come fare, pensavo di scherzare, di prenderla sul ridere e non mi sono nemmeno reso conto di essere stato sempre più violento, non avevo nemmeno capito come fossimo arrivati a picchiarci, devo aver perso la testa e se tu vuoi ancora farlo ti capisco in somma...- parla talmente veloce che inizia ad interrompere le sue stesse frasi entrando in confusione
- insomma... non devi per forza, se tu vuoi, cioè,non pretendo nulla, volevo solo, almeno avere un occasione per...-
- ok! Ok! Va bene come...-
Alex aspetta impaziente una risposta con degli occhi da cerbiatto irresistibili
- … come vuoi – ed ecco la risposta che Alex è riuscito a filtrare tramite la sciarpa che compre la bocca imbarazzata di Andrea. Certo le sue guance rosse sono per il freddo...ovviamente.
Un po per il sonno, un po perché esausto, un po' per il visino dolce rispose che le andava bene. Ma cosa?
- davvero ti sta bene? - risponde Alex incredulo, che ormai aveva finito col sembrare uno schiavetto devoto.
- si ma forse non capisci che devi anche muoverti, siamo davanti a scuola- intendendo che vogliono mantenere entrambi una specie di segretezza nel fatto di parlare assieme, insomma si odiavano prima, ed era ovvio per tutti, forse Andrea lo odia ancora, in ogni caso vuole che tutto resti come sembra. Anzi com'è! Mica siamo amici o cosa anzi, non si deve sapere che ci siamo picchiati e nemmeno che abbiamo “fatto pace”. È solo un punto a capo. Tutto torna come prima mantenendo possibilmente una certa linea di rispetto.
Ma forse Alex questo non lo aveva presente e resta in attesa di un seguito.
- devi muoverti perché siamo davanti a scuola...tra poco questo posto sarà pieno di gente che ti conosce... i tuoi amici... e i miei sono già lì! Non puoi parlarmi ancora per molto-
Afferrato il concetto finalmente.
- ah ok, ok. Giusto... beh ma io devo chiederti scusa -
E andrea che non lo sopporta più e vuole solo scacciarlo via:
- beh hai il mio numero. -









Ragazzi lo spazio autore lo riscrivo poi perchè sto stronzo di un pc sta dando dei problemi che non avete idea, già tanto se riesco a pubblicarvi la storia
<3 buona lettura comunque :D
e buona giornata :DD
e se dovete recensire recensite lo stesso !! GRAZIEEEEEEEEEEEE <3

 

  
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