Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: BecauseOfMusic_    10/11/2014    1 recensioni
Elisa ha fatto domanda per un corso trimestrale di canto in una rinomata scuola americana durante l'estate, aspetta la telefonata che le confermi che è stata accettata, invece viene contatta dal manager di un famosissimo gruppo musicale, che le propone un lavoro da corista per il tour estivo.
Quando arriva in america con il suo ragazzo tutto sembra perfetto, fino all'incontro con le star, con Joe Jonas in particolare...
Può bastare un'estate per farle cambiare idea sull'amore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HERE I AM BABE!! Nuovo capitolo, puntuale anche questa settimana (oh wow, ci sono riuscita anche questo lunedì!).
Spero di avere nuove recensioni, ricordo che anche le critiche sono accette purchè costruttive: ci rivediamo lunedì prossimo, besitosss :*

BecauseOfMusic_


Nei giorni successivi Joe divenne la mia ombra: tentai di convincerlo che non c’era bisogno che mi accompagnasse ogni sera fino alla porta della camera d’albergo, ma non ci fu verso di convincerlo, e alla fine non mi dispiaceva il fatto che fosse protettivo con me.
Passavo ormai così tanto tempo con lui che era diventato una presenza fissa nella mia giornata: il primo pensiero al mattino e l’ultimo messaggio prima di dormire la sera, di qualunque ora si trattasse; dove andavo io c’era lui, cercava di non allontanarsi mai troppo, e durante le pause sedevamo sempre vicini.
-Dovreste finirla con questo tira e molla e mettervi insieme.- mi disse Sophia mentre ci cambiavamo in camerino dopo le prove. Quasi caddi per terra, sorpresa da quanto fosse stata diretta.
Al mio sguardo stupito rispose con un sospiro:
-Non so cosa vi siate detti la sera in cui poi Paul ti ha usato come sacco da boxe, però so questo: Joe è un bravo ragazzo, ha sofferto tanto per via di Anne, che si è rivelata una stronza mondiale, non merita di stare male di nuovo. Se ti ha messo il suo cuore tra le mani, come sospetto che abbia fatto, non giocarci. Se consideri Joe come un grande amico diglielo ora, se invece pensi che tra voi ci sia davvero qualcosa di speciale…-
-Vorrei che fosse così facile, ma io poi tornerò in Italia, comincerò l’ultimo anno di università, e non so cosa siamo noi adesso.-
Lei si avvicinò, posandomi una mano sulla spalla:
-Devi decidere se è qualcosa per cui vale la pena rimanere.-
Feci un sorriso mesto e uscii in fretta, scappando non da lei, ma da una decisione che avevo paura di prendere.
Joe mi aspettava fuori dal palazzetto in cui avremmo fatto il concerto, e sembrava molto nervoso.
-Come mai quella faccia?- gli chiesi cercando di apparire allegra –dobbiamo solo andare a mangiare qualcosa, non è un appuntamento!-
Non rispose alla mia battuta: -Andiamo a fare un giro, ti va? Devo parlarti.-
Accettai, preoccupata dal suo tono di voce.
-Cosa succede?- gli chiesi mentre ci incamminavamo verso il centro.
-Nick si è ammalato, è uscito sudato dalla palestra dell’albergo e l’aria condizionata in camera gli ha fatto venire il mal di gola. Stasera non canterà, ci accompagnerà semplicemente con gli strumenti, canterò da solo.- rispose.
-Non capisco dove sia il problema.- ribattei perplessa –in fondo non è la prima volta che canti davanti a tante persone.-
-Ma cantare senza Nick in concerto…potrei fare brutta figura, e per la band sarebbe una pessima pubblicità!- disse in tono sconsolato.
Mi fermai di botto in mezzo alla strada e scoppiai a ridere.
-Questa è la più grossa stupidaggine che io ti abbia mai sentito dire e, per inciso, ne dici tante.-
-Ma grazie Elisa, tu si che mi sei di aiuto. Mi sento davvero molto meglio.- mi rispose sarcastico.
Mi avvicinai di nuovo a lui e gli afferrai le mani, abbandonate lungo i fianchi:
-Joe tu non puoi avere paura di cantare! Pensi che a qualcuna delle persone che saranno li a vederci domani sera importerà se sbagli a prendere qualche nota?-
I suoi occhi fissavano l’asfalto senza vederlo:
-Ehi!- lo scossi –andrà alla grande.-
Mi sorrise mesto e mi abbracciò stretta, mentre il mio cuore accelerava i battiti.
Tornammo all’albergo dopo le prove e ci salutammo sulla soglia della mia stanza, ci saremmo rivisti più tardi a cena, insieme a tutti gli altri.
Mi stesi sul letto a guardare un po’ di tv e il mio cellulare squillò; risposi senza controllare di chi fosse il numero.
-Ciao, sono io.- mi si gelò il sangue nelle vene.
-Paul, cosa vuoi?- chiesi cercando di non andare nel panico.
-Solo parlare, ti prego, non spaventarti. Lo so che non vuoi vedermi, né sentirmi, ma ho bisogno di parlare con te. Devo scusarmi per tutti i casini che ho combinato e non ho scuse per….per quello che è successo l’ultima sera: mi vergogno tanto.-
-Onestamente Paul, voglio lasciarmi tutto alle spalle.- risposi.
-Lo capisco, solo che non voglio perderti per un mio errore: Elisa prima di tutto questo io e te stavamo bene insieme, ci amavamo. Io ancora non ti ho dimenticata e nel profondo anche tu sai di non avermi dimenticato.-
-No, ti sbagli. Ormai noi siamo storia passata, devi capirlo e andare avanti.-
Chiusi la telefonata senza dargli tempo di replicare, perché avevo paura; tuttavia decisi di non dirlo a nessuno per il momento.
< è andato via. > mi dissi < non può più farti del male. >
 
Più tardi mentre mangiavamo al ristorante dell’albergo Joe tornò alla carica, cercando di convincermi a tornare con lui negli states, disturbato dal mio telefono che continuava a squillare; decisa ad ignorare Paul lo spensi.
-Mancherebbero ancora due settimane prima dell’inizio dei corsi! Ci sono ancora tante cose che voglio mostrarti!-
-Non so Joe, mi piacerebbe venire, ma voglio anche stare vicino a mia madre.-
-Io lo capisco, ma la promessa che mi hai fatto?-
-La manterrò: una promessa è una promessa, ma tenterò di sfondare come solista qui in Italia.-
-Se tu non vuoi venire allora resterò io!- disse deciso.
-No, non posso chiederti una cosa simile: tu hai la tua vita, i tuoi amici… non sarebbe giusto chiederti di rinunciare a tutte quelle cose.-
-Ma anche tu fai parte della mia vita, Elisa.-
Lo abbracciai per far sì che smettesse di parlare.
 
La sera successiva, mi cercò prima dell'inizio del concerto: sembrava un cerbiatto abbagliato dai fari dell'auto che sta per investirlo, non lo avevo mai visto così.
-Stai tremando, sei sicuro di stare bene?-
-No, non sto affatto bene. Lo so che andrà tutto malissimo, mi rideranno dietro per il resto della mia carriera.- continuava a guardare verso il palco, agitandosi ogni volta di più quando la folla chiamava il suo nome.
Lo costrinsi a guardarmi prendendo il suo viso tra le mani
-Tu sei bravissimo a cantare, lo fai da tanto tempo, e non hai mai avuto attacchi di panico. Non permettere alle tue paure di vincere, Joe.-
Lui poggiò le labbra sulla mia fronte, inspirando a fondo.
Mi vennero i brividi al contatto.
Lui si allontanò dicendomi:
-Grazie, senza di te adesso sarei in bagno a vomitare.-
Colmai la distanza che c’era tra noi, lo baciai, cogliendolo di sorpresa.
Un angolino della mia mente esultava, felice di averlo potuto avvicinare ancora così, dall’altra parte mi sentivo malissimo, perché lo stavo baciando solo per dargli abbastanza coraggio da salire sul palco e cantare senza Nick.
< Elisa senza cuore, Elisa senza cuore > cantilenava la mia parte più cinica.
Di colpo mi lasciò andare:
-Questo….questo cosa significa?- chiese scuotendo la testa, confuso.
Pensai che l’arma migliore fosse la verità in quel caso, o almeno una mezza verità:
-Non mi importa niente del resto del mondo: questa sera ci siamo solo tu ed io. Sei quello di cui ho bisogno per stare bene: non lo so se è amore, non voglio mentirti, ma per una sera, questa soltanto voglio essere felice.-
Si avvicinò di nuovo, ma Kevin lo interruppe, qualunque cosa avesse intenzione di fare, afferrandolo per un braccio e trascinandolo sul palco.
-Dopo parliamo!- mi gridò.
Annuii seguendo le altre coriste.
Alla fine del concerto mi sarebbe venuto a cercare, e avrei dovuto spiegargli il perché di quel bacio; forse mi stavo innamorando sul serio, e cominciavo a credere che fosse possibile stare insieme a lui.
Glielo avrei detto, insieme avremmo deciso cosa fare, e magari ci sarebbero stati altri baci, dei progetti insieme; sapevo che lui aveva bisogno di quel bacio per dare il massimo sul palco, ed io avevo bisogno di lui quella sera per essere felice, solo una volta.
Ero quasi sicura di amarlo, come ero altrettanto sicura che non glielo avrei lasciato capire, se questo significava allontanarlo dalla sua carriera, dalla sua vita.
Ero felice e triste allo stesso tempo perché tutti i miei dubbi e le mie paure se ne erano andati.

 
  
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