Film > Pirati dei caraibi
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Autore: ScissorHands    25/10/2008    1 recensioni
Un'acqua magica, forse frutto di leggende popolane, forse verità ingrossata dai pirati che non sono riusciti a raggiungerla.
Due pirati, due leggende dei Caraibi che un'unica sfida gli rimane ancora da affrontare, e superare.
Una sola.
Il loro destino, la loro vita.
Introduzione modificata. E' vietato inserire codici html diversi da quelli presenti nel regolamento.
Nausicaa212, assistente amministratrice.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora una volta un grazie enormissimo a cassandra 287 *-* meno male che ci sei tu! :D
Ah, comunque non ti preoccupare, le cose si faranno interessanti tra non molto ;]
E ora... il capitolo 10 e 11!

Capitolo 10:
L’addio.
 
Jack richiuse il binocolo, senza staccare lo sguardo dalla terra che aveva scorto, che avrebbero raggiunto entro un oretta circa.
Erano di nuovo a Tortuga.
Sapeva che era uno dei pochi posti dove Eagle non avrebbe avuto problemi di alcun genere.
Sbuffò appena, lasciando il comando del timone a Cotton, avviandosi verso il ponte, dove prima aveva visto Aileen trafficare con delle cime. Probabilmente era ancora li.
Eagle notò, con la coda dell’occhio, che l’andatura ondeggiante del capitano si dirigeva proprio verso di lei.
Sospirò. Il muro che si era andato a creare tra loro due diventava ogni minuto più alto ed invalicabile. O almeno, così le sembrava.
Da quando era scappata via come una codarda da Jack e dalla sua ammaliante proposta aveva cercato di evitarlo in tutti i modi, e sapeva che Jack avrebbe mantenuto fede alla sua parola, portandola a Tortuga.
«Miss Eagle, tra meno di un ora saremo a Tortuga. Potete avvertire i vostri marinai. »
La voce questa volta distaccata di Sparrow la risvegliò dai suoi pensieri, facendole alzare lo sguardo, incontrando quello di Jack.
«Va bene, Capitano. Glielo dirò personalmente. » Aileen fece un cenno con la testa, poi avviandosi verso la prua.
Jack, appena lei si girò, fece una faccia a metà tra l’infastidito e lo schifato, poi andando verso la sua cabina.
Circa una mezzora dopo, Jack alzò per qualche attimo gli occhi dalle carte, notando che Aileen aveva fatto capolino dalla porta.
Lei venne avanti ad un suo cenno, mentre Jack aveva già riabbassato lo sguardo.
«Ho riferito. Ora stanno preparando le cose e finendo gli ultimi lavori. »
Jack accennò un consenso, poi avvicinò la mancina alla testa, sospirando.
«Sei proprio sicura di volertene andare? Insomma… ecco… Lo sai come la penso. Ti sto dando un opportunità. » Mormorò Jack, alzando le iridi, incrociandole con quelle di Eagle.
«Jack… io… » Aileen, ancora una volta, non sapeva come rispondere.
Considerava incredibile il fatto che quell’uomo riuscisse continuamente a metterla in difficoltà, anche senza volerlo.
I suoi occhi si persero nei suoi, per qualche attimo, fino a che Jack fu costretto a rassegnarsi, sapendo benissimo che cosa Aileen avesse intenzione di fare.
Si alzò, con sguardo serio, andando verso la porta.
«Tra poco saremo a Tortuga. Prepara le tue cose. »
Eagle cercò di fermarlo, prendendolo per il braccio.
Lui si girò, rivolgendole uno sguardo serio, quasi nascondesse un orgoglio ferito.
«No, Aileen. Le tue scelte le hai fatte. Spero di rincontrarti un giorno. »
Detto questo, Jack uscì dalla cabina, lasciando Eagle sola con se stessa, i suoi sensi di colpa e i suoi sbagli.

 
Capitolo 11: Le Carte Nautiche.
 
Barbossa alzò lo sguardo dal tavolo, dove stava trafficando con le carte nautiche che sperava lo avrebbero condotto all’Aqua de Vida.
Ricordava come, poco tempo addietro, lui e il giovane Will Turner, ora costretto a capitanare la famigerata Olandese Volante, avessero decifrato ed utilizzato quella carta per arrivare ai Confini del Mondo, a salvare quel pezzo di buono a nulla di Jack Sparrow.
E’ Capitan Jack Sparrow”
Sbuffò appena, cercando di scacciare quell’odiosa voce che ogni due per tre ricompariva a tradimento tra i suoi pensieri, infilando qualche frase che gli ricordasse qualcosa o qualcuno che aveva omesso nei suoi discorsi.
Alzò gli occhi al cielo, sbuffando ancora, seccato, tornando alle carte.
Le sue unghie grattavano appena la carta usurata di quelle mappe, mentre ne ruotava annoiato e distratto le fasce mobili che la componevano.
Poi, si bloccò, portando il suo sguardo su un punto preciso, notando delle scritture accavallate tra due bande.
Aguzzò la vista, cercando di leggere.
“Ciò che incontra l’occhio non è ciò che incrocia la mente”.
Capitan Barbossa lesse ancora e ancora quelle righe enigmatiche, inarcando progressivamente un sopracciglio, e arricciando il naso dopo non essere arrivato a nessuna conclusione, nonostante la lettura ripetuta della stessa frase.
Sbuffò appena, alzando lo sguardo da quella mappa, che stava cominciando ad odiare.
Allungò una mano ossuta verso il piatto al centro del tavolo, afferrando una mela, portandola quindi alle labbra.
Dopo poco, appagato, tornò alle carte, facendo ricomparire di tanto in tanto frasi che già conosceva, e di cui già sapeva il significato.
O così, almeno credeva.
Riesplorò ogni possibile significato di ogni singola frase, collegandone i contenuti o le parole, ma senza nessun particolare successo.
In fine, proprio quando stava per alzarsi e lasciare la locanda, sfinito da troppi tentativi non andati a segno, un giovane ragazzo con i capelli rossi, dall’aria non troppo lucida, irruppe dentro.
«Gente! Ascoltate! Sembra proprio che al molo stia attraccando la Perla Nera! »
Il giovane fulvo sembrava essere uscito di senno, e continuava a saltellare ad ogni passo, sul punto di perdere l’equilibrio da un momento all’altro.
L’attenzione di tutti, Barbossa compreso, fu subito catturata da questa notizia, più che altro perché non sembrava nulla di eclatante.
L’oste alzò lo sguardo da un boccale lurido, che era comunque intento a pulire con il minimo interesse possibile. Era un omone calvo e dalla mala fama, essendo un personaggio tipico dei retroscena di Tortuga, e sulla sua bettola, “La gatta ubriaca”, giravano ogni tipo di superstizioni.
«Di un po’, ragazzo. Quale sarebbe la particolarità di questa tua notizia? » L’oste lo fissava, esasperato, il tono della voce saccente e sarcastico.
Il giovane, preso alla sprovvista da questa reazione inattesa di tutti, si calmò, apparentemente.
«Beh… Si dice in giro che la Sea Wolfe sia stata distrutta. Così come la Marylin. Infatti, la ciurma, o quello che ne rimane, della Sea Wolfe sta scendendo a porto. Del capitano Harris però non c’è traccia. »
L’oste ruppe in una fragorosa risata.
«E tu pensi di darcela a bere, ragazzino? Le due navi di cui ci hai parlato sono tra le migliori mai esistite. »
«Ma no… io… - Il giovane non sapeva più che dire. Poteva anche rischiare di essere malmenato, solo per aver divulgato notizie poco credibili, sapendo come i pirati non si facessero tanti problemi a maltrattare qualcuno. – E’ stata vista Eagle! Si dice sia in cerca di una nave. » Tentò un ultima volta, poi, vista la situazione, se la diede a gambe.
Nel momento in cui la porta si chiuse, tutti i pirati scoppiarono in una fragorosa risata, e nell’aria brilla riecheggiavano frasi impastate, tra cui si poteva distinguere alcuni “Da bere per tutti!” e altre dicerie poco distinguibili.
Barbossa si fece largo tra la folla, cercando di raggiungere l’uscita.
Si diresse poi verso il porto, riesaminando nella sua mente ciò che aveva detto il ragazzo.
Lui era a conoscenza da poco del fatto che esistevano solo due carte nautiche che conducevano ai Confini del Mondo. Una di queste era in suo possesso, e si diceva che l’altra copia la tenesse con se il capitano Harris.
Ora che sapeva quasi con certezza che Harris era morto, non poteva averle passate a nessuno, se non alla sua fida Eagle.
Con quelle carte, poteva avere una maggiore possibilità di trovare l’Aqua de Vida, rendendo complementare ciò che indicava la carta di Harris con ciò che già sapeva.
Continuando i suoi ragionamenti, Barbossa ridacchiò a labbra serrate, già sapendo come riuscire ad estorcere le mappe alla giovane pirata.
  
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