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Autore: Blueorchid31    11/11/2014    9 recensioni
Le spiagge di Ibiza fanno da scenario a questa commediola romantica , ovviamente Sasusaku. Mi cimento di nuovo in una Au. Accenni Shika/Ino - Naru/Hina p.s. Sono sempre sasuk8 , anche se sto attraversando un momento di bipolarismo acuto. :-) Scusate il disagio
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 10









La luce del sole entrò prepotentemente dalla finestra dello chalet illuminando il viso di Sasuke che dormiva riverso sul materasso, con le braccia sotto il cuscino.

Mi ero svegliata già da un po' e mi ero soffermata a guardarlo.

Dopo la festa in spiaggia eravamo tornati al villaggio, da soli. Gli altri ci avevano preceduto ed ero curiosa di sapere come fosse andata la serata alle mie amiche.

Avevamo rifatto l'amore ed era stato fantastico. Era incredibile l'affinità tra noi... con il mio fidanzato non mi ero mai sentita così a mio agio.

Il suo dolce viso poggiava sul cuscino del mio letto e la mia coscienza, risvegliata dalla luce del sole, mi ricordò che non dovevo in alcun modo affezionarmi a lui perché era solo qualcosa di passeggero, che non avrebbe avuto alcun seguito.

Socchiuse appena gli occhi e masticò un "Buongiorno" con la sua voce profonda e sexy.

"Buongiorno" risposi, appoggiando la testa sul cuscino di fianco al suo, intrecciando i nostri sguardi.

Pensai a quale colore potesse uscire dalla fusione dei nostri occhi.

Nero e verde.

"A cosa pensi?" mi chiese, stiracchiandosi.

"Nulla" mi affrettai a rispondere, ridestandomi da quei pensieri troppo romantici per una storia che non poteva avere futuro.

Lui continuò a fissarmi. Probabilmente non se l'era bevuta.

Come avrei potuto spiegargli quello che stavo provando? E soprattutto perché l'idea di dirgli la verità mi terrorizzava?

Feci per alzarmi dal letto, quando sentii le sue braccia avvolgermi.



-§-



"Dove pensi di andare?" pensai, catturando il suo corpo che stava scivolando silenziosamente fuori dal letto.

Era incredibile quanto mi piacesse sentire il suo odore addosso. Non avevo mai provato niente del genere prima. Mi sentivo come drogato da sensazioni contrastanti, ma piacevoli. Lei era misteriosa e ingenua allo stesso tempo, lasciandomi perennemente in allerta, come se da un momento all'altro potesse dirmi che era tutto finito. Questa costante sensazione di camminare sul filo del rasoio, mi eccitava. Niente era scontato con lei o forse ero talmente in balia delle emozioni da immaginare tutto. La stavo idealizzando? Mi andava bene così. Mi sentivo stranamente in pace con lei.

"Vuoi poltrire tutto il giorno?" mi chiese, cercando di divincolarsi debolmente dal mio abbraccio. Sembrava irrequieta e non riuscivo, come sempre, a capirne il motivo.

"Poltrire no... ma..." e la costrinsi a voltare il viso verso di me per farle capire quali fossero le mie intenzioni.

"Asp..."

Troppo tardi. La mia lingua l'aveva zittita.



-§-



Mi arresi.

Come avrei potuto resistere?

Cercai strenuamente qualcosa che mi costringesse a respingerlo, ma non aveva neanche l'alito pesante, malgrado si fosse svegliato da poco.

Era così bello sentire la sua lingua accarezzare la mia e la sua mano che stringeva possessivamente il mio fianco.

Ero in trappola e non avrei mai pensato che potesse essere così piacevole.

L'idillio, per fortuna o purtroppo, venne interrotto bruscamente.

"Sakura, se sveglia?"

La voce flebile di Hinata risuonò nelle mie orecchie con gli stessi decibel di un subufer piantato sula testata del letto.

Cazzo!

"Dai, starà ancora dormendo. Andiamo a fare colazione, ho fame!"

Ottima idea Naruto, portala via!



-§-





Il dobe?

Vecchia volpe, alla fine ce l'aveva fatta con la moretta.

"Perché non gli apri? Potremmo andare a fare colazione con loro."

Dopo la serata in spiaggia e il movimento fisico fino all'alba, iniziavo a sentire i morsi della fame.

La vidi impallidire e iniziare a torturarsi le mani nervosamente.

Aggrottai la fronte chiedendomi che cosa le stesse prendendo e cominciai a elaborare le più disparate ipotesi: poteva essere una persona riservata e quindi preferiva non dire nulla alle sue amiche di noi oppure poteva - no, impossibile - vergognarsi di me?

So solo che non mi diede molto tempo per pensarci, bloccando i miei pensieri con un focoso bacio.

"Non avevi detto di avere qualcos'altro in mente?" mi chiese mentre scompariva sotto le lenzuola.

Eccolo il motivo, stupido paranoico che non sei altro.

Appoggiai il capo alla testata del letto beandomi di ciò che stava facendo "lì sotto" e tutti i pensieri si dissolsero immediatamente, lasciando il posto a sensazioni incredibili.

Per quel che mi riguardava potevamo rimanere tranquillamente tutto il giorno in camera, chissà se anche lei avesse avuto la stessa idea, ma per come si stavano mettendo le cose, sembrava proprio di sì.

La vedevo muoversi sotto il leggero lenzuolo di cotone, mentre si prendeva cura di me con una delicatezza perversa.

Quella ragazza mi stava traghettando di nuovo verso una buona mezz'ora di piacere estenuante e iniziavo ad avere la consapevolezza che molto probabilmente non sarei riuscito più a farne a meno.

Non era solo una questione sessuale, per quanto fosse molto appagante. Era un insieme di cose, di sensazioni, che mi stava portando a credere di aver trovato una persona per cui valeva davvero la pena di tentare.



-§-



"Porcaccia!" fu l'unica esclamazione silenziosa che mi concessi, mentre nascondevo il mio viso atterrito sotto le lenzuola.

Quella situazione stava diventando paradossale e... pericolosa.

Anche questa volta l'avevo scampata per un soffio, ma per quanto ancora avrei potuto fingere?

Forse avrei potuto dirlo anche a Hinata e godermi in santa pace quella "storiella extraconiugale" senza aver paura di essere scoperta. Ma a differenza di Ino, un giudizio di Hinata mi avrebbe fatto sicuramente sentire una piccola cacca spiaccicata al suolo. Lei non mi avrebbe mai giudicata apertamente, ma i suoi occhi non sarebbero riusciti a mascherare la disapprovazione. Erano le mie damigelle di nozze, cazzo! Ino aveva sempre avuto delle vedute più ampie, ma lei, Hinata, viveva ancora in un mondo in cui la moralità aveva un significato importante.

Ero una persona immorale... ecco cos'ero. Mi nascondevo sotto un lenzuolo che sapeva di vergogna, ma anche di... lui.

Lui, con i suoi occhi carbone, così intensi e avvolgenti; lui, con i suoi addominali scolpiti e le spalle possenti; lui con il suo... ehm... che mi faceva volare su un altro pianeta; la sua voce profonda, terribilmente erotica e i suoi discorsi brevi, ma intensi.

Razionalizzai, mentre i suoi gemiti sommessi attraversavano il cotone, che... che...

Porcaccia, porcaccia, porcaccia!

Non era possibile, non doveva accadere... Mi ero innamorata di lui.

Smisi di fare quello che stavo facendo perché le lacrime involontariamente erano scese sul mio viso. Appena sentii il frusciare del lenzuolo che si alzava, mi lanciai sulle sue labbra per nascondere la maschera di lacrime che era diventata la mia faccia. Lo costrinsi a cambiare posizione e a sovrastarmi, trattenendo la sua testa sul mio collo. Provò ad alzarla, ma immediatamente la rimisi dov'era per paura che scoprisse che stavo piangendo e iniziasse a pensare che fossi matta.

Infatti lo ero... una matta... una persona cattiva che aveva ceduto alla lussuria con un perfetto sconosciuto, con un marito - quasi - che mi attendeva a braccia aperte, ignaro di tutto e sinceramente innamorato di me

Mi sentii improvvisamente triste. Non ero per niente contenta di me stessa, ma poco dopo quelle brutte emozioni si erano trasformate in un orgasmo da togliere il fiato e le lacrime sembrarono riallocarsi negli occhi che si spalancarono come la mia bocca, che solo a quel punto aveva accolto la lingua del ragazzo.



-§-



Ebbi come l'impressione che stesse piangendo, ma non mi diede modo di appurarlo. Molte ragazze avevano pianto a causa mia, ma solitamente avveniva dopo, non durante, quando mi rivestivo e le lasciavo lì come oggetti che non servivano più. Una sola volta mi era capitata una tipa che in pieno orgasmo piangeva come una fontana: inquietante.

Comunque come da sua tacita richiesta, la presi di nuovo, ma a differenza delle altre volte percepii qualcosa di diverso. Era come...

Era come se avessimo fatto l'amore. Come se quell'atto avesse coinvolto non solo i nostri corpi ma anche le nostre anime che si erano avvinghiate l'una all'altra.

Mi mancava il respiro per l'intensità di quell'emozione. Non avevo mai provato con nessun altra nulla del genere e stranamente non mi spaventò, anzi lasciai che si impadronisse totalmente di me.

Rimanemmo a lungo immobili, incastrati l'uno all'altra, con i respiri corti e quella nuova sensazione così appagante fino a che lei non ruppe il silenzio.

"Sasuke, devo dirti una cosa"

Alzai appena il capo dall'incavo del suo collo per guardarla negli occhi. Erano rossi e lucidi.

Una strana angoscia cominciò ad attanagliarmi lo stomaco, sembrava che stesse per dirmi qualcosa di spiacevole, me lo sentivo. La stessa sensazione che avevo provato la sera prima e continuava a perseguitarmi. Probabilmente avevo solo paura che tutto finisse, che lei mi dicesse che non voleva più saperne di me. Pensieri poco consoni per uno che aveva sempre "lasciato". Eppure, sapevo che lei mi stava nascondendo qualcosa. Nonostante la conoscessi da poco, il suo atteggiamento era sempre stato talmente trasparente da spingermi a considerarla una persona onesta e leale, incapace di mentire. Ma cosa sapevo davvero di lei?

Era un'artista, una bella ragazza e un'ottima amante. Non mi bastavano più quelle informazioni, volevo saperne di più, conoscerla meglio anche se ero perfettamente cosciente del fatto che se già in un certo qual modo sentivo per lei dei sentimenti, se fossi passato a un livello superiore di conoscenza, non sarei riuscito più a tornare indietro.

Presi coraggio e pensai di rassicurarla con un bacio leggero sulle labbra. Lo rifiutò, voltando appena la testa da un lato.

Brutto segno.

"Penserai che io sia una stupida."

Non lo pensavo, ma l'incipit non prometteva nulla di buono e iniziai a innervosirmi, soprattutto perché non mi guardava negli occhi.

"Io... io non so cosa mi stia accadendo."

Paranoia in corso. In un'altra situazione avrei sbuffato, mi sarei tirato su e me ne sarei andato, ma non con lei. Volevo sentire quello che stava per dirmi, qualunque cosa fosse.

"Io... io non mi sono mai lasciata andare così con nessuno. Non ho mai provato niente del genere e sento che sto perdendo me stessa."

Quello che lei non sapeva e forse non immaginava neanche, era che anch'io provassi le medesime cose.

Mi sentivo smarrito. Stavo bene solo tra le sue braccia, sul suo corpo caldo, con il suo profumo nelle narici. Ma la paura di perdere me stesso, in quel momento, era nettamente inferiore rispetto a quella di perdere lei.

-§-



Che diavolo stavo facendo?

Avevo appena intavolato una dichiarazione d'amore in grande stile?!

Non era quello che volevo dirgli e non so come mi sia uscito un discorso così stupido.

Fece passare una mano sulla mia guancia e con delicatezza mi costrinse a voltarmi verso di lui, a incrociare i suoi occhi.

Pensai che avrei letto in essi disappunto, derisione per quelle parole da adolescente in crisi ormonale e invece mi guardavano carichi di dolcezza.

Continuò ad accarezzarmi la guancia e i capelli, facendoli scorrere tra le dita.

"Non devi avere paura di dirmi quello che senti, perché potresti essere corrisposta" era questo che mi comunicò il suo sguardo e allora mi lanciai, senza elastico, né paracadute.

"Io credo... credo di amarti"

Stupida idiota!

In un modo o nell'altro credevo di aver risolto il problema perché secondo la mia ipotesi, lui sarebbe dovuto scappare a gambe levate.

Mi baciò di nuovo, con dolcezza. Accarezzò lentamente la mia lingua , facendo delle pause che mi sembrarono infinite.

"Ok. Adesso si alza e se ne va.Ti prego alzati e vattene. Lasciami qui sola e triste perché è quello che mi merito. Quello che provo non è falso, ma tutto il resto lo è. Quindi fammi scoprire che sei un bastardo e che quello sguardo non è colmo di dolcezza, ma di pietà verso questa stupida ragazza che dopo due giorni ti sta aprendo il suo cuore già impegnato"

Si scostò da me, stendendosi al mio fianco. Mi accarezzò ancora la guancia con il dorso della mano e si avvicinò al mio orecchio, facendomi sentire il suo respiro.

Io non respiravo più. Ero in attesa, di cosa non ne avevo la più pallida idea, non sapevo cosa sperare.

"È strano" sussurrò con voce roca, insicura e io rabbrividii pensando che quello fosse l'inizio di un discorso di commiato.

"Mh" Non mi girai, ma riuscii a capire che quel suono aveva preannunciato un sorriso.

Anche il cuore mi si fermò e i miei muscoli si irrigidirono tutti.

"Stavo pensando la stessa cosa"

Spalancai gli occhi dallo stupore. Una parte di me era talmente felice che avrebbe potuto piangere di gioia, l'altra era devastata a tal punto che avrebbe pianto di disperazione.

Nel dubbio, piansi comunque e questa volta lui non poté non accorgersene.

"Perché piangi adesso?"

Ovvia domanda... ma cosa avrei dovuto rispondergli?

"Non lo so"

Rimasi sul vago. Anche se sapevo perfettamente quale fosse il motivo. Adesso ero davvero in un mare di guai. Eppure sapere che lui in qualche modo ricambiasse i miei sentimenti, mi faceva sentire leggera.

"Dai noiosa, scendiamo da questo letto"

Noiosa? Ero noiosa perché mi stavo struggendo l'anima? Ma lui cosa poteva saperne.

Mi infastidì appena quell'epiteto perché in quel momento mi sentivo tutto, fuorché noiosa.

Una merdaccia... ecco cos'ero.

Si diresse verso il bagno e sentii lo scrosciare dell'acqua della doccia. Io ero ancora immobile con le lacrime che mi scendevano ai lati del viso e inzuppavano i miei capelli e il cuscino.

"Rimani lì o mi fai compagnia?" mi chiese, facendo capolino dal bagno.

Adesso che faccio?

La disperazione si impadronì di me.

Ero stata una stupida. Tra i tanti discorsi che avrei potuto fare, tra cui in primis "Sasuke sto per sposarmi", avevo scelto il peggiore. Forse era stato il modo con cui l'avevamo fatto, lontano anni luce dal sesso sfrenato di quella notte, di tutto il giorno precedente e della prima notte. Ero curiosa di sapere cosa provasse, se anche lui avesse sentito quel trasporto che mi aveva annebbiato la vista e confuso i sensi.

"A-arrivo" balbettai e quando udii le porte della doccia chiudersi, mi alzai e cercai la borsa.

Sul display del cellulare comparivano tre messaggi non letti.

Li cancellai senza neanche guardare cosa ci fosse scritto. Sapevo chi me li avesse mandati, ma in quel momento mi sentivo troppo confusa per affrontare anche quello.

E poi con che coraggio avrei potuto rispondergli?

Riposi il cellulare nella tasca interna, togliendo anche la vibrazione.

Ormai ero in ballo e avrei ballato. Non avevo idea di dove mi avrebbe portata tutta quella storia, sapevo solo che non vedevo l'ora di raggiungere Sasuke sotto la doccia.

Ci amavamo, o meglio, provavano qualcosa di molto simile e mi sentivo stranamente completa, come se avessi trovato quella che in gergo si chiama "anima gemella".

Avrei sfruttato quei giorni per capire davvero cosa volevo.



-§-



Ino Yamanaka, spiaccicata sul torace graffiato del suo amante, sbuffò rumorosamente quando sentì squillare il suo cellulare.

Controvoglia si alzò dal letto, cercando di captare da dove provenisse il suono, non ricordando dove avesse lanciato la borsetta la sera prima.

La trovò in bagno e facendo spallucce, non avendo la più pallida idea di come fosse finita lì, la svuotò sul pavimento - cercare il cellulare sarebbe stato più complicato.

"Cazzo!" esclamò di cuore, vedendo il nome del chiamante sul display.

"Cazzo, merda, cazzo... " continuò a imprecare, portandosi una mano alla fronte, guardando il cellulare che continuava a vibrare insistentemente.

Tirò un profondo respiro e decise di rispondere.

"Ino, ciao, scusa il disturbo, ma sto provando a mettermi in contatto con Sakura, ma non mi risponde"

"Cazzissimo" pensò, rabbrividendo all'idea di dover trovare nel giro di un paio di secondi una scusa plausibile.

"Snorkeling" rispose d'istinto. Era la prima cosa che le era saltata in mente. Ricordava di aver visto i dépliant al punto accoglienza del villaggio.

"Anche di notte?"

Il turpiloquio interiore arrivò a dei livelli poco consoni a un pubblico non adulto.

"Lo sai com'è fatta Sakura. Quando le prendono le fisse ci si butta anima e corpo" e non poté non pensare a quanto fosse vera quell'ultima affermazione.

"Sono contento che si stia divertendo. Appena la vedi dille di chiamarmi, ok?"

"Ma certo, non mancherò" gli promise a denti stretti.

Fronte spaziosa non aveva proprio esperienza in quel campo. Avrebbe dovuto farle un corso accelerato.

Chiuse la conversazione, tirando un profondo sospiro di sollievo.

"Chi era?" le chiese Shikamaru che si era svegliato sentendo la sua voce.

"Adesso che gli racconto?" si chiese, provando ad analizzare velocemente quel casino atomico.

"La verità è sempre la scelta migliore" diceva sempre Hinata, ma lei viveva in un mondo tutto suo, molto diverso da quello reale.

"Devo confessarti una cosa"gli disse a testa bassa.

Era l'unica soluzione.







Angolo Autrice

Dite la verità, non ci speravate più... :-) Neanche io francamente... Avevo il capitolo a metà da non si sa quanto tempo, avevo perso totalmente l'ispirazione e mi ero quindi dedicata a Kitchen ed Entelechia. Poi questa mattina, di colpo, mi è tornata... e spero vivamente che non vada via di nuovo perché detesto lasciare le cose incompiute. In giornata pubblicherò anche i capitoli di Kitchen ed Entelechia. Siete dunque pronti per un'overdose? Fate scrocchiare le dita, poi distendetele, fate un po' di stretching, perché desidero ardentemente sapere i vostri pareri. Orsù, fatemi contenta!

A dopo...

Blueorchid31

   
 
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