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Autore: namary    11/11/2014    4 recensioni
San Giovanni d'Acri, 1291
La notte prima dell'assedio che spazzerà via definitivamente il regno crociato di Outremer in Terra Santa, un uomo e una donna incrociano i propri sguardi e i loro destini, imparando ad amarsi nell'oscurità. Una sola notte... eppure così tante notti racchiuse in essa. Mille diamanti pronti a brillare ognuno di luce diversa.
Dal III° capitolo:
Incrociammo di nuovo gli sguardi, e anche stavolta mi trovai a trattenere il respiro.
Non c'erano dolcezza, né malizia nei suoi occhi, diversamente da ciò che le sue compagne avevano mostrato ai soldati affamati d'amore.
Quegli occhi sembravano ossidiana liquida, lava bollente che bruciava pericolosa nel fondo delle sue iridi...
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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Come sempre prima di uno spettacolo, il caos regnava sovrano.
Il piccolo spazio che l'oste ci aveva riservato per sistemarci, tra sacchi di farina e barili di olive, non bastava certo a contenere tutta la nostra tensione ed allegria, tanto che Karima dovette più volte ammonire le gemelline perché abbassassero i toni.
Yarba e Zahra avevano cominciato ad esibirsi solo da qualche mese, per cui il loro entusiasmo era giustificato, ma ora che erano diventate donne a tutti gli effetti, avrebbero dovuto imparare a controllarsi.
Raja e Fatma invece si stavano sistemando fasce e gonne. Mano agli specchi, tutte dovevamo essere perfette!
Karima passava qua e là a controllarci gli abiti e darci le solite raccomandazioni, ma per il resto eravamo ormai pronte. Ad un suo cenno, Abu Raqs e il piccolo Yazid uscirono sul palco a sistemare gli strumenti.
"Ragazze! Tutte da me, subito!" chiamò Karima alla fine del suo giro di perlustrazione.
Ci radunammo perciò tutte in cerchio attorno a lei.
Karima era nostra madre, la regina della nostra piccola carovana itinerante. Tutte le dovevamo rispetto e obbedienza per la posizione che ricopriva, ma lei aveva anche il dono d'ispirare fiducia e amore.
"Come vi ho già accennato prima, questo sarà il nostro ultimo spettacolo ad 'Akka. Se dovete trattenervi con qualcuno stasera, siate pronte a tornare alla tenda prima che la luna abbia passato la metà del cielo. Oggi non tollero ritardi, specialmente vista l'emergenza. Detto questo, scatenatevi!"
Allargò le braccia in un abbraccio simbolico, e noi rispondemmo trillando di gioia!
I tamburi di Abu Raqs nella sala vibrarono potenti, segnalandoci che tutto era pronto.
Le prime ad entrare in scene furono Yarba e Zahra, a cui poi si aggiunse Fatma sfruttando un passaggio particolarmente suggestivo della tabla.
Furono accolte con un boato di approvazione e risate compiaciute, ma ben presto si sentirono incitamenti lascivi.
Eravamo abituate a quel genere di trattamento, per cui quando qualcuno tentò di toccare Fatma, le bastò una giravolta e un colpo di tallone per tenere a bada l'attenzione poco richiesta del soldato.
Spiando da dietro la tenda, vidi le ragazze sorridere disinvolte agli uomini che le guardavano rapiti.
Mentre la loro danza allegra e spensierata continuava a un ritmo sempre più veloce, i miei pensieri cominciarono a vagare.
Beate loro, che amavano essere desiderate dagli uomini! Fatma e Raja erano le più grandi oltre a me, ed erano quasi del tutto prive di senso del pudore. Fatma in particolar modo, adorava provocare l'altro sesso con sguardi ardenti e movimenti sensuali... infatti, spesso le sue serate terminavano in passionali amplessi su cui poi fantasticava per giorni interi.
Anche a me a volte sarebbe piaciuto vivere la cosa con leggerezza, e spesso le mie sorelle provavano a convincermi a farmi avanti con qualcuno... senza successo.
Non riuscivo mai a reagire con disinvoltura, e il pensiero di stare sola con un uomo mi risvegliava ricordi terribili...
Con un sonoro dum tak tak e uno scroscio di applausi, la coreografia delle ragazze finì.
Si affrettarono a lasciare il palco per far posto a Raja, mentre Abu Raqs la accolse con le note dolci e magiche dell'oud.
E del resto, Raja non aspettava altro che esprimere sé stessa. Si avvicinò lenta ai tavoli, lasciandosi quasi sfiorare il ventre e i fianchi, mentre invitava col dito un uomo a raggiungerla.
Il suo petto ora s'alzava, si abbassava, s'allungava e si restringeva, creando onde sinuose che poi si trasferirono al ventre. Volteggiando con le braccia, descrisse piccoli cerchi con tutto il corpo, facendo tintinnare le campanelle.
Io e Yarba trattenemmo una risata nell'accorgerci che diversi spettatori erano rimasti perfettamente immobili, occhi e bocca spalancati come pesci lessi. 
L'esibizione fu breve ma intensa. Mentre la musica sfumava, Raja terminò con un ultimo, quasi impercettibile schiocco dei cimbali, come una dolce ninna nanna.
Per un attimo nessuno osò rompere quel silenzio.
Come lei alzò lo sguardo, tutto il locale iniziò ad applaudire fragorosamente. I nostri zagharid entusiasti si unirono alle acclamazioni del pubblico, e quando anche lei tornò dietro le quinte ci abbracciammo con calore.
"Habibi, sei stata strepitosa" le sussurrai all'orecchio.
"Grazie, sorella. Tu quando ti butti nella mischia?"
A dir la verità, quella sera non volevo danzare. Mi sentivo indisposta, e inoltre volevo tenere d'occhio le più giovani. Quello non era un locale semplice da gestire, e io desideravo che filasse tutto liscio.
"Forse più tardi" le risposi con un sorriso.
Con una smorfia di disappunto lei mi lasciò e corse dalle altre.
Non riuscimmo però a rilassarci a lungo, perché gli avventori cominciarono a reclamare una nuova esibizione con voce sempre più forte, battendo mani e boccali sui tavoli.
Io e Karima ci scambiammo un sorriso eloquente: era fin troppo facile ammaliare gli uomini...
"Presto ragazze, la coreografia a quattro!"
"Ma.... non l'abbiamo mai provata in pubblico..." ribatté timidamente la piccola Yarba.
"Bene, vuol dire che stasera sarà la prima volta!" rispose Karima con un gran sorriso.
Vidi Raja rassicurare le gemelline con un gesto d'affetto.
"Forza, muovete quelle chiappe! Via, fuori! A ballare!" incitò di nuovo Karima, che se avesse potuto le avrebbe mandate sul palco a calci.
Non appena uscirono, ci fu un gran baccano. Gli uomini alzarono i calici e brindarono per l’ennesima volta, mentre l’oste batteva le mani al ritmo del tamburo, osservando soddisfatto le sue cantine svuotarsi.
“Quel vecchio gatto si sta leccando i baffi… scommetto che è la prima volta che fa un simile affare!”
“Oh, puoi starne certa. E ha anche avuto la faccia tosta di tirare un bel po’ sul prezzo… Sai che ti dico? Credo proprio che non gliela farò passare liscia. Ti andrebbe di accompagnarmi da lui, dopo lo spettacolo?” mi chiese sorridendo con fare astuto. “Ho intenzione di rivedere leggermente gli accordi che avevamo preso”
Mi inchinai, sorpresa e felice di quell'onore.
Solo lei, che guidava le Sorelle da una vita, portava sulle spalle la gestione del denaro.
"Ti accompagnerò volentieri, madre" dissi, baciandole le mani.
Improvvisamente, Karima cambiò espressione e sospirò.
"Ora che siamo sole, vuoi dirmi perché non esci a divertirti anche tu?"
Colta in castagna, rimasi in silenzio.
"Salwa, è passata più di una settimana dall'ultima volta che ti ho visto danzare... Cos'è che ti sta frenando?"
"Io... non ce la faccio... l'ho sognato di nuovo, e ho paura che..."
Karima mi abbracciò.
"Piccola, arriverà anche il giorno in cui dovrai lasciarti questo dolore alle spalle. Tutte qui abbiamo una storia difficile, lo sai"
"Lo so, ma non riesco a capire come..."
Non riuscii a finire la frase, perché l’urlo di Yarba attirò immediatamente la nostra attenzione.
Uno dei soldati l'aveva fatta cadere a terra e stava cercando di spogliarla, mentre alcuni lo incitavano.
Lo sguardo terrorizzato della mia sorellina, mi fece salire un'incredibile ondata di rabbia, tanto che Karima dovette trattenermi con la forza.
Abu Raqs si era alzato, avanzando calmo verso il soldato.
"Lasciatela"
La sua voce simile al ruggito di un leone, echeggiò nel locale, sovrastando le altre.
Bastò quello per far desistere immediatamente il molestatore. Lasciò andare Yarba, che corse dritto filato tra le braccia di Karima. Le tremavano le ginocchia.
"Le ragazze non si toccano. Tornate a bere"
Per un attimo il soldato lo guardò astioso, ma quando Abu Raqs fece schioccare le spalle, quelli tornarono subito al proprio posto, mugugnando insoddisfatti.
Le danze ripresero normalmente, ma stavolta Raja, Fatma e Zahra si tennero a debita distanza dal pubblico.
Lo spettacolo terminò senza altri incidenti.
A quel punto rientrarono tutte per decidere il da farsi.
Visto l'accaduto, Zahra e Yarba furono costrette da Karima a tornare immediatamente da Nonna Leyla. Raja e Fatma avevano voglia di compagnia, per cui fecero per tornare nella sala a scegliere il proprio uomo.
Io stavo per seguire Zahra e Yarba, quando Raja mi chiamò.
"Tu non balli stasera, Salwa?"
"Penso siano altre le priorità, adesso"
"Cos'è, giochi a fare la cocca di mamma, adesso?" mi sibilò all'orecchio. "La prossima volta potresti anche degnarti di ballare con noi"
Senza attendere una mia risposta, Raja si voltò e tornò nel locale.
Il suo commento mi innervosì parecchio.
Nonostante sapesse perfettamente cosa mi frenava, lei preferiva continuare a credere che mi piacesse starmene in disparte. Non accettavo il fatto che lei mi considerasse altezzosa.
Punta da quel commento velenoso, turbata dai miei sogni e arrabbiata nei confronti di quei soldati che pensavano di poterci possedere con la stessa facilità con cui compravano un asino, non mi accorsi nemmeno di aver afferrato un bastone ed essermi diretta a passo spedito verso il palco.
Quando realizzai cos'avevo fatto, era troppo tardi. 

   
 
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