Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: Philly123    11/11/2014    1 recensioni
Londra.
Jamie vive da solo nel suo appartamento in centro, da qualche tempo si sente vuoto e anche i suoi amici non si fanno vivi.
Dorotea è una ragazza londinese con la passione per la pittura e il disegno.
Si incontreranno, più volte.
Qualcosa si nasconde nel passato di lei.
Jamie Campbell Bower sarà troppo assorbito dalla mondanità per prestare attenzione a una ragazza comune?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Nonostante Io e Paul ci sentissimo poco a causa dei suoi impegni universitari, eravamo davvero buoni amici. Durante quel fine settimana, però, ero sicura di aver bisogno di lui. Sabato lo chiamai e gli chiesi di passare al mio appartamento.
Paul era un ragazzo dal fisico asciutto ma non troppo magro. Aveva un viso pulito e che esprimeva tranquillità, con una carnagione chiara ma macchiata da molti nei. Gli occhi erano nocciola e i capelli castani.
Appena mi vide, all’ingresso del mio appartamento, mi abbracciò così forte da sollevarmi da terra. Era molto più alto di me, un po’ come tutti.
-Che fine hai fatto, eh?- mi chiese all’orecchio, mentre ancora mi stringeva, con il suo solito accento greco. Paul era arrivato a Londra qualche anno prima, appena finita la scuola. Era di una famiglia abbiente di Mesologi, una città sul mar Ionio. Data la disponibilità economica, era subito andato a studiare Lingue Applicate a Birkbeck. Scegliendo di non prendere un appartamento in città, aveva preferito abitare con i suoi colleghi.
Appena gli sorrisi, mi lasciò poggiare nuovamente i piedi a terra, così gli dissi di sedersi al tavolo della cucina mentre preparavo un tè.
-Ho sentito che è successo qualcosa con Beth-
-Lo hai sentito da un uccellino?- chiesi sarcastica,visto che ovviamente glielo aveva detto lei.
-Possiamo dire così. Non voglio farmi i fatti vostri, Dori, però dovreste chiarire questa situazione. Lei vuole solo aiutarti -
-Lo so, dice di volermi aiutare, di agire per il mio bene e poi cerca sempre di litigare. Quella ragazza ha proprio una testa dura!- esclamai.
-E tu più dura ancora!- rispose lui mentre sorrideva. Era sempre così, riusciva a dire cose terribili apparendo quasi angelico -Che mi racconti, per il resto?- continuò.
-Riguardo?-
Lui mi guardò in cagnesco, e poi mi fece il verso.
-Ah, intendi quello. Sì, ho conosciuto un ragazzo. È molto carino, ma sicuramente non è alla mia portata. Senza contare che è scomparso-
-Tu hai provato a contattarlo?- mi chiese, mentre mi sedevo con lui, versando dell’acqua nelle due tazze diverse e sbeccate.
-Non voglio corrergli dietro, Paul, ha già migliaia di ragazze che fanno cose del genere. Non sono interessata a fare la fan sfegatata e poi ho paura, lo sai…-
Paul sorseggiava il tè bollente, guardandomi da sopra la tazza rossa. Le sue labbra, già abbastanza pronunciate erano diventate rosse a causa del calore, spiccando sul volto chiaro.
-So cosa pensi, ma io gli darei una possibilità, tanto per provare. Non sembra un cattivo ragazzo, Dori, sarebbe stupido perdere quest’opportunità. Non riesco nemmeno a immaginare cosa provi, ma so che hai bisogno di andare avanti.-
 
Lunedì, il trentuno ottobre, mi svegliai presto per andare a lavoro. Non mi sentivo eccitata per il mio compleanno, né avevo voglia di festeggiare.
Il cielo era plumbeo, un vento forte spazzava le strade ma non pioveva e l’aria era frizzante, entrava dentro il giubbotto attraverso le maniche e faceva rabbrividire.
Mi accorsi, prima in metro e poi in Oxford Street, che in città c’erano molti più turisti del solito. Era tutta la gente che veniva a passare le vacanze di Halloween. In effetti, ogni luogo era decorato a tema. Zucche intagliate spuntavano dalle vetrine dei negozi, così come festoni rappresentanti pipistrelli e altre figure spaventose.
Entrando in negozio, Amy mi accolse con un enorme sorriso.
-Dori! Buon compleanno!-
Mi limitai a sorriderle, sussurrando un “grazie”.
-Ti piacciono le decorazioni? Non ti senti un po’ a tema anche tu, stando qui?-
-Il mio umore si sente sicuramente a tema, Amy.-
Lei mi guardò con uno sguardo cupo. Proprio mentre stava per rispondere sentimmo i passi ticchettanti del capo reparto: Sheila.
Era una donna con lunghi capelli biondi, che di solito teneva legati in uno chignon e due occhi verde scuro, un fisico asciutto di chi fa molta palestra e una vera fissazione per il colore giallo. Si avvicinò a me con la sua solita aria sicura di sé e mi chiese di seguirla. Mi preoccupai molto a causa della mia assenza del il venerdì precedente.
-Come stai, Dorotea? Ho sentito che sei stata male.-
La gola mi si chiuse, così dovetti deglutire per cercare di far svanire il groppo.
-Sì, sono stata male, ma ora mi sento molto meglio-
-Oh, molto bene. Auguri di buon compleanno.-
Non capivo come mai avesse cambiato argomento così velocemente.
-Grazie mille-
-Comunque, ti ho chiamata perché oggi devi stare nel reparto musica, okay? C’è un nuovo ragazzo e voglio provare come va alla cassa. Sai già quello che devi fare.-
Passai la giornata ad ascoltare clienti più o meno simpatici. Qualche volta incontravo anche degli italiani, e facevo delle chiacchierate. Il reparto musica mi piaceva, ma non come quello dei libri. Leggere era una delle più grandi passioni e sapevo dare buoni consigli.
Alla fine della giornata ero esausta. Continuavo a sistemare i cd, distraendomi con i miei pensieri.
Com’era strano il comportamento di Jamie, era sembrato interessato a me, che avesse voglia di vedermi e poi era scomparso nel nulla. Per non parlare di Bethany, come se fosse normale dire…
-Posso disturbarti?- chiese una voce alle mie spalle. Doveva essere molto vicina, così mi spaventai e feci un brusco scatto, lasciando cadere il cd della colonna sonora de Lo Hobbit. Mi chinai subito a raccoglierlo, pregando che non si fosse rovinato. Il ragazzo, però, allungò una mano a sua volta, per aiutarmi.
-Scusa, solo un momento. Lasciami sistemare questo e dopo mi puoi chiedere quello che vuoi-
-Anche di uscire con me per il tuo compleanno?-
A quel punto mi girai di scatto. Jamie era lì, che sorrideva mostrando i suoi denti bianchissimi, le gote rigonfie a causa dell’espressione e gli occhi socchiusi. Rimasi a osservarlo per un tempo che mi sembrò lunghissimo.
-Come… Voglio dire…- in realtà, non avevo idea di quello che avrei dovuto dire.
  
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