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Autore: katyjolinar    11/11/2014    1 recensioni
Un incidente con uno Skrill trasporterà i nostri eroi in un mondo per loro poco conosciuto, che li porterà a conoscersi meglio di quanto pensassero
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hiccup si riprese lentamente.
Si sentiva strano, stordito. Era steso su un letto, ben coperto, al caldo; lentamente gli tornarono alla mente gli ultimi momenti prima di perdere i sensi: lui e Astrid che cadevano nel vuoto, poi si avvicinavano, mentre erano in caduta libera. E poi lo Skrill li aveva colpiti.
Il piano aveva funzionato?
Il ragazzo si concentrò sul proprio corpo, senza aprire gli occhi.
Sentiva le braccia. Entrambe. Il destro era piegato sul petto, steccato. Era rotto, va bene, ci avrebbe pensato dopo.
Fece un respiro profondo, niente seno. Perfetto.
Scese ancora, percependo il proprio corpo, percependo parti che il corpo di Astrid non aveva. Ancora meglio.
Ed ora la prova del nove: le gambe.
Prima la destra. Okay, si muoveva, era integra. Benissimo. Ora la sinistra. La coscia, il ginocchio, e un pezzo di gamba avvolto in una pelle di yak. Oltre quello niente. Niente piede, niente dita, solo il vuoto.
Aprì gli occhi, finalmente, e si tirò su. Sdentato si avvicinò immediatamente al letto, scodinzolante.
"Ehi, bello!" disse, dandogli una pacca sul muso. Bene! quella era la sua voce!
Grandioso! Aveva funzionato!
Ma dove erano tutti? Perché c'era solo Sdentato con lui? Si sedette sul letto e si infilò la protesi, poi si alzò, poggiandosi al suo fido drago e camminando verso la porta d'ingresso.
"Dove sono tutti, Sdentato?" domandò. Il Furia Buia fece un verso e Hiccup lo fissò "Dov'è Astrid? Portami da lei." ordinò, e insieme uscirono per strada.
Il paese sembrava tranquillo, tutti erano affaccendati nei loro compiti quotidiani e non lo considerarono, mentre camminava assieme a Sdentato verso la casa di Astrid.
Skarakkio uscì dalla capanna verso cui il ragazzo era diretto e, appena lo vide, gli andò incontro, velocemente, fermandolo.
"Hiccup! Sei sveglio!" esclamò, prima di guardarlo dubbioso e abbassare la voce "Sei Hiccup, vero?"
"Sì, sono io." lo rassicurò il giovane "Sono tornato a posto. Cosa è successo? Dov'è Astrid?"
"Hiccup..." disse il vecchio fabbro, tornando serio "Lo sai quanto tempo sei stato incosciente? Circa una settimana."
"Una settimana?!" domandò Hiccup, ormai allarmato "Skarakkio! Astrid sta bene? Rispondi!"
"Ehm... Dunque... Forse è meglio se ti fai spiegare da uno dei tuoi Cavalieri..." balbettò l'uomo "Loro erano presenti quando lo Skrill vi ha colpito, e vi hanno riportato qui. Eravate entrambi privi di sensi, inoltre tu avevi anche un braccio rotto, ma a Astrid è andata peggio."
"Peggio? In che senso?" chiese ancora il giovane, ormai in preda al panico.
"Astrid ha battuto la testa cadendo." si intromise Gambedipesce, avvicinandosi ai due, con aria triste "C'era una pietra sotto la neve, lei ci è caduta sopra con la testa... c'era tanto sangue... è ancora viva, ma a differenza di te non ha mai risposto agli stimoli, durante questa settimana... abbiamo provato di tutto, davvero. Il cuore continua a battere, ma qualunque cosa facciamo non ci risponde, non parla neanche nel sonno... non si lamenta... niente di niente... mi dispiace, Hiccup..."
Il ragazzo spalancò gli occhi, shockato e, senza dire nulla, corse a casa di Astrid, dove Gothi si stava prendendo cura della ragazza, stesa sul letto con la testa fasciata.
Hiccup la fissò. Aveva gli occhi chiusi, e le mani lungo i fianchi. Il giovane si avvicinò, sfiorandole la sinistra, ancora avvolta nella fasciatura rigida che le aveva provocato lui quando ancora occupava il suo corpo. Si abbassò, dandole un bacio sulle labbra, poi le fece una carezza delicata.
"Astrid, mi senti?" sussurrò "Senti la mia voce? Su, rispondimi..." nessuna risposta. Il ragazzo sospirò, prendendole la mano sana e stringendola nella sua "Piccola, avanti, svegliati... su, apri quegli occhi... mi devi un ballo, ricordi? Non vorrai lasciarmi solo, vero? Su, apri gli occhi.... mi senti?" una lacrima gli scese sulla guancia e cadde sulla mano della giovane "Io ti amo. Ti prego, mia signora, non lasciarmi..."
Le lacrime scendevano continue, ormai, e non riusciva a fermarle.
La sua compagna non si svegliava, non dava segni di vita, ed era tutta colpa sua.
Non avrebbe dovuto invitarla a quel volo, due settimane prima. Se non l'avesse invitata non sarebbero stati colpiti dallo Skrill, non avrebbero avuto i corpi scambiati e non avrebbero dovuto fare quella pazzia che l'aveva ridotta in quello stato.
"Astrid... mi... mi dispiace..." singhiozzò "Ti prego... apri gli occhi... dimmi qualcosa... fai qualcosa... prendimi a pugni, come tuo solito... qualunque cosa, ma, ti prego, svegliati..." cercò di respirare, per riprendere il controllo del suo corpo, scosso dal pianto, ma non ebbe successo "Forse... forse Moccicoso ha ragione... io non sono un vero vichingo... non ti merito... tu meriti di meglio... io... mi dispiace averti fatto sprecare la l'ha prima volta con me..."
Continuò a piangere, senza riuscire a smettere, e non si accorse che la mano della ragazza si stava muovendo, nella sua.
"Sei un idiota..." sussurrò Astrid, con voce appena udibile "Io non spreco nulla, con te..."
Hiccup alzò la testa, fissandola incredulo, notando quegli occhi blu fissi su di lui, e quel sorriso debole, stanco, ma che erano una speranza divenuta realtà per il giovane uomo.
"Astrid! Grazie a Odino! Ti sei svegliata!" esclamò, tirandosi su e dandole un bacio sulle labbra.
"Sì..." rispose la giovane, in un sussurro "E sembra che il piano abbia funzionato... sono di nuovo nel mio corpo... e tu sei nel tuo."
"Sì, ha funzionato." confermò il giovane "Anche se siamo stati incoscienti per una settimana. Nella caduta io mi sono rotto un braccio, e tu hai battuto la testa. Ho davvero temuto di perderti..."
La ragazza si portò una mano alla testa, toccandosi la benda e facendo una smorfia di dolore, quindi provò ad alzarsi e si poggiò al compagno, seduto accanto a lei.
"Vorrei uscire un po'..." disse Astrid "Voglio prendere un po' d'aria."
Hiccup guardò Gothi, che annuì, dandogli il permesso, infine prese la fidanzata in braccio e la portò fuori.
Appena uscirono, tutti si fermarono, interrompendo i loro mansioni, e quando tutti si accorsero che Astrid era sveglia si alzò un grido di felicità.
Finalmente tutto era tornato a posto, anche se ci sarebbe voluto tempo per riprendersi del tutto.
   
 
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