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Autore: _eco    12/11/2014    3 recensioni
[Lydia centric]
- Non la ucciderà, Ariel. – le diceva. – Le toglierà soltanto la voce. Momentaneamente. – e le sorrideva, un po’ amaramente, ricordando tutte quelle volte in cui aveva tanto desiderato liberarsi della propria voce, liberarsi di tutte le voci.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lydia Martin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Toglietemi solo la voce
Se le avessero chiesto quale giorno della settimana preferisse, Lydia non avrebbe esitato un attimo a rispondere “domenica”. E per una serie di valide motivazioni.
La domenica era il giorno delle lasagne fatte in casa – dalla nonna – e della torta al cioccolato. Era il giorno in cui, se il sole splendeva, poteva sedersi in cortile e disegnare, la matita fra le dita e il foglio poggiato sui gradini di legno noce. Era il giorno in cui, se invece il cielo s’ingrigiva e veniva giù la pioggia, nonna Lorraine si stendeva con lei sul tappeto persiano del salotto, il caminetto acceso, il libro de “La Sirenetta” aperto sul pavimento.
Era poi, tra le tante cose, l’unico giorno in cui i signori Martin non litigavano; e questo soprattutto perché il signor Martin, di domenica, “preferiva scaricare lo stress della settimana rincorrendo un pallone”; sue testuali parole. Ma a Lydia poco importava.
Era una domenica uggiosa di Novembre inoltrato. Le nuvole, gonfie di pioggia e tutte un batuffolo grigiastro, si ammassavano oscurando il sole. Il lago era uno specchio d’acqua color piombo.
Lydia giocherellava con il bordo del suo cardigan bianco, che metteva in risalto la sua chioma rossa.  Un bambino, l’altro giorno, li aveva definiti biondo fragola. Lydia non aveva ancora capito se le piacesse questa strana descrizione. Per contro, era certa di andare matta per le fragole; quindi, alla fine, non le sarebbe dispiaciuto pensare di avere i capelli biondo fragola.
La voce leggermente roca della nonna si alternava agli scoppiettii ritmici provenienti dal camino. La nonna aveva la rara capacità di pronunciare ogni parola con la perfetta cadenza, di rispettare la punteggiatura e tradurre ciò che leggeva in gesti che trascinavano letteralmente Lydia nella storia. Muoveva le mani con la stessa leggerezza con cui l’acqua del mare s’increspava. Modulava la voce in maniera diversa per ogni personaggio, e Lydia, per quanto ne fosse spaventata, amava sentirla interpretare la malvagia Ursula.
Da qualche tempo, ormai, la nonna non aveva più l’agilità sufficiente a rialzarsi da sola dal pavimento; così, era soltanto Lydia a starsene distesa sul tappeto persiano, mentre lei si lasciava cullare dal dondolo di legno, il libro sulle ginocchia.
 - In mezzo al mare l'acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda, così profonda che un'anfora non potrebbe raggiungere il fondo; bisognerebbe mettere molti campanili, uno sull'altro, per arrivare dal fondo fino alla superficie. Laggiù… -
-… abitano le genti del mare. – completò Lydia, che non aveva bisogno di leggere il testo per indovinare le parole esatte che avrebbero seguito.
Lorraine sollevò appena l’angolo della bocca, accennando un sorriso compiaciuto, come per dire “sapevo che l’avrebbe detto.”
- Non si deve credere che ci sia solo sabbia bianca, no! – conclusero entrambe, scuotendo il capo e sottolineando con un tono di voce più alto l’ultima parola.
Talvolta, la nonna lasciava che fosse Lydia a leggere – o meglio, recitare a memoria – le frasi di Ariel. Quella figurina minuta, che metteva su un finto broncio e i cui occhi s’illuminavano fulmineamente nell’impeto di impersonare Ariel, le trasmetteva pace, le ricordava che il mondo non era solo voci, urla e sussurri sinistri, che il suo mondo era anche quello: leggere una e più volte la stessa favola con la sua nipotina.
 
 
- Non ucciderla! – supplicava ogni volta Lydia, fingendo un tono disperato.
Immaginava dettagliatamente i tentacoli viscidi e stritolatori di Ursula. I suoi occhi color giada, spontaneamente, si tingevano di puro terrore, quasi fosse ella stessa Ariel.
- Non uccidere Ariel. – mormorava.
La nonna, allora, si schiariva la gola e, con il suo tono naturale, un po’ roco, la rassicurava, fingendo anche lei che Lydia non conoscesse alla perfezione l’epilogo.
- Non la ucciderà, Ariel. – le diceva. – Le toglierà soltanto la voce. Momentaneamente. – e le sorrideva, un po’ amaramente, ricordando tutte quelle volte in cui aveva tanto desiderato liberarsi della propria voce, liberarsi di tutte le voci.
 
 
Era domenica.
Il fragore dei tuoni sembrava colpire fisicamente il profilo minuto di Lydia, che se ne stava in piedi, davanti all’uscio di casa, a fissare il cielo d’argento oltre la porta di vetro.
Era domenica.
Lydia stringeva al petto un libro dai bordi consumati, il titolo scritto a caratteri eleganti e dorati.
Era domenica.
-  In mezzo al mare l'acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi… - sussurrò a fior di labbra.
Era domenica.
Papà aveva portato la nonna in un posto dal nome troppo insolito perché Lydia potesse ricordarlo.
Era domenica.
E per Lydia era più facile pensare che la nonna avesse momentaneamente perso la voce.
 
Non ucciderla.
E’ così diversa, la voce della nonna. Così debole.
Lydia si chiede quanto tempo abbia resistito con quella sorta di gas soffocante nei polmoni.
Ti prego, non ucciderla.
Lydia chiude gli occhi, mentre una scia calda e umida le solca la guancia.
È domenica?
No. No, è martedì. O forse mercoledì. Non ricorda bene. Non importa.
Chi?
È un sospiro. È tutto quello che rimane di nonna Lorrainne.
Ariel.
Il respiro le si mozza in gola e Lydia dischiude le labbra a vuoto. Scuote impercettibilmente la testa e tenta di deglutire, senza successo.
Quasi sente, tra i sospiri spezzati della nonna e il rumore meccanico del registratore, un’ultima supplica.

E non sa, Lydia, non capisce, se i sussurri imploranti che sente siano della nonna o suoi.
Toglietele solo la voce.
Chiude gli occhi, Lydia. Serra le palpebre così forte che iniziano a vibrare, quasi dovessero sgretolarsi.
Toglietemi solo la voce.

Boh. 
Avevo voglia di scrivere di Lydia, perché ogni volta che lo faccio mi sento bene e riprendo forza. Dovrei essere con la testa sui libri, ma rimedierò. Forse.
Vabbé, ammetto che è una delle cose più no-sense che abbia mai scritto, ma io da quando ho visto sta storia di Ariel e della Sirenetta e di Lydia come sirenetta ho iniziato a sclerare, quindi... toh.
Fatemi sapere ♥
Adieu.
S.
  
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