Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ormhaxan    12/11/2014    2 recensioni
Los Angeles, 2011. Candice Roberts è una ragazza di 22 anni di buona famiglia e amante dei Beatles. Per tutta la vita è vissuta nel lusso più sfrenato della sua immensa villa di Beverly Hills; viziata da tutti, ha sempre ottenuto ciò che voleva con il minimo sforzo. La sua vita cambierà drasticamente quando l'impero di suo padre subirà un crollo, e lei dovrà lasciare la sua vita da ricca borghese, la sua università prestigiosa, per iniziarne una totalmente nuova.
Logan 'Storm' O'Connell è un ragazzo di 23 anni di origini irlandesi, un fotografo in erba amante dell'arte e dei Rolling Stones. Figlio di una cameriera rimasta vedova ha sempre provato repulsione verso i ricchi e le loro vite fatte di agi e lussi.
Prudence e Kurt sono i migliori amici di lui, due ragazzi legati da un'amicizia tormentata, ma Prue è anche la coinquilina di lei.
E poi c'è Emily, presidentessa del club di arte moderna, ragazza dall'aria severa derisa e scansata da molti che nasconde un animo sensibile e segreti troppo dolorosi da rivelare.
Cosa accadrà quando le vite all'apparenza così diverse e distanti di questi ragazzi si scontreranno?
[ATTENZIONE: Linguaggio esplicito]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


 

 
Forse attorno al mio cuore c'è una specie di guscio duro e sono veramente poche le cose che possono romperlo e entrarci dentro. Forse non sono capace di amare.



Kurt + Emily


**




"Perchè non mi lasciate in pace e vivete le vostre vite?” Prue è inferocita, non l’ho mai vista in questo stato e facendosi largo tra la gente la osservo allontanarsi.
Credo di aver combinato nuovamente un casino con lei, l’ennesimo, ma non mi trattengo da lanciare un’occhiataccia verso quel bellimbusto di irlandese che mi guarda a sua volta con un sorrisetto stampato in viso.
“Lasciala in pace, Dubliner, non te lo ripeterò una seconda volta!” minaccio, e in risposta Iwan se la ride e scuote la testa.
“Se fossi in te, biondino, penserei meno a ficcare il naso in cose che non ti riguardano e penserei più ai tuoi, di problemi.” Con un cenno del capo, Iwan indica il tavolo alle mie spalle, dove fino a poco prima ero seduto, e continua: “Guarda, la tua ragazza sta andando via e non sembra molto contenta.”
“Cazzo! “ impreco, dandomi del completo imbecille, prevedendo nuovi guai e fraintendimenti tra me ed Emy. Non presto più attenzione a Iwan, dimentico immediatamente il nostro battibecco – i miei pensieri sono solo per Emy – e afferrata la giacca e salutati i miei amici  la seguo velocemente fuori dal locale.

“Emy! – la chiamo una volta fuori, senza ottenere risposta – Emily, aspetta ti prego!”
Lei non aspetta, non si ferma, non si gira; continua a camminare a passo svelto nonostante i tacchi che indossa, – ha indossato quelle scarpe per te, idiota!, ricorda la mia testa che, a quanto pare, è contro di me – mi ignora completamente e so di meritarmelo, so di averla ferita con il mio atteggiamento ambiguo, comportandomi come un ragazzo geloso nei confronti di Prue.
“Emy, ti prego fermati!” esclamo ancora, iniziando a correre e finalmente la raggiungo, la fermo bloccandola per un braccio e costringendola a guardarmi.
“Cosa?” sbotta lei, furiosa, e i suoi occhi sono velati, opachi, le sue guance arrossate e rigate da lacrime: “Cosa vuoi ancora, Kurt? Non ti è bastato umiliarmi davanti ai nostri amici, farmi passare per una sciocca?”
“Sai che non volevo ferirti, non ti ferirei mai di proposito: io ci tengo a te, credimi.”
“Come? – chiede retoricamente, abbassa la testa – Come faccio a crederti, se ogni volta che Prue entra in una stanza i tuoi occhi sono per lei, se prendi sempre le sue difese e ti precipiti ogni volta che lei ha bisogno? Dimmi, Kurt, come faccio a crederti, a fidarmi di te, quando è così evidente che tu provi ancora qualcosa per lei?”
“Sai che non è vero, sai che Prue è solo un’amica, che sono andato avanti. Sto con te adesso, voglio stare con te, voglio te.”
“Vorrei tanto crederti, davvero, ma… - scuote la testa, si morde un labbro e scrolla le spalle arrendevole – Non posso, non ci riesco, non dopo stasera.”
“M-mi stai lasciando? – sgrano gli occhi, non voglio crederci, non voglio – Non puoi lasciarmi, non… non te lo permetto!” afferro entrambe le sue spalle con le mie mani, scuoto il suo corpo inerme: “Guardami, cazzo, guardami!”
“Ti guardo – dice con un filo di voce, il suo viso è devastato dalle lacrime, il suo corpo scosso da singhiozzi – Ti sto guardando, Kurt, e mi dispiace…”
“Mi stai lasciando…” questa volta non è una domanda ma una consapevolezza, un’affermazione. Deglutisco a fatica, guardo un punto vuoto e cerco di realizzare: è colpa mia, lo so, è tutta colpa mia e me lo merito, merito di stare da solo.
“Credo di amarti.” confessa tra i singhiozzi, e in quel momento sento il mio cuore andare in mille pezzi. Lei mi ama, eppure mi sta lasciando. Mi ama e me lo sta dicendo per la prima volta tra le lacrime, probabilmente con il cuore spezzato simile al mio.
“Ti amo, – ripete, e mi accarezza una guancia – ma tu non sei pronto a lasciare andare Prue, non sei pronto, l’ho compreso questa sera, quindi sono io a lasciare andare te, perché è questo che si fa quando ci si innamora: si lascia andare.”
“Sì che lo sono, e se tu mi dessi solo una possibilità, solo una…”
“Se dovessi scegliere tra me e Prue, se dovessi salvare una delle due, solo una, chi sceglieresti? Salveresti me oppure Prudence.”
“Questa domanda è un colpo basso, lo sai che lo è, e non…”
“Rispondi!” esclama rabbiosa, interrompendomi bruscamente: “Me o lei? Mi ami, Kurt, oppure ami lei? Quando la notte sei steso nel letto e chiudi gli occhi pensi a me oppure a lei, vorresti fare l’amore con me oppure con lei?”
Boccheggiò: è tutto assurdo, surreale, sembra un incubo da cui non riesco a svegliarmi. E’ colpa mia, sono un disastro, un fallimento, e non so esprimere i miei sentimenti. Ci tengo a Emy, probabilmente sto iniziando ad amarla, ma ho paura, una fottutissima paura che mi attanaglia la gola.
“Io… io…” temporeggio, non so cosa fare, e sentendola ridere amaramente capisco di aver sbagliato. Ancora.
“Non importa, va bene. E’ finita, probabilmente non è mai davvero iniziata, ed io sono stata una sciocca romantica a pensare di poter essere felice con te, ad aver pensato, sperato che tu potessi, potessi...”
Emy si avvicina lentamente, mi sembra di vivere in un film, che tutto attorno a me sia rallentato con uno di quegli effetti in slow motion, e vorrei urlare, abbracciarla e tenerla stretta a me. La ami?, chiede la vocina dentro di me, e quando lei mi bacia per l’ultima volta, mi bacia con disperazione e le sue lacrime si posano sulle nostre labbra e assaporo il loro gusto salato, capisco che sì, la amo.
“Non andare – la supplico, continuando a tenerla stretta, a baciare le sue guance – Non andare, Emy, non lasciarmi. Mi dispiace, mi dispiace…”
“Lo so – risponde, sforzando un sorriso – ma questa è la cosa migliore per tutti, credimi. Abbiamo, ho bisogno di stare da sola, quindi ti prego, ti prego lasciami andare. Lasciami…”
La guardo, accarezzo i suoi folti capelli rossi che tanto adoro, mi inebrio per l’ultima volta del loro profumo di lavanda e quando la bacio per un ultima volta capisco che sono io, sono io quello che sta piangendo. Sto piangendo, non ricordo l’ultima volta che ho pianto ma fa male, fa fottutamente male.
“Allora vai. – sussurro, la mia fronte contro la sua – Vai, ti sto lasciando andare.”

Emy mi concede un ultimo sorriso, fa un passo indietro, poi un altro e sporto il braccio verso la strada fa accostare quasi per magia un taxi giallo che, una volta salita, riparte e sparisce nel buio della notte con la stessa velocità con cui è apparso, lasciandomi solo sotto la fredda luce gialla del lampione ad asciugarmi le lacrime e maledirmi per quello che sono: un totale fallimento.



 
**
 

Riuscirò a trovare qualcuno che mi ami al cento per cento per ogni giorno della vita. [...] Forse per via del fatto che ho aspettato tanto a lungo, io cerco qualcosa di assolutamente perfetto. Perciò non è facile.





Rimetto piede sul suolo californiano dopo un mese e mezzo passato a Boston a curare una mostra presso una galleria di arte contemporanea. Sono partita quattro giorni dopo aver rotto con Kurt, bisognosa di lasciarmi tutto alle spalle, stare da sola e capire davvero ciò che voglio. L’esperienza di Boston mi ha aperto un mondo, e la possibilità di ripetere presto l’esperienza a New York mi elettrizza. L’arte è sempre stata la mia vita, e poter vivere di essa è il mio sogno da quando ho quattordici anni.
Riguardo alla vita a LA, Candy mi ha scritto ogni giorno aggiornandomi sugli avvenimenti e i gossip: Prue e il nuovo ragazzo, Iwan, oramai sembrano fare coppia fissa e anche se io e la biondina non andiamo d’accordo per ovvie ragioni, sono contenta per lei e per la sua vita sentimentale. Anche le cose tra Candy e Logan vanno alla grande: i due sono più innamorati che mai e Candy sta pensando seriamente di trasferirsi da Logan non appena sarà possibile. Per quanto riguarda Kurt… beh, non ho mai chiesto di lui, quindi non ho idea di come se la passi. Lasciarlo è stata la decisione più difficile che abbia mai preso, e nonostante io lo ami ancora molto – ma chi voglio darla a bere? Sono ancora follemente innamorata di lui e ci sono notti in cui mi sveglio singhiozzando come una bambina – credo che la suddetta decisione sia stata saggia e giusta.


“Ciao!” una voce, la sua voce, quella che riconoscerei tra mille, mi fa sobbalzare. Sono tornata alla UCLA, al mio club di arte moderna, e sto scrivendo una mail seduta tranquilla sul divano quando lui entra e mi saluta. “Ben tornata.”
Alzo lo sguardo dal monitor del portatile, e tutto ciò che faccio è sorridere in modo imbarazzato e rispondere con un: “Grazie.”
“Ti trovo bene! – continua, entrando nella stanza e chiudendo la porta – Candy mi ha raccontato delle tue imprese a Boston, e sono molto contento per te.”
“Grazie – dico nuovamente e per un istante mi domando se quella sia l’unica parola che riesca a pronunciare – Anche tu stai bene, mi piace la tua camicia.”
La camicia, davvero? Dio, devo essere davvero rincitrullita e sembrare una completa idiota ai suoi occhi.
“Tu, invece, come hai passato il tuo tempo in questo mese e mezzo?”
“Pensando, studiando e dando esami. – risponde tranquillo, sedendosi accanto a me – Pensando, soprattutto.” Mi guarda con la coda dell’occhio, sorride sghembo e sfacciato posa una mano sul mio ginocchio. “Mi sei mancata.”
Giro di scatto il viso, probabilmente sono arrossita. Ho sempre amato la sua sfacciataggine, quella faccia da schiaffi che un tempo mi dava ai nervi ma che ora amo – lo amo da impazzire – e anche se vorrei levare la sua mano dalla mia coscia non lo faccio, non ne ho la forza.
“Non dici nulla?” chiede, inclinando leggermente il viso e sorridendo: “Non hai niente da dirmi?”
“Anche per me è bello rivederti, Kurt, e…” la sua mano sale, arriva al mio interno coscia e deglutisco a fatica, il mio cuore inizia a battere: “Kurt, ti prego.”
“Mi sei mancata, – ripete, avvicinandosi pericolosamente – da morire. Ti ho pensato tutti i giorni, tutte le notti: quando andavo a letto e chiudevo gli occhi pensavo, penso, solo a te, al tuo viso, alla tua risata, al tuo corpo. Penso sempre e solo a te, giuro!”
“Kurt…” so cosa sta facendo, ricorda perfettamente come me la nostra ultima conversazione e io non so cosa fare, non so, non… “Kurt, ti prego non farmi questo. No!”
“Chiedimelo ancora, chiedimi se amo Prue, chiedimi se provo qualcosa per lei, se sceglierei mai lei invece che te. Chiedimelo, Emy!”
Il suo viso è così vicino, così vicino che non riesco a pensare: il suo fiato caldo sfiora la mia pelle, le sue mani sono sul mio corpo, sulla mia spalla, sulle mie gambe, ovunque, ed vorrei baciarlo, vorrei scappare lontano, vorrei dirgli che lo amo, che lo odio, che voglio stare con lui, che non voglio vederlo mai più.
“La ami?” chiedo alla fine, ma la voce che sento non sembra neanche la mia, mi sembra lontana, flebile, incerta.
“No! – risponde sicuro lui, guardandomi dritto negli occhi – Non la amo, e sai perché?” chiede e mi trovo a scuotere la testa come una bambina: “Perché sono totalmente, follemente innamorato di te, Emy.”
“Dillo ancora! – ordino, prendendo il suo viso tra le mia mani, sporgendo il mio corpo verso il suo – Dimmelo ancora!”
“Ti amo.” Ripete con calma, sfrega i nostri nasi, mi bacia una guancia, poi l’altra, e finalmente, finalmente, le mie labbra.



 

**



Le mani di Kurt sono ovunque sul mio corpo, le mie labbra cercano le sue, il suo fiato caldo mi fa rabbrividire e inarcare la schiena. Andare via dalla UCLA e arrivare al mio appartamento è stato un attimo, non c’è stato bisogno neanche di chiedere permessi, di indugiare: la passione scoppiata subito dopo quel primo bacio avvenuto dopo quasi due mesi lontani ha chiarito perfettamente le nostre esigente, ciò che entrambi vogliamo. Sono pronta, sono pronta a concedermi totalmente a lui, a provare sensazioni mai provate prima, ad unire il mio corpo con il suo.
“Sei sicura?” mi chiede Kurt, trovando un briciolo di lucidità e smettendo di baciarmi il ventre. “P-posso aspettare, – continua, e anche se so che mente gli sono grata per averlo detto – Posso ancora fermarmi.”
“Ho aspettato troppo. – rispondo a mia volta, alzandomi leggermente dal materasso e baciandolo a fior di labbra – Ti voglio e tu vuoi me, quindi smettila di indugiare ancora e toglimi questo maledetto reggiseno.”
Kurt ghigna, sollevato e divertito allo stesso tempo, e aperto il gancio del reggiseno inizia a contemplare il mio corpo, accarezzare i miei seni, baciarli e non posso fare altro che chiudere gli occhi e affondare le dita nei suoi capelli biondi.
In tutta la mia vita non ho mai desiderato nessuno come desidero Kurt, nessuno prima di lui mi ha guardato con quello sguardo pazzo d’amore, mi ha sorriso come mi sorride lui; nessuno prima è stato dolce come si sta dimostrando in questo momento Kurt, mentre le sue mani mi accarezzano, le nostre gambe si intrecciano e le nostre lingue giocano. Lo desidero, è un desiderio malato, che fa male e mi fa scoppiare il cuore nel petto; lo amo, e l’amore che provo per lui è tale che supera anche il dolore che provo quando scivola lentamente dentro di me, fa crollare la mia barriera e mi prende con disperato amore. E’ tutto naturale, i nostri corpi si fondono alla perfezione, sembrano due pezzi di un puzzle che formano un tutto, e il mio corpo trova da solo il suo ritmo: le sensazioni che provo per la prima volta sono un misto di dolore ed estasi, qualcosa che non so descrivere, e anche se è la prima volta e fa male da morire lo rifarei altre mille volte.

Kurt si accascia, spossato, contro il mio corpo, nasconde il viso nell’incavo del mio collo, tra i capelli ramati sparsi sul cuscino e quando ritrova le forze mi sorride dolcemente e mi bacia.
“Mi sei mancato anche tu. – gli dico, accoccolandomi contro di lui – Mi sei mancato da morire e…” lascio la frase in sospeso, abbasso lo sguardo e arrossisco: “Ti amo.”
“Ti amo anche io, mia piccola volpe rossa.” Risponde, e comprendo che anche quel nomignolo con cui è solito chiamarmi mi è mancato terribilmente. “Non lasciarmi mai più, intesi?”
“Mai, mai più: permetterò a nessuno di mettersi nuovamente tra di noi, neanche alle mie insicurezze.”
“Voglio che tu sappia che non ti biasimo per quello che hai fatto; in verità, devo ringraziarti: lasciandomi mi hai aperto gli occhi, mi hai fatto capire ciò che voglio davvero, chi voglio davvero. E io voglio te, solo te. Ti amo, e per me questa è la prima volta, la prima volta che faccio l’amore con la ragazza che amo.”
Le sue parole sono così cariche di sentimenti che vorrei piangere, ma cerco di trattenermi mordendomi il labbro inferiore e abbracciandolo: “Allora possiamo dire che questa è stata la prima volta per entrambi?”
“Sì – risponde annuendo – possiamo dire così.” Con un dito picchietta il mio naso, mi bacia il capo e poi ancora le labbra: “Ti ho già detto che ti amo?”
“Non ne sono sicura, sai? – scherzo, scoppiando a ridere insieme a Kurt – Magari, per sicurezza, potresti ridirmelo.”
“Ti amo!" mi bacia e mi ripete quelle due parole ancora e ancora, fino a quando non lo zittisco definitivamente con un lungo bacio appassionato e iniziamo a rotolarci come due bambini nel letto troppo piccolo per noi, ridendo a crepapelle quando rischiamo per poco non cadiamo sul pavimento di legno della mia stanza.  


________________________________________________________________________________________________________________________

Angolo Autrice: Hola, gentaglia. Aggiornamento che arriva non troppo in ritardo, sicuramente prima del precedente, in cui vediamo una svolta significativa nel rapporto Emily\Kurt. Nel prossimo avremo un salto temporale di parecchi mesi, arriveremo alla laurea dei nostri protagonisti e scopriremo cosa ne sarà delle loro vite. Non so bene quanto ancora andrà avanti la storia, non so se finirla nel giro di qualche capitolo o farla più movimentata ed allungarla, anche perchè non vedo tanto entusiasmo da parte vostra come prima - le recensioni sono quasi nulle - e avendo altre storie in corso non vorrei perder tempo. Si accettano pareri, ovviamente, e anche recensioni. Non mordo, lo giuro.
Se vi va, inoltre, date un'occhiata alla mia nuova originale. Si chiama "Sunflower" e di seguito vi metto il link:

Sunflower



Alla prossima,

V.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ormhaxan