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Autore: Calipso19    12/11/2014    1 recensioni
(SOSPESA) Karai ha una figlia, ma per non sottrarsi dai doveri di Ninja, la fa salpare per il Giappone, abbandonandola a un destino ignoto. Quando, anni dopo, ella ritornerà a New York alla ricerca di risposte, il destino devierà la sua strada su quella di quattro Ninja mutanti, ma anche verso la guerra contro Shredder, che anni di falliti tentativi e distruzioni non consumate hanno reso più spietato che mai.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Dire tutto a Kaoko fu meno difficile di quanto si era aspettata. 

La ragazza l’aveva ascoltata dapprima adirata, poi stupita, e infine divertita. 

  • Persone eccentriche questi americani! - Aveva commentato in giapponese per non farsi udire da Lisa e Shadow. 

In seguito, scoprirono che anche la rossa conosceva le tartarughe, e quando Shadow ebbe spiegato tutto anche a lei, decise di aiutarle. 

  • Devo molto a Leonardo, Donatello, Raffaello e Michelangelo. Hanno fatto molto per me quando ero più piccola e avevo bisogno di aiuto. E hanno fatto altrettanto per la città. 
  • Per la città? 
  • Voi non potete saperlo, ma New York era molto diversa rispetto a oggi. Conoscete Shredder? 
  • Ho letto il nome su un giornale. - disse Miyu. 
  • Diciamo che è conosciuto come un grande imprenditore super miliardario che ha più volte aiutato la città donando molto denaro al sindaco. In realtà è colui che comanda l’esercito di soldati Ninja, i Dragoni Purpurei e.. I Krang. Ha stretto con loro un’alleanza molto tempo fa: lui aiuterà gli alieni a conquistare la terra e in cambio otterrà l’incolumità e ... Splinter. 
  • Chi è Splinter? 
  • Non l’avete conosciuto? - Lisa era sorpresa. 
  • Splinter era in meditazione quando siamo andate alla tana, e i ragazzi non volevano disturbarlo. - Le spiegò Shadow. - Hanno detto che gli avrebbero spiegato tutto quando avrebbe terminato. 
  • Capito. Bè, Splinter è il maestro delle tartarughe, nonchè padre adottivo e... E’ un topo. 
  • Ora ricordo! Leonardo mi ha parlato di lui, ma non mi ha detto il nome. - disse Miyu, a cui la tartaruga aveva raccontato l’intera storia della mutazione, compreso il fatto di essere stato allevato da un topo. 
  • Splinter, prima della mutazione, era l’animale domestico del maestro Yoshi, un guerriero giapponese molto valoroso, del clan Hamato. E’ stato ucciso da Shredder, che ora vuole uccidere Splinter in quanto è l’ultimo allievo in vita di Yoshi. I Krang hanno il compito preciso di cercarlo e catturarlo ma... Se non ci sono ancora riusciti, nemmeno a conquistare la città, il merito è tutto di Leo, Raph, Donnie e Mikey. 
  • Ma la polizia?
  • Per quanto la loro presenza sia ormai certa per i newyorkesi, Krang e Ninja agiscono nell’ombra, e nessuna forza armata ufficiale è mai riuscita a coglierli con le mani nel sacco. Il merito di qualunque pericolo scampato è solo ed esclusivamente delle tartarughe. 

 

Miyu e Kaoko avevano la bocca aperta dallo stupore. Il racconto le aveva completamente rapite: erano incappate in un’operazione così grande che non si sarebbero mai aspettate. 

  • Da quanto tempo va avanti questa battaglia?
  • Da vent’anni ormai. Shredder è arrivato qui quando le tartarughe avevano 15 anni. 
  • Quindi ora avrebbero 35 anni? - esclamò Miyu. Lisa annuì sorridendo bonariamente. 
  • Lo so: sembrano molto più giovani. 

Effettivamente, pensò Miyu, che quando aveva visto Leonardo aveva creduto che avesse la sua stessa età. 

Non dimostrava affatto gli anni che aveva e anzi, era attorniato da un’aura di fascino giovanile. Ma a cosa stava pensando? 

  • Se li conosci meglio, scoprirai che sono ancora dei ragazzini nello spirito! Michelangelo è il più bambino di tutti, Leonardo fa il serio ma sotto sotto è un simpaticone, e Donnie è praticamente un fanciullo! - esclamò Shadow, risvegliandola dai suoi pensieri con il tono allegro che la distingueva. 
  • E Raffaello? - fece notare Lisa. 
  • Bè... Raph... Facciamo che lui è sempre stato vecchio dentro. 

Risero tutte insieme, poi Lisa si battè una mano sulla fronte. 

  • Che stupide! Dobbiamo presentare Miyu e Kaoko a Casey ed April! - disse rivolta a Shadow. 
  • Chi sono? - chiese Kaoko. 
  • Mio padre e la mia mamma adottiva. - rispose Shadow, lanciando uno sguardo d’intesa a Miyu: anche lei era stata adottata, in parte. 

 

---

 

  • April, sono a casa! Ho portato delle persone! - disse Shadow ad alta voce, sbarrando l’ingresso, poi si rivolse al suo ricco seguito. - Entrate, non siate timide! Fate come Lisa, che oltrepassa la soglia senza pulirsi i piedi e spesso facendo un gran baccano. 
  • Spiritosa. - rispose la diretta interessata, entrando come una furia dopo aver schiaffeggiato l’amica con un lembo della sciarpa. 

Miyu e Kaoko risero sotto i baffi. Era tutto così diverso dalla loro casa in Giappone: là dovevano seguire un rigido codice di comportamento che non prevedeva affatto la spontaneità con cui si relazionavano tra loro gli americani. Ne furono affascinate e, al contempo, provarono una fitta di dolorosa malinconia per il proprio paese. 

Una donna col grembiule tutto sporco di salse diverse e dai capelli rossi scompigliati venne loro incontro. 

  • Scusate il disordine ragazze. 

Aveva un tono gentile, e il suo sguardo era dolce e materno. Si inchinarono con rispetto. 

  • Buonasera signora. 
  • Suvvia, fare come se foste a casa vostra. Shadow mi ha parlato di voi. Io sono April. - disse con un sorriso. In quel momento un urlo stridulo arrivò improvvisamente dalla cucina. - E quella è Helena. - terminò sospirando. 
  • Piacere signora, io sono Miyu. 
  • Io sono Kaoko. 
  • Non chiamatela signora, la mettete in imbarazzo e la fate sentire vecchia. - disse Lisa scherzosamente, mentre Shadow riemergeva dalla cucina portando in braccio una bambina molto piccola ma piuttosto robusta. 
  • Vi presento la sorellina più pestifera dell’universo. - disse porgendola a Miyu perché la prendesse. - Dov’è Junior? 
  • E’ fuori con Raph. - rispose April. 
  • Chi è Junior? - chiese Kaoko. 
  • Mio fratello minore, pestifero ma non quanto Helena. Lui ama farsi i fatti propri. E passa il 99% del suo tempo assieme a Raph. - disse Shadow. 
  • Ma non è rischioso uscire con lui? - chiese Miyu un pò apprensiva. April sorrise rassicurante. 
  • Stai tranquilla. Non c’è bisogno di preoccuparsi, finchè starà con Raph. Mi fido molto di lui e so che non permetterebbe a nessuno di fargli del male. Vedi, le tartarughe sono come dei fratelli minori per me. 
  • E per me dei fratelli maggiori! -esclamò Shadow. 
  • Casey è fuori per lavoro, tornerà per cena. Vi fermate con noi? - chiese April. 
  • E’ troppo gentile da parte sua, signor.... April. Ma noi.. - Miyu s’interruppe per un attimo: Helena le stava tirando una ciocca di capelli e represse un ghigno di dolore. - Non vorremmo disturbare. Avete già deciso di darci una mano nonostante non siamo che sconosciute e questo significa molto per noi. 
  • Sciocchezze! - irruppe Lisa. - Intanto quelli che hanno deciso di darvi una mano sono i 4 cavalieri dell’apocalisse. Noi vi stiamo solo offrendo una cena!
  • Sei delicata come un uragano. - commentò Shadow, squadrandola. 
  • Mi importuni, pesce lesso? 
  • Ok ragazze, evitate di litigare davanti alle nostre ospiti! - disse April, e le invitò in cucina dove offrì loro del tè e iniziarono a chiacchierare, mentre Helena disegnava in ginocchio sul tavolo, concentratissima in mezzo a un mare colorato di pastelli. 

Non passarono che un paio d’ore e qualcuno bussò alla finestra, facendo trasalire le due ragazze giapponesi. Erano al terzo piano di un edificio, chi poteva mai essere? 

  • Oh, sono tornati i ragazzi. - disse April alzandosi. 
  • Bussano dalla finestra? - Chiese Kaoko, perplessa. 
  • Se passassero dalla porta, immagina il trambusto che i vicini provocherebbero nel vederli. - fece notare Lisa.

Miyu notò che Shadow aveva rivolto il viso a terra, nonostante lo sguardo fosse fisso sulla finestra nascosta dalla tenda. Le gote avevano assunto una tenue sfumatura rosea, appena percettibile sulla pelle non proprio chiara. 

Prima che riuscisse a formulare un solo pensiero a riguardo, la casa si riempì di voce scherzose e allegre. 

  • Buonasera a tutti! 
  • Shht! Fai poco rumore. 
  • April tesoro! 

Tre delle quattro tartarughe mutanti comparvero in cucina. Leonardo rivolse uno sguardo a tutta la stanza, come per controllarla, e solo dopo rivolse un sorriso alle ragazze sedute in cucina. Miyu non poté non rispondergli subito con inaspettata gioia nel vederlo, dimenticandosi della strana reazione di Shadow e non accorgendosi del lungo e discreto sguardo che lei aveva scambiato con la tartaruga dalla benda viola. 

Il momento fu interrotto da una voce schiamazzante. 

  • La mia bambina! 
  • Mikey! 

Helena alzò le braccia per farsi prendere e il più giovane delle tartarughe l’accontentò subito, facendole fare una giravolta sotto gli occhi divertiti di tutti. 

  • Ho fatto un disegno Mikey! 
  • Ma che brava! Me lo fai vedere? 

Helena si fece rimettere sul tavolo e mostrò a tutti un foglietto stropicciato sul quale era stato scarabocchiato l’abbozzo primitivo di un sasso marrone con quattro bastoncini verdi attaccati e una macchia indefinita arancione sulla parte alta, ambientata in un paradiso di fiori che parevano più dei fuochi artificiali. 

  • Ma è un capolavoro! 

Mentre il giovane viziava la bimba con meravigliosi complimenti, April si avvicinò agli altri due. 

  • Dove sono Raph e Junior? Credevo fossero con voi. 
  • Non preoccuparti April. - Le rispose Donatello con un sorriso. - Sono andati ad aspettare Casey fuori dall’ufficio. Junior aveva voglia di vederlo. Torneranno assieme a lui più tardi. 

April sospirò di sollievo. 

  • E Splinter? 
  • Ci raggiungerà a breve. Voleva continuare con la meditazione. - disse Leo, che pareva piuttosto contrariato dalla cosa. April attese che continuasse. Lui si grattò il capo pensieroso e poi decise di dar voce ai suoi pensieri. - E’ che insiste nel voler rimanere da solo anche allo scoperto, quando può essere facilmente attaccato, e la cosa non mi fa stare tranquillo. 
  • Lo sappiamo come sei fatto Leo. - lo tranquillizzò April. - Come Splinter sa quello che fa. Ormai non dovresti più preoccuparti così tanto per il tuo maestro. 

Il blu assentì. 

  • Venite a sedervi, sarete stanchi. Avete visto chi abbiamo qui? Miyu e Kaoko rimarranno con noi a cena stasera! - annunciò la rossa, per nulla intimorita dalla quantità di ospiti che avrebbe dovuto servire. 
  • Salve ragazze, come state? - Si rivolse a loro un cordialissimo Donatello.

La cucina si riempì subito di chiacchiere: Kaoko, Lisa e Mikey giocavano con Helena, Shadow e Donatello parlavano, April trafficava in cucina. 

Solo Miyu era rimasta un pò pensierosa. Ogni tanto sbirciava Leonardo al di là del salotto, seduto sul bracciolo del divano, intento a pulire con un panno la lama affilata delle sue katana. Sembrava assorto nei propri pensieri. 

Miyu si sentiva attratta da lui, in una maniera inspiegabile di cui non riusciva a capacitarsi. 

Si chiese se sarebbe mai stata possibile una relazione fra loro. Ma che andava a pensare? Lei non era mai stata con nessuno, non sapeva come funzionavano certe cose e soprattutto... Vivevano sul due universi paralleli. Si convinse che fosse solo un’infatuazione passeggera, e per distrarsi offrì a April di apparecchiare la tavola nel tentativo di ricambiare in parte l’ospitalità. 

Era proprio vero che Leonardo era perso nei propri pensieri, ma Miyu non avrebbe mai potuto immaginare che tutta quell’attività celebrale avesse come protagonista proprio lei. Infatti, se lei si sentiva attratta da lui, Leonardo lo era altrettanto da lei. 

Con la differenza che lui era amaramente più consapevole delle enormi differenze che li distanziavano e se n’era fatto una ragione già da molto tempo. 

Tanto per cominciare, lui era una tartaruga mutante. 

Dunque, nè lui nè i suoi fratelli avrebbero avuto alcuna possibilità di stare con nessuna donna umana. 

Lo straccio sulla lama della katana fermò di colpo il suo movimento continuo a causa di un pensiero che aveva ridestato Leonardo da quell’amara riflessione. 

Il lampo avuto lo portò a sollevare gli occhi sulla figura di suo fratello, che ora stava seduto sul divano a ridere guardando le buffonate della piccola Helena e di Michelangelo. 

Donatello avrebbe potuto mentire a chiunque, persino al maestro se avesse voluto. Avrebbe anche potuto non dire nulla e tenersi le cose per sè, chiuse nel suo cuore. Ma nemmeno questo sarebbe bastato per celare la verità a lui e ai suoi fratelli. 

 

Donnie era la persona più generosa e altruista che Leonardo avesse mai incontrato, sebbene tutti e quattro godessero di quelle qualità. 

Donnie però era in grado di non mostrare agli altri le proprie debolezze, le proprie sofferenze. 

Era in grado di nascondere tutto, anche a sè stesso, in alcuni casi. 

Riusciva a seppellire con la sua intelligenza il proprio dolore, e lo dimenticava quasi meccanicamente. 

Non aveva detto niente riguardo i suoi sentimenti per Shadow, nemmeno a loro, nonostante fossero i suoi fratelli. 

Ma Leonardo non poteva biasimarlo: svelarlo a qualcuno sarebbe stato come definire ufficialmente una realtà, e quella realtà era troppo proibita per loro, per lui, da non potersi permettere nemmeno il lusso di una confidenza. 

Ovviamente lui, Raph e Mikey lo avevano capito. 

Nonostante lui non sfiorasse mai Shadow con un dito, nonostante mantenesse freddissime e prudentissime distanze, una tale verità non avrebbe mai potuto sfuggire a loro tre. 

Non ricordava esattamente come l’avessero scoperto. 

Ovviamente non li avevano mai sorpresi in qualcosa di insensato. 

Semplicemente, era stata questione di... Energia. 

Si, l’energia che Donatello emanava quando i suoi occhi incontravano Shadow veniva inconsapevolmente percepita dai fratelli, che col tempo avevano compreso i sentimenti del fratello verso la ragazza. 

E, sempre col tempo, avevano anche capito che fra di loro c’era qualcosa. 

Non qualcosa di ufficiale, nè di definito o consumato (Donatello non avrebbe mai osato tanto), ma qualcosa che entrambi sapevano. 

E loro tre avevano preso atto della cosa senza mai far capire che sapevano tutto. 

Leonardo sapeva che presto ne avrebbero parlato, che avrebbero reso quella verità più consapevole e rischiosa. 

Donatello era riuscito in ciò che dalla nascita a loro era risultato proibito: l’amore di una compagna. 

E per quanto ciò si fosse rivelato assurdo, era la pura verità. 

 
  
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