Anime & Manga > Shugo Chara!
Segui la storia  |       
Autore: Ale_LoveBS    12/11/2014    3 recensioni
Allora, ciao a tutti, questa è la prima fic a capitoli che scrivo, e anche la prima in questa sezione.
Spero che vi piaccia.
Non sono brava a nelle intro, quindi ci dico solo che è una storia un po' diversa dalla trama originale, e che qualche elemento mi ha ispirato la fic di Fede, che si trova in un'altra sezione.
Che altro dire... Bho.
Spero la leggiate e che qualcuno recensica. Ciao e spero di vedervi presto.
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Kukai Soma, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Aprì lentamente gli occhi topazio, ancora offuscati dal sonno. I capelli sparsi per il cuscino con la fodera violetta in seta finissima. Si stiracchiò appena, per sgranchire i muscoli atrofizzati... Nel muoversi, sulla pelle sentì lo scorrere dal lenzuolo caldo, morbido, confortevole. Dopo i primi attimi di smarrimento, si guardò attorno e si sorprese nel vedere quanto rilassante fosse quella camera. Le pareti tinte di un leggero azzurro cielo, mentre il soffitto, color notte, rispecchiava la sfera celeste... Delle piccole stelle, create dai minuscoli faretti inseriti sulla volta della stanza, le conferivano una sensazione di serenità e libertà inimmaginabile. Soffermò la sua attenzione sul tendaggio nero, che copriva una portafinestra che si affacciava ad un terrazzo. Da essa riuscivano a penetrare piccoli raggi lunati di color bianco latte, parevano eterei, e rendevano il buio del posto quasi affascinante, surreale. Poi, alla destra dell'infisso, c'era una scrivania in mogano abbinata al massiccio armadio di fronte a lei e alla porta che aveva alla sua sinistra; proprio quest'ultima richiamò la sua attenzione scricchiolando appena. Dalla fessura che si creò, l'attraversò una figura longilinea, magra e dal passo felpati, che la richiuse senza far il minimo rumore... Poi, imitando l'andatura di un gatto, si avvicinò al giaciglio della giovane, che impaurita aveva chiuso gli occhi fingendo di dormire ancora. Sentiva il suo sguardo profondo anche a occhi serrati, sentiva che stava risalendo il suo corpo. Poi, la sua voce la tranquillizzò quanto la irritò. "Non serve che fingi con me". Poche parole che a lei parvero pronunciate da uno strumento dal timbro più armonioso esistente... Quando ebbe anche recepito il loro significato però aprì di colpo gli occhi, si rizzò sull'attenti e lo guardò in modo torvo... "Ma come ti permetti!!!" aveva risposto lei, gonfiando leggermente le guance. Di colpo le si scatenò un mal di testa infernale, che la fece ributtare all'indietro sprofondando tra le soffici coperte, con un braccio a parlarle la visuale. "Ti senti ancora male Amu?" le chiese lui dolcemente. Per risposta ricevette solo un grugnito, e un broncio che a lui parve infantile ma estremamente provocante e adorabile. "Mi pare che dopo la sbronza di ieri, comunque non sei in condizioni terribili" aveva continuato lui. "Ah, ora ricordo..."aveva solo detto lei, anche se ad un tono così basso che sembrava parlare più con se stessa che con il suo interlocutore. Ikuto si sedette sul bordo del suo letto e le si avvicinò con calma estenuante. "Cosa stai facendo?" gli chiese lei. "Bhe, mi metto a dormire sul mio letto" In effetti non aveva tutti i torti, era lei l'intrusa... "Se la mettiamo così, me ne vado io." aveva semplicemente affermato lei; Non aveva proprio voglia di complicarsi la vita. Con un colpo d'anca si diede la spinta necessaria per alzarsi dalla branda, ma un braccio (chissà di chi) le impedì di mettersi seduta. "Ma che fai?" chiese la ragazza. "Oh scusa, mi stavo solo stiracchiado" si era scusato lui, nascondendo un sorrisetto sornione. 'Si certo come no' pensava Amu, ma decise di lasciar perdere, tanto il finale della partita era già scritto, come sempre. Si schiacciò su un lato, per stare almeno il più lontano possibile da lui. Il ragazzo di sdraiò molto comodamente, occupando tutto il posto disponibile. Alla giovane una vena pulsava in fronte tra il frustrato, l'arrabbiato e anche il divertito. L'altro si stava sfilando la maglia, rimanendo in pantaloni, insomma si stava preparando per dormire. Alla vista di quel corpo, scolpito ma non troppo, tonico, flessuoso, in conclusione perfetto Amu dovette distogliere lo sguardo per non rimanerne incantata. Era arrossita violentemente al pensiero di dover dividere lo stesso spazio con il suo ragazzo. In quegli attimi si stava sistemando sotto il piumone, ancora intriso del suo odore. * * * * Non riusciva a prendere sonno, era una situazione troppo imbarazzante. Ogni volta che stava per sgattaiolare fuori, stranamente lui si muoveva, o le metteva un braccio sull'addome, era come essere collegati da fili invisibili, che "costringono" l'uno ad assecondare i movimenti dell'altro, vista dall'esterno potevano sembrare anche scenette comiche (come quelle che si vanno a vedere a teatro). Ikuto non riusciva a prendere sonno, era preoccupato, forse addirittura terrorizzato, all'idea che lei potesse andarsene. Ogni volta che si muoveva, per "sbaglio" si appoggiava a lei. Tutto era colcolato nei minimi dettagli, anche se proprio gli occhi non avevano la minima intenzione di chiudersi. Mentre stava canticchiando mentalmente una sinfonia per concigliarsi il sonno, sentì il respiro di lei farsi più pesante; forse si era finalmente addormentata... Doveva andare a bere un buon bicchiere di latte per riuscire a calmarsi e a fare mente locale tra tutti i suoi svariati pensieri... Ora era in cucina, davanti al frigorifero aperto, che emanava una luce molto soffusa quanto candida e un fraddo anche piacevole sotto certi punti di vista. Si intravedevano solo le ombra di quelli che dovrebbero essere il piano cottura, il lavandino, un piano ad isola molto brillante perché laccato posto al centro della sala, gli sgabelli alti dove sedersi, ancora piuttosto nuovi, in stile bar americano. La sua casa si poteva definire moderna e vintage allo stesso tempo perché ci convivevano insieme oggetti futuristici ed altri "d'antiquariato" come il il vaso all'entrata, l'armadio nella sua camera, o il quadro in salotto. Si sentiva in pace, era pronto per tornare sotto le coperta quando un urlo acuto e straziante si udì provenire proprio dalla stanza in questione. Camminò molto velocemente, aprì frettolosamente la porta, fregandosene dello sbattere di essa sul muro. Sia avvicinò ad ella, che stranamente dormiva ancora. 'Ma come, me lo sono sognato?' si chiese tra se e se. 'Non è possibile...' era visibilmente confuso... Due pietre congelate gli perforarono il cuore nella frazione di tempo che impiegò a materializzare le ipotesi... Ma non erano impiastrate dalla'odio e dal risentimento, solo dalla paura, dallo sconforto e dall'angoscia di perdita. Le aveva riconosciute quelle emozioni che anche lui aveva vissuto anni addietro, che lo avevano spinto all'interno di una spirale di solitudine e tristezza dalla quale non credeva di poter uscire. Le sue iridi erano così espressive che il ragazzo non poté che abbracciarla di slancio, l'unica mossa che era riuscito a compire che avesse senso compiuto. La giovane tremava, ogni sua fibra era in movimento, tesa e allerta sul minimo cambiamento avvertibile. Dopo qualche minuto, si accasciò sul suo petto, si raggomitolò tra le sue forti braccia, si lasciò andare ad un pianto che non mostrava mai in pubblico, eppure con lui non aveva mai potuto fare a meno di mostrarsi per quello che era, senza maschere o altro a coprirle il volto, solo Amu, quella vera, fin da quando si erano conosciuti... Continuava a sobbalzare e singhiozzare a bagnargli il petto, in quegli istanti così caldo, così vivo, così essenziale, e lui non si scomponeva, si limitava a stringerla a se più forte che mai, a portarsela sempre più vicino per farle capire che lui era lì e che non sarebbe scappato, che avrebbe fatto di tutto per aiutarla... Un idea veloce le passò nel cervello, senza aspettare nemmeno una sua risposta, si rizzò e in meno di uno centesimo di secondo gli appoggiò le labbra sulle sue, in un piccolo bacio che per lei rappresentava la gratitudine, la speranza e la consapevolezza... Ikuto non si scandalizzò più di tanto, al contrario trasformò il piccolo sfioramento in qualcosa di più... Non si pose la domanda se Amu in quel momento era ancora sotto effetto dell'alcol come ore prima o meno... Lui la baciò semplicemente per farle capire che a lei non aveva e non avrebbe rinunciato facilmente... Le avrebbe chiesto dopo dell'incubo e di qualsiasi altra cosa si trattasse, le avrebbe posto dopo le domande sul perché fugge da lui, sul perché era come scomparsa, sul perché di quella strana trasformazione, ora il tempo doveva essere vissuto, il presente andava sfruttato, per il futuro si sarebbe pensato dopo...
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shugo Chara! / Vai alla pagina dell'autore: Ale_LoveBS