Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: IsaMor    13/11/2014    2 recensioni
...sentì una mano ferma posarsi sulla sua spalla: "Signor Hiddleston, mi perdoni se la importuno. Sono un suo ammiratore.
Thomas l'osservò e vide un uomo alto, della sua stessa età, capelli nero corvino legati in un'elegante coda...Aveva un'aria famigliare, pensò.
"Ci conosciamo?", la domanda gli uscì spontanea.
"Sì, io... Ehm... Come posso dirlo? Io sono lei!", indicando Thomas con un dito delicato e stranamente accusatore...
..."Tom, smettila! Non dire che credi ad una cosa così assurda?"
Thomas alzò lo sguardo in lacrime e tremante verso l'amico in attesa spasmodica di sentirgli dire quella frase: "Tom, tu non hai ucciso nessuno! "
Genere: Generale, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ossessioni inglesi'
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CAPITOLO VI

IL GIORNO PRIMA.
Benedict Cumberbatch aveva passato la notte in ospedale in attesa di notizie sulla salute dell'amico. Con lui la madre di Thomas e l'agente Will Laing; aveva scoperto chi era quando s'era presentato di fronte al reparto di rianimazione intensiva mostrando il tesserino dell' INTERPOL alle guardie dell'ospedale, ai poliziotti e ai body-guard, che erano lì per proteggere la difficile situazione dell'attore Thomas Hiddleston. Infatti, i giornalisti come avvoltoii, avevano già occupato il parcheggio e una delle entrate dell'ospedale.
I medici sciolserò la prognosi solo in mattinata e lui decise di andare a casa per poi tornare più tardi. Dopo una doccia e un tentativo di dormire mal riuscito, iniziò a rimurginare su ciò che Thomas gli aveva domandato qualche mattina prima. Avevano parlato molto, senza però trovare una spiegazione agl'incubi di Tom e ora che Luke era morto, quei sogni terribili assumevano un nuovo significato. Non riusciva a stare senza far niente, Tom era la persona più buona e straordinaria che conoscesse. Quasi un fratello. Non meritava tutto ciò.
Decise d'indagare sù quella famosa notte a Dublino. Prese il telefono e con non poca difficoltà rintraccio buona parte degli attori presenti a quella festa. Chris Hemsworth, da Los Angeles, gli disse di non ricordare nulla di quella notte, tanto meno di essere andato via con Thomas e Luke. Altri due non avevano notato nulla, Robert Downey Jr era andato via prima e Scarlett Johansson era stata occupata tutta la sera con un uomo, non sapeva praticamente nulla della sbronza dei due colleghi. Tutti avevano chiesto informazioni sulle condizioni di salute di Thomas. Del resto era ben voluto da tutti. Quando stava per buttare la spugna, ricevette la telefonata di Jeremy Renner avvertito dal suo agente della telefonata di Benedict.
"Ehi, Ben. Che fine avevi fatto?", chiese felice di sentirlo.
"Jeremy, se mai, tu dove sei finito?", aveva avuto difficoltà a trovarlo.
"In capo al mondo! Per trovare un telefono o dovuto contrattare con un pastore e il suo cane. Il cane era più cordiale dell'uomo!", disse ironico.
"Non sai di Tom e Luke?", domandò consapevole che la risposta sarebbe stata negativa.
"No, ho avuto solo la notizia della tua telefonata! Stiamo girando in una zona isolata della Nuova Zelanda e gli apparecchi personali non funzionano bene.", aveva cambiato tono di voce, intuendo qualcosa.
Thomas era uno dei suoi più cari amici, Benedict doveva scegliere bene le parole per dare la notizia.
"Non sò come dirtelo? Luke è morto in una esplosione e Tom è all'ospedale. I medici hanno detto che si riprenderà!", sentì l'uomo emettere un suono di incredulità dall'altra parte del capo del telefono.
"Oh Dio! Non sapevo!", la voce era sinceramente preoccupata.
Un fruscio iniziò a creare problemi alla linea.
"Jeremy, non ti sento bene. Ascolta, è molto importante! A Dublino durante la festa dopo la prima del vostro film, Luke ha portato via Tom e Chris. Ricordi? Chi altri c'era con loro?", fruscio.
Jeremy sembrò rifletterci qualche secondo, per poi dichiarare: "Ben, c'era Kenneth Branagh, ma ..."
La linea caddè. Benedict fece l'ultima telefonata. L'avrebbe fatta comunque dopo le altre, ma ora sapeva qualcosa che cambiava tutto. Kenneth fù evasivo al telefono. Gli diede appuntamento sul set dove lui era caduto da cavallo per la mattina seguente. Non capiva perché fosse così enigmatico.
Il set era un edificio di tredici piani, in una zona di capannoni cinematografici. All'alba non si vedeva nessuno in giro, all'infuori di una guardia notturna mezza addormentata. All'interno dell'edificio avevano dovuto girato delle scene di primi piani, su finti cavalli per colpa del tempo uggioso delle campagne inglesi. Benedict era caduto da una sella fissata su un tronco dopo aver passato settimane a vantarsi della sua bravura come cavaliere. Era la storia preferita da Kenneth e Thomas.
L'appuntamento era all'ultimo piano, sul tetto. Benedict aprì la porta e uscì sul grande spiazzo dell'edificio, trovo un uomo di spalle con il cappuccio. Quando l'uomo si voltò con la pistola in mano, Benedict capì. Non sarebbe sopravvissuto a quell'incontro.



Il medico entrò nella camera d'ospedale di Thomas e chiese a Will di uscire. A malincuore l'agente lasciò l'uomo in uno stato peggiore di quello in cui l'aveva trovato la prima volta in quel letto. Era rimasto sconvolto dalla notizia della morte del suo migliore amico. Era una ferita che non si sarebbe rimarginata come quelle fisiche.
L'agente decise d'andare nel frattempo a prendere un caffè. Mentre girava il liquido caldo e scuro nel bicchiere di plastica non riusciva a non pensare che in parte tutto ciò stava capitando per colpa sua. Aveva il brutto vizio di buttarsi anima e corpo nelle indagini e ciò portava più guai che riconoscimenti. Questa volta doveva aver risvegliato gli istinti latenti di qualche assassino, causando morte e sofferenza. La sofferenza, era in maggioranza di Thomas. Vederlo in quello stato, prima ferito nel corpo e poi nello spirito, gli aveva fatto male al cuore, ma non capiva bene il perché.
Finì il caffè e decise di ritornare in camera di Thomas, trovò la porta aperta e la polizia all'interno della camera. Si poggiò alla parete non visto e ascoltò i due agenti e Thomas parlare.
"Signor Hiddleston, cosa ricorda dell'esplosione?", chiese quello che doveva essere un detective, anche se in abiti civili, era facile riconoscerne il tono da poliziotto.
"Non ricordo molto. Solo Luke che saliva in auto e poi il boato e le fiamme. Nient'altro!", Thomas rispose in modo semplice e preciso senza mostrare alcuna emozione, sembrava in trans, eppure era lucido. Will capì il suo stato d'animo.
"Luke Wilson aveva nemici?"
"No. Era ben voluto da tutti!", un'altra risposta breve e coincisa.
Dopo diverse domande, chiesero di Benedict.
"Sono sicuro che le hanno già parlato del suicidio del signor Cumberbatch. Lei ha mai avuto l'impressione...", Thomas l'interruppe, sapeva già dove volevano arrivare.
"No, non era depresso o altro! Lui non si sarebbe mai suicidato!", iniziava ad agitarsi.
Will capì come si sentisse, ma si trattenne dall'irrompere in camera.
"Forse la morte del signor Wilson l'aveva sconvolto? Non sà di una relazione tra di loro?", l'agente tirava ad indovinare.
"Nessuna relazione! Come le ho detto Benedict non era un suicida. Dev'essere stato spinto giù da qualcuno!", quelle allusioni sul suo amico lo infastidivano.
I poliziotti si scambiarono uno sguardo complice: "Chi sarebbe stato secondo lei?", il detective aveva fatto un passo in avanti verso il letto in cui era seduto l'attore.
Thomas si sentiva quasi minacciato dell'atteggiamento dei due, non poteva raccontare tutta la storia dell'altro omicidio e non era neanche sicuro che fosse tutto collegato.
"Non saprei... Io stò solo tirando ad indovinare! Non si sarebbe mai ucciso e non è caduto dal palazzo accidentalmente, quindi l'hanno spinto!", mise in chiaro risoluto.
Will era stupito di quanto fosse bravo nelle deduzioni.
"Signor Hiddleston, la vittima, ieri ha fatto molte telefonate intercontinentali. Ha idea del perché?".
Non capiva il senso della domanda.
Intanto, sua madre entrò nella camera, dopo aver rivolto a malapena un'occhiata a Will appoggiato al muro di fuori. La donna intuendo lo stato di stress di suo figlio, domandò gentilmente agli agenti di lasciarlo riposare. I due ignorarono la richiesta e incalzarono con le domande: "Dai tabulati telefonici della vittima risultano altre due chiamate. Una a lei e l'altra a Kenneth Branagh. Sà cosa volesse?"
"No, io mi sono svegliato poco fa."
Iniziava davvero ad agitarsi, desiderava che se ne andassero. Sperava nell'intervento di un medico, visto che il tentativo di sua madre di allontanarli era stato vano, ma non c'era nessuno.
"Possiamo vedere il suo cellulare? Forse c'è un messaggio in segreteria?", si avvicinò autoritario al letto.
"Io non sò dove sia e non credo..."
Will irruppe in camera, pronto a dare battaglia: "Agenti, se volete il suo cellulare vi servirà un mandato firmato da un giudice! Qualsiasi cosa contenga la sua segreteria telefonica, il signor Hiddleston non è tenuto a fornirvela!"
I due poliziotti osservarono l'uomo, aveva l'aria da avvocato, anche se l'aspetto era quello di chi la sà lunga. La stranezza principale però restava la fisionomia dei tratti del viso così simili a quelli dell'attore nel letto.
"Lei chi è?", domandò uno dei due
"Agente Laing dell' INTERPOL!", mostrando il tesserino, anche se bastava il tono della sua voce a rimettere al loro posto i due agenti.
Dopo un paio di secondi, uno dei due osò domandare: "Cosa ci fa qui con il signor Hiddleston?"
Non gli avrebbe mai detto la verità. Erano due ufficiali di poco valore ai suoi occhi, raccontargli del caso Freeman era una perdita di tempo.
"Io e Tom siamo amici. E ora lasciatelo riposare!"
Thomas era impressionato e un pò intimorito dal modo in cui Will s'era sbarazzato degli agenti, purtroppo sarebbero tornati con un mandato per il cellulare. La madre di Thomas lo ringraziò per averli mandati via, e dopo un'ora andò a casa a riposare, alla fine s'era abituata anche lei alla sua presenza.
Rimasti soli, Will prese una busta sigillata da un tiretto e tirò fuori il cellulare di Thomas. Glielo passò, lui l'accese e ascoltarono entrambi il messaggio. Benedict sembrava parlare dall'oltretomba.
"Tom ascolta! Ho scoperto che con te, Chris e Luke c'era anche Kenneth quella sera dopo la festa. Domani mattina andrò a parlare con lui sul set dove sono caduto da cavallo, ricordi? Lui sembrava molto enigmatico. Spero di capire la verità sù quella notte e la morte di Luke. Intanto rimettiti in forma. Passerò presto!"
Entrambi si fissarono negli occhi e con un solo nome in mente: Kenneth Branagh.




NOTE DELL'AUTRICE
Salve a chiunque è arrivato fin qui con la lettura. Spero che vi sia piaciuto il tutto. Ho fatto un piccolo salto indietro nel tempo perché Benedict meritava un pò più di considerazione prima d'essere ucciso. Lasciamogli fare un pò lo Sherlock...
Credo che da ora in poi i capitoli saranno più lunghi e più contorti! Sicuramente più contorti! Perdonatemi, è la prima storia che scrivo.
Buona continuazione. Un abbraccio.
   
 
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