Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: Philly123    13/11/2014    2 recensioni
Londra.
Jamie vive da solo nel suo appartamento in centro, da qualche tempo si sente vuoto e anche i suoi amici non si fanno vivi.
Dorotea è una ragazza londinese con la passione per la pittura e il disegno.
Si incontreranno, più volte.
Qualcosa si nasconde nel passato di lei.
Jamie Campbell Bower sarà troppo assorbito dalla mondanità per prestare attenzione a una ragazza comune?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Mi sembrava di non aver mai visto, né a Londra né tantomeno in Italia, tanto splendore tutto insieme. Il grande ambiente del loft brillava a giorno, nonostante non arrivasse pressoché alcuna luce dalle grandi finestre a parete. La sala era colma di persone, alcune in piedi, altre sedute su lunghi divani di pelle nera, adornati da discutibili cuscini pelosi rosa fluo e viola. Un megaschermo, sulla parete di fondo, stava trasmettendo un horror in bianco e nero senza suono, o forse il suono c’era ma era coperto dalla musica rock diffusa da altoparlanti invisibili. Alle pareti, inoltre, erano attaccate chitarre e poster di gruppi rock storici.
-Jamie, scusa se te lo chiedo, ma dove siamo finiti?- gli urlai, visto che la musica sovrastava tutto.
-Vuoi la verità? Non ne ho idea, tu divertiti e non ci pensare!- esclamò accostandosi a me. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena mentre le sue labbra sfioravano il mio orecchio.
Senza pensarci due volte, Jamie si diresse verso il lungo tavolo degli alcolici, mentre Claire stava già riconoscendo qualche amico, che abbracciava appassionatamente. Jamie mi guardò da lontano, facendo segno di avvicinarmi.
-Allora, tu cosa bevi? Io penso che comincerò da una birra.- Sul tavolo era posizionato qualsiasi genere di bevanda, più alcuni stuzzichini.
-Credo che berrò soltanto un succo di frutta, per ora-
-Dai! Insomma, sei a una festa di queste proporzioni, ci divertiremo da morire e…- Qualcuno diede una potente pacca sulla spalla di Jamie.
La prima cosa che notai, appena mi girai verso il ragazzo alto dietro di lui, erano tutti i tatuaggi che portava sul corpo: mani, braccia, collo, perfino uno, piccolo, sul viso. Era Oliver Sykes dei Bring Me the Horizon. Non ci potevo credere, avevo passato la mia adolescenza ad ascoltare la loro musica, anche se oggi non mi piaceva più. Accanto a lui c’era una bellissima ragazza, alta, magra, anche lei zeppa di tatuaggi. Il suo viso era tanto bello, anche se truccato con del sangue finto, da farmi venire voglia di nascondermi.
-Jamie! Allora sei qui! Mi avevano detto che non sapevi se saresti potuto venire, che dipendevi da una ragazza!- esclamò Oli, già evidentemente su di giri. Aveva detto che dipendeva da me?!
Jamie diede un colpo di tosse, poi rispose.
-Lei è Dorotea -
-Piacere, Oliver- rispose sorridendo. Appena gli diedi la mano si abbassò a baciarmela teatralmente. Le guancie mi bruciarono all’istante.
-Io sono Hannah, forse non ci siamo mai incontrati, vero Jamie?-
-Non credo- rispose lui con un gran sorriso.
Solo in quel momento notai il bellissimo vestito che portava la ragazza. Era nero, di una stoffa che sembrava quasi carta velina. Uno scollo all’americana risaltava il seno che invece era piuttosto piccolo. Appena sotto, si diramava una lunghissima gonna che le sfiorava i piccoli piedi, coperti da scarpe con un plateau altissimo.
-Allora, cosa beviamo? Tu vuoi del vino rosso, vero Dorotea? Devi essere italiana o qualcosa del genere, no? Questo vino è italiano.- Oli parlava così tanto e così speditamente che si faceva fatica a seguirlo.
-No, veramente…- Mentre tentavo di dire la mia, lui mi aveva già mollato in mano un bicchiere di plastica trasparente pieno di liquido rosso. Mi piaceva il vino, in effetti, ma era così tanto tempo che non andavo ai party da essermi dimenticata il sapore dell’alcol.
Appena tutti ebbero un bicchiere in mano, ci spostammo verso i divani, dove Oliver chiese ai ragazzi di alzarsi. Io non l’avrei mai fatto, nemmeno se fosse stata casa mia.
Ci sedemmo tutti a parlare. Hannah era una delle persone più carine e simpatiche che avessi mai conosciuto. A differenza di Bethany non cercava di soverchiare gli altri nelle conversazione, faceva molta attenzione alle tue parole, ma nello stesso tempo era disinibita e senza peli sulla lingua.
Dopo aver bevuto mezzo bicchiere, mi sentivo già con la testa tra le nuvole. Jamie, seduto dalla parte opposta ad Hannah sembrava invece molto tranquillo, ma a un certo punto cercò la mia mano.
Non sapevo che fare, non ne avevo idea, poi, quasi di scatto, incrociai le dita con le sue. Hannah sorrise.
-Dovreste stare insieme- mi disse all’orecchio. Io le risposi soltanto con un’espressione interrogativa. –Sembri così dolce- continuò -e distante dai suoi cliché. Saprai già che è stato un donnaiolo, ma Oliver mi ha detto che dopo l’ultima ragazza si era stufato di tutto. La verità è che ai nostri ragazzi non servono tipe del genere. Tutto il discorso della fama è una gran seccatura a volte, ma tu sembri perfetta per lui.-
A ogni parola, le mie guance si facevano più rosse, mentre ringraziavo il cerone per coprirmi il volto. Di tanto in tanto, Oliver si faceva portare da qualcuno delle cose da bere, ma io declinai tutto. Gli altri, invece, sembravano già più ubriachi di me.
-Non è che mi accompagni al tavolo? Sono digiuno- chiese Jamie al mio orecchio destro, urlando.
Hannah, che ovviamente aveva sentito tutto, mi fece l’occhiolino. Si appiccicò a Oliver appena ci alzammo, lui si girò e la baciò a lungo.
-Che fai? Andiamo?- gridò di nuovo Jamie, tirandomi la mano, non notando nemmeno la scena.
Arrivati al tavolo, capii che dovevano essere passate parecchie ore senza che me ne accorgessi. La tovaglia era letteralmente un disastro, molti ci avevano versato bevande e il cibo era pieno di liquidi colorati e sembrava essere stato toccato da tante persone.
-Pensi di prendere qualcosa?- chiesi in tono dubbioso.
-Mi è passata la fame. Vieni, sediamoci un secondo.- Detto ciò, si accasciò vicino al muro, ben lontano dalla macchia grigia. Io mi sedetti accanto a lui.
-Volevi parlarmi?- chiesi, tanto per dire qualcosa.
-Stiamo un po’ qui, mi sono stufato del divano. Guarda un po’- disse, indicando un punto in mezzo alla stanza. Claire stava ballando su un tavolino e mimava di suonare una chitarra. Molte persone erano in cerchio attorno a lei, e poco dopo alcune ragazze si unirono alla sua strana danza.
-Non è una ragazza molto timida, mi sa- esclamai ridendo.
-Tu invece sì, però.- Jamie fece un sorrisone, e mi sfiorò la punta del naso con un polpastrello.
Di nuovo, sentii le guance avvampare. Lentamente, vidi il volto di Jamie avvicinarsi, i suoi occhi si socchiusero, in un’espressione quasi angelica. Sentii il suo fiato sulle mie labbra, sapeva di alcol ma era comunque buono. Appena mi baciò, mi sentii come investita da una raffica di emozioni. Stupore, desiderio, gioia. Era come se dentro la mia testa ci fosse tutto e niente insieme. Le sue labbra erano così morbide, e le sue mani, sul mio collo, avevano un tocco delicato e leggero. Lentamente, lasciai scorrere le mie dita tra i suoi capelli, sottili e ingarbugliati come sempre. Nel momento in cui il suo corpo si accostò al mio, un’ondata dell’odore di Jamie mi penetrò le narici. Sapeva di uomo, di fresco, di buono.
Solo dopo un momento lunghissimo mi staccai. Troppo vergognata per guardarlo negli occhi, lo abbracciai e poggiai la mia testa nell’incavo della sua spalla. Jamie mi diede un bacio sui capelli.
  
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