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Autore: AlexisVictorie    13/11/2014    7 recensioni
Ehilà!
Sono tornata col terzo anno dei Malandrini!
Vi avviso questa storia fa parte della serie "I Malandrini e Alexis tra allegria, tristezza e conoscenze"
Quest'anno si prospetta più difficile.
I Malandrini iniziano a studiare per diventare Animagus
Alessia e Xavier si ritrovano ad avere problemi sentimentali.
Akira e Alexis litigano a causa della gelosia.
Una nuova pietra magica aggiungerà solo problemi.
James troverà la sua famiglia ma avrà una brutta sorpresa
Erik inizierà a temere l'amore.
Lily diffiderà dei Malandrini.
Tutti questi problemi troveranno una soluzione?
Dipende da come mi gira la testa.
Un bacio
Alexis Victorie
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Sirius Black non era mai stata una persona paziente.

Lo dimostrava la sua esplosione con Akira dopo la morte di Nevina.

Aveva gridato contro l'amico per cercare di farlo ragionare e riprendere.

Quindi in sintesi Sirius Black non era paziente.

Per nulla proprio.

Vi chiederete allora come era mai possibile che proprio lui stesse partecipando a una festa organizzata dalla sua famiglia.

Con tanti simpaticissimi Purosangue la maggior parte di Serpeverde e con una smodata passione per la decapitazione degli elfi.

La risposta più ovvia, secondo la versione originale, affermava che aveva capito che i Sanguesporco erano inferiori ai maghi di nascita e bla, bla, bla, bla…

In realtà era stato costretto.

Anche perché si era svegliato con lo smoking già addosso.

E non era riuscito a toglierlo perché la "madre" (se proprio vogliamo chiamarla così) gli aveva applicato un incantesimo.

E aveva bloccato tutte le stanze di quella casa costringendolo nel salone.

Se non era costrizione quella…

Suo padre Orion se ne era fregato altamente.

Anzi, fosse stato per lui Sirius sarebbe anche potuto marcire in camera sua.

Ma del resto Orion era uno zuccherino in confronto alla moglie.

Aveva fatto del detto "Vivi e lascia vivere" la sua personale dottrina.

La moglie invece, la cara Walburga, era convinta d essere in diritto di rompere i Boccini solo perchè aveva un nobilissimo sangue.

Inutile dire che il figlio maggiore aveva unito i due stili di vita dei genitori.

Non solo se ne fregava altamente delle opinioni della madre, ma viveva la sua vita fottendosene delle possibili reazioni dei suoi ad ogni azione sconsiderata.

Ben diverso era Regulus, il caro, dolce e adoratissimo Regulus (da notare tutto il sarcasmo che ci ho messo).

Lui sembrava perfettamente a suo agio fra quelle enormi meringhe e i pinguini in giacca e cravatta.

Sirius no.

La cravatta lo stava opprimendo e presto avrebbe bloccato le sue vie respiratorie

Il calore di quella casa era insopportabile e con la giacca e i pantaloni stretti si sentiva come se i vestiti alla minima pressione sarebbero potuti espodergli addosso lasciandolo in mutande.

Be' a parer suo sarebbe stato un bello spettacolo.

Si trattava pur sempre di lui no?

Regulus, invece, sarebbe stato capace di fare i salti mortali nel suo stesso vestito.

Che poi tutti i Black sembravano nervosi ed emozionati per quell'insulsa festa.

Storse il naso quando l'ormai diplomato Lucius Malfoy gli passò accanto scoccandogli una gelida occhiata che ricambiò  con un'occhiataccia truce che avrebbe potuto lasciarlo stecchito per terra.

Narcissa che era con lui strinse le labbra in stile McGranitt e si voltò a sussurrare qualcosa alla "dolcissima" zia…. Walby.

La donna si girò subito verso il primogenito e agitò leggermente la bacchetta provocando deboli scintille verdi.

Sirius deglutì a disagio e si voltò in cerca di qualche viso conosciuto.

Non si aspettava di certo di incontrare gli occhi da serpente (Snow la vendetta! XD) di Terrorius Black.

L'uomo lo scrutava con un sorriso divertito, maligno e calcolatore e sembrava stesse giocando al gatto col topo.

-Le serve qualcosa signore?- fece il ragazzo con aria divertita.

-Informazioni Sirius.-

-Poca confidenza signore. Mi chiami per cognome.-

-Oh ma in fondo noi siamo della stessa famiglia.-

-Non so proprio a quale famiglia appartenga ma di sicuro non siamo parenti io e lei.-

-Non sapevi che anche io sono un Black, Sirius?-

-Ho già detto che non mi può chiamare per nome. Ed io appartengo alla nobile casata dei Malandrini quindi mi sa proprio che i nostri alberi genealogici non hanno niente in comune. Sa la mia è una famiglia molto giovane. Siamo ancora pochi. Poi la mia prole , quella di James, quella di Remus, quella di Akira e Alexis (perché quei due finiranno accasati sicuro) e quella di Xavier e Alessia (stessa cosa per loro) continueranno la tradizione.

-Le mie figlie non staranno con quei due stupidi ragazzini incoscienti-

-Provi ad impedirlo allora.-

-Eridanus! Vedo che hai conosciuto Sirius!-

Il giovane Black si voltò interrogativo verso la madre che sorrise a Terrorius.

Si rese conto che era a lui che si rivolgeva quando lo chiamava Eridanus.

Il suo sguardo cadde curioso verso l'uomo che ringhiò in direzione di Walburga Black.

-Non è più quello il mio nome, cugina- fece furibondo verso l'austera donna, si voltò verso Sirius e gli passò una mano sul volto.

Il giovane si spostò di scatto per evitare che quell'uomo disgustoso lo toccasse.

-Non posso chiamarti Mio Signore a queste cene Eridanus.-

Terrorius scrutò divertito Sirius e rispose -Poca confidenza mi chiami per cognome.-

Il moro assottigliò lo sguardo e voltò le spalle ai suoi parenti sbattendo la porta che era riuscito a sbloccare dagli incantesimi della madre.

Si gettò sul suo letto e coccolò un po' Tartufo, il suo cagnolino.

-Non sono come voi! Sono un Malandrino. Non un Black. Non mi avrete dalla vostra parte. Mai.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Martina sbuffò infastidita.

Si sentiva stranamente oppressa nei suoi vestiti.

Eppure era sera.

Va bene che era estate ma non faceva così caldo in Inghilterra.

Eppure le sembrava che quella semplice canotta le stesse fermando la respirazione.

Respirò profondamente e si mantenne la testa cercando di immettere quanta più aria possibile nei polmoni.

Si mantenne al tavolo lì vicino gli occhi pieni di lacrime.

Emise un verso strozzato facendo accorrere suo padre Mark che spalancò gli occhi spaventato chiamando a gran voce la moglie Celeste.

Quella accorse subito.

Strinse la figlia fra le braccia e la Materializzò al san Mungo.

Venne ricoverata d'urgenza da un Medimago e rimase in cura per qualche giorno prima che ci si accertasse che non sarebbe entrata in coma.

Celeste e Mike rimasero in uno stato di trance durante quei pochi giorni.

La loro bambina, la loro amata figliola era stata ricoverata d'urgenza.

La signora Taylor non poteva sopportare il pensiero che, forse, non avrebbe più rivisto sorridere sua figlia.

Aveva avuto problemi al cuore e sua madre si era preoccupata di avvertire tutti i suoi compagni di scuola.

Tonks ormai viveva fuori la porta della camera d'ospedale.

Sirius era fuggito e sostava da James per poter andare e venire da Villa Potter al San Mungo.

I primi tre Montella si recavano spesso a Villa Nanhase e da lì raggiungevano l'ospedale dove rimanevano anche delle ore.

Remus si era fatto in quattro per riuscire a convincere la protettiva madre a lasciarlo viaggiare liberamente da casa sua al San Mungo.

Ma in un modo o in un altro tutti si radunavano chi un giorno chi un altro fuori camera della ragazza.

E aspettavano.

Sirius aveva sempre l'aria di un condannato a morte.

Gi occhi lucidi da cui non permetteva a nessuna lacrima di scendere.

La voce rotta per il pianto trattenuto.

Il sorriso ormai sparito.

Si accasciava ogni giorno davanti alla porta d'ospedale aspettando con pazienza che quella stuida porta si aprisse.

E assaliva ogni singolo infermiere uscisse da quella maledettissima stanza.

Ma tutti, esasperati, rispondevano negativamente alle sue domande.

Era raro che permettessero a qualcuno di entrare.

Finché la situazione rimaneva stabile si poteva solo aspettare.

Ma ormai i Malandrini erano stanchi.

Tonks aveva perso tutto ciò che di allegro avresti visto normalmente in lei.

I capelli rosa e gli occhi azzurri avevano assunto una tetra tonalità grigia e ormai la ragazza si nascondeva dentro enormi maglie nere.

Remus cercava in ogni modo di stare accanto ai suoi amici e sembrava l'unico a voler dare una parvenza di normalità.

Ma ormai avevano tutti perso la speranza.

Eppure Martina era ancora lì.

Viva sebbene lo staio in cui versasse non fosse dei migliori.

Si aggrappavano tutti alla certezza che perlomeno era ancora viva.

 

 

Pov Sirius.

Mi hanno permesso di entrare finalmente

Forse hanno visto la mia espressione vagamente disperata.

Leviamo anche il vagamente.

Mi sembra lontanissima l'ultima volta che ho visto Mart.

Mi sembra di vederla ancora mentre si lamentava per quei futili disegni di Erbologia che proprio non le venivano.

E protestava anche per quelle materie come Trasfigurazione che proprio non voleva studiare.

Adesso invece è stesa su questo letto immacolato.

I cavi attaccati al corpo e degli strumenti complicati tutt'intorno.

Mi sembra così strana.

È pallida e tanto fredda.

Vorrei poterla scaldare.

Così non mi sembrerebbe di accarezzare un morto.

I capelli biondi sono tutti disordinati.

Li aggiusto appena perché so che adora pettinarli e l'ultima cosa che vorrebbe è farsi vedere con la chioma in disordine.

Che poi è bella lo stesso.

Le stringo la mano e rabbrividisco perché sembra fatta di un marmo ghiacciato.

Il sole penetra dalla finestra e le accarezza il viso.

Sembra così innocente.

Vorrei vederla sveglia mentre mi rimprovera per averla vista tutta in disordine.

Magari mentre corre qua e là in cerca di un pettine decente.

Ma rimane immobile con una smorfia in volto come segno della sofferenza che ha patito prima di entrare in coma.

Una lacrima mi scende lungo il volto ma io blocco tutte quelle che vorrebbero seguirla.

Non piangerò per Martina.

Lei s sveglierà presto.

Non ho motivo per piangere.

Si piange per i morti e lei non è morta.

Piangerò al suo funerale che spero arrivi il più tardi possibile.

Ma non ora.

Decisamente no.

Provo a dirle qualcosa ma mi esce solo un debole- Ciao mart- prima che la voce venga meno. 

La sento mormorare qualcosa ma forse è solo una mia impressione.

Svegliati Mart.

Per favore.

 

Pov James

Mi sembra strano rimanere in silenzio seduto in questo ospedale che sa di morte, di lacrime e di brutte notizie, ma anche di speranza, gioia e sollievo.

Trovarsi qui può portare a tante cose.

Una nascita, un salvataggio, una perdita.

Questo luogo cambia in modo indelebile le persone.

Positivamente o negativamente gli ospedali cambiano la gente.

Sirius è entrato.

Ci hanno detto che poteva vederla solo uno di noi e io ho subito fatto entrare Sirius.

So quanto ci tiene a Mart.

Si può definire la sua migliore amica.

E sebbene le voglia bene so che farei un torto a mio fratello impedendogli di vederla.

Scruto tristemente la porta bianca che il mio amico ha da poco oltrepassato.

Vorrei vederlo sfogarsi.

Sta trattenendo tutto il dolore per qualche sua stupida raion di cui non vuole parlare.

O forse non riesce a parlare.

Sembra sempre sul punto di riversare fuori tutto il suo dolore e la sua frustrazione.

Si sta trattenendo da tanto tempo.

Stringe le labbra in stile McGranitt e chiude gli occhi recando di respirare profondamente.

Quando fa così lo lasciamo da solo.

Nel caso dovesse esplodere preferisco non dover assistere.

È sempre così forte Sir.

Non riesco ad immaginarlo mentre piange sebbene io l'abbia visto stare male.

Lui versa lacrime solo quando gli sembra che non ci siano speranze.

Lo ha fatto anche quando Akira stava morendo in quel bosco l'anno scorso.

Eppure per Martina non vuole versare neanche una lacrima.

Vorrei ci fosse qualcuno qui a sostenermi.

Sto crollando.

Mi aggrappo al pensiero che dopo tutto Mart è forte e ce l sfarà che c'è ancora un speranza.

Ma dentro di me il cuore ha già iniziato a lacerarsi.

Non posso immaginare che Sirius oltre quella porta abbia già visto il suo frantumarsi in mille pezzi.

 

 

 

Pov Martina.

Sento una porta che si apre e mi aspetto già che i medici o chi per loro inizi a visitarmi e a fare controlli su controlli commentando con quelle loro voci vuote e senza un filo di emozione.

Invece, sento solo una lieve carezza alla mano.

La sensazione mi piace subito e mi godo quelle carezze che risultano delicate quasi come se il mio visitatore avesse paura di toccarmi.

Neanche fossi di cristallo.

Voglio sentirlo parlare ma sembra che abbia perso la voce.

Improvvisamente mi ricordo che è chiaro che questo misterioso visitatore mi conosce e che i miei capelli sono un disastro.

Vorrei poterli aggiustare ma a stento ho capito come connettere il cervello.

Sembra che il mio misterioso amico ci abbia fatto caso perché me li liscia accarezzandomi la testa.

Una goccia mi cade sul viso e io mi chiedo vagamente se stia piovendo.

Poi ricordo di essere in ospedale quindi decisamente non può piovere.

Il mio amico sta piangendo allora.

Eppure non sento altre lacrime.

Mi sarò impressionata?

Finalmente il mio amico apre bcca ma sembra incapace di parlare perché riesce a dire solo un debole -Ciao Mart-

Cerco nei meandri della memoria qualcuno che si colleghi a quella voce soffocata e l'unica cosa che mi viene in mente è una risata simile ad un latrato e il colore nero.

Eppure so che chiunque sia qui con me, è una persona speciale.

Provo a parlare ma la voce non mi esce.

Lo sento agitarsi, forse sui è accorto che provo a parlare.

Ma si calma subito.

Mi sta ancora tenendo la mano.

Rimane in silenzio.

Eppure non mi vuole lasciare.

Ed io gli sono grata per questo.

Adesso l'ultima cosa che voglio è restare sola.

Cerco di sorridere ma non riesco a cancellare l'orribile smorfia che mi si è impressa sul volto.

Chissà chi mi verrà a trovare in futuro.

Chissà perché mi trovo qui piuttosto.

Voglio solo svegliarmi.

Chissà se ci riesco.

Mi devo solo mettere d'impegno no?

L'ultima cosa che voglio è morire così giovane.

Non ho neanche 12 anni!

Il mio amico continua a stringermi la mano.

Sirius.

Chissà perché mi viene in mente una stella…

 

 

 

Pov Tonks

Penso che presto sputerò fuoco.

Come possono star fermi a guardare mentre la mia migliore amica muore?

Non devono!

Fisso furibonda la porta.

Osservo James, gli occhi rossi e i capelli stranamente flosci e non elettrici come al solito.

Fisso la porta come se la volessi perforare.

E in effetti è vero.

Voglio vedere Mart.

Mia madre ormai passa il tempo con elaborate acconciature complicate.

Ho bisogno di sfogarmi e lei mi offre la sua capigliatura folta.

Persino papà si è fatto mettere la gelatina sebbene la detesti.

Mi vogliono bene e conoscono Mart e sanno quanto la adori.

Vorrei solo che quella pazza si riprenda.

È sempre così forte perché proprio adesso ha perso tutta la sua energia?

I medici fanno controlli su controlli.

Io vorrei sputare loro in faccia.

Non stanno facendo niente per Mart.

Li vedo scuotere la testa senza un'emozione schifosa sul volto.

Se ne stanno fottendo altamente di Mart.

Non sanno cos'ha, non sanno se guarirà…

Li odio perché se ne sta andando e non fanno niente per impedirglielo.

Voglio vedere la mia migliore amica.

Sirius esce dalla stanza e io mi ci fiondo sebbene i richiami dei medici che mi gridano di fermarmi.

La vedo e vorrei aver dato ascolto ai dottori.

Mi chiedo come Sirius sia riuscito a resistere.

Mi chino e le accarezzo i capelli che qualcuno (scommetto mio cugino) ha sistemato.

La vedo muovere appena  muscoli facciali  e sorrido appena.

-Ehi Mart! Sono io Dora! Che ti ha detto quello scemo di Sirius? Avrà sicuramente fatto scena muta. Svegliati così lo rimproveri. Non riesce a dire niente di fronte a te. Lo so che mi senti. Ascolta questo: devi svegliarti hai capito? Non posso perderti, non voglio. Devo andare scusa.-

-Signorina!-

Mi volto verso il dottore che è appena entrato.

-Abbiamo scoperto cos'ha!-

-E allora?-

-Il suo cuore è molto debole. Dovete proteggerla dalle forti emozioni o potrebbe avere una ricaduta. Siamo convinti che riuscirà a risvegliarsi al momento. Ma non possiamo assicurare se le succederà ancora qualcosa.-

-Va bene dottore grazie.-

Lui annuisce e se ne va.

Forse non sono così odiosi i medici.

-Hai sentito Mart? Presto ce ne andremo.-

 

 

Pov Martina

-Hai sentito Mart? Presto ce ne andremo.-

 Non vedo l'ora Dora. 

Non vedo l'ora.

 

 

 

Angolo Autrice:

So di avere un ritardo pauroso e che è vergognoso che io mi presenti qui.

Ma volevo chiedere una cosa.

Intendo creare una pagina Facebook dove metterò curiosità e particolari vari sui personaggi che amiamo e che io conosco alla perfezione.

Vi avvertirò quando avrò finito di controllare ogni minimo dettaglio e se vorrete potrete seguirmi.

Un bacio

Alexis

   
 
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