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Autore: Kitsune 93    13/11/2014    1 recensioni
Naruto e Sakura hanno avuto una figlia e lui è diventato il sesto Hokage.
Kitsune deve partire per la sua prima missione di livello D con i suoi compagni di squadra, ma nulla andrà come era stato previsto...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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«Non l'abbiamo trovata..» le parole di Tsunade continuavano a rimbombargli nella testa. Si voltò a guardare Sakura e nel suoi occhi lesse la sua stessa profonda e devastante paura. Si scambiarono un breve sguardo, non ci fu bisogno di parole, si alzarono di colpo e corsero velocissimi verso l'ospedale.
Tsunade rimase nel loro appartamento, immobile. Calde lacrime cominciarono a rigarle il viso “Perché queste cose succedono sempre a persone come loro?” si domandò, prima di cadere in ginocchio singhiozzando.
In un batter d'occhio Naruto e Sakura raggiunsero l'ospedale. Lei si precipitò dentro e con il fiatone chiese informazioni all'infermiera al bancone su dove si trovava Yuki e in che condizioni si era.
«Stanza 28, purtroppo i medici lo stanno curando e..» non riuscì a finire la frase che i due avevano già preso le scale, l'ascensore era troppo lento.
«E' qui!» esclamò Naruto fiondandosi dentro la stanza. Quello che videro li lasciò completamente senza fiato.
A Sakura sfuggì un singhiozzo «Chi può averlo ridotto così?».
Lui non rispose, gli si era gelato il sangue. Il cervello aveva smesso di funzionare, non sapeva cosa pensare, anzi, non voleva pensare a nulla. Aveva paura di scoprire cosa fosse successo a sua figlia. Nel vedere il ragazzino ridotto così una rabbia incontrollabile cominciò a scaldargli il petto, non poteva lasciarsi andare, non adesso.
Yuki era coperto di bruciature e lividi, che alcuni medici si stavano impegnando a curare, le gambe e le braccia erano rotte. Un macchinario lo aiutava a respirare. Quello che più di tutto li colpì fu il profondo squarcio sulla pancia che altri medici stavano tentando di chiudere. Cercavano di fare l'impossibile per salvarlo, ma le sue condizioni erano davvero critiche. Le possibilità che quel ragazzo sopravvivesse erano minime e Sakura lo sapeva.
I medici si voltarono a guardarli e nella stanza cadde un silenzio opprimente.
«Sakura...» sussurrò una voce femminile. La moglie dell'Hokage alzò lo sguardo da Yuki, vicino al suo letto c'era Ino, la sua migliore amica. Lei gli si avvicinò e delicatamente li sospinse fuori dalla stanza «Mi dispiace, ma non potete stare qui» poi guardò i suoi due amici e con gli occhi lucidi mormorò «Vedrete che la ritroveremo».
Sakura le saltò al collo stringendola forte, ma non pianse, doveva essere forte anche per Naruto.
Lui si trovava ancora in uno stato catatonico e fissava il ragazzino steso sul letto.
«Dici che si riprenderà?» chiese Sakura a Ino, nonostante sapesse già la risposta.
Lei alzò le spalle «Mi piacerebbe dirti di sì, ma hai visto anche tu come l'hanno ridotto»
«Si sa chi è stato?» le due donne si girarono a guardarlo, era la prima volta che Sakura lo sentiva parlare da quando avevano visto il piccolo Yuki. La voce gli tremava leggermente, segno che stava combattendo per tenere a bada la volpe.
«Sì..» ammise Ino dopo un attimo di silenzio. Non spettava a lei dirglielo, ma erano suoi amici e non potevano non conoscere la verità.
«Dimmi chi è stato» tuonò Naruto muovendosi verso di lei con fare minaccioso, Sakura gli si parò davanti prima che potesse toccare Ino che, spaventata, si era portata le mani sulla testa per proteggersi.
Piantò i suoi occhi verdi in quelli di lui, che ormai erano diventati rosso sangue «Calmati» disse poi appoggiandogli le mani sul viso.
I suoi occhi ritornarono azzurro cielo, poi rivolgendosi alla bionda sussurrò «Scusami..».
Lei lo abbracciò forte «Non ti preoccupare...»
«Avanti Ino, dicci chi è stato!» disse Sakura.
«Sasuke» proferì lei.
Entrambi sbiancarono di colpo.

***

«Mmh» brontolò Kitsune alzandosi e tastandosi la testa dolorante.
Non vedeva nulla, tutto intorno a lei era coperto dall'oscurità, solo dopo si accorse che sopra la sua testa c'era una piccola finestrella. Provò ad alzarsi ma qualcosa le bloccava le gambe, sembrava una catena.
Appena i suoi occhi si abituarono al buio impallidì. Si trovava in una sottospecie di prigione. Davanti a lei c'erano delle robuste sbarre e ciò che la teneva ferma era una pesante catena attaccata al muro.
Improvvisamente le venne in mente tutto quello che era successo e cominciò a piangere, il sensei, Tori e Yuki erano morti.

Gli avevano teso un'imboscata. Quando li avevano attaccati, una ragazza dai lunghi capelli rossi l'aveva indicata e un altro uomo con dei penetranti occhi neri aveva annuito. Da dove si trovava non era riuscita a capire che cosa si fossero detti, ma sembrava che la conoscessero.
Infatti l'uomo disse «Tu sei Kitsune Uzumaki, non è vero?».
Lei non rispose ma chiese «Che cosa volete?»
«Voglio uccidere tuo padre!» disse l'uomo scendendo dall'albero su cui si era fermato.
«Sasuke!» esclamò il maestro Kakashi non poco sorpreso «Che cosa vuoi?»
Kitsune rimase di sasso “E così questo è il famoso Sasuke?” pensò, tenendo sempre il pugnale davanti a sé.
L'altro guardò con stizza il maestro che si era posizionato di fronte alla ragazza.
«Voglio lei» gli rispose il moro indicandola.
«Perché?»
«Non sono affari tuoi questi» disse colpendo il maestro al petto.
Sasuke si era mosso troppo velocemente per lui questa volta, il suo sharingan non era servito a nulla.
Kitsune si ritrovò il viso coperto di sangue. Adesso era terrorizzata. In lontananza vedeva i corpi inermi e coperti di sangue dei suoi compagni. Non ce l'avrebbe mai fatta da sola, soprattutto dopo che Sasuke aveva eliminato il maestro con estrema facilità.
Subito dopo l'uomo dai profondi occhi neri le si avvicinò, dopo di che tutto divenne nero.

Kitsune cadde in ginocchio e cominciò a piangere. Aveva perso i suoi amici e il suo maestro, ed era tutta colpa sua.
Poi ripensò alle parole che Sasuke le aveva rivolto “Vuole uccidere mio padre..” adesso aveva capito perchè si trovava lì, era tutta una trappola per attirare Naruto.
Doveva agire.
Fortunatamente aveva ereditato la forza di sua madre, oltre al suo caratteraccio, così concentrò il chakra sulle mani e prese la catena che le tratteneva il piede e cominciò a tirare.
La spezzò facilmente. Poi si alzò a guardare la finestra, anch'essa aveva le sbarre, ma sembrava abbastanza grande da riuscire a passarci attraverso. Riusciva a vedere l'esterno, era notte fonda ormai.
Con un colpo secco fece volare via le sbarre. Attese un momento tendendo l'orecchio per sentire se stava venendo avanti qualcuno.
Quando constatò che tutto era tranquillo si arrampicò.
Fortunatamente la finestra non era troppo in alto così Kitsune atterrò facilmente sul terreno sottostante. Poi, sempre guardandosi intorno per vedere se c'era qualcuno, cominciò a correre.

***

«Come puoi essere stata così stupida!» tuonò Sasuke a Karin guardando la cella vuota «Ti avevo detto di non lasciarla mai da sola! MAI!!!»

«S-scusa i-io mi ero solo allontanata un attimo! Ma te lo giuro, era ancora svenuta!!»
«Taci!» le urlò in faccia.
Karin trattenne il fiato, sapeva che Sasuke non aveva alcun problema a farla fuori.
Lui guardò i suoi occhi spaventati e sembrò calmarsi. “Se vuoi fare le cose per bene falle da solo, perché non l'hai ancora imparato?” sospirò scuotendo la testa con disappunto.
«Dobbiamo trovarla, prima che torni al villaggio. Chiama gli altri» disse lui dandole le spalle, nonostante tutto aveva bisogno di loro per trovarla.
«Sì!» esclamò Karin e sparì dalla sua vista.
“Che la caccia cominci” pensò divertito l'Uchiha.  

  
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