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Autore: Blueorchid31    13/11/2014    11 recensioni
Ritorno allo shippuden, dopo gli avvenimenti degli ultimi due capitoli. La mia personalissima versione circa il buco temporale che intercorre tra il 699 e il 700. Naturalmente ci saranno lacrime, risate e tanto, tanto Sasusaku. Penso che abbiate capito che faccio veramente schifo nelle introduzioni, quindi vi auguro solo una buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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# 1 Mi dispiace

Come riaprire un capitolo chiuso”









Eccoli, alla fine sono venuti qui”



Sakura li aveva raggiunti con un balzo felino e dopo aver constatato la gravità della situazione aveva impastato il chakra e iniziato a porre rimedio a quel disastro.

"Grazie Sakura-chan!" aveva esclamato Naruto con la sua solita gentilezza.

Non aveva degnato nessuno dei due di uno sguardo, presa dal panico da quella ferita, amputazione, recisione, sanguinolenta. Erano due idioti! Come avevano fatto a ridursi in quel modo? Era stato davvero necessario quel confronto?

Non li avrebbe mai capiti, ormai se n'era fatta una ragione e gli stava bene, se lo meritavano, di non avere più un braccio.



Sakura io...”



Ed ecco l'idiota supremo. Il concentrato divino di cazzate epiche.

Sta zitto adesso... ho bisogno di concentrarmi!” e averlo a così poca distanza da lei, inerme e malandato, già non le era di aiuto, ascoltare qualsiasi cosa avesse da dirle, sarebbe stato troppo.

Quindi, con un inaspettato moto d'orgoglio che non sapeva neanche da dove le fosse scaturito, lo aveva prontamente zittito, mentre le lacrime si accumulavano ai limiti delle palpebre e premevano per uscire.

Si sentiva stupida. Stava piangendo, di nuovo. Sasuke, in fondo, non aveva tutti i torti a considerarla noiosa e insopportabile, dato che non faceva altro che piangere in sua presenza.

E temeva, anzi no, era terrorizzata, all'idea che lui potesse dire ancora qualcosa di stupido e costringerla quindi a incastonare perennemente il suo corpo nella mano marmorea di Madara Uchiha con un pugno ben assestato- infierire su uno storpio andava contro il giuramento di Ippocrate.

Lui l'aveva guardata combattere contro le lacrime con il suo unico occhio aperto e si era improvvisamente sentito... una merda.

Il grande Sasuke Uchiha si sentiva di merda e non solo per le pessime condizioni fisiche in cui verteva, ma per aver razionalizzato di aver fatto del male a tutti, anche a lei- soprattutto a lei.

Non si era mai chiesto davvero perché con lei avesse calcato così tanto la mano, provando quasi un sadico gusto a rifiutarla e denigrarla. Dopotutto non rappresentava un pericolo per la realizzazione del suo sogno distorto, il suo nemico era Naruto, era lui l'ostacolo maggiore. Eppure, quando Sakura aveva ripetuto per l'ennesima volta di amarlo, accecato da una insana rabbia, aveva cercato di liberarsi dal peso di quelle parole che avevano risvegliato in lui lontani ricordi: l'amore di sua madre, il calore di una famiglia. Aveva reagito a quella dolorosa sensazione in modo brutale, ritenendo noioso e improbabile quel tentativo di fermarlo.

Come faceva quella sciocca ragazzina a pensare a questioni così frivole come l'amore, quando lui aveva esternato chiaramente quali fossero le sue intenzioni?

Come nel Paese del Ferro, probabilmente aveva pensato di fermarlo, raggirandolo con quei patetici sentimentalismi, ma lui aveva un progetto, uno scopo e nessuno lo avrebbe fermato.

Inoltre, come faceva a pensare a lui ancora in quel modo? Credeva di essere stato abbastanza chiaro in merito. Dopo tutto quello che le aveva fatto, il modo in cui l'aveva trattata, da dove proveniva quella sicurezza? Come faceva ancora ad asserire di amarlo? Cosa ci trovava in lui? Non era certo l'esempio lampante dell'uomo di cui ci si poteva facilmente innamorare, ma lei, testarda, continuava a piangere e a dirgli che tutto sarebbe andato per il meglio, che uniti ce l'avrebbero fatta a essere felici.

Non ci aveva visto più. Doveva farla tacere, chiuderle quella bocca bugiarda e melensa , abbassare il sipario su quella scena già vista in precedenza, chiarire una volta per tutte che il suo amore non aveva speranze e soprattutto evitare che li seguisse - averla tra i piedi era l'ultimo dei suoi desideri.

Le aveva quindi trafitto il petto, il cuore. Le sue lacrime si erano cristallizzate negli occhi sbarrati e dalle sue labbra era uscito solo un gemito di dolore, prima di accasciarsi al suolo priva di sensi. In quel momento non aveva provato alcun rimpianto per ciò che aveva fatto, nessuna pena o dispiacere. Riteneva che fosse la cosa giusta da fare perché qualunque fosse stato l'epilogo di quella battaglia che si apprestava a combattere, lei avrebbe dovuto ritenerlo un capitolo chiuso.

Pertanto era più che plausibile che lei lo odiasse, che non volesse più guardarlo in faccia. Aveva guardato con tristezza i suoi occhi pieni di lacrime, le sue labbra strette e le mani tremanti che trasudavano ancora tutto quell'amore che lei aveva riservato solo a lui, da sempre e si era reso conto - finalmente - che quel capitolo non fosse ancora chiuso, non del tutto, che forse...

Improvvisamente si era sentito perso, annichilito dalla consapevolezza che meritasse il suo odio, sperando in cuor suo che lei riuscisse a perdonarlo. Questa volta però avrebbe dovuto fare lui il primo passo, umiliarsi di fronte a lei.

Nonostante il suo perentorio ordine di tacere, una parola, la più giusta, era uscita dalle sue labbra.

"Mi dispiace"

E il cuore di Sakura aveva perso un battito. In realtà li aveva persi tutti... si era fermato e stentava a ripartire e le lacrime aveva iniziato a scendere senza alcun freno.

Dopo lo shock, aveva poi preso coraggio. Per una volta lui si era spontaneamente posto in difetto, aveva ammesso che tra le moltitudini di cazzate che aveva fatto, probabilmente ce ne erano alcune che la riguardassero personalmente. Ma non essendone totalmente sicura aveva cercato di appurare a cosa si riferisse...

Ti dispiace? Per cosa?”

Non si aspettava che lui elencasse tutte le volte che si era comportato da stronzo - non sarebbe bastata una giornata intera -, né che le dicesse qualcosa di melenso - sarebbe stato troppo bello per essere vero - e quindi non si stupì più di tanto quando lo sentì riassumere il tutto in sette parole.

Per tutto quello che ho fatto finora”

Vago, troppo vago, vaghissimo. Oscenamente vago.

Ovviamente i suoi pensieri non si erano concentrati sul nukenin che era diventato, sull'aver tentato di uccidere il fratello del Raikage, aver ucciso suo fratello, poi Danzo, aver avuto un ruolo fondamentale nel far scoppiare la guerra e infine aver cercato di eliminare anche Naruto, ma a una panchina, un kunai alla gola e alla sua mano dentro lo sterno.

"Faresti meglio!" aveva esclamato, ritenendosi fortunata per quel poco più di niente che le aveva concesso, aggiungendo uno " Stupido!" liberatorio.

Parole sentitissime e limitative rispetto agli insulti e gli improperi che si sarebbe meritato.

Era da tempo immemore che desiderava insultarlo e pensò che, probabilmente, conciato in quel modo, non avrebbe rischiato di essere carbonizzata da un amaterasu.

Si era sentita più leggera. Il groppone che si portava dietro da quattro anni, finalmente aveva trovato sfogo.

Che pensava? Che si sarebbe messa a piangere e avrebbe sussurrato il suo nome?

Ci aveva pensato, perché a piangere aveva pianto, ma con quel poco di orgoglio che le era rimasto aveva optato per l'insulto al posto di "Sasuke-kun, sei stato troppo avventato, ti amo lo stesso anche se sei un po' psicotico e senza un braccio. Non importa se hai tentato di uccidermi - due volte di fila - , se mi hai insultato come l'ultima cacca dell'universo e se mi hai rinchiuso in un jutsu in cui mi trapassavi da parte a parte, proprio in direzione del mio cuore innamorato. Non importa, basta che tu sia qui, sano - più o meno - e salvo."

Aveva pianto, pianto come non mai, per il sollievo e la rabbia. E loro avevano sorriso.

Anche Sasuke - straordinariamente.

Non sapeva da quanto tempo non vedeva il suo sorriso. Certo non era di quelli a trentasei denti di Naruto, era sghembo, di chi non sa più come si fa, e lì per lì, con gli occhi appannati dalle lacrime, gli sembrò quasi uno scherzo della sua immaginazione.

Sì, lui aveva sorriso, riconoscendo in quell'insulto, il suo perdono. Quella strana attitudine che aveva Sakura di perdonarlo sempre. Certo non si sarebbe mai aspettato dalla Sakura che ricordava un vero e proprio insulto. Probabilmente, in passato, come estrema ratio avrebbe aggiunto un “Kun” per non eccedere, ma in quel momento lo ritenne più che appropriato, quasi ironico.

Forse lei, come Naruto, era l'unica persona al mondo che lo aveva sempre compreso.

In quel momento non aveva pensato al dopo, si era goduto quell'attimo di pace che non provava da tanto tempo. Nessun pensiero, nessun dolore, tranne quello fisico, albergavano nel suo essere.

Su quelle mani di marmo, il Team 7 si era riunito e sembrava come se il tempo non fosse passato, se niente fosse accaduto: Naruto sorrideva, lui ci provava e Sakura piangeva. Un quadretto fin troppo familiare.

Kakashi era rimasto in disparte, sapeva che sarebbe stato di troppo, perché i suoi ragazzi necessitavano di stare da soli. Ormai erano cresciuti, ma in fondo, erano rimasti sempre gli stessi.

Naruto e Sasuke avevano ancora qualcosa da fare prima di ritornare a casa. Sciolsero lo Tsukuyomi infinito di Madara, risvegliando tutti dal sonno eterno in cui erano stati rinchiusi. La guerra era davvero finita.

Sasuke accontentò anche la richiesta di Naruto di liberare i cercoteri e nel contempo ebbe modo di riflettere su tutto quello che era successo, sulla solitudine e sul desiderio di rivalsa suo e di Naruto.

Si rese conto di non essere mai stato solo perché il suo amico, suo fratello, aveva sempre condiviso il dolore che provava. Aveva vissuto per troppo tempo nel ricordo di quella vita che gli era stata portata via, non rendendosi conto che stava perdendo l'occasione di viverne una diversa. Aveva fatto suoi i dolori e le speranze dei suoi genitori, di suo fratello, credendo che l'unica strada possibile fosse la vendetta.

Era solo e affamato d'amore in un mondo pieno d'odio e più sentiva i morsi della fame, più allontanava tutti coloro che lo avrebbero saputo saziare.

Naruto non lo aveva mai abbandonato e adesso riusciva finalmente a capire perché lo ritenesse un fratello. Loro due erano uguali, accomunati dagli stessi desideri, dalle stesse paure; uniti da un destino che li aveva messi a dura prova prima di fargli comprendere la vera essenza dell'amicizia e... dell'amore.





-§-



Ciò che Sasuke Uchiha neanche lontanamente immaginava era che quelle “scoperte” avrebbero avuto un costo.

Fu costretto a pronunciare le due paroline magiche - “ Mi dispiace” - a tutti i ninja dell'Alleanza che appena vennero a conoscenza della tenda in cui i due Eroi – o l'eroe e mezzo – erano in convalescenza, iniziarono una lenta ed estenuante processione.

Ovviamente, la precedenza l'avevano avuta i Kage – quelli che Sasuke avrebbe voluto ammazzare nel sonno.

Tsunade fu molto dura verso di lui, l' insulto di Sakura era stato un complimento in confronto al turpiloquio della bionda che era partita dall'idiota per finire al bastardo traditore, passando per appellativi che non è il caso di riportare.

Ovviamente, aveva concluso il discorso assicurando loro che avrebbero riavuto l'arto mancante, facendo presente all'Uchiha che doveva ritenersi fortunato di avere ancora la testa attaccata al collo.

Sasuke aveva ovviamente risposto: “Mi dispiace”. E lo aveva detto con un tono talmente convinto che Tsunade poté ritenersi soddisfatta.

Con il Raikage non gli andò altrettanto bene... Era ancora inviperito per il braccio mozzato nel Paese del Ferro e il tentato omicidio di Killer Bee che, invece, aveva tagliato corto con “Hey fratello, il futuro è più bello, la guerra è finita e con essa la sfiga”. Sasuke aveva alzato un sopracciglio e chiesto mentalmente a Naruto, suo compagno di tenda, se avesse tutte le rotelle al proprio posto. Il biondo gli aveva sorriso sornione, come per dirgli : “Senti chi parla”.

Il vocione del Raikage aveva tuonato per una bella mezzora, chiedendo giustizia. Per lui era inaccettabile che Sasuke potesse essere considerato un eroe dopo tutto quello che aveva fatto, trovando appoggio anche nel Tsuchikage, terrorizzato all'idea che potesse diventare il nuovo Madara Uchiha.

Mei, la Mizukage, aveva invece fatto notare come il gene degli Uchiha se combinato bene, potesse prolificare ninja potenti e gli altri l'avevano guardata un po' sbigottiti, credendo che avesse delle mire in tal senso. Sasuke stesso sbarrò gli occhi all'idea, anche se tra i suoi tanti propositi c'era anche quello di ripristinare il Clan, aveva bisogno di una madre, non di una nonna per i suoi figli.

Gaara, fno a quel momento era rimasto in silenzio, scrutando i due ninja che dopo mille peripezie e combattimenti, erano lì, uno di fianco all'altro. Aveva sempre saputo che in cuor suo Sasuke non fosse cattivo, era stata la vita a renderlo così, proprio come era capitato a lui. Nonostante con Naruto condividesse il fatto di essere entrambi una forza portante, motivo per il quale erano stati allontanati da tutti, si era sempre sentito molto vicino all'Uchiha. Anche lui aveva provato l'ebbrezza di quell'oscurità indotta dalla necessità di sopravvivere. Naruto era stato fondamentale nel difficile cammino che lo aveva portato a essere quello che era: il Kazekage del Villaggio della Sabbia, un buon fratello e un uomo più sereno. A lui doveva molto e sicuramente anche Sasuke doveva pensarla in quel modo. Il suo atteggiamento non era più spavaldo, né presuntuoso. Ascoltava con lo sguardo basso. Di tanto in tanto lo vedeva stringere tra le dita il lenzuolo e trattenersi dal proferire chissà cosa.

Naruto spesso interveniva in sua difesa, come aveva sempre fatto, ma sembrava come se entrambi stessero nascondendo qualcosa.


Esigo che venga punito severamente!E' un traditore!” concluse infine A.


Sì, ma senza di lui non sarebbe stato possibile sciogliere lo Tsukuyomi e durante la guerra ci ha aiutati”


I kage si voltarono tutti verso Gaara.


Cosa proponi quindi?” chiese il Tsuchikage.

Che gli sia data la possibilità di ricominciare” gli rispose brevemente. Il concetto era molto chiaro: voleva che gli fossero condonate le sue colpe e che gli lasciassero scegliere la via da seguire.

E se dovesse decidere di attaccarci?” riprese il nanetto dal naso rosso, accarezzandosi i lunghi baffi bianchi.

Lo fermerò io” gli rispose Naruto con risolutezza.


Quella frase rassicurò un po' tutti. In fondo lo aveva già fermato una volta.


Sakura aveva atteso fuori dalla tenda che il “concilio dei Kage secondo” terminasse.

Da quando Sasuke e Naruto avevano preso la residenza al campo medico, oltre che per le medicazioni, non aveva avuto modo di stare con loro.

Stavano guarendo con una velocità inaudita e presto sarebbero potuti tornare a Konoha.

Da un lato era sollevata all'idea di tornare a casa, dall'altro temeva che per Sasuke non sarebbe stata una passeggiata. L'idea che lui potesse decidere di andare via di nuovo era fin troppo realistica da poter essere sottovalutata.

E lei avrebbe pianto, di nuovo. E si sarebbe disperata, di nuovo. E lo avrebbe lasciato andare, di nuovo.

Non aveva minimamente preso in considerazione che lui potesse – magari – pensare di ricambiare i suoi sentimenti per una volta. Le aveva detto “mi dispiace per tutto quello che ho fatto finora” , non “sposami e aiutami a ripristinare il Clan”. In realtà in quei giorni avevano avuto così poco tempo per parlare e tranne qualche sguardo sfuggente e un paio di sorrisi(da parte di lei, perché lui aveva di nuovo dimenticato come si facesse), non c'era stato altro.

Non che si aspettasse il chiarimento del secolo e poi con Naruto sempre tra le balle, Sasuke non si sarebbe mai sbilanciato a dire alcunché.

E lei si arrovellava il cervello, si poneva i più disparati quesiti, avrebbe voluto porgli tante domande e questa volta, lui, avrebbe dovuto rispondere.

Era stanca di vivere nell'incertezza. Doveva aspettarlo? O dimenticarlo per sempre?

Cos'era per lui? Una donna con cui avrebbe potuto mettere su famiglia? Un'amica? O una sorella?

L'ultima opzione la fece rabbrividire. A quel punto avrebbe preferito non saperlo.

Tutto però suggeriva qualcosa del genere: considerava Naruto come un fratello, quindi lei era la sorella e Kakashi il padre?

Avrebbe preferito lanciarsi dal monte degli Hokage e spiaccicarsi al suolo al posto di udire una tale assurdità.

Ino le aveva detto di lasciarlo in pace per un po', che tanto “dove pensi che vada?”. Le aveva suggerito di dargli tempo di riadattarsi alla vita normale, di non pressarlo, perché Sasuke Uchiha era un po' come “un leone in gabbia, un grande micetto peloso in cerca di coccole, ma tendenzialmente incline alla vita selvaggia”. Questi paragoni di Ino, se da un lato riuscivano a farla sorridere, dall'altro la facevano incazzare ancora di più, perché lei avrebbe pagato qualunque cifra per coccolare il bel micione.

Tuttavia, non aveva tutti i torti sul fatto di lasciarlo con il guinzaglio lungo per un po', anche se il mormorare delle ninja nel campo medico su “quanto fosse bello il nukenin”, le creava un certo prurito alla mano e prima o poi, lo sapeva, sarebbe scoppiata.


Finalmente vide uscire i Kage e sgattaiolò dentro la tenda, prima che qualcuno avesse la geniale idea di richiedere la sua presenza altrove.


Naruto aveva una faccia da funerale, Sasuke... la solita faccia.


Iniziarono a balenarle per la testa le più improbabili opzioni: lo avevano condannato a morte – lo avrebbe seguito - ; lo avevano esiliato - anche in quel caso lo avrebbe seguito - ; lo imprigionavano a vita – sarebbe andata a trovarlo tutti i giorni – e il suo cervello continuò a lungo a elaborare apocalittici scenari, fino a che Naruto non le spiegò il vero il vero motivo del suo broncio.


Kakashi è il nuovo Hokage”


Sakura non riuscì a trattenere una sonora risata, tirando un profondo sospiro di sollievo e pensando mentalmente “ E chi se ne frega!”.


Il dobe pensava che il suo braccio valesse la nomina” tagliente come al solito. Quanto lo adorava! Ed era felice di poter sentire di nuovo la sua voce, non le importava di sapere se un giorno avrebbe deciso di ricambiarla o meno, voleva solo sentire la sua voce ogni volta che ne avesse avuto voglia.


Sta zitto Teme! E' tutta colpa tua!” inveì Naruto, incrociando le braccia e mettendo il broncio.


Era così bello vederli bisticciare, ma Sakura aveva bisogno di conoscere la decisione dei Kage circa una questione che le stava tremendamente a cuore.


E per quanto riguarda te, Sasuke-kun?” chiese con la stessa titubanza di una dodicenne, arrossendo come un peperone e portandosi una mano davanti alle labbra.


Devono ancora decidere”


Quella volpe dispettosa di Naruto non gli aveva neanche dato il tempo di rispondere. Se non fosse stato in una branda malconcio, ci avrebbe pensato lei a pestarlo per bene.


Ma noi abbiamo un asso nella manica, vero Sas'ke?” continuò, rivolgendogli un sorriso birichino.


Sasuke annuì, diventando più serio di quanto già non lo fosse.

A cosa si riferivano? Cosa avevano in mente? Perché era sempre l'ultima a sapere le cose?

Avrebbe voluto approfondire il discorso, ma quella doveva essere una breve visita, aveva tantissime cose da fare e voleva assistere Tsunade nella creazione dei due arti dalle cellule di Hashirama, quindi lasciò correre.

Sicuramente quei due sapevano cosa fare e non avrebbe dovuto aspettare tanto per scoprirlo.


Adesso devo proprio andare” si congedò, sorridendo a entrambi.

Di già! Ma Sakura-chan noi siamo feriti e tu sei il nostro medico, non puoi trascurarci!”

Tornerò più tardi e poi se avete la forza per bisticciare così male non state”

Uffa” borbottò Naruto, gettandosi sulla branda.

Sasuke alzò appena lo sguardo dal lenzuolo e per un attimo, un brevissimo istante, i loro occhi s'incontrarono e a Sakura, quello che ci vide dentro, non piacque per niente.


Scappò letteralmente fuori dalla tenda e corse a testa bassa per il campo medico fino a sbattere contro l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento: Ino Yamanaka.

La bionda notò subito lo stato di paranoia cronica in cui stava vertendo la psiche della sua amica e placcandola con il proprio corpo, volle saggiare a che punto fosse la sua Uchiha-ossessione.

Se ne andrà” le urlò “Se ne andrà” ripeté come un'invasata.

Fronte spaziosa, datti una calmata!” la scosse così tanto da staccarle quasi la testa, mentre un affranto Shikamaru al suo fianco proferiva codeste parole: “Ci risiamo!” con il tono più abulico di cui era capace.

Sasuke, lui, via, vuole, andare, io... muoio!”

Ino ci mise qualche secondo a mettere in ordine le parole sconclusionate dell'amica, scoprendo che avessero un senso compiuto, in fondo.

Ma smettila! Dove credi che vada? Te l'ho già detto Sakura, un milione di volte almeno. Naruto non glielo permetterà.”

Sakura non faceva che ripetere la stessa cosa come un disco rotto e lei era stufa di rassicurarla sul fatto che l'Uchiha, per loro sfortuna, non avesse alcuna intenzione di andare da nessuna parte e lei... non si sbagliava mai.

Ma Ino non lo aveva guardato negli occhi, non aveva visto quell'ombra, né captato quell'aura di depressione cosmica che lo circondava.

E lei... lei era disperata, perché quello che fino a quel momento era stato un semplice dubbio, si era trasformato in certezza. E se l'asso nella manica di cui parlava Naruto fosse stata una fuga strategica?

Io l'ho visto!” le disse con tono esasperato e a quel punto Ino pensò seriamente di farla internare, magari proprio con Sasuke – stava perdendo colpi peggio di lui, forse la guerra aveva avuto delle serie ripercussioni.

Hai la palla di cristallo? Sei diventata una veggente?” le chiese, cercando di mascherare la sua insofferenza, a differenza di Shikamaru che non faceva altro che sbuffare e alzare gli occhi al cielo, cercando di sopperire a quella gran rottura, fumando una sigaretta.

Ino, ti dico che lo so, che ne sono sicura!”

Te l'ha detto lui?” ovvia domanda, a quel punto.

N-no” ebbe paura di risponderle -. nella più rosea delle ipotesi l'avrebbe gonfiata di botte.

E allora come diavolo fai a saperlooo?” tuonò come un tenore, facendo scintillare i suoi occhi viola.

Dopo tutta quell'assurda conversazione, Sakura, in effetti, non era più tanto convinta di aver letto negli occhi di Sasuke la cosa giusta – Ino aveva anche questo potere.

Forse si era condizionata da sola e aveva riconosciuto in quello sguardo triste la sua più grande paura perché pensava a quello dalla mattina alla sera. Forse Sasuke era solo triste per altri motivi che non c'entravano niente con l'abbandonare il Villaggio... e lei... di nuovo.

Io adesso non ho tempo di ascoltare i tuoi vaneggiamenti. Dobbiamo finire di organizzare i funerali.” tagliò corto la bionda, superandola.

Che stupida che era stata, non aveva pensato a Ino, né a Shikamaru, né a tutti quelli che avevano perso qualcuno durante quella guerra, mentre lei aveva avuto la fortuna di... ritrovare Sasuke.

Ti chiedo scusa Ino” sperò che bastasse.

Non importa, almeno le tue idiozie mi distraggono un po'. E comunque, sono pronta a scommettere una cena, che l'Uchiha – “ahimè”, avrebbe voluto aggiungere, ma evitò - rimarrà tra noi e... a lungo”

Sakura le sorrise. Sembrava fosse passata un'eternità da quando lei e Ino si contendevano il suo cuore, che non batteva né per l'una, né per l'altra. Ma a loro non importava. Lui era il massimo: il più bello, il più figo e con il tempo avrebbero scoperto che era anche il più stronzo, ma lo amavano incondizionatamente.

Quando il Raikage lo aveva condannato a morte, Ino aveva pianto, meno di lei sicuramente, ma aveva pianto e quando era giunto sul campo di battaglia se non fosse stato per Shikamaru e Choji, gli sarebbe saltata al collo. Tuttavia, dopo essersi svegliata dallo Tsukuyomi, il suo interesse si era concetrato su... qualcun altro, qualcuno di insospettabile e che incredibilmente sembrava ricambiare le sue attenzioni.

Meglio così!” aveva pensato “Una rivale in meno”


Con il cuore un po' più leggero, proseguì fino alla tenda di Tsunade che stava raccogliendo le sue cose per il ritorno a Konoha.

Tsunade-sama”

Ah, Sakura, sei tu?”

La donna sembrava davvero provata per gli accadimenti della guerra, un periodo di riposo le avrebbe sicuramente giovato, anche se per il potere del Byakugou, le sue cellule si rigeneravano velocemente e la sua bellezza rimaneva intatta.

Realizzò che anche lei deteneva lo stesso potere e che quindi Sasuke l'avrebbe sempre vista giovane e bella.

Perché non riusciva a pensare a nient'altro che non fosse Sasuke?


So a cosa stai pensando” la colse di sorpresa e arrossì.

Davvero?”

Da quando Tsunade riusciva a leggere nel pensiero? O era così palese che pensasse a Sasuke ogni secondo?

Il fatto che io abbia deciso di abdicare, significa che non potrò più farti da maestra”

Ah era quello!!!” pensò, tirando un sospiro di sollievo - affrontare un argomento del genere con Tsunade sarebbe stato estremamente imbarazzante.

Ma credo di non poterti insegnare più niente. Sei diventata una sennin molto potente e sarai un'ottima sostituta”

Le parole di Tsunade le riempirono il cuore di gioia. Quando quel giorno di molti anni prima si era presentata al suo cospetto implorandola di prenderla come sua allieva, non aveva previsto di diventare una sennin forte quanto lei.

Tsunade era stata un po' come una seconda madre, l'aveva resa più sicura di sé e le aveva insegnato a essere un ninja medico di un certo livello.

Sul campo di battaglia, combattendo al suo fianco si era sentita finalmente soddisfatta di se stessa e ora, doverle dire addio, sarebbe stato davvero duro.

La ringrazio Tsunade-sama” con lei non erano necessari inutili salamelecchi e preferì quel breve ringraziamento a un lungo discorso di commiato che lei avrebbe sicuramente interrotto sul più bello.

Vorrei solo assisterla per la rigenerazione degli arti di Sasuke e Naruto”

Scordatelo!Avrai ben altro da fare una volta tornati a Konoha. Shizune ti spiegherà tutto una volta lì.” categorica, perentoria... Tsunade.

O-ok!” che altro avrebbe potuto risponderle.


In pratica tutti i suoi impegni improrogabili si erano ridotti a badare a quei due, fino a che, qualcuno, probabilmente Kakashi non gli avesse dato il via libera per ritornare al Villaggio.

In fondo non aveva alcuna fretta di tornarci se non per rivedere i suoi genitori, quindi si sarebbe goduta quei giorni con i suoi due compagni di sempre, cercando di allontanare dalla mente i funesti pensieri su Sasuke e perché no, ottenere anche quel benedetto chiarimento che tanto bramava.




Angolo Autrice


Capitolo introduttivo. Niente di speciale.

Ho cercato di rendere un po' la possibile introspezione dei personaggi nei momenti topici. Il resto è tutta una mia invenzione.

Mi auguro che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Mi sono resa conto, scrivendolo, di quanto mi sia mancato lo shippuden, di quanto sia divertente scrivere in quel contesto e in alcuni momenti ho avuto delle serie difficoltà, dato che le altre storie che ho in piedi sono tutte Au. Cercherò di aggiornare con una certa cadenza, ma come sempre non so darvi un giorno preciso. Cercherò anche di rispondere alle vostre recensioni, mi sembra il minimo, dato il supporto che mi date costantemente.

Vi comunico che nella giornata di domani, dovrei pubblicare i nuovi capitoli di Kitchen, Hen Party e Entelechia. Non so in quale ordine e non so se ce la farò a pubblicarli tutti e tre... il tempo è tiranno.

Mi auguro che il capitolo sia stato di vostro gusto... in tal caso, mi piacerebbe conoscere la vostra opinione. Se invece vi ha fatto schifo, ditemelo lo stesso, anzi, i consigli sono sempre ben accetti. Tra l'altro sto valutando l'ipotesi di trattare anche le altre coppie, vediamo un po'...


Un bacione


Blueorchid31









   
 
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