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Autore: crazyfrog95    14/11/2014    11 recensioni
Tutti odiavano Naruto Uzumaki. Lui era un demone, un mostro, e perciò andava evitato a prescindere. Ma Naruto era molto più che un semplice dodicenne. Un potere ancora più grande del Kyuubi era sepolto in lui, un'abilità perduta da secoli... Con l'aiuto del Terzo Hokage, del buffo Jiraya, dei suoi amici, e magari di... qualcuno di speciale, riuscirà a emergere dal baratro della sua solitudine, e a realizzare il suo sogno?
Salve! Questa storia mi è venuta in mente sintetizzando tutto ciò che non mi piace della storia originale, e modificandolo come piace a me. i protagonisti saranno abbastanza OOC: Naruto sarà più sveglio, Sasuke più amichevole e Sakura meno inutile. È la mia prima storia, ma non vi chiedo assolutamente di essere pietosi nelle recensioni. Anzi, vi chiedo di criticare e farmi presente tutto ciò che secondo voi non va, farò tesoro delle critiche cercando di migliorare. Detto questo, buona lettura :)
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hiruzen Sarutobi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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L'Inseguimento



 

Tsunade era nel suo ufficio, seduta sulla sua poltrona, a compilare i primi documenti della giornata. Kakashi e Jiraiya le avevano spedito il rapporto sulla loro missione diplomatica, che aveva avuto pieno successo.
Il Villaggio della Sabbia aveva accettato di allearsi con Konoha, e aveva formato un governo provvisorio in attesa della nomina del Quinto Kazekage. In cambio dell'appoggio militare e diplomatico, la Foglia aveva annullato i debiti di ricostruzione dei danni causati dall'assalto, e Orochimaru era stato dichiarato ricercato di livello S anche nel Paese del Vento.


Aveva appena finito di leggere il rapporto, quando la porta si spalancò di colpo. Appoggiata allo stipite, Sakura Haruno riprendeva fiato, ansimando.
«Presto... Ho-Hokage-sama... S-Sasuke...»

A quel punto, Tsunade si alzò, e la raggiunse.
«Calmati, ragazzina. Tu sei Sakura Haruno, del team 7, giusto? Riprendi fiato e spiegami cosa cerchi così di fretta.»
Sakura la guardò, e le disse tutto.
«Non c'è tempo di spiegare! Stanotte Sasuke Uchiha è fuggito dal villaggio, insieme a Orochimaru!»

Quella frase fece letteralmente rizzare i capelli in testa a Tsunade, che reagì immediatamente.
«Shizune! Convoca subito tutti i membri dei team 7, 8 e 10, con la massima urgenza!»
La mora eseguì immediatamente. Purtoppo il momento era critico: tutti i chunin e i jonin disponibili erano fuori dal villaggio, impegnati in missione. L'unico chunin rimasto era Shikamaru Nara, che aveva ottenuto la promozione in seguito alla genialità dimostrata all'esame, durante lo scontro con Temari, ed era l'unico dei partecipanti a quell'edizione ad aver guadagnato l'aumento di grado.

Sakura raccontò a Tsunade ogni dettaglio della notte precedente, e dopo pochi minuti furono raggiunte dai ragazzi convocati. Tsunade spiegò loro brevemente la situazione, e la loro reazione fu di totale sbigottimento.
Quello che la prese peggio fu Naruto, gli sembrava impossibile che il suo amico fosse così tanto assetato di vendetta da seguire Orochimaru...


Nella riunione che seguì, Tsunade formò una squadra di recupero che facesse capo a Shikamaru, composta da lui, Naruto, Neji, Kiba, Shino e Choji.
Mezz'ora dopo, la squadra, che aveva appena deciso la formazione da assumere, era al cancello pronta a partire. Ma prima che varcassero la soglia del villaggio una voce li chiamò.

«Naruto!»
Sakura li aveva raggiunti, e si avvicinò al biondo, in lacrime. Cadde a terra in ginocchio, rivolgendo la sua preghiera al compagno di squadra.
«Naruto... ti prego... Riportalo indietro... Riportami Sasuke...»
Non smetteva di singhiozzare, la disperazione per non essere riuscito a fermarlo era ben visibile nelle sue lacrime.
Naruto la guardò e le si avvicinò, posandole una mano sulla guancia.
«Lo farò, Sakura. Ti prometto che farò tutto ciò che posso per riportarlo indietro.»

Sakura lo guardò negli occhi, difficilmente avrebbe potuto trovare un'espressione più sincera e determinata. In quel momento, buttò fuori tutta la sofferenza e i sensi di colpa che aveva accumulato in quell'anno in cui era stata sua compagna di squadra.
«Naruto... Mi... mi dispiace... Per tutti questi anni, non ho fatto altro che denigrarti e considerarti un fallito, quando l'unica che meritava di essere considerata un verme ero io... Solo in questo ultimo periodo, combattendo al tuo fianco e conoscendo la tua storia, grazie a Sasuke, ho potuto conoscere davvero chi sei. Ti prego... perdonami per tutto... tutto quello che ti ho fatto passare... Io...»

Naruto la interruppe.
«Io ti ho già perdonato, Sakura. Non hai nulla di cui scusarti.»
Poi si voltò verso gli altri. «Andiamo!»
E così, i sei partirono. Sakura rimase qualche minuto al cancello guardandoli allontanarsi.
"Naruto, ti prego, sta attento..."


Ad alcuni chilometri dal villaggio della Foglia, il Quartetto del Suono si era fermato in una radura.
Avevano percorso diversi chilometri, e concordarono sul fare una pausa. A quel punto, Sakon prese la parola.
«Sasuke, prima che raggiungiamo il covo di Orochimaru, abbiamo l'ordine di farti raggiungere il secondo livello del Segno Maledetto.»
«Secondo livello?» Sasuke era piuttosto incuriosito.
«Mostraglielo.»

Sakon si rivolse a Kidomaru, il cui Segno Maledetto iniziò a diffondersi, ricoprendolo completamente. Il suo corpo allora iniziò a mutare: gli spuntarono altre quattro braccia, e sotto la sua bocca apparve una ghiandola. Sasuke percepiva chiaramente l'enorme potenza che ora Kidomaru sprigionava in quella nuova forma.
«Anche io sono in grado di trasformarmi?» Chiese trepidante all'idea.
«Tutti coloro che posseggono il Segno possono farlo, dopo aver superato il rituale. Tayuya...»

La ragazza citata prese un rotolo, ed evocò un barile abbastanza grande che Sasuke avrebbe potuto entrarci dentro.
«Per sviluppare il secondo livello, dovrai bere questa pozione» riprese Sakon, porgendogli una fiala colma di liquido scuro.
«Ti introdurrà in uno stato di morte apparente, e il Marchio si evolverà. Durante il processo rimarrai sigillato in quel contenitore. Potrebbe farti male, ma non ci sono rischi. L'unico pericolo del Segno Maledetto è legato alla sua difficoltà di adattamento, e tu sei sopravvissuto, quindi hai già superato la fase critica, non hai motivo di preoccuparti.»

Convinto da quelle parole, Sasuke prese la pozione e la ingurgitò senza perdere tempo, svenendo all'istante.
«Presto, muoviamoci.»
I quattro presero Sasuke, che già stava venendo ricoperto dal Segno, e lo rinchiusero nella cassa, chiudendone l'apertura con un sigillo quadrangolare.
E così attesero, erano necessarie alcune ore prima che il processo fosse completo.


A pochi chilometri di distanza, i sei della Foglia avevano individuato la loro traccia grazie all'olfatto di Kiba, e li avrebbero raggiunti nel giro di una mezz'ora.
Ad un tratto, un'informazione li allarmò.
«Credo che si siano fermati, forse si sono accorti di noi!»
Shikamaru soppesò quella possibilità, e decise che li avrebbero accerchiati, usando la vista di Neji per prevenire le trappole.


Il loro avvicinamento però non passò inosservato: grazie alle trappole terrestri che Jirobo aveva piazzato, i seguaci di Orochimaru si erano accorti di essere seguiti.
Allora ripresero la corsa: Sakon trasportava il contenitore con dentro Sasuke sulle spalle, mentre Jirobo era rimasto indietro per fermare gli inseguitori. Quando il gruppo lo incontrò, lui li imprigionò tutti in una gabbia di roccia.
Grazie al Raijin Volante Naruto ne uscì e liberò tutti dall'esterno, e Choji si fece avanti.

«Voi proseguite, me la vedo io contro questo energumeno.»
Dopo alcune proteste Shikamaru decise di fidarsi, e aiutati dalla Tecnica dell'Espansione del Corpo del loro compagno, riuscirono a superare il nemico.
«Cosa credi di fare, ciccione? Non penserai davvero di potermi sconfiggere!»
Aveva detto la cosa sbagliata. Di tutti gli insulti possibili, quello era l'unico che Choji non sopportava,
«IO. NON. SONO. UN. CICCIONE!!!»
Furibondo per l'oltraggio subito, Choji si lanciò all'attacco sfoderando le tecniche più potenti del suo clan, mentre l'avversario ricorreva al Segno Maledetto al secondo livello...



A diverse miglia di distanza, nelle profondità del covo di Orochimaru, l'eremita dei serpenti soffriva le pene dell'inferno, assistito dal suo apprendista.
«Non può continuare così, Orochimaru-sama. Mi dispiace, ma non sono in grado di curare le sue braccia. Penso che l'unica soluzione sia quella di reincarnarsi adesso.»
«Maledizione... Speravo di poter avere subito il corpo di Sasuke, ma a quanto pare mi toccherà aspettare...»

Orochimaru, infatti, aveva un motivo ben preciso per volere Sasuke dalla sua parte: la tecnica che lo rendeva immortale consisteva nel trasferire la sua anima da un corpo all'altro, reincarnandosi in esso. Tramite questa tecnica, l'eremita acquisiva tutte le abilità innate e di combattimento del nuovo ospite, ma la tecnica poteva essere compiuta solo una volta ogni tre anni, e dopo quell'arco di tempo il nuovo corpo rigettava la sua anima.
Aveva puntato Sasuke per la sua abilità innata, lo Sharingan. Lo voleva a tutti i costi, con quello sarebbe diventato il ninja più potente della storia.

Già una volta aveva tentato di impossessarsi dello Sharingan, quando faceva parte dell'Akatsuki, dopo che ne era entrato a far parte anche Itachi Uchiha dopo aver massacrato la sua famiglia. Ma le cose non erano andate come da lui previsto...


*Flashback*

Lui e Itachi stavano svolgendo una missione insieme, dovevano recuperare delle informazioni segrete presso un tempio.
Erano arrivati al luogo dove si trovava il loro obiettivo, ed erano da soli, non c'era nessuno nelle vicinanze, l'occasione perfetta per agire. Orochimaru attaccò il moro alle spalle, con l'intento di reincarnarsi in lui.

Ma l'Uchiha era ancora più potente di quanto le voci su di lui raccontassero.
Era infatti stato capace di reagire in un attimo, e aveva bloccato il suo tentativo di rubargli il corpo intrappolandolo in un Genjutsu.
Impotente contro quel potere, Orochimaru si ritrovò immobilizzato con degli enormi chiodi mentali.

«Nessuna delle tue tecniche funzionerà mai davanti a questi occhi, Orochimaru.»
Queste le parole che Itachi aveva pronunciato, e che Orochimaru avrebbe portato nella sua memoria per il resto della vita.
Parole che, suo malgrado, erano la pura verità: non avrebbe mai potuto superare un potere del genere.

*fine flashback


Da quel giorno aveva lasciato l'Akatsuki, costretto alla fuga per il suo tradimento, ed era diventato nemico dell'organizzazione, anche se non ne conosceva i piani.
Si diresse nei sotterranei, per prelevare uno dei suoi prigionieri. Reincarnandosi in Sasuke avrebbe potuto avere lo Sharingan subito, ma forse era precoce prendere il suo corpo quando era ancora così giovane.
In tre anni, il tempo minimo tra una reincarnazione e l'altra, avrebbe potuto allenarlo e fargli raggiungere la sua massima potenza, per poi sfruttare al meglio le sue capacità. Così prese un altro prigioniero, e si reincarnò in lui.

Quando si fu ripreso dal rituale, Kabuto lo aggiornò.
«Maestro, ho ricevuto un rapporto dal Quartetto del Suono: Sasuke ha accettato di seguirli, ma pare che a Konoha non siano intenzionati a lasciarlo andare. Una squadra di recupero li sta inseguendo, e li stanno mettendo in grossa difficoltà.»
«Mmm... Forse è meglio mandare loro dei rinforzi... Chiama Kimimaro...»
Kabuto ghignò, e andò a chiamare l'ospite richiesto, che arrivò in pochi minuti.
«Volevate vedermi, Orochimaru-sama?»

Kimimaro Kaguya era l'ultimo discendente del glorioso clan Kaguya, del Paese dell'Acqua. Il clan in questione aveva l'innata capacità di mutare di forma e dimensioni le proprie ossa, usandole come armi, ma tutti i suoi membri soffrivano tutti di gravi malattie di cuore. Anche Kimimaro aveva problemi del genere, e la sua vita era allo scadere del suo tempo.

Orochimaru se ne era dispiaciuto molto. Inizialmente, aveva in programma di reincarnarsi in Kimimaro, ma una volta saputo della sua malattia aveva dovuto rinunciare al progetto. Kimimaro stesso era rimasto deluso di non poter donare il suo corpo all'uomo che più rispettava al mondo, l'unico che avesse dato un senso alla sua vita, perciò non gli dispiaceva servirlo un'ultima volta.

«Kimimaro, il Quartetto del Suono sta portando qui il mio prossimo ospite, Sasuke Uchiha, ma sono stati attaccati da una squadra di soccorso. Voglio che tu li raggiungi, e ti assicuri che il loro carico arrivi a destinazione. Uccidi chiunque si metta contro di te.»
Recepito l'ordine Kimimaro partì, pronto a combattere nella sua ultima missione.



«Cosa!? Ha mandato i ragazzi in una missione così difficile da soli!? Ma perchè lo ha fatto?!»
Kakashi era sconvolto. Appena rientrato al villaggio aveva saputo del tradimento del suo allievo e della squadra di soccorso inviata al suo recupero. Ma l'Hokage non era intenzionata a farsi mettere i piedi in testa.

«Si, Kakashi, non avevo altra scelta, tutte le squadre erano impegnate. Ma ora che sei tornato, puoi rimediare personalmente alle mancanze del tuo allievo. Nel frattempo ho già spedito un messaggio a Suna, con la richiesta che ci inviino una squadra di supporto. Se vogliono dimostrare la loro lealtà al nostro accordo, ora è il momento buono per farlo.»
Senza attendere neanche un minuto, Kakashi si fiondò fuori. Quindi evocò Pakkun e gli altri suoi cani ninja, e guidato dal loro olfatto seguì la squadra.


Nel frattempo, il Quartetto del Suono aveva ricevuto diversi assalti.
Tayuya e Kidomaru si erano fermati per rallentare gli inseguitori, e la squadra si era divisa per permettere agli altri di proseguire. Shikamaru si era fermato ad affrontare Tayuya, che combatteva usando le melodie distruttive del suo flauto, e Neji e Shino affrontavano Kidomaru, che sfruttava le sue nuove braccia e la sua ghiandola per tessere delle ragnatele. Shino aveva preso particolarmente sul piano personale quella caratteristica...
«Questo tizio combatte usando i ragni. Io odio i ragni, ora gli mostrerò chi comanda in natura...»
Queste erano state le parole che aveva usato per spiegare al resto della squadra la sua scelta.


Erano rimasti Kiba e Naruto, e a loro si era aggiunto Rock Lee, che aveva saputo della loro missione ed era partito pochi minuti dopo di loro. Grazie alla sua velocità e al ritardo dovuto ai nemici che si erano fermati a combattere, era riuscito a raggiungerli in fretta.
Raggiunsero Sakon, che portava sulle spalle il contenitore con Sasuke all'interno, e lo obbligarono a combattere. Questo attivò il secondo livello del Segno Maledetto, e attaccò insieme al suo alter-ego Ukon.
I tre riuscirono a fargli mollare la presa sul contenitore, ma un nuovo avversario lo prese al loro posto: il nuovo ninja aveva i capelli bianchi legati in una coda bassa, e indossava un haori legato con una corda viola. Sul suo volto c'erano dei segni rossi, e il suo arrivo aveva enormemente spaventato Sakon.

«K-K-Kimimaro! C-Cosa ci fai qui?!»
Kimimaro lo guardò truce.
«Sono stato mandato a rimediare alla vostra incapacità. Ora vedi di farli fuori, o lo farò io con te.»
E si avviò di corsa nel fitto degli alberi, inseguito da Naruto e Rock Lee, mentre Kiba e Akamaru tenevano a bada l'ultimo membro del Quartetto.

Naruto e Lee raggiunsero Kimimaro in una radura, e lo costrinsero a fermarsi. Si prepararono ad affrontarlo, e questo non mostrò la minima paura nei loro contronti.
In quel momento, quando stavano per iniziare a combattere, il contenitore si aprì, e un denso fumo nero uscì da esso...



 

   
 
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